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Autore: Curly_crush    09/02/2014    5 recensioni
Iniziare a vivere in una città grande e sconosciuta e, perlopiù, da soli, può essere un'impresa davvero difficile per una ragazza giovane. Ma può anche essere l'occasione per cominciare a vivere una vera e propria favola!
"Mai avrei pensato che potesse succedere a me. Eppure ero lì, a perdermi nell’incredibile verde dei suoi occhi. Non poteva essere vero, doveva essere per forza un sogno, ma il tocco caldo delle sue mani sul mio viso mi confermò quella bellissima realtà. Le mie labbra si aprirono in un sorriso quasi ebete, credo, dato che lui scoppiò in una risata fragorosa."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Something great


5 anni dopo 

Questa proprio non me l’aspettavo. Eppure quella piccola linea sul test diceva che mi dovevo adeguare, e cominciare a pensare anche a quello. Avrei dovuto immaginarlo, mi dissi, quel ritardo di due settimane, il senso di nausea che mi capitava negli ultimi giorni, avrebbero dovuto essere dei segnali, qualcosa a cui fare attenzione, e invece avevo lasciato correre, non ci avevo fatto caso, avevo sottovalutato gli avvisi che il mio corpo stava cercando di mandarmi; in fondo, non ero mai stata molto regolare, e per quanto riguardava le nausee, potevo aver mangiato qualcosa che al mio stomaco non era piaciuto. Ma ora ero incinta. Aspettavo un bambino.

Al momento, mi feci prendere dal panico: come era successo? Avevamo sempre usato le giuste precauzioni, avevamo cercato di stare il più attenti possibile. Non sapevo se lui fosse pronto, se lo volesse, se fosse il momento giusto. E io? Io ero pronta a diventare mamma?

In fondo, non ero più una bambina, ero una donna, ormai, e avevo una relazione stabile da qualche anno. Potevo definirmi pronta, questo sì. Respirai a fondo, e una nuova sensazione si impossessò di me. Felicità. Una felicità nuova, mai provata prima, una felicità che sentivo essere legata alla nuova vita che aveva cominciato a crescere dentro di me, chissà da quando. Non vedevo l’ora che Harry tornasse a casa per dirglielo.

Dopo quella breve pausa durante i primi mesi assieme, non c’erano più state particolari difficoltà nel nostro rapporto, se non qualche momento di incertezza dovuto più che altro al fatto di essere distanti e separati. Ma eravamo riusciti comunque a superare tutto, e a restare insieme, come ci eravamo promessi. Dopo aver terminato la laurea triennale in Italia, avevo deciso, provocando non poco dispiacere alla mia famiglia ed agli amici italiani, di trasferirmi in Inghilterra. L’idea, non totalmente mia, mi era stata suggerita da Harry che, come me, sentiva il bisogno di avermi più vicina, almeno nei momenti in cui non era in tour con i ragazzi, non avendo il tempo necessario a venirmi a trovare. Durante i primi anni, appena aveva una settimana libera, prendeva il primo volo per l’Italia e stava con me quanto più tempo poteva, ma, andando avanti con la carriera il tempo era diminuito sempre più, lasciandogli davvero poco spazio per la vita privata.

Con l’occasione del mio arrivo, Harry aveva comprato una casa singola, per me e lui, e così avevano fatto gli altri quattro ragazzi, interrompendo la convivenza tra amici. Arrivata lì, ero riuscita a trovare lavoro quasi subito, in una casa editrice che inizialmente mi aveva assunta come semplice tuttofare, poi, dando un’occhiata più approfondita al mio curriculum, ero stata promossa ad aiuto interprete per i libri italiani che riuscivano a raggiungere l’interesse dei britannici. Così, la mia vita sembrava aver preso la giusta direzione.

Vivere con Harry si era rivelato più facile e bello di quel che pensavo. Anche se riuscivamo a stare assieme praticamente solo la sera, visti gli impegni di entrambi, quei momenti ne valevano davvero la pena e io non aspettavo altro che il rumore della porta di casa che si apriva per corrergli incontro e saltargli al collo come una bambina di cinque anni. E lui rideva, rideva e mi abbracciava forte, come se avesse paura che potessi scomparire da un momento all’altro dalle sue braccia.

Soltanto a metà giornata realizzai che avevo calcolato male i miei piani per quella sera, e quando Harry sarebbe rientrato, non avrei potuto dirgli niente, non subito almeno. Mi ero dimenticata, infatti, che avremmo avuto ospiti: quei quattro pazzi dei suoi compagni di band, i miei ragazzi, che ormai erano diventati uomini.
Mentre entravano a casa, subito dietro ad Harry, li guardai, uno ad uno, e mi sorpresi di quanto fossero cresciuti in quegli anni, in tutti i sensi, pur avendoli avuti sott’occhio quasi ogni giorno. I loro volti avevano più barba rispetto a quando li avevo conosciuti, e i loro lineamenti si erano fatti ancora più maturi, se possibile, accompagnati da sguardi più seri, ma capaci di illuminarsi di quella luce infantile che avevano tempo prima non appena usciva qualche battuta maliziosa o appena più insolita.

Quanto alle relazioni, c’erano stati parecchi sviluppi: Zayn era stato il primo a sposarsi: lui e Perrie avevano dato l’annuncio del loro matrimonio ancora l’anno in cui avevo perso e ritrovato Harry, così, da poco più di tre anni erano marito e moglie, ma di bambini per il momento non c’era ancora l’ombra, molto probabilmente a causa della carriera di entrambi; Liam, dopo essere stato per circa un anno con una certa Sophia, aveva deciso di prendersi una pausa dalle relazioni per qualche tempo; da qualche mese, però, usciva con una ragazza carina, che ancora nessuno di noi aveva conosciuto di persona; Niall, sorprendendo tutti, aveva incontrato una ragazza, una modella poco conosciuta ma bella da togliere il fiato, e l’aveva sposata dopo soltanto due anni assieme, com’era stato per Zayn, d’altronde; Louis, invece, ancora assieme ad Eleanor, sembrava non decidersi. Almeno fino a quella sera.

I discorsi tra i ragazzi, infatti, toccarono più di una volta l’argomento matrimonio, provocando sguardi complici e quasi sospetti tra Harry e Louis. Non sarebbe stata una sorpresa venire a sapere che il castano aveva chiesto al riccio di fargli da testimone, vista la forte amicizia che li legava da sempre. Ma in quel momento, non c’era tempo per le supposizioni, c’era ben altro da festeggiare: la fine del loro terzo tour negli stadi, concluso circa una settimana prima con il solito grande successo.

Niente di insolito, si potrebbe pensare: ma quella fine non era come le altre, segnava qualcos’altro, una cosa che aveva fatto preoccupare i milioni di fan che li seguivano fin dagli inizi, e che, al contrario, metteva particolarmente di buonumore i ragazzi: dopo quelle ultime date, Zayn, Liam, Niall, Louis ed Harry, sarebbero spariti dalle scene per dodici mesi, prendendosi una meritata pausa dopo anni di ritmi frenetici. Ed io ero contenta per loro, così avevo proposto, quella sera, di ritrovarci lì e festeggiare insieme questo “nuovo inizio”.

Riflettendoci bene, non sarebbe stato il momento sbagliato per diventare genitori, vista la decisione presa dai ragazzi. In fondo, tra le motivazioni che loro avevano dato, c’erano la famiglia ed il dedicarsi ad essa in maniera completa e dedita, recuperando il tempo perso durante quegli ultimi anni, senza sminuire o disprezzare la loro carriera ed il successo al quale facevano ancora fatica ad abituarsi. Ma quelli erano pensieri miei, di cui Harry ancora non sapeva niente, perciò ci sarei dovuta andare con i piedi di piombo, senza mettergli pressioni.


“Comunque, tornando al discorso di prima, è importante, lo sai. Cioè, io ti ci vedo bene, ma se vuoi pensarci ancora un po’ …”, stava dicendo Louis, uscendo da casa nostra.
“Sì, sì, Louis, stai tranquillo, non ci sono problemi”, lo liquidò Harry, salutandolo poi con una pacca sulla spalla e spingendolo con poca gentilezza fuori dalla porta.

La mezzanotte era passata da circa mezzora, così i ragazzi avevano deciso di tornare a casa, ma soprattutto di “lasciarci soli”, annuncio accompagnato, ovviamente, da occhiatine e battute maliziose alle quali, pur essendoci ormai abituata, ero arrossita come una bambina sorpresa a combinare chissà cosa. Dopo averli salutati tutti, Harry chiuse la porta, e io mi allontanai di corsa verso il salotto, cercando di non farmi sentire. Così, quando si girò e non mi trovò dietro di lui, lo sentii esclamare: “Ehi! Che storia è questa?” con un tono a dir poco scandalizzato.

Scoppiai a ridere, rivelando il mio nascondiglio, così in pochi istanti mi ritrovai Harry addosso, a farmi il solletico sui fianchi mentre io cercavo di liberarmi. Riuscii ad avvicinare il mio viso al suo, e gli lasciai un bacio leggero sulle labbra, che lui però volle approfondire. Staccandomi, lo osservai: i suoi lineamenti, già decisi e maschili quando ci eravamo conosciuti, si erano evoluti ancora, rendendo la sua espressione più decisa e, se possibile, più sexy. Gli accarezzai le guance, arrivando alla linea della mascella, sentendo sotto i polpastrelli la barba che stava lentamente crescendo e che lui teneva corta solo perché a me piaceva di più così. Infine, spostai lo sguardo sugli occhi, che al contrario di tutto il resto, non erano cambiati: lo stesso verde confortante, la stessa luce, la stessa dolcezza di pochi anni prima erano ancora lì, così come il suo sorriso, reso ancora più adorabile ed in contrasto con il resto dei lineamenti dalle fossette.

“Sono felice che finalmente siamo da soli”, sussurrai, facendo correre le mani sul suo petto.
“Anche io”, replicò lui, portando in risposta le mani sui miei fianchi e infilandole poi sotto il maglioncino che avevo quella sera.

La mia pelle rabbrividì al contatto con le sue mani fredde, così mi strinsi a lui, lasciandogli un bacio sul collo.

“Volevo dirti una cosa”, iniziai, parlando piano e sentendo il mio cuore aumentare i battiti.

Harry si staccò all’improvviso, come se si fosse ricordato di qualcosa giusto in quel momento.

“Anche io. Mi fai sempre perdere il filo del discorso, delinquente”, replicò, lasciandomi un bacetto sulla punta del naso.
“Parla per te, credo di essermi dimenticata talmente tante cose a causa tua in questi anni …”, ribattei, ridendo.
“Devo prima prendere una cosa, arrivo subito”, mi avvisò.

Poi uscì di corsa dal salotto, rischiando di scivolare a terra a causa dei calzini che slittarono sul pavimento liscio. Nei minuti in cui sparì nello studio accanto alla nostra stanza, mi spostai in cucina, sistemando qualcosa qui e là, poi tornai in salotto ad aspettare il ragazzo, che arrivò dopo pochi istanti.         

“Eccomi qui”, annunciò, sventolando un cd.
“Harry, tu e quei disgraziati dei tuoi amici dovreste smetterla di farvi passare i film in anteprima”, protestai.

Harry rise, mi sembrò quasi teso.

“Dai, non dirmi che non ti piace vedere i film prima rispetto al resto del mondo”, ribatté lui, “Comunque non si tratta di questo stasera”, aggiunse poi.
“Ah no? Cos’è allora?”, chiesi, incuriosita.
“Tu intanto siediti, poi vedrai”, replicò lui, con un sorriso furbo sulle labbra.

Feci come mi diceva, e intanto lo osservai armeggiare con il lettore DVD, perdendomi nei movimenti della sua schiena e delle spalle. Sistemato tutto, mi raggiunse sul divano, dove poi mi accomodai su di lui, appoggiando la mia schiena al suo petto, e lasciando che le sue braccia mi avvolgessero. Facemmo partire il dvd, io curiosa di scoprire di cosa si trattasse, lui incapace di restare fermo. Il suo comportamento era insolito, sembrava davvero agitato, ma non capivo il perché. Mi accoccolai più stretta a lui, e decisi di godermi quel momento di pace. Intanto, la tv si era illuminata, e sullo schermo apparve una scritta: “Non sapevo che titolo dare a questo video, quindi accontentati di guardarlo senza capire, per il momento”. Risi piano, e Harry mi strinse più forte.

“Quindi l’hai fatto tu?”, chiesi.

In sottofondo c’era la base di Heaven, che ormai riconoscevo tra mille altre canzoni. Harry annuì in silenzio, poi mi invitò a guardare lo schermo. Iniziarono a passare foto di me e lui, da quando ci eravamo conosciuti, fino a quel momento. Il mio cuore cominciò a battere forte, realizzando quante ne avevamo passate insieme, e quante cose ancora –speravo- dovevano accadere. Più di una volta rischiai di commuovermi, ma mi trattenni reagendo con un sorriso sincero. Le ultime foto, scattate proprio quell’anno, sfumarono di nuovo nel nero.

“Harry, è bellissimo!”, esclamai, girandomi verso di lui.
“Non è ancora finito”, mi suggerì, con un sorriso.

Riportai lo sguardo sulla tv giusto in tempo per veder apparire un’altra scritta.

Cinque anni insieme sono tanti …”

Seguita da un’altra.

E voglio assicurarmi che diventino molti di più …

E poi un’ultima foto, Harry che sorrideva e reggeva un cartellone bianco su cui c’erano scritte poche parole.

Mi vuoi sposare?

Rimasi spiazzata. Spalancai gli occhi, rileggendo quelle parole decine di volte, finché non furono stampate nella mia mente. Il mio cuore prese definitivamente il volo, poi respirai a fondo, stringendo le mani sugli avambracci di Harry, ancora attorno a me. Mi voltai verso di lui, che mi stava già fissando, serio.

“Ma non era Louis a volersi sposare?”, chiesi, stupidamente.

Harry scoppiò a ridere.

“Perché proprio Louis, scusa?”, mi chiese poi.
“Non … Non lo so, visti i discorsi di stasera, pensavo …”, risposi, balbettando.

Ero sicura di essere viola in faccia, non riuscivo a collegare il cervello alla bocca e tutto ciò che mi usciva erano solo sciocchezze. Harry capì la mia confusione e, forse per tranquillizzarmi, mi lasciò un bacio sulle labbra, ottenendo l’effetto perfettamente contrario.

“No, amore, sono io che voglio sposare te, nessun altro”, sussurrò poi.

Finalmente realizzai tutto, e mi lasciai andare ad un sorriso, felice oltre i limiti dell’immaginabile, abbracciando forte Harry e baciandolo con passione.

“Questo però non vale come risposta …”, puntualizzò lui, poi.

Fingendo di essere seccata, sbuffai, poi mormorai un “Sì”, che provocò la stessa reazione che avevo avuto io pochi secondi prima a Harry. Mi ritrovai, così, stesa sotto di lui, che nel frattempo mi riempiva di baci e carezze, facendomi perdere qualsiasi residuo di ragione.

Ti amo”, mi sussurrò all’orecchio.
Ti amo anche io, Harry”, risposi.
“Ora però, facciamo le cose per bene!”, decise, liberandomi dal suo abbraccio e sedendosi composto a fianco a me.
“Chiudi gli occhi”, ordinò, non appena mi fui sistemata anche io.

Obbedii, poi sentii la sua mano prendere delicatamente la mia sinistra, per infilare poi sull’anulare un anello. Quando riaprii gli occhi, lo osservai immediatamente: era una fedina d’argento, con un piccolo brillante incastonato al centro, semplice, ma stupendo.

“Harry è meraviglioso!”, esclamai, alzando lo sguardo su di lui.
“Tu sei meravigliosa, piccola mia”, sussurrò lui in risposta, gli occhi che brillavano.

Gli buttai le braccia al collo, avvicinandomi a lui. Non riuscivo a crederci, non avevo immaginato neanche lontanamente che Harry avrebbe voluto impegnarsi con me così presto, ma ancora una volta era riuscito a stupirmi, e a rendermi felice. Mi baciò la guancia, poi mi guardò fisso negli occhi.

“Ehi, non avevi qualcosa da dirmi anche tu?”, chiese.

Mi ricordai improvvisamente della scoperta di quel mattino, così arrossii violentemente e abbassai lo sguardo, per poi annuire.

“C’è qualcosa che non va?”, chiese lui, vedendo che non parlavo.
“No. No, è tutto così … perfetto, che ho paura sia tutto un sogno”, mormorai.

Harry portò un dito sotto il mio mento per sollevarlo e far incrociare i nostri sguardi.

“Amore, io sono qui, voglio stare con te, ok? Stai tranquilla”, mi rassicurò.

Annuii, in silenzio, poi feci un respiro profondo. Presi a giocare con le sue dita, così lunghe e affusolate, quelle mani che erano così delicate e belle, e che avevano la capacità di farmi sentire al sicuro quando si stringevano attorno alla mia vita o al mio viso.

“Harry, aspetto un bambino. O una bambina, non lo so ancora”, farfugliai, abbassando sempre di più il tono.

I suoi occhi ebbero uno scatto, si chiusero e si riaprirono per poi spalancarsi alla velocità della luce e fissarmi, sorpresi. Dentro quel verde così puro, in pochi secondi lessi paura, sorpresa, incredulità ed entusiasmo. Ma forse ero io a confondere tutte quelle emozioni e stavo fraintendendo tutto. Sospirai piano, lasciando il suo sguardo, e aspettai.

“Ma come … No, lo so come succedono queste cose, ma … Ah, lasciamo perdere!”, borbottò a voce bassa.

Lo guardai di nuovo: era decisamente terrorizzato, potevo benissimo leggerglielo in faccia, ma sembrava anche felice, in qualche modo.

“Harry, non lo so, io …”, provai a spiegare, senza sapere cosa dire di preciso.
“Sssh”, mi zittì lui con gentilezza, “Quindi diventerò papà, presto”, realizzò poi.

Cercai di sorridergli, ma ero troppo tesa, i suoi pensieri non mi erano ancora del tutto chiari. All’improvviso, le sue mani presero il mio viso, e le sue labbra si appoggiarono sulle mie per darmi un bacio così velocemente che quando ci staccammo non me ne ero nemmeno resa conto. Mi accorsi, però, del sorriso di Harry, così aperto e sincero che cancellò ogni mia preoccupazione.

“Cioè, io ti ho chiesto di sposarmi ora visto che abbiamo questo anno di pausa e potremo fare le cose con calma, ma non pensavo che avremmo anche messo su famiglia così presto!”, esclamò, emozionato, quasi esaltato da quell’idea.
“Ma, quindi, sei contento? Cioè, non è troppo tutto in una volta?”, chiesi, speranzosa.

Harry corrugò la fronte, tornando serio per un attimo, poi scosse la testa.

“Beh, diciamo che non me l’aspettavo, questo sì. Però …”, rifletté ad alta voce.

Posò lo sguardo su di me, sorridendo dolcemente.

“Però sei tu, ed è con te che voglio avere tutto questo”, continuò, “E sì, sono contento, anzi sono felice, incredibilmente felice”

Finalmente mi rilassai, e portai le braccia attorno al suo collo, lasciando che le sue circondassero la mia vita, stringendomi a lui quanto più potevano.

“Tu stai bene?”, mi chiese, premuroso.
“Mai stata meglio, amore mio. Credo di essere la persona più felice del pianeta, in questo momento”, sussurrai, sorridendo.

La bocca di Harry si posò sulla mia guancia, lasciando un bacio leggero e spostandosi poi sulle mie labbra. Le sue mani accarezzarono la mia schiena, tornando poi sui miei fianchi.

“Aspetta un attimo, eh”, disse, staccandosi di poco da me.
“Che c’è?”, chiesi, curiosa.

Lui mi guardò con un sorriso misterioso mentre con le mani sollevò il mio maglione, per poi appoggiarle sulla pancia, ancora piatta, facendomi rabbrividire violentemente.

“Hai le mani congelate, disgraziato”, esclamai, socchiudendo gli occhi.

Harry rise, chiedendomi scusa.

“Facciamo così, va”, proposi.

Mi sistemai meglio sul divano, sedendomi dritta e sollevando un po’ di più il maglioncino.

“Vieni qui”, lo invitai poi.

Harry appoggiò l’orecchio al mio ventre, anche se ovviamente in quel momento non avrebbe sentito niente. Girò poi il viso, appoggiandovi le labbra.

“Ehi, piccolino, non so se mi senti … Ma sono tanto felice che tu sia lì dentro, e io e la tua mamma, che amo tanto, daremo il meglio di noi per te, ok?”, sussurrò alla pancia.

Risi leggermente, ma solo per ricacciare indietro le lacrime di commozione che stavano minacciando di arrivare a causa della dolcezza esagerata di quella scena. Harry lasciò un ultimo bacio sul mio addome, poi mi sistemò la maglia, e si sedette accanto a me, mettendomi un braccio attorno alle spalle. Portò il viso vicino al mio, e avvicinò la bocca al mio orecchio.

“Ho aspettato tanto per trovare qualcuno di speciale, qualcuno che mi accettasse per quello che ero. E adesso ho te, e non potrei chiedere di meglio, piccola”, sussurrò.

Tentai di pensare ad una risposta efficace, qualcosa che riuscisse ad esprimere tutto ciò che provavo per lui senza cadere nel banale, nelle solite cose, ma per quanto mi sforzassi in quel momento non mi uscì niente. Lo baciai, con quanto più amore avevo, sperando di riuscire a trasmettergli tutto ciò che avevo dentro. Ero felice, ero innamorata, avevo tutto ciò che una persona potrebbe desiderare, forse anche di più. Stavo bene, perché stavo con lui. Stavo bene, perché lui era tutto ciò di cui avevo bisogno, perché lui era quello giusto, ed ero riuscita a trovarlo.

Alla fine, qualcosa nella mia mente si illuminò, le parole di quella canzone che aveva scritto per me, per noi, quando ci eravamo persi, così lo guardai fisso negli occhi, amandoli ancora di più, e glielo dissi, sperando che per lui fosse abbastanza, sperando che capisse fino in fondo quanto vera ed importante fosse quella dichiarazione.

You’re my something great 

 
FINE 
 

Curly space:
Curly, forza, riprenditi. Queste sono le ultime note di questa storia *scoppia in un pianto isterico* e bisogna farle bene.
Allora, questa volta vado al contrario, e parto da voi, o meglio dalle ultime arrivate ;)
GRAZIE a Cloe__ LukeyPookey e _muffin_ per aver aggiunto la storia alle preferite :)
GRAZIE a _muffin_ per averla anche ricordata ;)
GRAZIE a Walkingdisaster_ e _Elisewin_ per averla seguita :)
GRAZIE a sabrinatomlinson tommo_is_the_best e IgLovepn per le recensioni :D
Grazie anche a coloro che cominceranno, magari, a leggere ora questa storia, sarete comunque le benvenute :)

Quindi, ci siamo, siamo arrivati all'epilogo di questa storia, la mia prima vera storia. Sì, ne ho pubblicate altre, ma questa è la prima che ho cominciato a scrivere in assoluto.
Intanto, chiedo scusa per il ritardo con cui pubblico, ve l'ho fatta aspettare parecchio questa conclusione, ma forse anche il destino non voleva che la finissi.... =P
Perché, insomma, non so voi, ma io sono disperata. Cosa faccio ora che ho finito di scrivere di Harry e Gioia? Sono andata avanti con la loro storia per più di un anno, e assieme a loro sono cresciuta, ho cambiato modo di vedere le cose, c'è stato uno sviluppo, ecco. E adesso boh, è finita. *va a piangere in un angolino*

Sì, è una fanfiction, è tutto un sogno, ma questa storia è importante, importantissima per me, proprio perché è il mio sogno, e allora, perché non crederci, almeno per un attimo? 

Passando all'epilogo, so che è davvero tutto troppo perfetto per essere vero, ma, come per l'ultimo capitolo, la mia vena romantica non mi lascerà mai in pace, quindi vi tocca sorbirvi tutto questo zucchero filato e miele. Sorry not sorry. ;) In ogni caso, spero vi piaccia, e sapete che sarò contenta di leggere i vostri pareri. :)
Ah, l'ultima frase l'ho messa in inglese perché rendeva di più, e si capiva meglio il riferimento alla canzone :D (persona stranaaaaaa)

Ringrazio OGNUNA DI VOI per essere arrivate fino a qui, per esservi appassionate a questa storia, per averla apprezzata, per aver sognato con me. <3 Siete il miglior "pubblico" che si possa avere.
Uno shoutout *SHOUTOUT!!* è di dovere a Jasmine, che ha cominciato a seguire questa storia da poco ma che, come molte altre, ne è già dipendente ahah ;)
E un grazie speciale anche a Tommos_girl93 e a Nanek per essere state le prime a darmi fiducia e a convincermi a pubblicare questa storia, senza di loro molto probabilmente sarebbe soltanto un documento salvato in Word... <3 
Un altro grazie, che dovrà attraversare stati, confini e mari, è quello che va a lui, che mi ha ispirato questa storia semplicemente esistendo e che rimarrà sempre il mio something great: GRAZIE HARRY! <3 

Con questo, mi ritiro... Ah no! Avevo un'idea che mi ronzava per la testa: siccome non riesco ad abbandonare i miei piccioncini così di botto, avrei intenzione di scrivere delle one shot su di loro, con contenuti e stili diversi, e farne una raccolta, a cui ho anche già dato un titolo, "Our moments" :3 
Ora però, sta a voi: se vi piace come idea, se vi interessa, fatemelo sapere, e quando comincerò a pubblicare qualcosa (fra un po' magari) ve lo farò sapere...
Intanto, nella mia pagina ci sono altre storie -poche- e se volete dateci pure un'occhiata ;)

Ora vado davvero a piangere XD
A presto,
vostra Curly crush xxx 
  
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