La terra tremava ad ogni singola esplosione. 
Le urla di dolore e spavento delle persone erano coperte solo dal ronzio di quei grandissimi aerei che lanciavano bombe dalle loro grandi pance.
La famiglia Pevensie era corsa fuori per cercare riparo nel rifugio non appena le sirene iniziarono a suonare. 
Tra loro c'era Lucy, una bambina di soli sei anni, la più piccola del guppo. Era stata svegliata improvvisamente da sua sorella Susan nel cuore della notte, e subito era stata catapultata fuori dalla sua tanto amata casetta.
La bambina si trovava ora in mezzo alla strada, diretta verso la sua unica possibilità di salvezza, un rifugio lontano pochi isolati dal punto in cui lei e la sua famiglia si trovavano.
Per colpa del vento i suoi capelli castani chiarissimi, adornati di riflessi ramati le cadevano davanti ai profondi occhi turchini.
Questi ultimi,che riuscivano a raccontare sempre anche i segreti più intimi di Lucy,ora esprimevano solo paura.
Il suo esile corpo era vestito solo di una camicia da notte dello stesso blu dei suoi occhi, che le arrivava appena sotto le ginocchia. Delle pantofole le proteggevano i piedi dalla gelida e oscura notte.
La sua manina era saldamente aggrappata a quella di suo fratello maggiore, Peter, che cercava allo stesso tempo sia di incitarla a correre più veloce, sia di consolarla.
Quei due erano più che semplici fratelli. Peter era il fratello con cui Lucy preferiva passare il tempo, forse perché le ricordava il padre lontano.
Lucy si perse nei suoi pensieri, o meglio, nei suoi ricordi. Ricordò la vacanza fatta l'estate prima, ricordò la sua serenità che si era spezzata con l'inizio della guerra.
<< Corri Lucy, corri >> urlò Peter con tutto il fiato che aveva in gola.
Ma la bambina era troppo stanca per correre. Sentì che la sua presa sulla mano di Peter stava allentando. 
Cadde nel mezzo della strada e non si rialzò.
L'ultima cosa che Lucy udì fu l'urlo disperato della madre, seguito da una sensazione di forte calore.
Poi tutt'attorno a lei cadde il silenzio.
Era morta, senza poter dire nemmeno 'addio'.