THE WHISPER OF THE WIND
 

E così sei distrutta,
scomparsa, svanita,
persa.
Nel vento che amavi,
nel vento che usavi,
nel vento che odiavi.
Nel vento che eri tu
E che ora piange, ulula, la tua scomparsa.
Ti manca, non lo senti?
Non dovresti essere ancora qui.
Eppure ci sei.
Non vuoi tornare?
Tu sei il vento.
Non puoi morire, non puoi abbandonarti.
Ritorna.
 
 
Occhi riaperti sovrastati da ciglia scure e labbra rosse, del colore delle foglie in autunno.
Il bel volto illuminato dalla luna, alta e luminosa in un cielo pieno di stelle meravigliosa e struggenti.
Fiori circondano il suo corpo esile eppure potente ed i capelli, prima sempre legati, adesso sono sciolti e lunghi, liberi sul suo corpo.
Sparsi come un rampicante sulle sue linee, sul suo seno, sui suoi fianchi.
Ed una bruciante sensazione conosciuta solo nell’ultimo attimo della vita precedente.
Calde lacrime iniziano a rigare il bel volto affilato, cadendo dagli occhi del colore della luna rossa e della stessa intensità e beltà.
Si alza lentamente, barcollando, ma sembra stia danzando al ritmo di una musica cadenzata, sembra che stia danzando sul ritmo del cuore e del vento.
Una brezza leggera le smuove i capelli.
“Bentornata” sembra sussurrare.
Al ruscello s’avvicina e si fissa. Fissa il volto illuminato.
Si gira e guarda la sua schiena riflessa.
Una schiena di pelle bianca e perfetta. Senza imperfezioni.
Senza il ragno.
Senza il segno di prigionia.
Boccheggia sorpresa. E scoppia di nuovo in un pianto di liberazione.
“Sono morti. Ora sei libera come me, Kagura.” Gli sussurra il vento.
Lei annuisce e si porta le mani al volto.