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Autore: Aron_oele    08/02/2014    10 recensioni
"È una notte senza Luna, ubriaco canta Amore alla fortuna.
Senza freddo e senza pane, ubriaco canta Amore alle persiane.
Seduto sull'asfalto che fuma, sembra un tempo da Medioevo,qualcuno dice che è un pazzo, un altro dice che non è nessuno.
Per la gente nervosa in attesa del lieto fine, chi mangia solo terra e acqua, è un errore da digerire!
È una notte senza Luna, ubriaco canta Amore alla fortuna.
Senza freddo e senza pane, ubriaco canta Amore alle persiane.
Lui sa di avere ragione, sa di essere felice e sulla sua pelle nera,scrive un nome di vernice.
Alla gente distratta in attesa del lieto fine, lui risponde con il vento "Io sono il più contento".
È una notte senza Luna..."
Insisto nel non voler scrivere l'introduzione, a dispetto di quello che mi dice qui sotto.
Spero vogliate comunque concedere due minuti del vostro tempo a questa mia one-shot (due minuti mica tanto, è un po' lunga!). Beh, che dire di più? Buona lettura!
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì.
Estate.
I lunedì in estate non sono come tutti gli altri lunedì, sono più rilassati, più calmi, non c'è l'ansia del ritorno a scuola o al lavoro, con i compiti fatti a metà, con la riunione, con il compito in classe, svegliarsi presto.
I lunedì d'estate sono come i martedì d'estate, e i mercoledì, e i giovedì, e i venerdì e i week-end d'estate.
Si può stare in casa a godersi il caldo, a sorseggiare un tè, a sventolarsi con una rivista stropicciata.
Di solito questo è un tipico lunedì estivo.
Per tutti tranne che per loro.

Infatti loro, quel lunedì lo stavano passando a scalare una montagna sotto il Sole cocente delle due del pomeriggio.
<< Si può sapere perché diavolo abbiamo mandato avanti quei due idioti? >> urlò Ranma sfinito.
Non era da lui lamentarsi, non lo faceva mai. Ma sta volta era troppo. Troppo caldo, troppa afa, troppa strada, troppe ore, troppa sete.
Ryoga e Mousse guidavano la fila. L'eterno disperso aveva giurato di essere stato fra queste montagne almeno mille altre volte, “le conosco come le mie tasche” aveva detto.
 “Andiamo bene” aveva pensato Ranma.
E aveva continuato a pensarlo quando, tre ore dopo, non c'era nessuna traccia del luogo destinato al campeggio e Mousse si era offerto di aiutare Ryoga con la sua “vista da lince”.
E continuava a pensarlo ora, quando ormai erano passate più di sei ore.
Il Sole bollente gli infuocava la testa nera. Il sudore gli attaccava i capelli alla fronte.
Non avevano mangiato, perché non avevano voluto fermarsi nemmeno un minuto, avevano finito l'acqua nelle borracce e oramai erano tutti troppo stanchi e accaldati per proseguire.
<< Eccola finalmente!! >> gridarono i due capi della spedizione.
Tutti si accasciarono a terra all'istante.
Davanti a loro, una distesa immensa di verde. Un enorme prato in mezzo ad un altrettanto enorme bosco. Uno spiazzo di pianura fra le montagne.
Il luogo ideale per un campeggio.

Progettavano questa vacanza da una settimana. L'idea era stata di Nabiki, che aveva invitato Ranma, Akane e Kasumi a passare due giorni con lei sulle montagne, così, per svagarsi un po'.
Ovviamente il vero intento era di scattare succulente fotografie a sua sorella e al fidanzato, da vendere poi a qualche imbecille di turno.
Ma poi Kasumi si era tirata indietro, sostenendo che non poteva lasciare il loro padre e il signor Genma da soli, e il suo posto era stato preso da Ukyo, l'unica che non li avrebbe fatti morire di fame.
Si dà il caso che, mentre si faceva questo discorso, P-chan fosse fra le braccia di Akane e che, pochi  minuti dopo, Ryoga fosse di fianco alla porta d'ingresso sostenendo di “conoscere il posto perfetto per un campeggio”.
Kuno si era poi unito pagando 2000 yen a Nabiki.
Così, lunedì mattina alle otto in punto, l'allegra combriccola si era trovata davanti al ristorante di Ukyo e aveva cominciato a marciare verso la montagna.
Ma poi, strada facendo, erano stati raggiunti dall'immancabile Shampoo, che “aveva sentito pel caso che andavano a fale un campeggio” e si era voluta unire per passare una bella giornata insieme ai suoi amici giapponesi.
Nulla a che vedere con qualche piano per sedurre Ranma, ovvio.
E Mousse, neanche a dirlo, aveva seguito l'uragano Shampoo.
Così, adesso, otto ragazzi sfiniti erano distesi sull'erba a riprendere fiato.

<< Coraggio ragazzi, chi dorme non piglia pesci!! >> li esortò dopo poco Nabiki alzandosi in piedi : << Ukyo, Shampoo, che ne dite di cucinare qualcosa? >>
<< Ma certo! Mi metto subito all'opera! >>, << Con molto piacele! >> risposero le due cuoche.
<< Posso dare una mano anch'io! >> disse Akane speranzosa, ma abbandonò subito l'idea quando vide le facce degli amici paralizzate dalla paura : << Va bene, come volete, io monterò le tende allora, brutti stupidi! >>
<< Io andrò a cercare un po' di legna per accendere un bel falò! Questa vista da super-eroe troverà un mucchio di rami in un secondo!! >>
<< Ti seguo a ruota amico! Potresti perderti in mezzo al bosco! Con il mio senso dell'orientamento e la mia lunga esperienza itinerante, troveremo subito la strada! >>
E Ryoga e Mousse, diventati ormai un duo formidabile, si diressero verso il bosco seguiti dagli sguardi increduli dei loro amici.
“Poi non  mi fanno cucinare...” pensò la piccola Tendo.
<< Akane ti serve una mano? Tu monti la tenda delle donne e io quella degli uomini! Vediamo chi fa prima! >> chiese Ranma che non riusciva a stare più di un minuto con le mani in mano.
<< Sfida accettata!! >> rispose la ragazza.
Vedendoli tutti indaffarati, Nabiki pensò bene di sdraiarsi a prendere il Sole, “In fondo non c'è nient'altro da fare”.
Solo Kuno pareva non essersi accorto di niente e stava seduto su un masso poco lontano :
<< Oh mia dolce ragazza col codino! Chissà dove sei ora! Chissà come piangi disperatamente al pensiero che io, il tuo unico amore, stanotte dormirò con la bella Akane Tendo! Ma non preoccuparti dolce bocciolo di rosa, io penserò anche a te! Te lo prometto oh mia ragazza col codino! Te lo prometto!!! >>
<< Ehi brutto idiota! Chi ti ha detto che sta notte tu dormirai con me?>>

***

Così arrivò la sera.
I ragazzi avevano mangiato a sazietà.
Le tende erano state montate, o meglio, Ranma aveva montato la tenda degli uomini in men che non si dica, mentre Akane ci aveva messo un'ora per innalzare una cosa sghemba e rinsecchita che non rispondeva certo al nome di “tenda”.
Così Ranma, dopo averle dato della goffa e dell'imbranata, e dopo essersi beccato il solito pugno di rito, aveva sistemato la costruzione della fidanzata che ora non somigliava più a un palloncino sgonfio.
Miracolosamente, Ryoga e Mousse erano tornati con solo due ore e di ritardo e adesso gli otto amici potevano starsene con le pance piene a chiacchierare intorno a un bel falò.
<< Ho una sorpresina...>> annunciò improvvisamente Nabiki con fare malizioso.
Tutti la guardarono incuriositi.
<< Ormai siamo tutti maggiorenni no? Allora ho pensato di portare qualcosa per movimentare un po' la serata!! >> e così dicendo, tirò fuori dal suo zaino e da quello di Kuno, otto bottiglie di vino rosso. Una per uno.
<< Ecco perché il mio zaino pesava così tanto! Nabiki Tendo, ignobile profittatrice....>>
<< Sta zitto Kuno! Allora, ci state? >>

Inutile dirlo, un'ora dopo Ryoga era caduto in un sonno profondo, così profondo che si era messo nel sacco a pelo rosa di Shampoo.
Dal canto suo, la cinesina aveva vagato per un po' nel prato, abbracciando alberi e sussurrando loro:
<< Lanma calo, pelché non ce ne andiamo dentlo il bosco e non coloniamo il nostlo amole? >>
Queste parole avevano scatenato l'ira di un'alticcia Ukyo, la quale si era scagliata come una furia contro Shampoo “leva le tue manacce schifose da Ran-chan!!!!” e le due avevano finito con l'addormentarsi una in un cespuglio, l'altra appesa ad un ramo.
Nel frattempo un'idilliaca scena si svolgeva poco lontano, dove Kuno decantava le sue dolci parole d'amore a Mousse, ritenendolo Akane e il ragazzo cinese raccoglieva le lusinghe con piacere, visto che aveva scambiato il tuono blu del liceo Furinkan per la sua innamorata.
E ovviamente tutto ciò non per effetto del vino, di quello ne aveva bevuto poco e niente, ma perché aveva perso gli occhiali.
Nabiki invece, dopo aver scattato milioni di foto per potenziali nonché cospicui ricatti, era entrata nella tenda non curante della presenza di Ryoga, e si era addormentata nel suo sacco a pelo verde smeraldo.

Gli unici a non aver bevuto nemmeno una goccia di vino erano Ranma e Akane.
Il codinato perché riteneva che, con tutti quei pazzi nei dintorni, sarebbe stato meglio rimanere sobri, e la ragazza invece perché completamente astemia.
<< Beh... siamo rimasti solo noi due... >> disse Akane per sciogliere il silenzio.
<< Eh già... ma tu guarda che branco di matti, ubriacarsi così... domani mattina faranno una bella faticaccia ad alzarsi! >>
I due ragazzi guardavano la scena altamente comica attorno a loro mentre il fuoco del bel falò si spegneva.
Man mano si trovarono al buio, seduti ancora uno di fianco all'altra. La situazione si fece sempre più intima e romantica. Loro due vicini, al buio, nel silenzio di una notte stellata, lontano da tutto e da tutti.
Akane sentiva l'imbarazzo colorarle le guance. Ringraziò che la Luna non fosse ancora così piena da rischiarare bene la radura.
<< Bene, allora io me ne vado a dormire >> disse in tono quasi meccanico la ragazza e si avviò verso la tenda delle donne.
<< Aspetta un momento, lì dentro c'è Ryoga!! Non vorrai mica dormire lì Akane! >>
<< Perché, sei geloso Ranma? E poi dove dovrei dormire, nella tenda con te? >>
A sentir pronunciare quelle parole il bel moro divenne di marmo. E se quel marmo avesse avuto un colore, sarebbe stato il rosso più intenso che esiste.
<< N-no A-Akane ma...ma che dici... io... >>
<< Come immaginavo. Adesso se non ti dispiace, vado a dormire nella mia tenda, dove c'è anche mia sorella! Buonanotte, Ranma! >>
Ma lui non le rispose, si limitò a pensare “Fa come ti pare, stupida!”.

***

Ranma era nel suo sacco a pelo, nella tenda degli uomini deserta.
Non riusciva a prendere sonno.
Ma non era certo per il pensiero di Akane nell'altra tenda assieme a Ryoga. Quello non lo sfiorava nemmeno.
Improvvisamente sentì dei rumori provenire dall'esterno.
Decise di affacciarsi, poteva essere Shampoo che era caduta dal ramo o qualche animale che vagava lì intorno in cerca degli avanzi della cena. Meglio controllare comunque.
Ranma uscì dalla tenda in punta di piedi, cercando di fare il meno rumore possibile.
Non appena scostò uno dei teli blu notte, vide la figura di una ragazza in un pigiama giallo, piegata su ciò che rimaneva del falò.
<< Akane! Che stai facendo? >>
<< Ranma! Stupido! Mi hai fatta spaventare!! >>
<< Anche tu! Si può sapere cosa vuoi fare? >>
<< Ho freddo Ranma, sto cercando di riaccendere il fuoco >>.
Effettivamente il ragazzo notò che la temperatura era scesa di parecchi gradi. La notte era arrivata portando una densa e gelida nebbiolina che ricadeva a pennello sulla radura nella quale si trovavano.
L'aria era fredda e pungente. Niente a che vedere con il caldo afoso di quella stessa mattina. Ora non sembrava nemmeno più di essere in estate.
Ranma notò che Akane tremava.
<< Non riuscirai ad accendere il fuoco con quella legna, è stata bagnata dall'umidità! >> le disse lui.
Akane lo guardò per un secondo negli occhi, poi posò una mano sul braccio di lui. Era gelida.
Non era il caso di addentarsi nel bosco con il buio, anche se la Luna, ormai piena nel cielo, rischiarava abbastanza da riuscire a vedere vicino.
Ranma doveva trovare un modo per scaldare Akane, altrimenti si sarebbe di sicuro ammalata.
Poi, improvvisamente, l'illuminazione: << Ci sono! Akane, bevi un bicchiere di vino! Ti scalderà! >>.
La ragazza all'inizio sembrò poco convinta, ma poi, rincuorata dalla prospettiva del tepore  comunemente associato all'alcol, bevve non uno, non due, ma tre bicchieri di vino.
Quando la dolce bevanda rossa cominciò a fare effetto, Akane divenne bellissima.
I grandi occhi nocciola spalancati, le guance arrossate e l'aria un po' sognante.
Fece per alzarsi e tornare a letto, ma il vino, oltre a donarle un po' di calore, le aveva reso le gambe molli e instabili.
Si appoggiò a Ranma per non cadere e rise di gusto.
<< Akane, ma tu sei ubriaca!! >> le disse il ragazzo a metà fra il divertito e il preoccupato.
<< Ma va Ranma, che dici!! >> rispose la piccola Tendo ancora ridendo.
Lui non disse niente, e la accompagnò fino al bel sacco a pelo giallo, poi tornò nell'altra tenda.

Pochi minuti dopo, quando Ranma aveva appena chiuso gli occhi, sentì vicino a sé una presenza.
La sagoma di un caschetto illuminata dalla Luna.
<< Akane sei tu? >>
La ragazza espose il bel visetto arrossato dal vino e dall'imbarazzo ai raggi che filtravano dall'apertura della tenda per farsi riconoscere.
Annuì di consenso.
<< A...Akane...che....ci fai qui...? >>
<< Ranma, ho ancora freddo >>
Akane si avvicinò e si fece spazio nel sacco a pelo di Ranma: << Ho sentito che il calore del corpo è la cosa che riscalda di più in assoluto >>.
Con queste semplici parole, si accomodò di fianco al ragazzo, ormai pietrificato.
Il sacco a pelo era così stretto che le loro braccia e le loro gambe si toccavano.
Akane teneva gli occhi chiusi, Ranma invece li aveva spalancati.
Se lei aveva davvero freddo, lui invece stava bollendo.
Era così imbarazzato che sentiva il viso in fiamme.
Akane nel sacco a pelo con lui, così vicina.
Lui indossava solamente gli abituali boxer e una canottiera, lei un pigiamino corto.
La loro pelle nuda si toccava e questo faceva accelerare i battiti cardiaci di Ranma al limite dell'infarto.
Invece lei se ne stava lì tranquilla, inebriata dal vino, sorridente e pacifica.
Improvvisamente si girò, rivolgendo il viso al ragazzo.
Lui stava sempre diritto, spaventato da qualunque movimento.
Lei gli sfiorò la spalla con le labbra e gli posò una mano sul ventre, seguendo la linea degli addominali scolpiti : << Ranma girati per favore, scaldami >>
Ranma stava scoppiando : << A-akane ma che dici? Come...come devo fare a scaldarti? >>
<< Ma abbracciandomi, stupidino! >> rispose lei ridendo.
Il giovane si sentiva mancare, il fiato sempre più corto, il cuore sempre più veloce, la temperatura sempre più alta.
<< O forse non ti piaccio? >> la domanda di Akane lo spiazzò.
<< Non ho detto questo Akane!! E' solo che... che tu sei...cioè, hai bevuto... >>
<< In vino veritas >> rispose lei con lo sguardo  misto di malizia ed innocenza, sbattendo le palpebre più volte.
Ranma non sapeva che fare.
Non poteva  negare che aveva una voglia tremenda di abbracciarla, ma lei aveva bevuto troppo e non era in sé, gli sembrava di approfittarne.
<< E dai Ranma, è solo un abbraccio! Che male può fare? In fondo non è mica la prima volta... >>
No, non lo era. Lui l'aveva abbracciata tutte le volte che l'aveva salvata, tutte le volte che aveva temuto per la sua vita.
Ma era diverso.
Adesso lei era lì, con un delizioso sorriso sulle labbra, che gli chiedeva di essere abbracciata, volontariamente. Non perché stava cadendo da un tetto, non perché lui era spaventato per lei, ma solo perché lei lo voleva, e si chiedeva se lo volesse anche lui.
“Per scaldarla”.
Ranma si convinse e si girò verso di lei, le fece passare un braccio sotto la testa e la attirò a sé.
Akane si accoccolò con il viso affondato nel petto di lui, una guancia contro il suo braccio, mentre con una mano gli accarezzava i ciuffetti di capelli vicino l'orecchio.
Non erano mai stati così intimi.
Mai così vicini, mai per loro volontà.
Ranma affondò il naso nei bei capelli scuri di lei. Profumavano di buono.
La testa di Akane aveva trovato perfettamente lo spazio sul suo petto, come se fosse stata fatta a posta per poggiarsi lì.
Lei continuava a giocare con i ciuffetti di capelli neri di lui, su e giù con le unghie lunghe, dalla tempia fino alla mascella, con lentezza e delicatezza.
<< Ranma, se ci vedessero i nostri genitori!! >> disse Akane dirompendo in una risata cristallina.
Anche il ragazzo non poté fare a meno di ridere pensando a cosa avrebbero fatto i loro due padri se li avessero visti in quelle condizioni : << Già! Probabilmente tuo padre si metterebbe a piangere! >>
<< E il tuo ti direbbe “sono orgoglioso di te, figliolo!!” >> rispose Akane ancora ridendo, imitando perfettamente la voce di Genma.
<< Sì! E Kasumi direbbe “Come siete carini ragazzi, sono contenta per voi!” >> sta volta fu Ranma a cimentarsi in un'imitazione.
<< E mio padre, piangendo, ti direbbe “tratta bene la mia figliola Ranma!! Io mi fido di te!” >> Akane rise ancora, e ancora, e ancora...
<< Pensate all'erede!! >> rispose Ranma contagiato da quelle belle risate, ma subito si rese conto di ciò che aveva detto, arrossì vistosamente e ammutolì.
<< Ranma.... >> Akane alzò la testa verso la sua, l'espressione improvvisamente seria, le gote rosse, gli occhi leggermente socchiusi
<< N-no, A..Akane non...non fraintendermi... io... io... non volevo mica dire che... che... >>
<< Perché, cosa ci sarebbe di male? In fondo siamo fidanzati... >>
Ranma rimase di sasso. Mille idee gli passarono nella mente. Il viso gli sfumò in tutti i colori dell'arcobaleno, il cuore gli martellava nel petto come impazzito, i muscoli si irrigidirono, cominciò a sudare freddo, deglutiva a fatica.
<< A......Akane.......m-ma.....che dici? È il vino che ti fa parlare così...Io non potrei mai...non non potremmo mai....non così.... Noi...no....>>
Mentre l'agitatissimo ragazzo balbettava queste sconclusionate parole, la bella fidanzata scoppiò in una risata ancora più divertita delle altre: << Ranma, calmati! Stavo solo scherzando! Sono ubriaca, non impazzita! >>
Ranma tirò un respiro di sollievo e si rilassò. Non diceva sul serio. Lei non diceva sul serio. Ehi, aspetta, non diceva sul serio?
<< Tu non cambi mai! Nemmeno con il vino riesci a diventare carina!! >> ribatté offeso.
Ma lei continuò senza badare a lui : << Avresti dovuto vedere la tua faccia Ranma!!! Sembravi paralizzato dalla paura! Ahahaha! Il grande Ranma Saotome ha paura di fare l'amore!! >>
Akane, inebriata dal vino, si contorceva dalle risate mentre Ranma, staccatosi da lei, era un misto di imbarazzo e offesa.
Sentire Akane dire “fare l'amore” fu un colpo al cuore. Loro non parlavano mai di queste cose.
Il ragazzo si girò dall'altro lato, dando la schiena ad Akane ancora scossa dalle risate.
<< Su, non ti sarai offeso? >> lo punzecchiò lei sempre più divertita << oppure devo pensare che ci hai fatto un pensierino? >>
Ranma, per la millesima volta in quell'ora, si pietrificò.
Non sentendolo parlare, Akane lo abbracciò da dietro, infilando un suo piccolo e candido braccio fra quello possente e muscoloso di lui e posandogli la mano sul petto. Lo strinse forte:
<< Dai Ranma, non te la prendere! Per favore, stavo così bene.... >>
Ranma non reggeva più quegli sbalzi di emozioni. Un momento prima era imbarazzato, poi divertito, poi arrabbiato, poi offeso, poi pietrificato, poi ancora imbarazzato. E ora, lei se ne usciva con queste frasi carine. Frasi che gli facevano mancare le forze per l'emozione. “Stavo così bene”.
Mentre lui la teneva stretta a sé, lei stava bene. Era stato il vino a parlare? Ma gli ubriachi non dicono sempre la verità? Ranma si pentì di non aver bevuto anche lui.
<< Dai! Torna ad abbracciarmi stupido! Ho di nuovo freddo! >>
Come si faceva a dirle di no? Era adorabile.
 Ranma tornò ad essere calmo, anche se sempre un po' rigido e impacciato e la riaccolse nella posizione in cui erano prima.
Akane aveva ripreso ad accarezzargli la guancia.
Stettero in silenzio per quelle che parvero ore. Akane aveva chiuso gli occhi.
<< Sai Akane, dovresti bere più spesso! Sei più bella quando bevi >> disse Ranma più a sé stesso che alla fidanzata, convinto che lei dormisse.
<< Io sono sempre bella, sei tu che non vuoi ammetterlo!! >> replicò lei con un nuovo sorriso.
<< Akane ma che dici?? Io non ho mai detto il contrario! >>
La ragazza, sempre con gli occhi chiusi, sbuffò : << Non sei per niente carina, sei completamente priva di sex appeal, rozza, piatta come una tavola da surf, goffa, dalla vita larga, violenta, imbranata.... vado avanti? >>
Ranma si rese improvvisamente conto che davvero in tutti gli anni passati assieme, non le aveva mai detto nulla di carino, se non sotto l'effetto di qualche strano intruglio.
<< Ma io non le penso davvero quelle cose, Akane! >>
<< E allora perché le dici? Fanno male, sai? >>
Il cuore di Ranma saltò un battito.
<< Anche tu mi dai sempre dello stupido! >> la migliore difesa è sempre l'attacco.
Akane rise sommessamente : << Ma tu te lo meriti!!! >>
Ecco, ci risiamo.
Adesso si sentiva di nuovo arrabbiato. Ma forse, quello che Akane aveva detto non era poi troppo sbagliato, così non disse nulla e si limitò a mettere il broncio.
La ragazza si tirò su, poggiata sul gomito sinistro: << Dai Ranma, ti sei di nuovo arrabbiato con me? Su, non fare così, vieni qui che ti do un bacino e passa la bua >>
Senza che lui potesse fare niente, Akane si avvicinò e gli posò un leggerissimo bacio sulle labbra.
Poi, come se nulla fosse, tornò ad accoccolarsi con dolcezza sul petto del fidanzato.
Lui nel frattempo era morto e rinato circa cinquecento volte.
Akane l'aveva appena baciato. Aveva appena posato le sue belle labbra sulle sue.
Come erano piccole e morbide.
<< Scusami, volevo vedere com'era! >> disse lei leggermente imbarazzata ma continuando a ridere.
Ranma non sapeva più cosa fare.
Era totalmente spiazzato dalla vivacità e dalla dolcezza della sua ragazza.
In così poco tempo lei l'aveva coccolato, accarezzato, preso in giro, abbracciato ed infine baciato.
Sembravano quasi una coppia normale.
<< Tanto domani non ti ricorderai nulla >> le disse lui, improvvisamente incupito dall'idea che l'unica volta in cui si comportavano davvero come fidanzati, era perché lei era disinibita a causa del vino.
<< Anche tu mi hai baciata una volta e non te lo ricordi! Quindi ora siamo pari... >>
“Già, quando ero gattizzato...”
Ranma non rispose.
Il respiro di Akane si faceva più lento, come se si stesse addormentando.
<< Mi gira un po' la testa >> disse lei con la voce fioca.
Lui, di nuovo, non disse niente.
<< Ranma, dormi? >>
<< No Akane >>
<< Posso chiederti una cosa? >>
<< Certo >> le rispose lui, “basta che non riguardi baci e sesso” pensò subito dopo.
<< Ti è piaciuto? >>
“Oh Kami...” << C-cosa? >>
<< Baciarmi idiota! >>
<< A...Akane ma che...che ti prende stasera? >>
<< Oh Ranma avanti! Puoi dirmelo! L'hai detto tu stesso che domani non ricorderò più nulla! >>
Akane lo stava letteralmente facendo impazzire.
Non sapeva più che pesci prendere. Non sapeva più dove guardare, cosa inventarsi.
<< Beh... diciamo che non...non mi è dispiaciuto...ecco... >>
Fiuuuu. Scampata. Era riuscito a dire la verità senza essere romantico e smielato. Due cose che proprio non gli si addicevano.
Ma non voleva ferirla e non voleva rovinare il bel momento, quindi aveva trovato un escamotage per dirle una cosa carina, ma non troppo.
“Perfetto, sei un genio Ranma” pensò fra sé e sé il codinato.
<< E...ti andrebbe di rifarlo? >>
<< Ehhh?? Akane...ma cosa.... ma cosa dici? Sei impazzita?? >>
Non poteva fare così. Non poteva metterlo in queste situazioni.
“Certo brutta stupida! Se non fossi così imbranato ti avrei baciata molto tempo fa!! Ma lo capisci o no che.... che io ti...a.....”
Ranma divenne bordeaux per l'imbarazzo al solo pensare di dirle quelle cose.
No, no, no, no, no, NO. Non ci sarebbe mai riuscito.
Neanche se lei era così dolce e indifesa quella sera, neanche se se ne stava sul suo petto a sonnecchiare, neanche se il viso arrossato le donava così tanto, neanche se aveva recentemente scoperto la morbidezza delle sue labbra, neanche....
Akane si era addormentata aspettando la sua risposta.
Ranma prese un po' di coraggio e le sussurrò fra i capelli << Certo, lo rifarei mille volte >>.
Poi, ancora imbarazzato per le parole appena pronunciate, la strinse a lui un po' di più e si addormentò.

***

<< Ranma come hai potuto?? >>
<< E io non ho nemmeno scattato una fotografia! >>
<< Lanma, amole, la lagazza violenta è venuta a distulbalti velo? Voleva sedulti velo? Povelo amole..ci penso io a te!! >>
<< Ranmaaaa!!! Come hai potuto approfittarti di Akane!!?? Se c'è una cosa che mi manda in bestia sono gli uomini come te, che seducono giovani ragazze innocenti!! Io vendicherò il suo onore!!! Preparati a morire!!!! >>
<< Ranma Saotome! Come hai potuto cogliere il fiore della giovane Akane Tendo così spudoratamente, qui in queste montagne, di fronte ai suoi amici più cari, a sua sorella Nabiki Tendo e a me, il suo unico amore? Come hai potuto far del male ad una giovane indifesa? Io, Tatewaki Kuno, detto il tuono blu del liceo Furinkan, ti ucciderò per vendicare la dolce purezza ormai passata della carissima Akane Tendo! >>
Ranma e Akane, ancora abbracciati nello stesso sacco a pelo, ma seduti, assistevano alle furiose urla dei loro compagni di viaggio, tutti in cerchio attorno a loro.
<< No! Non è come pensate!! Non... Io... Akane aveva freddo....così.... ha bevuto....il vino....e poi aveva...aveva freddo ancora.... non...non è come sembra! Akane...Akane diglielo anche tu.... >>
<< Ma io veramente non mi ricordo nulla!! >> rispose la ragazza con il tono vago e lo sguardo innocente.
<< Come??? L'hai fatta bere per approfittarti meglio di lei? Porco!!! Questa me la paghi!! >>
<< Questa è proprio da raccontare....perché non ho istallato l'autoscatto??  >>
<< Ranma, ma chi sei? Un mostro?! Non me l'aspettavo proprio da te!! >>
<< Oh Lanma, come hai potuto? >>
<< Ah...il vino, purpureo nettare degli dei, fonte di felicità e disgrazie! Oh dolce Akane Tendo, quale destino crudele ti ha condotto qui! In quella notte stellata si è consumata..... >>
E una martellata in testa fece stare zitto Kuno.

***

Akane stava seduta sul suo letto.
Ricordava poco e niente della notte appena passata.
Come era finita nel sacco a pelo di Ranma? L'ultima cosa che ricordava è che aveva freddo, molto, molto freddo....
Toc-Toc
<< Akane sono io >>
<< Vieni Ranma, entra! >>
<< Volevi parlarmi? >>
Akane arrossì violentemente al pensiero di ciò che lui avrebbe potuto risponderle: << Sì, ecco, io.... io non ricordo nulla... di...di sta notte. Così... volevo chiederti se... se potevi raccontarmi quello che è successo... quello che... che abbiamo fatto... >>
Ranma si incendiò. Milioni di brividi passarono su e giù per la sua schiena.
Mai, mai avrebbe potuto ripetere a parole ciò che era successo fra loro appena poche ore prima. Non ci sarebbe mai riuscito.
<< A-Akane... niente! Non è successo niente! Non abbiamo fatto niente! Tu eri ubriaca e ti sei infilata nel mio sacco a pelo...e poi...>>
<< E poi? >>
<< E poi mi hai chiesto di abbracciarti perché avevi freddo...e io...io...>>
<< E tu? >>
<< E io l'ho fatto! >> Ranma stava quasi urlando, i pugni serrati e la faccia in fiamme per la vergogna.
<< E poi Ranma? >>
<< Niente Akane! Io non avrei mai fatto niente con te in quelle condizioni, levatelo dalla testa... >>
“ No Akane, non così...” si ricordò lei.
<< E poi? Ci siamo addormentati? >> lo incitò a proseguire.
<< No, noi abbiamo chiacchierato...>>
“Abbiamo riso, riso tanto”
<< Poi tu mi hai baciato....e io...>>
<< Eh??? Cosa avrei fatto io??? >>
<< Mi hai baciato stupida! Perché lo trovi così strano? Ieri notte eri tutta “Oh Ranma, abbracciami ho freddo” “Oh Ranma, sto così bene qui con te” >> lui la imitò alla perfezione.
<< Brutto idiota che non sei altro! Non è vero! Ti stai inventando tutto!!! Io non avrei mai fatto una cosa simile! Nemmeno da ubriaca!! >>
<< E invece l'hai fatto! Solo che non te lo ricordi!! >>

Ma invece Akane se lo ricordava benissimo.
E l' ultima cosa che ricordava era “ Certo, lo rifarei mille volte”.

 

 

Bonsoir mesdames et messieurs!
Eccomi tornata!
Con una one-shot questa volta!
Spero vivamente che vi piaccia, che vi faccia ridere, divertire e passare 5 minuti di spensieratezza.
Ringrazio sentitamente tutti coloro che la leggeranno.
Come sempre, i vostri pareri mi fanno molto, molto piacere!
Alla prossima!
Aronoele (:

  
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