NOTA IMPORTANTE:
questa storia contiene contenuti forti
e che potrebbero offendere o destabilizzare
gli animi più sensibili. Le tematiche
presenti sono crude e spietate, seppur
descritte con una linea "morbida"
.
Invito quindi coloro che decideranno
di leggere questa OS, a prendere lo scritto
come puro frutto di fantasia poichè
non è stato prodotto con l'intenzione
di offendere qualcuno.
Peace&Love.
Non ci sono ferite, niente lamette nascoste nel cassetto e nessuna sigaretta spenta contro la carne, perché il dolore, quello vero ci pensa da solo ad aprire squarci e a farci sanguinare.
Il dolore, quello vero, ti riduce l’anima a brandelli e rende il corpo come una gabbia dorata, splendente, al cui interno un piccolo uccellino ormai arreso, si lascia addormentare, accogliendo la sua fine.
Il dolore, quello vero, ti rende un bravo attore: ti lascia apparire come un lottatore, un individuo da stimare e ammirare, quasi da invidiare.
Il dolore, quello vero, una volta che si è stanchi di combatterlo, ti prepara.
Ti prepara alla fine in tanti modi, ti allontana da quelle poche persone amate, ti aiuta a mettere fine ogni piccola o grande situazione in sospeso.
Perché il dolore, quello vero, non è istintivo: è come un piccolo roditore che continuamente gratta contro l’anima, aiutandoci a progettare la nostra stessa fine.
E pensandoci, cazzo se fa paura.
Fa paura come una persona riesca a prepararsi per spegnersi e fa ancora più paura nel vedere come ci riesca a farlo in maniera così fredda, così distaccata e ragionata.
Alla fine, cosa troviamo di così “ragionato” nel programmare la propria fine?
Voi direte nulla, ma provate a chiederlo all’aspirante suicida, potreste rabbrividire nel constatare la lucidità con cui espone le sue mille e più ragione.
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