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Autore: Whatshername    09/02/2014    3 recensioni
Era un idiota. Un fottuto idiota.
Come gli era saltato in mente? Qual era il suo dannato problema?
Cazzo.
Ian mollò un pugno al muro, poi un altro e un altro ancora, finchè la sua mano non fu ricoperta di sangue e le nocche non si furono sbucciate dolorosamente.
Aveva rovinato tutto.
Era proprio un Gallagher.
One Shot Gallavich senza pretese!
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino di Sara
*lancia l'ancora* Buonasera! Approdo ora in questo fandom con una One Shot senza pretese, perché diciamocelo, se all'una e mezza di sabato sera l'ispirazione per una Gallavich chiama, non puoi non rispondere xD
Quanto mi stanno facendo soffrire quei due, mannaggia. Ian, che diavolo, torna che qua Mickey sta impazzendo!
Avvertenza: linguaggio piuttosto volgare, ma credo che se avete visto la serie tv non rimarrete troppo scandalizzati xD


Dillo di nuovo, Gallagher



Era un idiota. Un fottuto idiota.
Come gli era saltato in mente? Qual era il suo dannato problema?

Cazzo.

Cazzo, cazzo, cazzo.

Ian mollò un pugno al muro, poi un altro e un altro ancora, finchè la sua mano non fu ricoperta di sangue e le nocche non si furono sbucciate dolorosamente.

Aveva rovinato tutto.

Era proprio un Gallagher.

Cazzo.
Agitò la mano con un grugnito e una smorfia di dolore, poi strinse il pugno più forte che potè; voleva che il male fisico prendesse il sopravvento su tutto e lo distraesse dal continuare a rivedere la scena nella sua testa.

Ancora non riusciva a capacitarsi di quello che aveva detto. Era come se avesse momentaneamente perso il controllo della sua bocca, e quella avesse agito di sua spontanea e idiota volontà.
Se la sarebbe dovuta staccare.

Cazzo...
Non sapeva nemmeno da dove fossero uscite quelle parole, sapeva solo che un attimo prima era pressato contro la parete con Mickey addosso, bocca contro bocca, mani forti che gli stringevano i fianchi e le spalle, e l'attimo dopo, con un gemito liberatorio, aveva detto "ti amo".

Ti amo.

A Mickey Milkovich, la persona meno sentimentale dell'universo conosciuto e non.

Che coglione.

Si passò una mano sulla faccia e alzò gli occhi al cielo stellato sperando che smettessero di pizzicare.

Si sarebbe ricordato l'espressione scioccata di Mickey per sempre, ne era sicuro.
Per un istante aveva anche temuto che gli tirasse un pugno, o che gli venisse un ictus o qualcosa del genere.
Invece Mick aveva sbottato un "vaffanculo, Gallagher", si era voltato e se n'era andato senza aggiungere altro, lasciandolo lì come un idiota, con i pantaloni abbassati alle caviglie e un dolore al petto che sembrava peggiorare di secondo in secondo.
Era stato come ingoiare vetri rotti.
L'aveva guardato andarsene senza girarsi mai indietro finchè non era sparito dal suo campo visivo, allora si era tirato su i pantaloni e aveva cominciato a correre.
Aveva corso a perdifiato, come se stesse fuggendo dalla cosa più spaventosa del mondo, e si era fermato solo quando le gambe avevano smesso di reggerlo ed era inciampato nell'erba bassa.
Era rimasto sdraiato a terra con il respiro affannato e un peso nel cuore per chissà quanto tempo.

E adesso era una settimana che non si vedevano. Mickey non era passato nemmeno una volta in negozio e non si era fatto vedere quando Ian era andato a casa Milkovich per parlare con Mandy. Aveva provato a entrare in camera di Mickey, che rimaneva appositamente aperta quando Ian era nei paraggi, ma la porta era rimasta chiusa e lui aveva fissato la scritta "stay the fuck out" per parecchi secondi prima di tornare in camera di Mandy a passi lenti e strascicati.

Ian non sapeva se essere più arrabbiato con sè stesso o con quello stupido Milkovich. Stavano insieme da mesi e ancora non potevano parlare dei loro sentimenti, perchè Mick diventava ombroso e intrattabile. Più del solito, cioè.
Non che lui volesse fare la checca smielata e lanciarsi in dichiarazioni di eterno amore, ma almeno sapere che Mickey teneva a lui anche solo un pochino era chiedere troppo? Sapere di non star perdendo tempo con qualcuno che lo usava solo per svuotarsi il serbatoio era chiedere troppo?
Non aveva mai provato qualcosa di così forte per nessuno, non sapeva come gestirlo!
E a furia di tenersi tutto dentro era semplicemente esploso. Avrebbe tanto voluto non farlo, ma era successo.
E il fatto che Mickey fosse sparito la diceva lunga sui suoi sentimenti per lui.

Non ci aveva ancora pensato seriamente e ora la consapevolezza lo colse come un pugno nello stomaco.
Come una serie di pugni nello stomaco.

Con il passare del tempo si era convinto che anche Mickey provasse qualcosa per lui, che non potesse fingere quello sguardo, che fosse qualcosa di più che semplice, liberatorio sesso.
Ma ora Mickey gli aveva dimostrato di essersi sbagliato, e c'era qualcosa di orrendamente doloroso in tutto questo.

Cazzo

Mollò un altro pugno al muro, poi sentendo l'impellente bisogno di ubriacarsi, fece rotta verso casa.
Se Frank aveva fatto di nuovo irruzione e aveva trafugato tutto l'alcol stavolta l'avrebbe ucciso.

Ian stava attraversando la strada quando si fermò di colpo, come folgorato.
<< Dove cazzo sei stato, Gallagher? >> sbottò Mickey alzandosi dai gradini di casa Gallagher. Aveva una birra in mano e una sigaretta tra le labbra.

<< Cosa ci fai qui? >> rilanciò Ian, ancora fermo in mezzo alla strada.

L'altro lo raggiunse in un paio di falcate e lo afferrò con forza per un braccio, poi cominciò a trascinarlo verso un vicolo.
Ian si sarebbe potuto liberare dalla presa senza nemmeno troppi sforzi, ma tra la sorpresa di vederlo lì ad aspettarlo e la curiosità di sapere cosa diavolo avesse in mente il moro lo seguì nell'ombra delle case.

Mickey si fermò e lo lasciò andare di scatto, come se avesse preso una scossa << Tu... >> quasi ringhiò, serrando i pugni e poi dischiudendoli. Lo guardava negli con una luce strana negli occhi zzurri, una luce che Ian non seppe identificare; quindi rimase allibito a guardare l'altro prendere lunghi respiri.

Milkovich aprì la bocca e la richiuse, poi la aprì di nuovo e la chiuse ancora in una nevrotica imitazione di un pesce.

<< Ti senti bene o devo chiamare un'ambulanza? >> domandò il rosso cercando di ironizzare.

Mickey scosse solo la testa, frustrato.
Ian non sapeva se stesse cercando le parole o se stesse decidendo come dirle.

<< Mick, qual è il problema? >> chiese di nuovo, avvicinandosi di un passo.

A questo punto Milkovich parve riprendersi e tornare in sè, come se qualcosa fosse scattato dentro di lui << Tu sei il fottuto problema, Gallagher! >> urlò, lanciando la lattina di birra contro la rete metallica.
Il liquido giallo e schiumoso schizzò contro il cassonetto dell'immondizia.

<< Sei sempre tu il problema! Nessuno ha mai... I-io... Tu hai detto... Vaffanculo, Gallagher, vaffanculo! >>

Ian non l'aveva mai visto perdere il controllo in quel modo. Lasciò che si sfogasse e che gli urlasse contro mentre qualcosa montava dentro di lui.

<< Perchè l'hai detto? Perchè l'hai dovuto dire? >> sbottò ancora Mickey, con il respiro affannato e rotto.

<< Perché è vero! E lo so che non te ne frega niente, quindi sai una cosa? Vaffanculo tu, e i tuoi silenzi, e le tue dannate paure! >> urlò l'altro di rimando. Non si era accorto di star tremando.
Non aveva avuto intenzione di dire quelle cose, ma qualcosa era divampato nel suo petto come un incendio e ancora una volta aveva perso il controllo.
Mickey gli faceva sempre perdere il controllo.

Ora era certo che il moro gli avrebbe mollato un pugno. Probabilmente allo stomaco.


E infatti Mickey si avventò contro Ian afferrandogli la giacca per strattonarlo in avanti, quindi gli aggredì la bocca con la sua.

Ian impiegò diversi secondi a capirlo: Mickey lo stava baciando.


E non era uno di quei baci pre-sesso. Era un bacio vero, fine soltanto a sè stesso e a dimostrare che c'era molto di più tra di loro che semplice sesso. Mickey l'aveva baciato così solo un paio di volte, di cui la prima sul furgone quando stavano derubando la casa del padre di Jimmy. Ma mai, mai prima di allora l'aveva baciato con quell'intensità, con quella passione e con quella
disperazione.
Era come se in quel bacio ci stesse mettendo tutto.
La confusione, la rabbia, l'incapacità di essere quello che avrebbe voluto essere per Ian e per sè stesso, tutto quello che provava e che voleva provare. 
Forse Ian era talmente frastornato da tutto quanto che se lo immaginò, ma mentre si allontanavano di pochi centimetri per riprendere fiato udì un basso e mormorato "dillo di nuovo, Gallagher":

<< Ti amo. >> ripetè per la seconda volta in quella settimana, non sapendo assolutamente cosa aspettarsi.

Quando le labbra di Mickey tornarono a infrangersi contro le sue non potè non sorridere.
Probabilmente Mickey non era ancora pronto a dirlo, ma sicuramente lo stava dimostrando.

   
 
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