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Autore: Darkness_Angel    07/02/2014    7 recensioni
Storia su Dubhe e Learco nel periodo in cui arrivò Neor, cosa accadde secondo me e le loro emozioni.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dubhe, Learco
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccomi tornata con l'ultimo Capitolo! Perdonate l'assenza ma alla fine tra mille impegni e momenti di zero ispirazione, sono riuscita a scrivere il quinto ed ultimo capitolo! ( mi sono messa a piangere quando l'ho realizzato :( )
Vi avverto che è un pochino più lungo rispetto agli altri visto che è l'ultimo e che, finalmente, nascerà Neor :)
Mi sembra sia venuto bene, ma lascerò l'ultima parola a voi!
Non mi resta che augurarvi, Buona Lettura!
Capitolo 5
 
Learco si girò su un fianco e strinse la moglie che dormiva accanto a lui.
L’abbracciò, in modo che il braccio cingesse il ventre ormai gonfio, vi fece una carezza e sentì Dubhe che si accoccolava tra le sue braccia come una bambina.
Alla fine ce l’avevano fatta,  quegli ultimi quattro mesi li avevano messi a dura prova, ma ormai Dubhe era di nove mesi, e il loro bambino, adesso, poteva nascere senza alcun timore.
Per evitare una qualsiasi complicanza, Dubhe aveva deciso di rimanere a letto anche per tutto l’ottavo mese, ma appena entrata nel nono, si era alzata in piedi e aveva iniziato a muoversi per il palazzo, non pranzava più da sola in camera ma con il marito in sala da pranzo, qualche volta passava i pomeriggi in biblioteca o scendeva nei giardini godendosi il tepore del sole sulla pelle che le era mancato moltissimo in quei mesi, faceva tutto sempre seguita da due ancelle, ma era un buon compromesso per avere un po’ più di libertà.
In ogni caso, Learco e Theana le avevano ricordato che, anche se adesso era di nove mesi, non avrebbe dovuto comunque strafare, ma lei aveva replicato:
 – Sono stata nove mesi a letto aspettando il nono mese, non ho intenzione di aspettare le doglie rimanendomene ferma a letto, ormai deve nascere e se il fatto che mi muovo per il palazzo anticiperà il parto meglio, potrò tenerlo prima tra le braccia ed essere sicura che stia bene –
dopo quel discorso nessuno dei due aveva più potuto replicare nulla.
Da quel momento i due Sovrani, la corte e tutta la Terra del Sole, vivevano con l’ansia che quel giorno sarebbe stato il fatidico in cui il bambino sarebbe nato, ma i giorni passavano e il bambino non sembrava aver voglia di venire al mondo, ora che era il momento se ne rimaneva calmo nel ventre materno, facendosi sentire solo ogni tanto con qualche calcio.
Non c’è bisogno di dire che ora i genitori e Theana erano preoccupati per il motivo contrario, il bambino non nasceva, sembrava che quella gravidanza non dovesse finire mai!
Erano giunti al compromesso che, se entro le due settimane successive, il bambino non fosse nato da solo, allora Theana avrebbe indotto il parto a Dubhe, perché se no’ aspettare  si sarebbe rilevato rischioso per la madre, trent’anni non erano molti dal punto di vista di un intera vita, ma per una gravidanza e per un parto erano tanti.
L’umore di Dubhe era altalenante, qualche giorno non le importava se il bambino se la prendeva comoda, altri invece era preoccupatissima e si trasformava in una persona che Learco stentava a riconoscere come la donna che aveva sposato, durante quelle giornate ringraziava quando arrivava la sera e Dubhe si lasciava rassicurare tra le sue braccia smettendo di preoccuparsi e di assillarlo.
La sera prima era stata una di quelle sere precedute da una giornata di pura pazzia, Learco non sapeva come definirla in altro modo, della moglie, quando finalmente si erano coricati lui aveva ringraziato il cielo, aveva stretto sua moglie tra le braccia e si erano addormentati serenamente.
Learco allentò un po’ l’abbraccio in modo che Dubhe si potesse girare verso di lui e appoggiare la testa sul suo petto, poi la cinse di nuovo, ma la sua mano incontrò una chiazza umida sulle coperte.
Pensò di essersi sbagliato, ma quando anche l’altra mano poggiata sotto il ventre il gonfio della moglie percepì la stessa umidità, il suo cervello si svegliò del tutto.
Si sedette sul letto e guardò nella penombra del mattino, il corpo della moglie disteso su un fianco che dormiva tranquilla, anche nella poca luce si poteva vedere chiaramente la chiazza umida sulle coperte vicino al basso ventre della donna.
Learco sentì l’agitazione salirgli dallo stomaco, ma fece forza su se stesso e mantenne la calma
-Dubhe… svegliati- la chiamò scuotendola dolcemente e dandole un bacio sulla fronte.
La donna si mosse leggermente, poi strinse gli occhi e alzò lo sguardo verso il marito che le sorrideva – Cosa succede?- gli chiese con voce assonnata
-Non è che per caso hai dei dolori?- le chiese guardandola
Dubhe lo guardò con sguardo interrogativo – No, sto benissimo…- lo rassicurò continuando a guardarlo senza capire dove volesse arrivare – Sicura? Non è che invece il bambino sta arrivando e tu non te ne sei accorta, vero?- le chiese
Dubhe lo guardò con uno sguardo che diceva “sul serio?” – Credo che me ne accorgerei, non credi?- gli fece notare in fine con un sorriso dolce.
Learco però rimase dubbioso – Dubhe sei bagnata- le disse infine senza tanti giri di parole
-Cosa?- gli chiese stupita sedendosi di fronte a lui sul letto
- Sei bagnata, la tua camicia da notte e le coperte sono umide vicino al tuo inguine- le disse, lei non gli rispose abbassò lo sguardo e si portò una mano sotto al ventre, era vero la camicia da notte era umida, e adesso che si era seduta aveva una fastidiosa sensazione di bagnato in mezzo alle gambe, inspirò cercando di capire la situazione, non che ci volesse molto a capirla, non aveva ancora avuto dolore ma era appena entrata in travaglio.
Learco le fece alzare il capo  e incrociò il suo sguardo spaventato, le sorrise dolcemente e le accarezzò una spalla, non poteva farsi vedere spaventato, o Dubhe si sarebbe allarmata ancora di più di quanto non lo fosse già  – Rimettiti giù, io mando a chiamare Theana- le disse, Dubhe annuì ancora stranita dalla situazione in cui si trovava, com’era possibile che non si fosse accorta di nulla? Si risdraiò a letto, mentre Learco si alzava e accendeva una candela poggiata sul comodino per vederci meglio –Apri pure le tende, non ho intenzione di rimettermi a dormire- gli disse guardandolo con la testa che sbucava da sotto la coperta.
Learco sorrise, lasciò perdere la candela e andò a spalancare le pesanti tende che coprivano le finestre facendo entrare la luce chiara del mattino nella stanza, il sole splendeva già alto, una giornata perfetta per la nascita di suo figlio.
Iniziò a prepararsi, mentre Dubhe rimaneva ferma immobile a letto terrorizzata all’idea che un suo movimento potesse far degenerare la situazione di stallo in cui si trovava, chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e iniziò a sondare il suo corpo come faceva quando ancora era un’ assassina, e cercava di capire se fosse rimasta ferita in qualche modo, ora invece cercava qualcosa che la informasse sulle sue condizioni fisiche, e fu accontentata.
Iniziò a sentire un dolore sordo sotto al ventre, assomigliava vagamente al dolore che aveva nel periodo iniziale del ciclo, ma questo era più forte e fastidioso, durò per una decina di secondi e poi si affievolì sino a scomparire. Riprese a respirare normalmente e si rilassò un poco, era passato, si girò verso Learco che si stava chiudendo la casacca e lo guardò con uno sguardo sereno, quasi beato, lui si accorse che lo stava guardando e le sorrise – Ancora tutto bene?- le chiese
-Credo di aver appena avuto una contrazione- gli rispose tranquillamente come se fosse una cosa di poco conto, Learco scosse il capo pensando di aver capito male, la guardò sorpreso e lei gli rispose con un sorriso tranquillo – E me lo dici così?- le chiese incredulo
- E come dovrei dirtelo?- gli chiese a sua volta, Learco scosse il capo e si affrettò a prepararsi, poi si girò verso la moglie e la fissò poggiandosi alla spalliera del letto – Vado a mandare a chiamare Theana, tu vedi di non partorire nei dieci minuti in cui non ci sono- le disse minacciandola
Dubhe scoppiò a ridere, ma poi la risata le si smorzò sulle labbra quando un’altra contrazione come quella precedente la colse alla sprovvista – Faccio quello che posso- gli rispose mettendosi a sedere sul letto cercando di lenire un po’ il dolore.
Learco fece forza contro la parte di se stesso che voleva rimanere lì con la moglie e uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Dubhe si sistemò il cuscino dietro la schiena poggiato sulla spalliera del letto in modo che ci si potesse appoggiare sopra, inspirò profondamente, anche la seconda contrazione era passata, finalmente era arrivato il momento, ma non si sentiva affatto pronta.
 
Learco uscì dalla camera e fermò il primo servo che incrociò la sua strada, l’uomo si inchinò con rispetto e aspettò che il suo sovrano gli impartisse ordini – Manda a chiamare il Supremo Officiante, deve venire con la massima urgenza, la Regina è entrata in travaglio- gli disse.
L’uomo annuì e poi si allontanò a passo spedito, scendendo al piano di sotto alla postazione dei messaggeri mentre invece Learco tornò da sua moglie, sperando che Theana facesse presto.
Il Supremo Officiante era inginocchiata a terra davanti ad una stata di Thenaar, con le mani giunte e gli occhi chiusi mentre sussurrava a mezza voce le sue preghiere mattutine. A quell’ora nel tempio non vi era nessuno, solo lei con i suoi pensieri e il suo Dio.
Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e sussultò, colta alla sprovvista, prima di girarsi verso chi l’aveva interrotta finì la preghiera che stava recitando, poi stette un minuto in silenzio come se fosse in ascolto di qualcosa e alla fine si girò verso la persona che l’aveva chiamata.
Il suo volto assorto si rilassò quando vide quello sorridente e sereno di Lonerin, che le teneva ancora una mano su una spalla – Deve essere importante- gli disse alzandosi in piedi con un sospiro ma continuandogli a sorridere amorevolmente – Lo è- le rispose soltanto, poi la prese per mano e la portò sino nello studio della donna, quando fu certo che la porta fosse chiusa bene e nessun orecchio indiscreto potesse sentirlo, Lonerin soddisfò la curiosità della moglie – è appena arrivato un messo dal palazzo Reale, Dubhe è entrata in travaglio poco fa – le disse sorridendo.
Il viso di Theana si illuminò – Finalmente!- esclamò con un enfasi estranea al suo solito carattere calmo e controllato – Avevo paura che quel bambino non volesse più nascere- scherzò mentre incominciava a radunare velocemente alcune fiale, non le serviva molto, il resto glielo avrebbero fornito al palazzo.
Lonerin rise – Ti accompagno io, così fai prima- le disse prendendole galantemente la borsa dalle mani e facendole cenno di uscire dalla stanza, Theana gli sorrise e arrossì leggermente quando il mago le rubò all’improvviso un bacio
-Ora muoviamoci però, non vorremo far aspettare la Regina- gli ricordò la donna.
Theana incaricò una sacerdotessa di farsi carico della funzione del mattino, le rivelò il motivo della sua visita a palazzo, ma le fece promettere di non andarlo a sbandierare in giro, non erano ancora certi che Dubhe fosse entrata veramente in travaglio, potevano anche essersi sbagliati, infondo era il primo bambino che avevano.
Arrivarono al palazzo reale velocemente, a quell’ora del mattino in giro per Makrat c’erano solo i primi mercanti che allestivano le loro bancarelle e i primi negozianti che aprivano le porte, il caos caratteristico della città sarebbe iniziato da lì a qualche ora.
Lonerin fece smontare la moglie da cavallo e le passò la borsa poi, mentre lei entrava a palazzo quasi correndo, lui seguiva un servo sino alle scuderie.
 
Dubhe gemette e Learco le strinse la mano – Ora arriva, tranquilla- la rassicurò facendole una carezza, anche se, in vero, lo faceva più per rassicurare se stesso.
La regina non gli rispose e si concentrò sulla contrazione che lentamente scemava. Da quando aveva avuto la prima avevano iniziato a susseguirsi altre contrazioni di dolore crescente, ma senza seguire un vero e proprio schema, poteva averne tre di seguito, poi passava qualche minuto e ne aveva un’altra.
Nel poco tempo in cui Learco si era assentato, Dubhe aveva avuto un’altra piccola perdita sta volta accompagnata da un po’ di sangue, ma non aveva ancora avuto nessun impulso di spingere.
Bussarono alla porta, Learco si alzò e diede il permesso di entrare, sulla sagoma della porta apparve la figura di Theana che si precipitò dentro al fianco dell’amica che si stava riprendendo dopo una contrazione mentre il Re richiudeva la porta
-Come va?- le chiese Theana sorridendole mentre posava la borsa sul comodino
-Bene, anche se fa un po’ male, ma pensavo peggio- le confidò sorridendole a sua volta
-Sono felice di sentirtelo dire, adesso vedo a che punto sei- le disse avvicinandosi al letto e iniziandola a scoprire, mentre Dubhe si metteva meglio seduta gemendo leggermente
-Devo uscire?- chiese Learco già in preda all’ansia
-Non per forza, per me puoi rimanere - lo rassicurò Theana, Learco guardò la moglie, lei gli sorrise e annuì leggermente con la testa – Ti faccio chiamare quando sta per nascere- gli promise, lui lasciò andare il respiro, poi salutò le due donne e uscì dalla camera abbastanza in fretta
- Rischiava di svenire se rimaneva- commentò la Regina poggiandosi sui cuscini mentre l’amica le alzava la camicia da notte e le faceva piegare e divaricare leggermente le gambe
-Non sarebbe il primo- la rassicurò Theana mentre la visitava, Dubhe gemette e trattenne il respiro mentre un’altra contrazione le pervadeva il basso ventre.
La donna si allontanò, e lei ridistese le gambe – Allora? Manca poco?- le chiese già stufa di quel dolore – No Dubhe, ho paura che ci vorrà ancora molto- le disse sospirando
-Quanto intendi con molto?- le chiese preoccupata e spaventata
-Le contrazioni che hai sono solo quelle iniziali, sono irregolari e sono solo preparative a quelle vere e proprie, infatti non sei ancora dilatata- le spiegò mettendosi al suo fianco.
Dubhe sospirò cercando di rimanere calma, contrazioni preparative ecco perché non facevano poi tanto male e non aveva l’impulso di spingere – Ma non mi si sono rotte le acque?- le chiese
-No, la perdita più grossa che hai avuto è stata dovuta all’espulsione di un tappo di muco che, si può dire, tiene bloccato tutto, le altre sono solo leggere perdite- le spiegò comprensiva.
La regina si accasciò nei cuscini esasperata, e lei che pensava che sarebbe finito tutto velocemente, che presto avrebbe stretto tra le braccia il suo bambino –Quando incominceranno quelle vere?- le chiese infine, la donna scosse il capo – Tra cinque minuti come tra cinque ore, dipende da te e dal bambino- le rispose infine.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, il carattere volubile dovuto alla gravidanza prese il sopravvento sulla donna calma e riflessiva e Dubhe scoppiò a piangere, Theana le si sedette accanto e le prese le mani – è normale che succeda per una donna al primo parto, non devi preoccuparti, tu e il bambino starete bene, solo che ci vorrà un po’- la rassicurò sorridendole ma mal interpretando le lacrime – Non ho paura, o meglio in effetti un po’ ne ho, ma non ho voglia di aspettare – le spiegò
Theana le sorrise – Vedrai che ce la farai-
Dubhe avrebbe voluto risponderle, ma un’altra contrazione si fece sentire, la donna si irrigidì e trattenne il respiro portandosi una mano al ventre – Continua a respirare anche durante la contrazione, o sentirai più dolore- le consigliò Theana
-Ci proverò- le rispose Dubhe tra i denti, rilassandosi lentamente e respirando normalmente.
Theana arrotolò le coperte infondo ai piedi del letto, poi tornò da Dubhe e le prese le mani facendola tirare su – Forza, ora alzati in piedi- le disse
-No, se sto stesa sto meglio- le rispose Dubhe mentre si stava per risdraiare
-No, ora ti alza in piedi, ti cambi la camicia da notte e fai due passi- insistette facendola sedere sul bordo del letto e aiutandola ad alzarsi.
La regina sbuffò come una bambina che non voleva fare qualcosa, strappando una risata a Theana, che scosse leggermente il capo.
La face cambiare levandole la camicia da notte bagnata e sporca e facendogliene mettere una pulita più leggera e senza maniche, le portò una bacinella d’acqua e le fece sciacquare il viso, infine la fece pettinare e Dubhe si legò i capelli in una stretta treccia, naturalmente ci volle più del previsto per fare quelle semplici cose che la Regina faceva ogni mattina, dato che erano intervallate da momenti di pausa in cui una contrazione prendeva il sopravvento, quando finì si sedette su una sedia con Theana al fianco – Va un po’ meglio?- le chiese dolcemente
Dubhe sospirò – Si, sto un po’ meglio- la rassicurò con un sorriso sincero, si sentiva davvero meglio, la paura era leggermente diminuita, anche se non scomparsa, e camminare la faceva stare meglio dopo una contrazione – Faccio avvertire Learco così viene a tenerti compagnia – le disse Theana alzandosi, Dubhe annuì poi si poggiò allo schienale della sedia e si accarezzò il ventre, ora non rimaneva che aspettare.
 
Learco era uscito sino nel cortile interno, l’idea che suo figlio stesse per nascere lo terrorizzava, non si sentiva pronto, e se fosse diventato come suo padre? E poi non riusciva a vedere Dubhe che soffriva così tanto, in parte, anche per colpa sua, gli faceva male al cuore.
Era dovuto uscire per prendere una boccata d’aria e calmare i nervi tesi, far zittire quella paura che gli attanagliava le viscere e gli faceva tremare le mani, doveva essere forte, per Dubhe e per suo figlio, ma adesso proprio non ce la faceva a rientrare dentro.
-Learco!- il filo dei suoi pensieri fu interrotto da una voce che conosceva, si girò e vide Lonerin che si avvicinava sorridendogli e alzando una mano in segno di saluto, doveva essere venuto insieme a Theana.
Il re lo salutò a sua volta con un cenno della mano e poi gli andò incontro, quando furono vicini si salutarono con un abbraccio veloce – Allora?- gli chiese il mago, non c’era bisogno di dire altro
-Theana è con Dubhe… hanno detto che mi mandano a chiamare quando sta per nascere- gli spiegò
-Preoccupato?- gli chiese mentre iniziavano a camminare dirigendosi verso il giardino
-Meglio spaventato- lo corresse con un sorriso sforzato
-Mi sembra normale che tu lo sia, ma non devi preoccuparti, vedrai che andrà tutto bene- lo rassicurò dandogli una pacca su una spalla e sorridendogli
-Questo lo so’, ma è il dopo che mi spaventa- gli confidò con un sospiro
-Sono certo che sarete degli ottimi genitori-
Learco si fermò e si girò verso il mago per ringraziarlo, ma poi vide arrivare un servo con passo affrettato e le parole gli morirono in gola – Cosa succede?- gli chiese girandosi dopo averlo visto sbiancare sotto i suoi occhi, quando però vide il servo intuì cosa avesse spaventato il re.
L’uomo si profuse in un leggero inchino e poi parlò – Il Supremo Officiante vi vuole- disse soltanto, Learco annuì e poi seguito da Lonerin rientrarono nel palazzo e andarono al piano di sopra.
Prima di entrare nella stanza, Learco fece un respiro profondo, da dentro non venivano rumori, doveva essere già nato, aprì la porta ma invece di vedere Dubhe con in braccio il bambino, la vide seduta su una sedia, che parlava tranquillamente con Theana, per poi girarsi verso di lui e sorridergli quando lo sentì entrare.
-Era un falso allarme?- chiese confuso
-No, ora ti spiego tutto- lo rassicurò la moglie mentre le si avvicinava e le poggiava le mani sulle spalle.
Theana spiegò in breve cos’era successo, e quando finì la sua piccola spiegazione Learco si lasciò cadere su una sedia sospirando pesantemente e portandosi le mani al volto, suscitando l’ilarità della moglie che però fu smorzata da una contrazione più forte delle precedenti che la fece piegare in avanti  e gemere.  Learco le accarezzò la schiena mentre Dubhe si rimetteva in posizione eretta lentamente, ormai il dolore era costante, le prendeva tutto il basso ventre e la schiena a livello dei reni, rimaneva sordo ma snervante per poi aumentare di intensità quando aveva una contrazione.
Iniziò a passare il tempo, Learco, Theana e Lonerin cercavano di far distrarre Dubhe che col passare delle ore diventava sempre più snervata e riusciva a sopportare meno il dolore costante delle contrazioni.
 
Erano passate circa quattro ore da quando le contrazioni erano iniziate, Theana la controllava ogni ora ma non cambiava nulla, ogni tanto aveva una leggera perdita, ma non vi era ancora dilatazione, in compenso le contrazioni si stavano regolarizzando e si erano iniziate a fare più dolorose. Dubhe si era rimessa a letto, dopo circa due ore di supplizio cercando una posizione che non le facesse sentire troppo dolore, adesso era rannicchiata su un fianco sotto le coperte, le gambe rannicchiate vicino a se e la testa sprofondata nel cuscino.
Il silenzio era calato nella stanza, Theana e Learco che guardavano impotenti Dubhe che soffriva, Lonerin era tornato al tempio per avvertire le sacerdotesse che Theana sarebbe mancata per tutto il giorno.
La regina, se possibile, si rannicchiò ancora di più su se stessa e si cinse con un braccio il ventre, mentre premeva il viso sul cuscino reprimendo un lamento di dolore dovuto all’ennesima contrazione, quando fu passata alzò la testa dal cuscino e guardò i presenti nella stanza con gli occhi pieni di lacrime – Vi prego fatele smettere, non ce la faccio più- si lamentò iniziando a piangere e stringendo il cuscino con le mani nascondendovi la testa, Learco guardo Theana speranzoso, lei sospirò e si rivolse all’amica – Devi resistere ancora poco, quando iniziano le altre starai un po’ meglio- la rassicurò, era la decima volta che glielo diceva, ma per ora non poteva fare nulla
-Non mi importa di dopo, io ho male adesso!- le ricordò irritata alzando leggermente la voce
- Resisti ancora per poco- cercò di rassicurarla Learco sorridendole
- Tu stai zitto!- praticamente  glielo disse ringhiando, poi incominciò un’altra contrazione e lei si rannicchiò di nuovo facendo sparire il viso tra le coltri e il cuscino continuando a lamentarsi a mezza voce e a piangere.
Theana guardò Learco che era rimasto mortificato dalla reazione della moglie, in quel momento doveva stentare a riconoscerla, persino lei aveva delle difficolta a riconoscere in quella donna piagnucolosa la ragazza che aveva affrontato da sola la Gilda e che non si era mai demoralizzata anche nei momenti più difficili della sua vita.
Si alzò in piedi sospirando e fece un cenno a Learco che si alzò a sua volta, poi si avvicinarono a Dubhe, Theana le sorrise e le accarezzò una guancia gelata, ricevendo in risposta un sorriso triste e stanco, poi si rivolse al re – Mettiti dietro di lei e massaggiale la schiena in questo punto- gli disse indicandogli la zona lombare della schiena della moglie – Fai dei movimenti circolari e lenti, dovrebbe aiutarla un po’- gli spiegò, non funzionava sempre con le partorienti, a volte invece che dare sollievo le infastidiva ancora di più, ma tanto valeva provare.
Learco ubbidì subito, e dopo non molto Dubhe si rilassò leggermente, smise di piangere e si godette il calore emanato da l corpo del marito disteso vicino al suo – Scusa- gli sussurrò all’improvviso, si era accorta di aver esagerato, infondo non era colpa sua se stava male. Lui le sorrise e le diede un bacio su una tempia dopo averci fatto una carezza – Non ti preoccupare- la rassicurò dolcemente.
Theana sorrise vedendo i due amici riappacificati e l’amica che, finalmente, aveva trovato un po’ di sollievo – Perché non cerchi di dormire un po’?- le propose
- Non so’ se ci riesco ho ancora male e le contrazioni- le ricordò tristemente, avrebbe pagato oro per riuscire a dormire anche solo dieci minuti
- Chiudi gli occhi e provaci – le consigliò Learco sorridendole dolcemente mentre continuava a massaggiarle la schiena. Dubhe si lasciò scappare un sospiro, poi si sistemò un po’ meglio e chiuse gli occhi come le aveva consigliato di fare il marito, riuscì dopo una decina di minuti a cadere in un dormi veglia agitato ma interrotto ogni tanto da dei gemiti per colpa delle contrazioni.
Quella situazione di stallo durò per circa un ora, poi Dubhe si svegliò del tutto di nuovo con uno sguardo corrucciato, sentiva il dolore aumentare gradualmente, come prima di una contrazione, ma questa volta si fece più forte e le attanagliò tutto il ventre in unica morsa di dolore, si tirò su di scatto piegandosi in avanti e gridando incapace di trattenere il dolore.
Learco si scostò mentre invece Theana le si metteva al fianco prendendole una mano e poggiandole l’altra sulle spalle – Respira- le disse in tono calmo mentre le accarezzava la testa, la contrazione durò molto di più delle precedenti, Theana aveva contato circa venti secondi, quando finalmente fu passata, la regina si rilassò e fece un respiro profondo per poi rivolgere uno sguardo interrogativo verso Theana che le sorrideva – Ora vediamo- le rispose.
Learco sistemò i cuscini dietro la moglie in modo che vi si potesse appoggiare, poi si allontanò velocemente andando a guardare fuori dalla finestra mentre Theana controllava lo stato in cui si trovava il travaglio della regina.
Dopo qualche minuto, le fece stendere le gambe e le sorrise poggiandovi una mano sopra
- Quindi?- le chiese
- Quindi abbiamo fatto un passo avanti, la cervice inizia a dilatarsi- la informò, Dubhe sospirò di sollievo e si lasciò cadere sui cuscini, ora che le contrazioni iniziali erano passate si sentiva meglio, il dolore intramezzo era passato, e riusciva di nuovo a ragionare con la mente lucida e non ottenebrata dalla nebbia del dolore, al contrario, invece, Learco iniziava di nuovo a sentire la paura che gli stringeva le viscere, quello era un passo avanti, quindi il bambino sarebbe potuto nascere a momenti, sbiancò e poi deglutì – Quindi sta per nascere?- le chiese spaventato
- No, siamo solo all’inizio, ci vorrà ancora tempo prima che arrivi il momento di spingere- lo rassicurò girandosi verso di lui, Dubhe si piegò di nuovo e gridò stringendo le coperte sotto di se’, quelle contrazioni facevano davvero male e duravano tanto, l’idea di dover passare altro tempo in quelle condizioni non la eccitava più di tanto, ma quei pochi minuti di pausa tra una contrazione e l’altra l’aiutavano a riprendersi un poco, la dormita che aveva fatto non l’aveva per niente riposata.
Ora le contrazioni erano regolari, ne aveva una circa ogni dieci minuti, e le duravano una trentina di secondi, insieme alle nuove contrazioni era arrivato anche l’impulso di spingere, ma era ancora lieve e Dubhe riusciva a controllarsi.
Stava andando tutto bene, la cervice in due ore si era dilatata di quattro centimetri, se continuava di quel passo in quattro ore sarebbe arrivata alla fase finale e finalmente il bambino sarebbe nato, c’era solo un problema, Dubhe era sfinita, il dolore delle contrazioni e la forza che le serviva per trattenersi dal cominciare a spingere la sfiancava, se andava avanti così non avrebbe avuto abbastanza forza per partorire.
La regina si lasciò andare sui cuscini mentre si riprendeva dalla contrazione, inspirando ad occhi chiusi, Learco si avvicinò a Theana e le toccò un braccio facendola girare verso di lui – dovrebbe riposarsi un po’- le disse sottovoce in modo che la moglie non potesse sentire
- lo so’… - Theana sospirò poi prese una fiala dalla borsa, mentre Learco si sedeva sul letto vicino alla moglie e le accarezzava il viso per rassicurarla
- Dubhe ora ti dò una cosa che ti farà passare un po’ il dolore delle contrazioni, però tu ti sdrai e dormi, senza fare storie- le disse la donna mentre riempiva una siringa di un liquido trasparente, aveva voluto aspettare sino all’ultimo, ma adesso era il momento giusto per somministrarglielo
- Va bene- le rispose con voce stanca.
Learco le diede una mano a sdraiarsi, mentre lei gemeva sommessamente, Theana le si avvicinò, le prese delicatamente il braccio e dopo averle disinfettato il punto sopra il gomito dove spiccava una vena blu scura, fece l’iniezione, Dubhe non si lamentò, Theana levò la siringa e vi mise sopra un pezzo di garza – E ora dormi- le disse sorridendole.
La regina si girò su un fianco sentendo il dolore diminuire e i rumori farsi leggermente ovattati, chiuse gli occhi mentre sentiva il sonno arrivare e alla fine si addormentò, percependo come ultima cosa il marito che le accarezzava la testa dolcemente.
Quando Learco sentì il respiro della moglie farsi calmo e regolare si rilassò e guardò Theana ringraziandola in silenzio – Dovresti riposarti anche tu- gli disse guardandolo seria
- Voglio esserci quando nascerà- le rispose mentre teneva ancora la mano a Dubhe
- Le ho dato un forte anestetico, se va bene dormirà per le prossime due ore, e probabilmente non sarà ancora il momento, quindi puoi andare tranquillo- lo rassicurò sorridendogli e poggiandogli una mano su una spalla – D’accordo- le disse sospirando.
Diede ancora un bacio su una guancia a Dubhe e poi si alzò sospirando – Sono nella stanza accanto- la informò e poi uscì dalla camera.
 
Come aveva predetto Theana, Dubhe dormì tranquilla per le seguenti due ore, quando però l’anestetico iniziò a smettere di agire, iniziò ad agitarsi nel dormiveglia e a gemere, finché non si svegliò del tutto, Theana le si mise vicino e l’aiutò ad alzarsi mentre le stava arrivando un’altra contrazione – Dovremmo quasi esserci- la rassicurò.
Quando la contrazione finì e Dubhe si riuscì a rilassare, Theana la controllò  e finì giusto in tempo prima che una contrazione arrivasse a scuotere la donna.
La contrazione durò a lungo, Theana aspettò prima di riferirle la situazione, mentre le sussurrava parole rassicuranti cercando di farla calmare, Dubhe inspirò e poi riuscì a parlare
- Ti prego dimmi che posso iniziare a spingere- le chiese quasi supplicandola
- Ti mancano solo pochi centimetri, poi le acque si romperanno e allora potrai iniziare a spingere- le spiegò sorridendole, lei annuì e si accarezzò il ventre, neanche un minuto dopo era di nuovo piegata su se stessa che gridava in preda ad una contrazione – Accidenti… - sussurrò appena si fu riuscita a calmare, Theana le si avvicinò – Forza, ora ti alzi in piedi- le disse scoprendola come aveva fatto la volta precedente ormai quasi dieci ore prima
-No Theana, non ce la faccio ad alzarmi, cosa ti passa per la testa?- le chiese stupita
La donna sorrise, poi però le diede una mano ad alzarsi in piedi – Stare in piedi ti aiuterà adesso che sei in travaglio, quindi non ti lamentare e fai due passi –
Dubhe la guardò come se fosse pazza,  però quando la contrazione successiva arrivò dovette ammettere che stare in piedi le leniva un po’ il dolore, camminava per la camera a fatica, appoggiandosi alla spalliera del letto per mantenersi in equilibrio.
Passò un’altra ora, la dilatazione era quasi completa, Dubhe era al limite della sopportazione, le contrazioni erano insopportabili.
Dubhe strinse la spalliera del letto e si accucciò per terra gridando e stringendosi il ventre, Theana le venne al fianco – Respira e non spingere- le disse
- Perché non posso, ti prego fa troppo male- la scongiurò, terminata la contrazione la fece rialzare in piedi – Devono rompersi le acque- le ricordò
Dubhe annuì e si appoggiò con la schiena alla spalliera del letto – Almeno posso chiamare Learco?- le chiese mentre faceva dei respiri profondi cercando di lenire il dolore che ormai era diventato costante  -Certo- la rassicurò.
Theana avvertì un ancella di andare a chiamare il re e nel frattempo di avvertire le altre ancelle che mancava poco al parto e che gli sarebbe servito il loro aiuto.
Learco sentì bussare alla porta, aveva riposato sino a quel momento, riflettendo e finalmente accettando l’idea di diventare padre, ora non vedeva l’ora, aveva ancora un po’ d’ansia, ma il terrore più grande era passato.
Diede il permesso di entrare e vide un ancella fare un leggero inchino
- Mio sire, il Supremo Officiante la vuole, il parto è imminente- gli disse, Learco scattò in piedi, ringraziò la donna e tornò dalla moglie di corsa.
Arrivò davanti alla porta e non bussò nemmeno, entrò spalancandola e ritrovandosi gli sguardi stupiti delle due donne ad accoglierlo, la richiuse e si avvicinò a Dubhe che gli sorrideva.
- Allora ci siamo – le disse stringendola per le spalle, lei annuì, poi si piegò in avanti gridando e lanciando un imprecazione, tutt’altro che sotto voce.
Learco la sostenne e scoppiò a ridere, ora si che riconosceva la sua Dubhe.
Theana la guardò corrucciata – Non dovresti imprecare contro Thenaar tutte le volte che qualcosa ti va storto- la ammonì
- Ti giuro Theana, che se Thenaar mi fa passare il dolore delle contrazioni divento la sua  serva più devota- le promise
La donna scosse il capo e sospirò esasperata, mentre Learco continuava a ridere dopo il dibattito delle due donne.
La Regina stava per replicare, ma un’altra contrazione più forte di quelle precedenti la prese alla sprovvista, gridò stringendosi il ventre mentre Learco la sorreggeva per evitare che cadesse a terra, sta volta l’impulso di spingere era troppo forte, non ce la faceva a resistere. Fece forza su se stessa, ma all’improvviso sentì come se qualcosa si fosse rotto, ed ebbe la stessa sensazione di quella mattina, una fastidiosa sensazione di bagnato in mezzo alle gambe, ma non vi diede retta, ora stava solo cercando di resistere al dolore.
Finalmente la contrazione finì e Dubhe riuscì a rimettersi in piedi, ma si accorse che il dolore non era diminuito di molto, Theana le si mise al fianco – Dubhe, ora ci siamo- le disse
Lei annuì, guardò ai suoi piedi e vide una chiazza che sembrava fosse fatta d’acqua, la paura la colse un attimo alla sprovvista, le si erano appena rotte le acque. Ritrovò subito la calma e con l’aiuto dell’amica si andò a sedere sul letto mentre continuava a gemere e a gridare sommessamente.
Learco le si mise al fianco, mentre nel frattempo nella stanza entrava un gruppo di quattro ancelle con delle coperte, alcuni asciugami e una bacinella piena d’acqua.
Dubhe gridò, ormai non passava nemmeno più un minuto tra una contrazione e l’altra, erano una di seguito all’altra, e non le lasciavano un attimo di respiro.
Learco era seduto dietro di lei, e le passava una mano sulla schiena tranquillizzandola, Theana invece era davanti a lei, si ripiegò le maniche del vestito sino ai gomiti, le fece divaricare le gambe e la guardò seria in viso – Ora devi spingere ad ogni contrazione, mettici tutta la forza che hai – le disse
Dubhe annuì, incapace di rispondere per colpa del dolore, la contrazione arrivò e lei spinse e gridò con tutta la forza che aveva in corpo, sentiva che quello era l’unico modo per far cessare il dolore che provava.
Le contrazioni si susseguivano una dietro l’altra, Dubhe spingeva e gridava stringendo la mano a Learco che le dava forza e l’aiutava a rimanere seduta nonostante col passare del tempo le forze le venissero meno.
Dubhe diede un’altra spinta e poi si lasciò andare appoggiandosi a Learco – Sono stanca…- disse in un sospiro mentre riprendeva fiato – Su Dubhe, non manca ancora molto- la rassicurò Theana sorridendole, la Regina scosse il capo – Non ce la posso fare – non finì la frase che si piegò in avanti e diede un’altra spinta anche se con poca convinzione – Dai, ora che ci sei non puoi arrenderti- le ricordò Learco sorreggendola.
Dubhe annuì, alla contrazione successiva spinse di nuovo con rinnovato vigore, gridando
- Brava così- la incitò Theana – Incomincio a vedere la testa – la rassicurò
La Regina si sentì rinvigorita da quella notizia, riuscì a ritrovare un po’ di forza e continuò a spingere, gridò di nuovo e si appoggiò a Learco – Non ho idea di come abbia fatto mia madre a mettermi al mondo – gli confidò ansante mentre cercava di riprendere fiato ma continuava a gemere per il dolore – E non ho idea di come abbia fatto tua madre a farlo per ben due volte- gli disse ancora per poi gridare e spingere di nuovo mentre due lacrime le solcavano le guance.
Learco la strinse e le diede un bacio sulla fronte madida di sudore, scambiò uno sguardo a Theana che era concentrata sull’andamento del parto e guardava con aria corrucciata le coperte e gli asciugamani sotto la Regina sporchi di sangue.
Era da molto che Dubhe stava spingendo, il bambino iniziava a intravedersi ma non potevano aspettare altro tempo, doveva nascere subito, o c’era il rischio che il piccolo soffocasse, guardò l’amica ansante e stanca tra le braccia del marito – Manca davvero poco – le disse per rassicurarla.
Dubhe si tirò di nuovo su e riprese a spingere, se il bambino non fosse nato di lì a poco non ce l’avrebbe più fatta era troppo stanca.
Diede l’ennesima spinta gridando con tutto il fiato che aveva in gola, mentre lacrime di dolore le disegnavano delle linee trasparenti sulle guance, Learco la sorresse spingendola leggermente in avanti per aiutarla, per poi sentirla rilassarsi e ansimare, era al limite
- è quasi fuori, l’ultima spinta! – la incitò Theana con enfasi, Learco gettò uno sguardo alle mani della donna, e vide che vi teneva l’inizio di un piccolo corpo rosso, si girò verso la moglie e la guardò seria – è davvero l’ultima, si vede il bambino, ormai è nato – la rassicurò.
Dubhe prese coraggio e appena arrivò la contrazione spinse con le ultime forze che aveva in corpo, poi all’improvviso il dolore cessò insieme all’impulso di spingere, si lasciò andare trovando a sorreggerla le braccia di Learco che la lasciarono adagiare tra i cuscini mentre riprendeva fiato.
Un silenzio pesante calò sulla stanza, un ancella si avvicinò a Theana che prese il bambino e si allontanò dopo aver tagliato il cordone ombelicale.
Learco guardava la scena impotente, Dubhe sdraiata vicino a lui che riprendeva fiato ad occhi chiusi mentre il petto le si alzava velocemente in cerca d’aria, un ancella aveva preso il posto di Theana, che invece era circondata dalle altre quattro donne e aveva il bambino con se’.
Dubhe si girò verso di lui e lo guardò speranzosa, poi ebbe un’altra contrazione, si alzò si nuovo spingendo ed emettendo un leggero grido
- Cosa succede?- chiese Learco preoccupato
- è normale mio signore – lo rassicurò l’ancella con un sorriso, poi raccolse gli asciugamani sporchi di sangue e degli annessi fetali e uscì dalla stanza.
Dubhe si riaccasciò sui cuscini sfinita ridistendendo le gambe con un leggero gemito, si girò verso Learco, il silenzio si stava protraendo per troppo tempo, l’unico rumore erano i bisbigli di Theana alle altre ancelle, poi finalmente un pianto liberatorio invase la stanza seguito da numerosi sospiri di sollievo. Dubhe scoppiò a ridere mentre piangeva portandosi le mani al viso, quello era suo figlio e stava annunciando al mondo di essere nato.
Learco era frastornato, intontito dal pianto del bambino e dalle risa, quasi isteriche, della moglie.
Le ancelle si erano allontanate da Theana che adesso stava strofinando il bambino con un panno umido ripulendolo dal liquido amiotico e dal sangue, mentre il piccolo continuava a piangere a pieni polmoni.
Learco guardò la moglie che gli sorrideva con gli occhi pieni di lacrime ma sta volta di gioia, le prese una mano, poi si alzò in piedi, lasciando che le ancelle l’aiutassero a sistemarsi sui cuscini e la coprissero. Theana prese in braccio il bambino avvolgendolo in una coperta e cullandolo dolcemente – Tranquillo, ora vai dalla tua mamma – lo rassicurò
Si avvicinò a Dubhe che la guardava sorridendo, poi allungò le braccia e, finalmente, prese il suo bambino tra le braccia – è un maschietto – le disse Theana.
Dubhe lo strinse a se’ facendolo poggiare sul suo petto e cullandolo dolcemente, gli scostò la copertina dal viso e gli accarezzò una guancia, il viso ancora rosso dallo sforzo per essere venuto al mondo. Gli sembrava di stringere tra le braccia un miracolo, il bambino muoveva le manine passandosele sul viso e strofinandosi gli occhi ancora chiusi, Dubhe gliene prese una e vi diede un bacio mentre lo avvicinava ancora di più a se’. Il piccolo iniziò a calmarsi a contatto con il corpo della madre, cominciò a smettere di piangere e ad emettere soltanto dei mugolii sommessi, continuando a muoversi a scatti tra le braccia della madre.
Learco li guardava incantato, non riusciva a crederci quella piccola creaturina che si agitava tra le braccia della moglie era suo figlio, Dubhe alzò lo sguardo e gli sorrise col cuore traboccante di gioia, e gli occhi traboccanti di lacrime per la felicità, non riusciva a parlare, lui si accucciò accanto al letto per vedere meglio il bambino, che adesso si guardava intorno e scrutava i volti sereni dei due genitori con i suoi occhi chiari ma che tendevano al verde. Il padre gli fece una carezza sulla testolina e poi guardò la moglie che gli sorrise, lui si alzò e le diede un bacio sulla fronte – Visto? Alla fine ce l’abbiamo fatta- le sussurrò vicino ad un orecchio mentre entrambi guardavano il figlio.
Nel frattempo, mentre i due sovrani erano persi in contemplazione del figlio, Theana aveva congedato le ancelle facendogli portare via le coperte e gli stracci sporchi, si fermò e guardò i due amici che parlavano sottovoce tra di loro e Dubhe che stringeva la manina al figlio e ogni tanto vi lasciava un bacio, sorrise, finalmente li vedeva sereni.
La sua attenzione fu  attirata da un vociare concitato che proveniva da fuori, si avvicinò alla finestra incuriosita, e nella luce del pomeriggio vide che, intorno alle mura e nel giardino,  si erano radunate numerose persone, si girò verso i sovrani e si schiarì la voce richiamando la loro attenzione – Credo che la notizia della nascita del bambino sia trapelata- gli disse
Learco si allontanò a malincuore dalla moglie e dal figlio per andare a vedere fuori dalla finestra, quando vide la folla di persone gremite sotto al palazzo si accigliò – Ho paura di si- ammise tristemente – Bisognerà dare la notizia e poi presentare il bambino – disse guardando Dubhe, la regina annuì mentre stringeva ancora il figlio tra le braccia intenzionata a non lasciarlo
- Avverto io che il bambino è nato e presto lo mostrerete – li rassicurò Theana, capendo che l’ultima cosa che voleva fare il re in quel momento era allontanarsi dalla sua famiglia
- Non è compito tuo- le ricordò Learco
La donna gli sorrise e gli poggiò una mano su una spalla – Per una volta posso farlo io – dopo di che uscì dalla stanza senza lasciar tempo al sovrano di replicare.
Learco sospirò poi tornò vicino a Dubhe che stava sistemando la coperta in modo che coprisse bene il bambino, anche se il piccolo continuava a tirare fuori le braccia  e ad allungarle verso il viso della madre – Dobbiamo sceglierli un nome – le ricordò facendo una carezza al figlio – Come lo vuoi chiamare? – le chiese sorridendole dolcemente
- Io?- gli chiese stupita dalla concessione del marito
- Certo, pensa al nome che vorresti dargli – la rassicurò
Dubhe sorrise, poi si mise a guardare il bambino che le sorrideva, subito le vennero in mente due nomi Gorni e Sarnek, suo padre e il suo maestro.
No, non può chiamare suo figlio come loro, attaccati a quei due nomi ci sono dei ricordi troppo tristi e dolorosi, poi le venne in mente Jenna, il suo unico compagno per tanto tempo, chissà che fine aveva fatto, ma nemmeno quel nome andava bene.
Si concentrò sugli occhi chiari del figlio, non era facile. Guardò Learco che osservava il figlio e intanto gli faceva delle dolci carezze sulla testolina, e capì quale nome avrebbe dato a suo figlio, forse era anche grazie a quella persona se adesso erano lì, assieme.
- Ho deciso – gli disse con un sorriso.
 
Theana tornò qualche minuto dopo e trovò Dubhe che stava riprendendo Learco su come doveva tenere in braccio il bambino, non aveva mai visto il re così impacciato – Ho avvertito un paggio che presto avrete presentato il bambino – gli disse spostando lo sguardo prima sulla Regina e poi sul Re.
- D’accordo, allora vado? – chiese Learco alla moglie
- Si, vai – poi si diedero un bacio appassionato a fior di labbra suscitando un mugolio di dissenso da parte del bambino.
Mentre Learco si allontanava stringendo il figlio tra le braccia, Dubhe si lasciò andare sui cuscini con un sospiro, mentre li guardava avvicinarsi alla finestra – Aspetta – lo chiamò  un secondo prima che uscisse sul bancone, Learco la guardò con sguardo interrogativo – Non farlo cadere – gli raccomandò preoccupata, Theana scoppiò a ridere, Learco sorrise e scosse il capo – Tranquilla- la rassicurò, poi uscì sul balcone stringendo il figlio tra le braccia.
Theana si avvicinò alla regina sorridendole, poi le prese un polso e controllò le sue condizioni, nel frattempo dalla folla gremita sotto il bancone si levarono grida di esclamazione, quando le voci si abbassarono Learco parlò – Popolo della Terra del Sole, sono lieto di presentarvi il tanto atteso erede al Trono, ecco il principe Neor! – e mentre lo disse alzò il bambino in modo che tutte le persone riunite potessero vederlo.
Dalla folla si alzarono di nuovo grida di gioia ed esultanza, Theana e Dubhe si guardarono sorridendosi – Come lo zio di Learco? – le chiese
- è anche grazie a quell’uomo se adesso sono qui – le ricordò.
Learco rientrò qualche minuto dopo, il piccolo che si muoveva tra le sue braccia e mugolava, non ebbe nemmeno il tempo di avvicinarsi che Dubhe subito allungò le braccia per riprendere il suo piccolo tra le braccia, lo strinse e gli diede un bacio sulla fronte – Benvenuto al mondo Neor- gli sussurrò in modo che la potesse sentire solo il bambino.
Lo tenne in braccio cullandolo, appoggiata sui cuscini, stanca ma indescrivibilmente felice, in quel momento c’erano solo lei e il suo bambino che le sorrideva felice, avrebbero avuto una vita da passare insieme, e lei non se ne sarebbe persa nemmeno un momento.
Ed ora, mentre stringeva il piccolo Neor tra le braccia, sentiva tutta la sua esistenza prendere senso, si sentì finalmente tranquilla, in pace con il mondo e con se stessa, si era riuscita finalmente a riscattare.
Per la prima volta nella sua vita non aveva strappato un anima al mondo, ma ve ne aveva portato una, ed era una sensazione bellissima.  
 

Fine

Allora cosa ne pensate?
La FanFiction è giunta alla fine, spero che vi sia piaciuta e di non avervi annoiato, da parte mia è stata un bell'esperienza.
Come al solito ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono, non pensavo di essere letta da così tante persone visto che era la mia prima fic :D
Vi ringrazio anche per avermi accompagnato in questa prima "avventura da scrittrice", e vi prometto che vi annoierò con altre Fanfiction in futuro
, non sparirò XD
Non mi resta che salutarvi per l'ultima volta in questa fic, spero di risentirci presto
Baci e un abbraccio forte forte,
Darkness_Angel
  
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