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Autore: vook20    09/02/2014    4 recensioni
Durante un gelido inverno siberiano, due bambini rimangono orfani: sono Ob e Lena, scelti da Jenisej, un uomo cacciato dal loro villaggio quando era solo un bambino e che ha venduto l'anima al diavolo, per poter perpetrare la sua vendetta contro coloro che lo avevano condannato a morte certa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Favola di Ob e Lena





C’era una volta un paesino della Siberia, Rechnoy Led, il quale sorgeva alla foce di un fiume per cui ancora non era stato scelto un nome, con un corso lungo e arzigogolato; questo paesino, doveva affrontare dieci lunghi mesi di gelido inverno, e in una di queste rigide stagione, morì una giovane donna che era stata abbandonata dal marito. La donna lasciava così orfani due bambini, Ob e Lena: Ob era un bambino magro, con la fame negli occhi e le scarpe rotte, volenteroso e protettivo verso la sorella, Lena, una bambina bionda e dal carattere dolce. Questi due fratellini erano legatissimi, e da quando la madre si spense in un colpo di tosse nella notte gelida, iniziarono a mantenersi con i pochi risparmi racimolati dalla madre e con la carità che i vicini e i conoscenti gli offrivano.

A grande distanza dal corso tortuoso dell’Ob, un altro imponente fiume scorreva nel ghiaccio, violento e impetuoso, sulle cui rive abitava un uomo dai capelli color della notte e lo sguardo più gelido del vento invernale, Jenisej: Jenisej era originario di Rechnoy Led, ed era stato scacciato via dal villaggio quando era solo un ragazzino, colpevole di essere nato da una donna sola, sopportato dalla gente solo fino a quando la madre era stata vita. Jenisej aveva vagato per due giorni nella neve e nel gelo, finché un angelo non gli aveva detto che se gli avrebbe teso la mano, la sofferenza sarebbe finita all’istante, e lui avrebbe potuto avere vendetta sul villaggio che l’aveva cacciato, destinandolo a morte certa. Jenisej, stremato e ormai in fin di vita, aveva visto l’angelo come la sua ultima speranza, e gli aveva teso la mano; l’angelo aveva allora sorriso e l‘aveva tirato su dalla neve. L’angelo era in realtà il diavolo, e aveva appena stretto un accordo infrangibile con Jenisej, prendendo la sua anima. Jenisej crebbe così nell’odio, alimentato dalla neve e dal ghiaccio che l’avevo quasi ucciso, aspirando solo alla vendetta contro Rechnoy Led.

E quell’inverno la sua volontà s’intrecciò con il destino di Ob e Lena.

Un giorno, Ob e Lena uscirono per andare a raccogliere delle radici che crescevano lungo la sponda del fiume senza nome: Jenisej, che attendeva da tempo l’ora del suo risveglio, colse l’occasione adatta e chiese al diavolo suo protettore di mandare una bufera in quella parte della Siberia attraversata dal corso d’acqua. Ob quindi, all’improvviso non trovò più Lena accanto a lui, con il cestino pronto a raccogliere le radici e il suo sorriso dolce a rincuorarlo: si voltò in preda alla disperazione crescente, mentre la neve iniziava a scendere come lacrima dalle nuvole, partecipi al dramma del bambino.

Lena intanto, si ritrovò nella neve alta della parte più orientale della Siberia, sperduta nel gelo per la volontà di Jenisej, il quale chiese di nuovo al diavolo di aiutarlo: arrivò dove stava Lena, che aveva iniziato a piangere disperata chiamando il fratello. La notte, intanto, calava nera.

Ob, avvolto dalle tenebre e dal ghiaccio che gli turbinava intorno, seguì il corso dell’Ob, finché non si rese conto di aver perso l’orientamento; si arrestò allora in mezzo alla bufera, le lacrime che non avevano il tempo di inumidirgli le labbra che si congelavano sulle guance, rosse di freddo. Ad un certo punto, stremato, si accasciò stremato sulla riva del fiume, socchiudendo gli occhi dalla stanchezza e mormorando piano il nome della sorella, mentre la sua disperazione volava via tramutandosi in incubi neri di notte e bianchi di neve.

Jenisej arrivò nel bel mezzo della tormenta, vestito solo di una semplice camicia: lui non avvertiva il freddo del vento, o il calore del sole. No, il solo freddo in lui proveniva dal suo cuore ghiacciato. Trovò Lena distesa nella neve che si ammucchiava candida vicino alla sponda di un fiume che scorreva placido e dolce, cristallino nel bianco abbacinante del paesaggio siberiano: le si avvicinò piano, il rumore dei passi attutito dalla neve, e si accucciò vicino a lei.
-Lena?- la chiamò dolcemente, sussurrandole all’orecchio. La bambina si voltò stremata, vedendo uno sconosciuto che la guardava con occhi più gelidi del ghiaccio, nonostante il tono che Jenisej avesse usato fosse gentile.
-Lena, ti sei persa vero? Questo non è posto per una bambina, fa freddo e tra poco usciranno i lupi a cacciare.
-Come conosci il mio nome?- chiese Lena confusa.
-Io so molte cose Lena, e colui che mi protegge ancora più. Se lo vuoi, può portarti da tuo fratello. Ob, vero?
Lena fissò attentamente lo sconosciuto e nel suo cuore provò così paura che le sembrava di avere un uccellino spaventato al posto del petto, tanto forte che le batteva. Strisciò lentamente all’indietro, la gonna infradiciata dalla neve: quando fu sicura che lo sconosciuto fosse abbastanza distante, scattò in piedi e iniziò a correre più veloce che poteva pregando Dio, stretta nella morsa di un terrore sconosciuto. Jenisej le corse dietro, invocando l’aiuto del suo protettore, che però non arrivò; infatti, il diavolo era occupato a far cedere Ob, il quale si era risvegliato con una voce che gli sussurrava di smettere di soffrire e di ritrovare Lena. Il bambino cercò di scacciarla, e mentre cercava di capire dove si trovava, scivolò nel fiume senza nome. Si aggrappò alle rocce per cercare di non scivolare via, l’acqua che penetrava il tessuto degli abiti.

Dio allora, vide i Jenisej, e decise di punirlo per il male che aveva fatto ai due fratellini, e lo rimandò al suo fiume. Jenisej si trovò così in mezzo alle rapide, mentre un fuoco gelido gli consumava le membra e lo portava via, nel suo abisso di cattiveria.

Lena continuò a correre , finché non inciampò, e sussurrando il nome dell’amato fratello, scivolò via con la corrente del fiume, che placido la portò a mare, mentre il suo spirito si fondeva con l’acqua; al mare, si divise il tanti piccoli affluenti, rigettando il suo amore e il suo dolore nelle acque gelide e salate, dove finalmente si ricongiunse con Ob, sfociato nel fiume senza nome del loro villaggio.

Ed ecco la storia di come l’Ob e il Lena hanno avuto i loro nomi, separati per sempre dal fiume Jenisej.
  
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