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Autore: xyoumakemesing    09/02/2014    4 recensioni
Zayn punta un dito accusatore contro Louis e alza le sopracciglia come a dire questa è una stupida, stupida idea; prega che non succeda niente a Niall altrimenti ti butterò giù da un dirupo alla prima occasione e ti lascerò lì a morire assiderato o a farti sbranare dai lupi o entrambe le cose insieme.
Le sopracciglia di Zayn sono molto espressive, sì.
Harry/Louis, Zayn/Niall | Vagamente ispirato al film d'animazione Frozen - Il Regno di Ghiaccio.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Louis fissa con aria assorta, attraverso il suo boccale di birra calda, il mento poggiato sulle mani intrecciate tra loro, il fuoco che scoppietta allegramente nel camino dell'umile taverna di Liam. Muove distrattamente le sopracciglia, mugugnando qualcosa a bocca chiusa, la sciarpa di lana grezza che sua madre gli ha cucito ai ferri gli copre quasi metà faccia. Fa freddo, fa freddissimo – Louis sente le dita dei piedi intirizzirsi dentro i suoi scarponi da neve ed il suo naso è a tanto così dal cadere sulle assi del pavimento. E' stufo di tutto questo gelo, della neve che imbianca ogni cosa che lo circonda, delle bufere che si scatenano un giorno sì e l'altro pure.
Vuole l'Estate, il suo corpo ha bisogno dell'Estate, la sua pelle anela fastidiosamente il calore del Sole, dei picnic sui prati straripanti di fiori colorati, delle risate dei bambini che giocano intorno alla fontana centrale della piazza, persino degli insetti che gli ronzano intorno quando dorme beatamente sotto l'ombra di un albero. Louis, e con lui il suo Villaggio, non vede l'Estate da tre anni.
Da quando, qualche tempo dopo la morte del Re e della Regina, il giovane Principe ereditario ha raggiunto la maggiore età e, con essa, il trono. Nessun suddito sapeva niente della maledizione fino ad allora. Louis non è davvero sicuro di cosa sia capitato, era a lavoro nelle ghiacciaie quel giorno, ma dalle voci che ha ascoltato in giro pare che alla sorella del Re, la vecchia megera che vive in un antro stregato ai confini del regno, non sia affatto piaciuto che un fanciullo che, a suo dire, puzza ancora di latte le abbia sgraffignato da sotto il naso il suo trono. E' bastato un attimo, il secondo che il Vescovo ha posato la corona di rubini sul capo del giovane, tutto intorno a loro è diventato ghiaccio. Ogni cosa, ogni persona, che il Principe appena sfiorava veniva gelata immediatamente. E' scappato, poi, spinto dal senso di colpa e dalla vergogna, verso le montagne del Nord senza più farsi vivo.
Louis sa che non è davvero colpa sua, ma non può fare a meno di odiarlo un po' per essersi arreso alla prima difficoltà e aver abbandonato il suo Regno proprio nel momento del bisogno. Avrebbe potuto trovare un modo per infrangere la maledizione, dopotutto, e riportare l'Estate al Villaggio: Louis ne ha bisogno, la sua famiglia ne ha bisogno, tutti ne hanno bisogno.
Qualcuno sposta via il suo boccale vuoto, Louis sbatte un paio di volte le palpebre, mettendo a fuoco lo scaffale pieno di liquori davanti a lui, costringendosi a tornare al presente. Solleva il volto, incrociando lo sguardo annoiato di Zayn e le sue sopracciglia spesse e scure che hanno più espressività di tutte le sopracciglia del mondo messe insieme, “Non dormire nella mia locanda” lo rimbecca apatico, lavando velocemente il boccale, “Fai cattiva pubblicità.”
Louis rotea gli occhi. “La locanda è vuota. E non è tua. E' di Liam.”
E' il turno di Zayn di roteare gli occhi, questa volta. “Non l'avrebbe mai aperta senza il mio supporto morale, quindi è anche mia.” Gli risponde, accigliandosi. “Comunque, cosa ci fai qui? Sono le tre del pomeriggio, non dovresti essere a lavoro?”
Già, Louis dovrebbe essere a lavoro... se solo ci fosse un lavoro, almeno. Storce il naso, incrociando le braccia sul bancone e seppellendoci dentro la testa. “Io vendo ghiaccio, Zayn” grugnisce, “Come faccio a vendere ghiaccio se tutto quello che ci circonda è ghiaccio e la gente può procurarselo completamente gratis?”
Zayn non parla per qualche minuto, afferra uno straccio da sotto il bancone e comincia ad asciugare il boccale. “Liam compra il ghiaccio da te” dice infine, come se questo possa in qualche modo farlo sentire meglio.
Louis sospira, alza il viso e “Lo so, ma mia madre e le mie sorelle dipendono da me. E non –” si stringe nelle spalle, guardando un punto indefinito alle spalle del suo migliore amico, una ruga ad increspargli la pelle tra le sopracciglia. Lascia cadere la frase a metà perché Zayn sa tutto sulla situazione economica della sua famiglia e Louis preferisce davvero non parlarne ancora.
“Sono stufo di questo perenne Inverno.” Borbotta tra sé. Zayn esala un verso comprensivo. “Vorrei poter cambiare la situazione, vorrei poter andare dal Principe e –” Louis sgrana gli occhi, bloccandosi a metà. Dopo qualche secondo sbatte un pugno sul bancone, facendo sussultare Zayn che gli rivolge un'occhiataccia. “Ma certo!” Esclama con impeto, alzandosi di colpo in piedi e facendo rotolare indietro lo sgabello a tre gambe su cui era seduto. “Andrò dal Principe! Gli parlerò e lo convincerò a trovare un modo per spezzare la maledizione!”
Zayn alza un sopracciglio, giudicandolo in silenzio. Louis conosce ormai Zayn da così tanto tempo che riesce a sentire a pelle quando il suo migliore amico pensa che lui sia un cretino. Solitamente le lunghe, torve e poco concilianti occhiate di Zayn bastano a distoglierlo dalle sue stolte idee ma questa volta Louis sa che andare dal Principe è la cosa giusta da fare.
“Non hai ancora cambiato idea, vero?” Sospira Zayn, passando lo straccio sul bancone. Louis scuote energicamente la testa. Il moro alza gli occhi al soffitto, imprecando a bassa voce. “Sai che il Principe si è rifugiato nelle montagne del Nord? Come ci arriverai lì?”
Louis batte insieme le mani coperte dai guanti di lana – come una foca particolarmente ritardata, se Zayn deve essere sincero – e sorride come un maniaco. “Con la mia slitta! L'ho appena verniciata!”
“Non puoi andare lì da solo, ci sono i lupi.” E' la risposta ragionevole che gli fornisce il moro, allora, tentando di non appoggiarlo in questa sua folle idea.
Il sorriso di Louis si allarga ancora di più, adesso è leggermente inquietante. Si sporge in avanti, afferra il suo migliore amico per le spalle e comincia a scuoterlo.
“Ed è per questo che tu verrai con me!” Esclama allegramente, avendo già chiaramente programmato tutto. Zayn, per tutta risposta, aggrotta la fronte, se lo scrolla bruscamente di dosso e “Non ci penso nemmeno!” risponde con il tono di chi non vuol sentire ragioni, tornando poi a lucidare il bancone.
“Perché?!” Louis pesta un piede a terra e s'imbroncia, sporgendo il labbro inferiore, come un bambino petulante. “Pensa se dovessimo riuscirci, diventeremo gli eroi del Villaggio!”
Zayn fa segno di no con la testa. “Devo aiutare Liam alla locanda,” spiega, un po' esasperato “e poi non posso lasciare Niall da solo.”
Il viso di Louis si illumina come uno degli alberelli di Natale che la gente del Villaggio sistema nella piazza principale a Dicembre. “Porta anche lui! Niall ama le avventure!” Propone con slancio.
“Niall non andrà da nessuna parte,” borbotta Zayn, vagamente esasperato, strofinando più energicamente il bancone. Louis teme per un attimo che, insieme allo sporco, scrosti via pure la vernice. “Ci sono i lupi lì fuori. E la neve, tantissima neve.”
“Appunto!” Louis risponde con voce acuta, allargando le braccia perché è proprio questo il punto. “Siamo a Maggio, Zayn. E' tutto sbagliato! La neve dovrebbe sciogliersi e invece no, e io sono stufo marcio!”
Ma il moro è irremovibile, non tentenna nemmeno per un soffio: non accompagnerà Louis nella sua eroica (o suicida, dipende dai punti di vista) missione. O almeno, finché dentro la locanda arriva Niall che, col volto pieno di fuliggine, i capelli biondi scompigliati dal vento, il suo scopino e tutti gli altri attrezzi del mestiere attaccati con una cinghia alla schiena, imbacuccato stretto nel suo cappotto rattoppato, saluta i pochi presenti con un allegro “Heilà!”, poggiando i gomiti sul bancone e sporgendosi in avanti per baciare Zayn sulla bocca. Il moro sorride sognante per qualche secondo, accarezzandogli le guance sporche con le punta delle dita, prima di riscuotersi e preparargli qualcosa di caldo – Louis si sente decisamente di troppo, si domanda se esista qualche tipo di pulsante che può pigiare per fare aprire il terreno sotto ai suoi piedi e scivolarci dentro così che non debba rimanere lì ad assistere alle loro smancerie.
Comunque.
“Niall!” Esclama Louis, con tono vispo, passando un braccio intorno alle spalle del ragazzo che solleva gli occhi blu e gli sorride caloroso, come un cagnolino scodinzolante. “Che ne diresti di partecipare ad un'avventura insieme a me?” Domanda quindi, guadagnandosi uno sbuffo scocciato da parte di Zayn e un verso sorpreso – e decisamente interessato – da parte del biondo che annuisce subito, senza remore. “Sei anche tu stanco di questo perenne Inverno?”
Niall sembra pensarci su, “Be',” inizia, un po' incerto, “Io faccio lo spazzacamino e, sai, l'Inverno è l'unico periodo dell'anno che mi consente di lavorare. Ma mi manca l'Estate e anche i picnic che facevo insieme a Zayn.”
Louis reprime l'istinto di vomitare perché ew, che sdolcinatezza e batte una pacca sulla spalla di Niall, contento della sua risposta. “Già, l'Estate manca anche a me,” pondera portandosi drammaticamente l'altra mano al petto, “ed è proprio per questo che dobbiamo riportarla indietro!”
Niall solleva le sopracciglia chiare, incuriosito, afferrando la tazza di tè caldo che Zayn gli porge.
“Dobbiamo scovare il Principe ovunque sia nascosto e spezzare la maledizione.” Annuncia gravemente Louis, rubando la tazza dalle mani di Niall – beccandosi uno schiaffo da parte di Zayn perché entra in modalità mamma orsa quando si tratta del suo ragazzo – per bere un sorso di tè. Deglutisce il liquido bollente, beandosi del calore che invade la sua gola prima di “E' un po' amaro, dovresti metterci un altro po' di zucchero e anche mezzo limone” spiegare, restituendo la tazza di nuovo al biondo che la prende, come se non sia successo nulla, e comincia a bere.
Zayn scuote piano la testa e gli lancia un'occhiata di disapprovazione, Louis invece gli regala un sorriso tutto denti e zucchero. “Comunque!” Riprende poi, concentrandosi nuovamente su Niall. “L'unico problema è che non posso andare lì fuori sulle montagne da solo, capisci? Ho bisogno di un compagno d'avventura, agile come una lepre e coraggioso come un leone, che mi aiuti a riportare l'Estate al Villaggio. E chi meglio di te può ricoprire questo ruolo?”
Niall spalanca gli occhi, piacevolmente sorpreso che Louis abbia pensato proprio a lui, le dita chiuse intorno all'elsa della tazza marrone di ceramica che tiene a mezz'aria davanti alla sua bocca. Louis schiocca la lingua, muovendo entrambe le sopracciglia con fare eloquente. Zayn, dal suo posto dietro il bancone, grugnisce qualche parolaccia.
“Ma, vedi,” Riprende subito dopo, stringendo la spalla di Niall ed esibendo un'espressione sconsolata, “Zayn non vuole che tu mi accompagni e io non posso di certo farcela da solo.”
Il biondo aggrotta la fronte e si volta verso Zayn, una luce accusatoria negli occhi blu. Il moro sospira, roteando gli occhi. “Fa freddo fuori e ci sono i lupi” taglia corto, sventolando la mano in aria come se stia cercando di scacciare una mosca particolarmente fastidiosa (non che ce ne siano ancora in giro, di mosche, a meno che non vogliano diventare cubetti di ghiaccio volanti).
“Ma dobbiamo salvare il Villaggio!” Esclama Niall con furore, posa la tazza sul bancone e si balza in piedi, facendo cadere rovinosamente lo sgabello all'indietro. Zayn si schiaffa una mano in fronte e Louis riesce a sentirlo mormorare un oh no, l'ha convinto piuttosto scocciato.
Niall fa il giro del bancone, a passo di marcia, e si getta al collo di Zayn; “Diventeremo degli eroi, riporteremo l'Estate e potremo tornare a fare i nostri picnic sul prato! Tipregotipregotiprego!” lo implora, facendogli gli occhi dolci prima e riempiendogli la faccia di piccoli bacini rumorosi e umidi poi. Zayn tenta inutilmente di resistergli, spingendolo via e sbuffando sonoramente per esprimere tutto il suo disappunto. Però, quando Niall comincia a sussurrargli parole frettolose all'orecchio e, forse, promettendogli chissà quali favori sessuali, – ew, Louis non vuole davvero saperlo – Zayn cede. “Va bene, va bene!” Sospira esasperato, le guance colorate di un rosso tenue. Niall gli regala un sorriso enorme e un bacio sulla guancia prima di esibirsi in una piccola, goffa, danza della vittoria. Zayn punta un dito accusatore contro Louis e alza le sopracciglia come a dire questa è una stupida, stupida idea; prega che non succeda niente a Niall altrimenti ti butterò giù da un dirupo alla prima occasione e ti lascerò lì a morire assiderato o a farti sbranare dai lupi o entrambe le cose insieme.
Le sopracciglia di Zayn sono molto espressive, sì.
 
 
“Questa è davvero una pessima idea.”
Zayn sfrega energicamente le mani coperte dai guanti di lana sulle sue braccia, sbuffando e brontolando e standosene in disparte mentre Niall, seduto sul sedile anteriore della slitta insieme a Louis, cinguetta allegramente su questo e quello e quell'altro ancora, ignorandolo bellamente, troppo eccitato dalla loro impresa eroica per prestargli attenzione.
“Cosa dovremmo fare per spezzare la maledizione?” Chiede improvvisamente Louis, maneggiando abilmente le redini della sua slitta che scivola via a grande velocità sulla neve trainata da Sven, la sua renna. “Dobbiamo preparare un piano. E poi anche un altro, nel caso il primo non funzioni.”
“E anche un piano C, nel caso i primi due non funzionano!” Suggerisce vivacemente Niall, sporgendosi oltre la sbarra di legno della slitta per guardare il bianco sporco della neve ammucchiata sul terreno.
“Non sporgerti!” Gli ripete – per quella che è probabilmente la trentesima volta da quando si sono messi in viaggio – Zayn, accigliandosi severo; allunga una mano per afferrargli la stoffa dei pantaloni e lo tira giù di nuovo sul sedile. Niall si volta verso di lui e grugnisce qualcosa che somiglia vagamente a non sono un bambino idiota ma Zayn lo fulmina con uno sguardo truce prima di affondare contro lo schienale del sedile e tornare a crucciarsi in silenzio.
Louis, senza fare caso alla super-protettività di Zayn, stringe entrambe le redini in una mano mentre schiocca le dita dell'altra davanti agli occhi di Niall per catturare la sua attenzione. “Non distrarti,” lo rimbecca, “dobbiamo ideare un piano!”
Niall giocherella distrattamente con i pon-pon del suo berretto di lana, lo sguardo perso nel vuoto e una piccola ruga di concentrazione che increspa la pelle tra le sopracciglia chiare. “Nelle fiabe che mi leggevano in orfanotrofio,” comincia, un po' incerto, “tutte le maledizioni venivano spezzate dal bacio del vero amore.”
Louis schiocca la lingua, lanciandogli uno sguardo poco convinta. “Oh, buona fortuna allora” ribatte sarcastico, roteando gli occhi. “Il Principe congela qualunque cosa tocchi, chi accidenti vorrebbe baciarlo?”
Il biondo si stringe nelle spalle, insicuro. “A volte vale la pena congelarsi per qualcuno,” si morde il labbro inferiore e lancia un'occhiata alle sue spalle, sorridendo a Zayn che, con le braccia incrociate al petto, continua a brontolare a bassa voce. “Io mi congelerei per Zayn” conclude e solo allora il moro incrocia i suoi occhi e l'espressione torva che adombrava il suo volto si ammorbidisce subito, mentre un'improvvisa scintilla infiamma le sue viscere e milioni di farfalle svolazzano leggiadre dentro la sua cassa toracica.
Ci pensa Louis, ovviamente, ad interrompere il tenero idillio. Rotea gli occhi, emulando un conato di vomito, e “Se non tenessi così tanto alla mia pellaccia mi sarei già gettato giù da un dirupo pur di risparmiarmi le vostre disgustose effusioni.”
Niall e Zayn lo guardano con aria imbarazzata; il primo arrossisce sulle guance e si affretta a guardare diritto verso di sé, l'altro guarda Louis di traverso – uccidendolo con le sue sopracciglia fin troppo espressive – e torna ad imbronciarsi. 
“Comunque,” sospira Louis, agitando le redini per far andare più veloce la renna, “dobbiamo trovare un riparo per la notte, lontano dai lupi preferibilmente.”
“E finire di progettare il nostro piano!” Cinguetta eccitato Niall, le guance rossissime per il freddo. Zayn rotea gli occhi e “Iniziare a progettare il vostro piano, vorrai dire” commenta pungente.
Sia Niall che Louis lo ignorano bellamente – Zayn sbuffa, il fiato caldo che si condensa in piccole nuvolette di fumo, affondando poi il naso dentro la sua sciarpa.
 
 
Riescono a trovare una piccola cava, gelida e umida, dove poter passare la notte. Sono seduti in una sorta di semi-cerchio intorno ad un fuocherello provvisorio che oscilla e sembra quasi volersi spegnere ad ogni soffio di vento. Niall si è addormentato sulla spalla di Zayn, lasciando Louis ad affrontare da solo gli sguardi torvi e i brontolii sommessi del suddetto.
“Sei proprio di grandissima compagnia,” borbotta sarcastico, rigirandosi tra le dita un piccolo rametto secco con cui, di tanto in tanto, ravviva il fuoco. Zayn rotea gli occhi, tossendo contro il pugno chiuso. “Non capisco perché ti comporti in questo – ”
“Sai benissimo perché” lo interrompe brusco l'altro, scaldandosi le mani vicino al fuoco, lanciando una breve occhiata a Niall prima di tornare a guardare davanti a sé. Le fiamme si riflettono dentro i suoi occhi scuri, il viso illuminato per metà dal loro bagliore che crea un inquietante gioco di ombre che accentua il taglio dei suoi zigomi.
Louis annuisce, tamburella distrattamente gli indici sul rametto. “Dovresti smetterla di fargli da genitore” annuncia poi, dopo qualche attimo di silenzio interrotto soltanto dallo scoppiettare del fuoco. “So che non ne ha mai avuto uno, ma non è compito tuo.”
Zayn esala un respiro rumoroso, tira su col naso e si copre meglio la gola con la sciarpa. Apre la bocca per ribattere ma Niall si agita appena nel sonno, blaterando qualcosa di incomprensibile, e Zayn, l'espressione più tesa adesso, concentra immediatamente ogni sua attenzione su di lui. Niall si addormenta di nuovo, come se niente sia accaduto.
“Sei noioso,” insiste Louis, lanciando a Zayn un'occhiata esasperata. Sbadiglia rumorosamente e si strofina un occhio. “Non so come faccia Niall a sopportarti. Non puoi controllare sempre ogni sua mossa.”
“Non controllo ogni sua mossa,” protesta Zayn, difensivo. Louis alza un sopracciglio, sì certo. “Sai com'è fatto Niall,” riprende il ragazzo, ignorando volutamente la sua espressione falsamente condiscendente. “E' esuberante ed ingenuo, si caccia sempre nei guai. Lo faccio per il suo bene.”
Louis scoppia in una risata isterica, sarcastica e senza alcuna traccia di allegria. “Lo fai per il tuo bene!”
Zayn spalanca gli occhi scuri, un po' sorpreso da quella insinuazione. “Questo non è assolutamente – ” cerca prontamente di rispondere ma Louis si alza improvvisamente da terra, sventolando la mano in aria e “Non m'importa. Continua a mentire a te stesso e spera che Niall non si stanchi di averti intorno” liquidarlo, il tono rude, mentre si allontana per andare ad abbeverare Sven.
Zayn grugnisce infastidito, abbassando lo sguardo sul fuoco. Sente le dita di Niall stringersi intorno al tessuto della giacca, la punta gelata del suo naso strofinare contro la sua guancia e un “Non mi stancherei mai di averti intorno” strascicato e pieno di sonno sussurrato vicino all'orecchio.
 
 
Mettono a punto un piano. Più o meno.
Be', non esattamente. Ma Louis è bravo ad improvvisare. Molto bravo. Davvero molto bravo. Ha vissuto gli ultimi ventidue anni della sua vita improvvisando, quindi non dovrebbe essere molto difficile.
Andranno a prendere il Principe ovunque si sia nascosto e poi dritti dalla vecchia megera, la costringeranno a spezzare l'incantesimo e poi blablabla vissero tutti felici e contenti. Geniale, no? E' un po' difficile arrivare alla Montagna del Nord – i sentieri impervi, i lupi affamati e il freddo gelido rallentano la loro corsa, soprattutto quando, raggiunta una ripida parete rocciosa, sono obbligati a lasciare la slitta e Sven indietro e arrampicarsi – Niall, grazie al suo lavoro da spazzacamino e al suo corpo agile e snello, è ovviamente più veloce e abile a scalarla ma dopo mille grugniti, imprecazioni sulla madre di qualcuno, sforzi e scivolate, Louis e Zayn riescono ad arrivare in cima. “Oh, accidenti!” E' quello che sussurra il biondo, stupito, quando, dopo aver afferrato Zayn per un braccio aiutandolo a tirarsi su dal mucchio di neve dove si era lasciato cadere dopo l'estenuante arrampicata, nota un enorme – maestoso – castello di ghiaccio stagliarsi davanti a lui.
E' posizionato sulla pendice di un'altra montagna; le pareti ghiacciate riflettono i deboli raggi del Sole invernale, creando uno scintillio diffuso, come tante piccole pietre preziose. Un'ampia rampa di scale, munita di corrimano in entrambi i lati, conduce ad un portone a doppia anta che ha un grosso cristallo di neve inciso sopra. 
Niall sospira forte, una mano posata sul cuore, gli occhi grandi come biglie.
“E' tutto ghiaccio!” Prorompe Louis, meravigliato, voltandosi di scatto verso i suoi compagni. “Ghiaccio, capite? Il ghiaccio è la mia vita! Io l'ho sempre venduto e invece avrei potuto farci un castello del genere!”
Zayn alza le sopracciglia e fissa Louis come se fosse stupido, “Non riusciresti mai a costruire un castello di ghiaccio. E anche se ci riuscissi, moriresti di freddo” commenta, con voce monotona, perché ovviamente lui non può frenarsi dal giudicare l'intelligenza della gente. Maleducato.
Louis, tuttavia, decide di ignorarlo – perché è un eroe (be', quasi) e deve salvare il Villaggio e non ha davvero tempo per discutere con lui. Si stringe nel mantello da viaggio e, arrancando e affondando sulla neve, si dirige verso il castello. Niall gli corre dietro, rischiando persino di scivolare una o due volte se Zayn non lo avesse tenuto stretto per la vita.
“Se non dovessi più uscire da questo castello,” inizia Louis drammaticamente, una volta superati i gradini di ghiaccio e aver raggiunto il portone, poggiando le sue mani sulle spalle di Niall, “dovrai portare a termine tu quest'impresa eroica. Promettimi che verrò ricordato come un eroe e che tutti al Villaggio sapranno fino a dove mi sono spinto per salvarli, dì loro di proteggere la mia famiglia e di costruire una statua di oro massiccio in mia memoria e – ahi!
Si volta verso Zayn con la fronte aggrottata e un broncio accusatore, massaggiandosi la nuca. “Cosa ho fatto adesso?” borbotta, offeso.
“Smetti di fare l'egocentrico e bussa a quella porta.”
Louis spinge il petto in fuori, lancia un'ultima occhiataccia a Zayn e poi si volta, alzando il braccio e avvicinando la mano chiusa a pugno alla superficie lucida e levigata della porta.
Esita un po', un secondo o due, prima di bussare; è un po' terrificante pensare che il Principe possa trasformarlo in un gelato con un solo tocco, e non è che Louis abbia paura e ci stia ripensando ma, ecco – sente Niall sussurrare pianissimo a Zayn un confuso perché non sta bussando, ha dimenticato come si fa?, quindi si schiarisce la gola (anche se non è davvero necessario) e raddrizza le spalle, battendo due colpi contro il portone che, come per magia, si spalanca da solo sotto gli occhi di tutti.
La stanza che accoglie Louis è a pianta esagonale, con una grandissima fontana ghiacciata al centro e due rampe di scale curve ai lati, i corrimani decorati da intricati motivi floreali, che conducono ad una piattaforma, posizionata al lato opposto rispetto all'ingresso, che ospita una terza, più piccola, scalinata che porta a quella che sembra un'altra ala del castello. Ed è tutto, proprio tutto, anche il più piccolo e misero dettaglio, fatto di ghiaccio.
Louis lancia una veloce occhiata a Zayn e Niall da dietro la sua spalla prima di entrare dentro il castello. Si guarda un po' intorno, girando su se stesso, incapace di raccapezzarsi su come un posto del genere possa esistere sul serio, perlustrando in lungo e in largo la stanza. Un brivido di freddo gli percorre la colonna vertebrale e il suo fiato si condensa in piccole nuvolette di fumo ad ogni respiro.
“Chi siete?” Domanda una voce sconosciuta, proveniente da qualche parte sopra la sua testa. Louis sussulta, sollevando gli occhi al soffitto e inclinando il capo all'indietro. C'è un ragazzo fermo sugli ultimi gradini di una delle due rampe che circondano i lati della stanza; ha addosso un mantello di velluto blu e pelliccia bianca, uno di quelli per gente ricca e nobile, attaccato al collo da una spilla d'oro, una camicia bianca, sicuramente anch'essa di stoffa pregiata, sbottonata fino al petto, e dei pantaloni neri infilati dentro degli stivali di cuoio che gli arrivano al ginocchio. Ha una massa disordinata di capelli ondulati, color cioccolato, che gli incorniciano il viso pallido come una sorta di aureola, e le mani nascoste dietro la schiena.
Louis sbatte le palpebre, la bocca spalancata. Oh, be', wow. Perché nessuno gli ha mai detto che il Principe fosse così bello? Curva gli angoli della bocca in un sorrisino sfacciato e si esibisce in un profondo inchino. “Louis Tomlinson, mio signore” Risponde, con fin troppa reverenza, raddrizzandosi dopo qualche attimo. Il Principe non si muove di un passo, ma continua a guardarlo con occhi grandi. “Permettetemi di complimentarvi con voi per – ” Louis agita le mani in aria, “ – per l'arredamento. Gelidamente perfetto, se devo essere onesto. Allora, ha qualche snack da offrirmi? Sapete, i miei amici ed io abbiamo viaggiato a –”
Il Principe scende a passi lenti due gradini, “Dovete andarvene adesso” lo interrompe urgente, con voce bassa, un po' roca, morbida e dolce come un gelato al cioccolato in una calda giornata estiva che si scioglie sulle dita mentre ti affretti a leccarlo via. “E' pericoloso stare vicino a me, potrei inavvertitamente toccarvi e trasformarvi in una statua di ghiaccio!”
“Be',” Louis schiocca la lingua e gli fa un occhiolino insolente. “Non mi dispiacerebbe essere toccato da voi” sorride a bocca larga, arcuando un sopracciglio. Il Principe arrossisce violentemente e, Louis deve ammetterlo, le sue guance color porpora creano un delizioso contrasto con il pallore della sua pelle.
“Dovete – dovete andarvene, davvero! Come – come siete arrivato qui?” domanda il Principe, chiaramente imbarazzato. Louis alza le spalle.
“Per mezzo della mia slitta o, se preferite, del destino. Ma che importa!” replica con un gesto vago della mano. “Comunque. Io e i miei amici siamo venuti per salvare il Regno. Non so se l'abbiate notato, ma avete accidentalmente congelato un po' di cose ed è Inverno ormai da anni.”
Il Principe si porta una mano davanti alla bocca, sconvolto, e sbarra gli occhi. Stringe forte le dita dell'altra mano intorno il tessuto della sua camicia bianca, stropicciandola. “State – state bene? Qualcuno si è fatto male?” chiede in fretta, una punta di panico nella voce. Louis si stringe nelle spalle, storcendo un po' la bocca.
“A parte il sedere di qualche sfortunato scivolato sulla neve, nessuno si è fatto male. Ma ci manca l'Estate, mio Signore. Molte persone non possono lavorare in queste condizioni,” fa una piccola pausa, grattandosi il ponte del naso con un dito, “tipo me” conclude, con un lieve sospiro.
“Mi dispiace,” è quello che mormora il Principe, abbassando mortificato lo sguardo, il labbro inferiore che gli trema. “E' tutta colpa mia, mi dispiace. Pensavo che se fossi rimasto isolato da tutti – ”
Un piccolo singhiozzo interrompe le sue parole, sfuggendo al controllo della sua bocca. Il Principe si copre immediatamente gli occhi con un braccio per nascondere le sue lacrime. Louis sente il cuore stringersi dentro la sua cassa toracica. “Non è colpa vostra,” cerca di consolarlo, facendo un passo in avanti. “Noi possiamo aiutarvi. Io e i miei amici possiamo sconfiggere chi vi ha lanciato questa maledizione!”
Il Principe scuote la testa, tirando su col naso e inalando un respiro brusco. Ha le labbra arricciate in un broncio, le punte dei piedi storte verso l'interno. “Impossibile,” dichiara, “zia Drusilla non spezzerà mai la maledizione. Vuole vendicarsi perché non è stata lei ad ereditare il Trono.”
Louis spinge gli angoli della bocca all'insù. “Be',” commenta con aria di sfida, “lo vedremo.”
 
 
Gli occhi del Principe sono verdi come il colore del prato appena tagliato in un caldo pomeriggio d'Estate e Louis vorrebbe rotolarci sopra fino a macchiarsi d'erba i pantaloni e ritrovarsi fuscelli tra i capelli. A Louis manca terribilmente l'Estate. 
E' stato un po' difficile convincerlo ad abbandonare il suo castello-ghiacciolo e ad unirsi a loro ma di certo non impossibile, Louis è davvero molto bravo a convincere le persone dopotutto.
“Mi dispiace per i tuoi guanti,” il Principe affianca Louis lanciando un'occhiata alle sue mani nude e arrossate dal freddo, le nocche appena screpolate. Louis alza le spalle, con noncuranza, come se non stesse davvero morendo dal freddo e le sue mani non fossero sul punto di cadergli dalle braccia. Cedere i suoi guanti di lana al Principe è stata un'idea di Zayn; una precauzione, per evitare qualsiasi contatto diretto con la sua pelle, aveva detto, non possiamo rischiare di rimanere congelati. Il perché Zayn non abbia dato al Principe i suoi guanti piuttosto che quelli di Louis, è un mistero – anzi no, probabilmente una forma di punizione per averlo trascinato in quell'impresa. Ma Louis è un duro, ha venduto ghiaccio per tutta la vita, il freddo non gli ha mai dato fastidio – più o meno.
“Non è un problema, mio Signore.”
“Puoi chiamarmi Harry” continua il Principe, con un sorriso timido sulle labbra. Tiene lo sguardo incollato sulle punte sporche di neve dei suoi stivali, i ricci che ondeggiano ad ogni soffio di vento. Louis lo guarda con la coda dell'occhio, studiando per qualche attimo il suo profilo. Harry affonda i denti sul suo labbro inferiore, mentre una fossetta salta fuori da chissà dove e spacca a metà la sua guancia. Sta sorridendo. E' davvero, davvero bello quando sorride e a Louis non dispiacerebbe vederlo sorridere tutto il tempo.
“Non parlo con qualcuno da tantissimo tempo,” Harry si torce un po' le mani, la fronte aggrottata, la sua voce che trema un po' per la tristezza. Louis muove la testa per guardarlo meglio, costringendosi ad impedire di allungare la mano per battergli una pacca consolatoria sulla spalla.
“Allora sei capitato con le persone giuste. Niall,” indica con un cenno del capo il biondo che, alle loro spalle, si muove a fatica sulla neve aggrappandosi come un polipo al braccio di Zayn, “è un vero chiacchierone. Non sta zitto nemmeno un secondo, probabilmente solo quando dorme. Ma una volta l'ho sentito parlare nel sonno quindi non ne sono così sicuro. Poi c'è Zayn, è meglio non parlare con lui. Ci sono buone probabilità che non ti stia a sentire e, invece, se lo fa, ti risponda solo con dei grugniti.”
Il Principe strizza gli occhi e scoppia in una rumorosa risata simile ad un latrato; sbarra gli occhi, poi, arrossendo furiosamente, preoccupandosi subito di premere entrambe le mani contro le sue labbra. Lancia a Louis uno sguardo scandalizzato, come se non possa credere che un suono simile sia sul serio uscito dalla sua regale bocca. “Io – mi dispiace – non so cosa mi sia preso – ” farfuglia, scuotendo la testa e facendo ballonzolare i ricci davanti ai suoi occhi.
Louis gli sorride divertito, stringe le braccia al petto e nasconde le mani sotto le ascelle per tenerle al caldo. “Non preoccuparti, non è che non ci sia abituato, dovresti davvero sentire le risate sguaiate di Niall quando si ubriaca.” Non è sicuro che le sue parole siano molto rassicuranti, ma Harry arriccia il naso come un coniglietto e poi sospira sollevato, ridacchiando piano, quindi va bene.
Trascorrono qualche minuto in silenzio, spezzato soltanto dal forte ululare del vento e dal suono umido che fanno le loro caviglie quando affondano dentro il manto di neve. E' difficile camminare con la neve che intorpidisce i muscoli e rallenta ogni movimento; con il vento gelido che sferza le guance e scortica le labbra, facendole persino sanguinare.
Ma Louis ci è abituato; il ghiaccio, il freddo, è praticamente la sua vita.
“Come vanno le cose al Villaggio? Mi manca davvero tanto!” Harry è il primo a parlare. Guarda Louis attraverso le sue ciglia scure e gli sorride, luminoso e vivace, come se l'Estate fosse davvero arrivata in anticipo.
“Non molto bene,” a Louis dispiace un po' vedere scomparire ogni traccia d'entusiasmo dai lineamenti del Principe. “L'Inverno non ci ha solo tolto il lavoro. Questo clima ha fatto ammalare tantissime persone ed è difficile per il nostro vecchio farmacista raggiungere la Città per fare scorta di medicine. C'è sempre Jade e le sue erbe magiche ma non basta, non sono molte le piante che crescono in mezzo alla neve. Mi dispiace.”
“E' tutta colpa mia,” Harry sussurra, abbassando la testa e deglutendo il suo groppo in gola.
“Hey, hey, sistemeremo questa faccenda” Interviene Louis, esibendo il suo miglior sorriso. “Dovresti coprirti, comunque,” continua, indicando con un cenno del capo la camicia aperta del Principe e soffermandosi – forse un po' più del necessario, okay – sulle deliziose linee del suo petto tonico, delle sue costole. “Non senti freddo?”
Harry lancia una veloce occhiata al suo petto scoperto e stende le labbra in un sorriso tirato. “Non riesco a sentirlo, il freddo. C'è una tempesta di neve dentro di me.”
 
 
 
“Perché la Strega ha deciso di lanciarti una maledizione?”
Niall parla con la bocca piena di marshmallow arrostiti, rigirandosi tra le dita il bastoncino di legno bruciacchiato dove erano infilzati prima che lui li divorasse. 
Hanno, fortunatamente, trovato riparo in un'altra grotta, accendendo un fuoco. Non è molto grande, ma è pur sempre qualcosa. Harry è rannicchiato in un angolo, lontano da tutti, le ginocchia contro il petto; mangia con movimenti misurati ed eleganti – da vero Principe -, arricciando un po' il naso, disgustato, quando Niall apre la bocca mostrando il cibo mezzo masticato al suo interno. Louis si copre la bocca con il palmo della mano per soffocare una piccola risata. Zayn, invece, guarda il biondo con aria adorante. Come sempre.
Il Principe mastica con lentezza e, ovviamente dopo aver deglutito, “Zia Drusilla voleva il Trono. Ma le nostre leggi non prevedono che discendenti di sesso femminile governino il Regno. Si è arrabbiata e, be', sapete come è andata a finire” dice, con una semplice scrollata di spalle.
“Non ti sentivi solo in quel castello?” Chiede ancora Niall, gli occhioni azzurri e scintillanti di apprensione. Zayn si agita intorno a lui, come una mamma chioccia, stringendogli meglio la sciarpa intorno al collo, raccomandandogli di mettersi più vicino al fuoco ma non troppo o rischi di bruciarti, tesoro.
Harry li studia per un po', apparentemente sovrappensiero, i lineamenti del suo viso che si adombrano un po', diventano più tristi. Louis non riesce nemmeno ad immaginare cosa voglia dire essere costretti a vivere in solitudine, isolato da qualsiasi contatto umano. Lui probabilmente impazzirebbe. Quindi, prende un respiro, si alza dal suo posto vicino al fuoco per poi sedersi accanto al Principe. Harry alza la testa, le sue guance si colorano di un rosa tenue quando Louis gli sorride.
“Non credo di essermi mai sentito così solo in vita mia,” risponde flebilmente, dopo un po', voltandosi verso Niall che annuisce mestamente, stretto tra le braccia di Zayn, riservandogli un'occhiata dispiaciuta.
“Adesso ci siamo noi,” Louis ribatte, lancia in aria un marshmallow, inclina leggermente il capo all'indietro e lo cattura con la sua bocca. “Non sarai più solo.”
Niall annuisce vigorosamente, entusiasta. Sguscia via dalla presa di Zayn e, sollevando il pugno come se stesse guidando un battaglione, urla un allegro “Siamo i tuoi nuovi amici!” che rimbomba per tutte le pareti rocciose della grotta. Il Principe risponde loro con un sorriso che potrebbe essere il più luminoso che Louis gli abbia mai visto fare. Non che lui stia tenendo il conto, ovviamente.
 
 
 
 
E' contro un branco di lupi che Louis vede, per la prima volta, Harry usare i suoi poteri. Sono in cammino da tutto il giorno, con la neve quasi alta fino al collo, la bufera che non dà segni di volersi arrendere e nessuna rifugio all'orizzonte dove potersi riparare e accedere un fuoco.
Sono stremati, infreddoliti – be', eccetto Harry – e deboli e non dell'umore adatto per fronteggiare dei lupi affamati che ringhiano arrabbiati nella loro direzione, scoprendo i canini e sbarrandogli la strada. Zayn si lancia di fronte Niall, proteggendolo con il suo corpo; Louis raccoglie un ramo da terra e lo brandisce davanti a sé come se stia impugnando una sciabola. Harry, invece, si limita a sfilarsi via un guanto e, senza alcuno sforzo, alzare un braccio, lanciando decine di stallatiti aguzze e scintillanti che vanno a conficcarsi sul terreno, mettendo in fuga il branco.
Louis spalanca la bocca e sgrana gli occhi, sotto shock. E' terrificante e affascinante allo stesso tempo. E' micidiale. Harry è micidiale. Come la neve, pura e bianca, bellissima, che può travolgerti e ucciderti in qualsiasi momento.
Tutto d'un tratto, è il “Caspita, che cosa forte!” di Niall, che fa capolino dalla spalla di Zayn, a spezzare la bolla fatta di turbamento e silenzio che è calata sopra le loro teste dopo la dipartita degli animali selvatici. Harry si volta verso di loro con un sorriso imbarazzato sulle labbra, le fossette in bella vista a risaltarlo. Si passa una mano tra i capelli ondulati e si rimette il guanto.
Improvvisamente la pericolosità di Harry è lì, sotto il naso di tutti, solo in quel momento Louis riesce a percepirla. Il Principe ha sempre emanato – non che si conoscano da molto, comunque - un alone di gentilezza, armonia, vulnerabilità; non che Louis non fosse al corrente della pericolosità dei suoi poteri prima, ma adesso è strano, adesso ne ha la prova. E' come un cerbiatto che si è trasformato in un leone proprio davanti ai suoi occhi.
Zayn si schiarisce la voce, un po' a disagio, e “Um. Credo che dovremmo sbrigarci a trovare un riparo” dichiara, poi, osservando il cielo imbrunire. Prende la mano di Niall ed entrambi ricominciano a camminare mentre Louis ed Harry rimangono indietro, impalati sulla neve, senza guardarsi.
“Spero di non averti spaventato” mormora flebilmente il Principe, gli occhi bassi, le mani raccolte contro il petto. E' ritornato un cerbiatto, ogni traccia di feracità improvvisamente sparita.
Louis scuote la testa. “Non sono spaventato” è la sua immediata risposta, accompagnata da una piccola alzata di spalle. “E' solo che – è strano. Non mi aspettavo – be', so che puoi congelare qualsiasi cosa ma...” s'interrompe, le sue parole si perdono nella bufera, incapace di andare avanti.
“Non voglio che tu abbia paura di me. So che non riesco a controllare i miei poteri e che è a causa mia se il Villaggio è in difficoltà ma sei la prima persona con cui ho parlato da quando è iniziato tutto questo e – ” Harry fa una pausa; sbatte le palpebre, la punta di uno stivale che traccia forme circolari sulla neve. “Sicuro di non essere spaventato?” gli domanda, speranzoso.
Louis annuisce. “Non lo sono, davvero” lo tranquillizza.
Il sorriso ampio, tutto denti e fossette, che gli rivolge Harry è così bello che Louis vorrebbe correre da una parte all'altra e urlare al vento avete visto, sono stato io a farlo sorridere così, sono stato io!
 
 
Louis osserva Harry intrattenere Niall spruzzando piccoli cristalli di ghiaccio dal suo indice, facendo ridere e gongolare il biondo che tira fuori la lingua, cercando di catturarli. Zayn è seduto accanto a Louis, le gambe spalancate e distese in avanti, la testa inclinata all'indietro contro la parete rocciosa, i palmi delle mani premuti sulle sue cosce e le palpebre pesanti e cariche di sonno. Il fuoco illumina i loro visi stanchi e pallidi mentre, fuori, la bufera canta parole incomprensibili alle loro orecchie, i lupi ululano in lontananza e il buio li intrappola.
 
 
Harry è sempre, sempre, vicino a Louis. Lo aspetta quando rimane indietro e arranca a fatica sulla neve; prende posto vicino a lui quando si accomodano tutti intorno al fuoco; lo difende quando Zayn brontola e lo maledice in tutte le lingue del mondo per averlo convinto ad intraprendere questo stressante viaggio; lo guarda di sottecchi quando pensa che Louis sia troppo distratto per accorgersene – Louis non lo è nella maggior parte dei casi, ed è davvero divertente vedere Harry arrossire quando viene colto con le mani nel sacco.
A volte rimane in silenzio, limitandosi a lanciargli di tanto in tanto veloci occhiate, altre invece gli racconta della sua vita solitaria al castello, di sua sorella Gemma che non vede ormai da anni, sposata con un Re delle Isole del Sud, di quanto gli manchino i suoi genitori, di quanto gli manchi un abbraccio.
“Ti abbraccerei se non rischiassi di morire congelato” gli risponde Louis, allora. Gli occhi di Harry diventano tristi e lucidi, mastica il labbro inferiore tra i denti e annuisce comprensivo.
“Hey, hey, niente facce lunghe” Louis vorrebbe far scivolare le dita sulla nuca di Harry e giocherellare con i piccoli ricci che stanno alla base ma, be', non può per ovvi motivi. Quindi, cercando di risollevargli in qualche modo il morale, prende un mucchietto di neve e glielo lancia addosso, centrando in pieno il suo viso, alcuni fiocchi si attaccano alle sue ciglia scure, altri invece cadono lungo la linea definita della sua mascella. “Costringeremo quella stregaccia a spezzare l'incantesimo e poi potrai abbracciare chiunque tu voglia!”
Harry curva appena le labbra. “Pensi davvero che riusciremo a farle spezzare la maledizione?” domanda, incerto.
“Non ho fatto tutta questa strada per poi tornare a casa con un fallimento tra le mani, Harold” commenta Louis, sarcastico, arricciando il naso. “Riusciremo a farle spezzare la maledizione. Ce la faremo. Ti fidi di me?”
Harry si morde l'interno di una guancia, timido; distoglie lo sguardo da Louis e, arrossendo, fa segno di sì con la testa, facendo smuovere i suoi ricci. Louis schiocca la lingua, compiaciuto.
“Abbraccerò te” sussurra il Principe, dopo qualche secondo di silenzio. “La prima persona che abbraccerò quando tutto sarà finito, sarai tu.”
Louis pensa che il calore che sente al centro del petto potrebbe essere così forte da sciogliere tutta la neve che li circonda.
 
 
 
Harry, ogni notte, sistema il proprio pagliericcio vicino – ma non troppo – a quello di Louis. Sistema le sue mani sotto una guancia, rannicchia le gambe contro il petto e rimane a guardarlo finché non si assopisce.
Ogni mattina, Louis si sveglia con il volto addormentato di Harry ad un palmo dal naso, il suo respiro placido e calmo a cullarlo. A volte fa accidentalmente scivolare gli occhi sulle sue labbra socchiuse e presta loro più attenzione di quanto strettamente necessario, ammirando la deliziosa sfumatura di rosso che possiedono e chiedendosi che sapore abbiano.
 
 
 
 
“Perché non hai mai cercato di spezzare l'incantesimo?” Louis beve un sorso d'acqua dalla borraccia in alluminio che tiene agganciata alla cintura. Si sono fermati un attimo, sull'argine di un fiume ghiacciato, per riposare. Zayn e Niall sono da qualche parte dietro di loro, Louis riesce a sentire i loro sussurri e gli schiocchi dei baci che si scambiano. Harry è, come al solito, al suo fianco.
Il Principe solleva leggermente le spalle. “Non avrei saputo come fare” spiega cupamente, lo sguardo perso sulle fronde innevate degli alberi. “E poi non pensavo di aver fatto questo disastro,” spalanca le braccia, indicando tutto e niente, “credevo, credevo che non sarei mancato a nessuno perché non sarei mai in grado di governare – ”
Le sopracciglia di Louis si inarcano. “Il tuo Regno ha bisogno di un Re, non di un Consiglio composto di vecchiacci avidi ed egoisti” obietta risentito. Harry abbassa le spalle e imbroncia appena la bocca, guardandolo con occhi grandi e pentiti, come quelli di un cagnolino rimproverato. “Non guardarmi così,” continua allora, piccato, mettendo via la borraccia. Harry abbassa lo sguardo, colpevole. Louis prende un sospiro. “Ascolta,” dice, con tono più morbido, “so che governare un intero Regno è difficile, ma imparerai a farlo. So che puoi farcela. E se a volte senti che non puoi, be', allora potrai contare su di me. E su Zayn e Niall, ovviamente. Ma ce la farai, e sai perché?”
Harry scuote la testa, in attesa.
“Perché io credo in te.” Sussurra Louis, curvando le labbra.
 
 
 
Harry arrossisce sempre quando Louis si ritrova a guardarlo. E' davvero adorabile.
Louis ha un po' il dubbio che non esista veramente, che sia piuttosto un personaggio delle fiabe, con gli animali della foresta che lo seguono in giro e gli uccellini che cinguettano al suo passaggio.
 
 
 
Non è difficile scovare il nascondiglio della strega. E' l'unico luogo non coperto di neve nel raggio di chilometri, sembra bloccato fuori dal tempo e dalle stagioni, dentro una bolla invisibile.
La caverna è circondata da alberi raggrinziti e senza foglie, con fitte ragnatele che pendono dall'ingresso e le pareti esterne ricoperte di viticci ed edera velenosa. C'è un pozzo mezzo diroccato, intorno al quale sono sparpagliati alcuni mattoni ammuffiti, diventati molto probabilmente residenza di formiche, lombrichi e altri animaletti disgustosi del genere. C'è anche un corvo appollaiato sopra un ramo che li fissa in silenzio con i suoi piccoli occhietti neri e inquietanti. Niall deglutisce rumorosamente e stringe forte la mano di Zayn.
“Be', un posticino molto accogliente” snocciola sprezzante Louis, guardandosi intorno con aria critica. Si sistema il berretto in testa e scalcia distrattamente un sassolino, facendolo rotolare rumorosamente fin dentro l'antro buio della strega. Harry, a qualche passo da lui, si passa le dita tra i ricci disordinati e umidi di neve, tirandoli un po', un'espressione intimorita ad appesantirgli il viso. “Non preoccuparti,” Louis si preme di rassicurarlo, regalandogli un sorriso caldo. Vorrebbe toccarlo, sfiorargli la guancia con la punta delle dita e poi stringerlo in un abbraccio rincuorante, ma non si può. Non si può. “Riusciremo a sconfig–”
“Sapevo che saresti venuto” La voce della strega, vellutata e sinuosa, fa sussultare tutti quanti. Si voltano, sgranando gli occhi quando i loro sguardi incontrano la figura di una donna alta, i capelli corvini lasciati cadere in onde morbide sulle spalle, lunghi fino alla vita. I suoi zigomi sono alti, tagliano affilati il viso a forma di cuore, le labbra truccate di grigio antracite così come le palpebre; è bellissima, niente nasi adunchi o porri ruvidi e disgustosi sulla pelle come ci si aspetterebbe da qualsiasi strega malefica.
Prende tra le dita un lembo dell'abito grigio perla, aderente sul seno e i sui fianchi, sollevandolo appena per muoversi meglio. Si lascia andare ad una piccola risata. “Di certo,” continua, rivolgendosi ad Harry, roteando gli occhi azzurri. “non mi aspettavo che venissi così tardi.”
Il Principe si morde le labbra. “Zia Drusilla” farfuglia, sbattendo le palpebre, una nota implorante nella voce “devi aiutarmi. Per favore.”
Drusilla storce il naso, sistema lo scialle di pizzo nero sulle sue spalle, si gratta il mento con un unghia lunghissima e laccata di blu elettrico e “Aiutarti?” ride, scuotendo la testa. “Mi hai rubato il trono!”
Louis fa un passo avanti, “Hey, non ti ha rubato il trono!” obietta, difendendo il Principe e agitando il pugno. Niall, dietro di lui, annuisce con vigore e “Sì!” urla con fervore, “Ha ragione!”
La strega fa una smorfia annoiata, compie un leggero movimento circolare con la mano sinistra e il corpo di Louis viene sbalzato con forza all'indietro, atterrando poi malamente sul terreno con un tonfo sordo. Il suo piccolo, debole, gemito di dolore viene coperto dal “No!” urlato da Harry che si precipita verso Louis, inginocchiandosi accanto a lui. Drusilla scoppia in una risata sguaiata mentre il Principe si affanna intorno a Louis, infilando le mani sotto le ginocchia per non cedere all'impulso di toccarlo.
Fortunatamente, dopo qualche attimo di confusione e intontimento, Louis si spinge sui gomiti, sbatte un paio di volte le palpebre per cercare di focalizzare il suo sguardo e cerca di regolare il suo respiro, arricciando la bocca in una smorfia di dolore. Harry sospira sollevato.
“Stai bene?” chiede comunque, guardandolo con occhi enormi e preoccupati. Louis si massaggia il retro della nuca e annuisce, nonostante senta il suo cervello tutto ingarbugliato. Cerca di rialzarsi, comunque, oscillando un po' sulle gambe che sembrano improvvisamente esser diventate gelatina; ci mette qualche secondo in più del dovuto e quando eventualmente ci riesce, viene immediatamente soccorso dalle braccia di Zayn e Niall che si stringono intorno a lui.
Harry lancia uno sguardo feroce alla strega, il ghiaccio negli occhi.
Si rimette in piedi, avanzando minacciosamente verso Drusilla che incrocia le braccia al petto, le unghie picchiettano contro il suo bicipite, l'ombra di un sorriso compiaciuto sulle labbra sottili. Harry sfila via con un gesto secco il guanto di lana di Louis, lanciandolo da qualche parte sul terreno; lascia che il dolore che ha sentito negli ultimi tempi si raccolga dentro di lui e fermenti per trasformarsi in rabbia. Il vento, intorno a loro, aumenta la sua forza, il cielo tuona e le nuvole si gonfiano, scontrandosi aggressivamente tra loro.
Drusilla non sembra particolarmente impressionata, lo osserva con un sopracciglio elegantemente alzato, deridendolo in silenzio.
“Devi, uh,” La voce di Harry trema un po' all'inizio ma poi, dopo essersi schiarito la gola, “devi spezzare la maledizione. Adesso” dichiara con forza, spostando leggermente il peso da un piede all'altro. Drusilla ridacchia dietro il palmo della sua mano.
“Oppure?” domanda, beffarda. “Cosa potrebbe mai farmi uno stupido ragazzino come te?”
Harry stringe i pugni, le sue parole che s'infilzano come tanti spilli aguzzi sulla sua pelle. E' vero, dopotutto, cosa potrebbe mai fare un ragazzino come? Non è in grado di governare un Regno, è scappato via, arrendendosi al suo nefasto fato e isolandosi da tutto, abbandonando il suo popolo ad un Inverno senza fine –
“Harry, non ascoltarla!”
Il Principe sgrana gli occhi, voltandosi bruscamente verso Louis. I loro sguardi s'incontrano, Harry riesce a percepire l' io credo in te, ricordi? che infiamma fieramente quello dell'altro ragazzo. Anche Niall e Zayn mostrano il loro completo supporto, sorridendogli e mimando un puoi farcela a testa.
Harry annuisce impercettibilmente, sentendosi immediatamente più forte e più capace e più distruttivo. Non è uno stupido ragazzino, non più. Ha un Regno da governare, la sua vita da riprendersi – e può farcela, Louis e gli altri credono nelle sue capacità. 
Quindi torna a guardare Drusilla, impegnata ad ammirarsi le unghie con espressione annoiata, si lecca il labbro inferiore, e, dal palmo della sua mano, lancia un fiotto luminoso che si cristallizza a contatto con l'aria. Manca Drusilla solo di qualche centimetro.
La strega spalanca la bocca, indignata. “Te ne pentirai” urla, allunga il braccio in avanti e sferra il contrattacco: una sfera d'energia violetta vola verso Harry che, lesto, innalza una barriera di ghiaccio per proteggersi. “Ucciderò prima tutti i tuoi amici,” continua Drusilla, i suoi lunghi capelli che si muovono intorno a lei, come elettrizzati; “e poi ucciderò te. Ti farò piangere e implorare.”
Harry stringe gli occhi in due piccole fessure. “Non mi vedrai mai piangere.”
Drusilla ghigna, mostrando i denti bianchi e perfettamente allineati. Sferra un altro attacco e poi ancora un altro, entrambi s'infrangono contro la barriera creata dal Principe, creando una fitta nuvola di fumo. Proseguono così per minuti interi, affannandosi, frustrati, e scagliando incantesimi senza mai riuscire ad indebolire l'altro avversario finché l'onda ghiacciata che Harry scaraventa addosso alla strega viene fermata a mezz'aria dalla suddetta e dirottata nuovamente verso di lui.
Harry viene colto di sorpresa, preso in contropiede da quel repentino capovolgimento di situazione. Cerca di issare un'altra barriera protettiva ma è troppo tardi, l'incantesimo è più veloce e, in una frazione di secondo, prima che possa batter ciglio, è ad un soffio da lui. Prende un respiro brusco, strizzando gli occhi in un moto di vigliaccheria, attendendo il dolore... che non arriva. Perché non arriva? Harry riesce a sentire un urlo, seguito da una fragorosa risata – quella di Drusilla – e il tonfo di qualcosa che si accascia su se stesso. Apre le palpebre, sbattendo lentamente le ciglia.
Si accorge con qualche secondo di ritardo del corpo immobile di Louis, steso sul terriccio. Si porta una mano alla bocca, rannicchiandosi vicino a lui.
Louis tiene una mano premuta contro il suo petto, che si alza e si abbassa spasmodicamente, il respiro boccheggiante, il volto deformato dal dolore. Trema mentre il suo corpo viene rapidamente ricoperto da uno spesso strato ghiaccio.
“No, no, no” Harry piagnucola, lacrime copiose gli bagnano le guance, scivolando lungo il mento e bagnando anche i vestiti di Louis. Non si preoccupa di asciugarle via.
Louis lo guarda con occhi socchiusi, sorridendo appena. “Hey, hey. Sto bene. Il ghiaccio non mi ha mai dato fastidio. Lo vendo da anni.”
Un lampo di dolore passa attraverso il suo viso, costringendolo ad esalare un piccolo lamento. Il ghiaccio gli ha già ricoperto gli arti inferiori.
Harry singhiozza più forte. “Per favore” lo implora, il tono urgente.
“Spezza l'incantesimo, riporta l'Estate al Villaggio. Io credo – ah” Louis chiude gli occhi, tossicchiando un po' mentre il gelo sale lungo il suo torace, fino alla sua gola, inglobandogli infine il capo.
Di Louis non rimane nient'altro che una scintillante lastra di ghiaccio.
 
 
Harry urla tra la disperazione e le lacrime. Non è mai stato capace di essere coraggioso e forte, di essere un leader, di portare il peso del Regno sulle sue giovani, spaurite, spalle. Ma adesso, alla luce di quello che è avvenuto, il vecchio Harry, quel bravo ragazzo, non c'è più.
Si rialza in piedi, quindi, gli occhi selvaggi e pericolosi, scagliandosi con tutte le sue forze contro Drusilla.
 
 
Louis aggrotta la fronte, le sue lunghe ciglia scure svolazzano appena, gettando un'ombra tremula sui suoi zigomi affilati. C'è qualcosa di luminoso che lo colpisce, riesce a percepirlo nonostante abbia le palpebre abbassate. Qualcosa di luminoso e caldo.
“Ho visto le sue dita muoversi!” sussurra qualcuno, da qualche parte vicino a lui, una punta di eccitazione nel tono di voce. Louis arriccia il naso, le sue pupille che si muovono sotto la sottile patina di pelle delle sue palpebre. Muove incerto una gamba, agitando le dita dei piedi fino a sfiorare quello che a lui sembra un lenzuolo. Oh, è in un letto.
“Niall, sei sicuro di – oh! Hey, Louis, riesci a sentirci?”
Louis mormora un mmhmmh a bocca chiusa, si inumidisce con la lingua – che sembra più carta vetrata, Dio ha davvero bisogno di un bicchiere d'acqua – il labbro inferiore, screpolato e secco. Sete, è l'unica cosa a cui riesce a pensare. “S- sete” è, infatti, quello che si trova a bisbigliare a fatica, gli occhi ancora serrati.
C'è un leggero tumulto intorno a lui, sedie che stridono sul pavimento e il suono liquido e gorgogliante dell'acqua che viene versata in un bicchiere. La sete di Louis aumenta, la sua gola è arida come se avesse ingoiato un pugno di sabbia – il che è impossibile, perché Louis non è così stupido da ingoiarla davvero. Be', forse solo per scommessa.
Qualcuno avvicina il bicchiere alle sue labbra e fa scivolare la mano nello spazio tra la sua testa e il cuscino, sollevandogli il capo per aiutarlo a bere. Louis la beve tutta d'un sorso, in fretta, come se non bevesse da millenni, il suo pomo d'Adamo che si alza e si abbassa rapidamente mentre ingoia.
“Hey, fa' piano” lo ammonisce gentilmente qualcuno. Louis lo ignora.
Dopo qualche minuto, ormai dissetato, esala un sospiro contento e, finalmente, apre gli occhi. Sbatte le palpebre un paio di volte per mettere a fuoco ciò che lo circonda e poi resta senza fiato quando scorge la figura ciondolante di Harry, in piedi in tutto il suo regale splendore vicino al suo capezzale. E' – è diverso. Più bello, meno freddo. Il suo volto – il suo intero corpo – emana calore adesso. Tutto intorno a Louis emana calore. C'è persino il Sole che splende fuori dalla finestra e riesce anche a sentire gli uccellini cantare e – aspetta, cosa?!
Strabuzza gli occhi, guardandosi intorno. Si trova nella camera da letto di Zayn, quella sopra la locanda; Niall e lo stesso Zayn sono ovviamente lì, i loro volti sollevati e felici, accalcati intorno a lui. Sorridono come dei maniaci e “Qualcuno può, per favore, spiegarmi cosa diamine è successo?” si trova a sputare allora, incrociando le braccia al petto. Loro scoppiano a ridere.
“Drusilla non è più un problema,” E' Harry che prende la parola, abbagliandolo con un sorrisone tutto fossette. Allunga una mano verso il viso di Louis – che dimentica persino di respirare per un momento ma chi se ne frega, nessuno ha bisogno di saperlo – per poi sfiorargli delicatamente la guancia con le nocche. “E posso fare questo adesso” conclude, guardandolo intensamente negli occhi.
“Ed è anche diventato Re!” cinguetta dal suo posto Niall, gonfiando il petto con orgoglio. “Oh, e abbiamo scoperto che le fiabe che mi leggevano da bambino avevano ragione, solo un atto d'amore poteva spezzare la maledizione!”
Louis apre la bocca in una piccola o, stupito. Lancia un'occhiata ad Harry per cercare conferma, quello, arrossendo un po', annuisce piano.
“Quando il mio incantesimo mi si è ritorto contro,” spiega, passandosi una mano tra i riccioli, “ti sei sacrificato per me. Un atto d'amore, è questo tutto quello che mi serviva per tornare normale.”
“Quindi – ” Louis prende un respiro, ancora cercando di elaborare tutte quelle nuove informazioni, “è tornata l'Estate?” bisbiglia, quasi temendo che parlando a voce troppo alta qualcuno possa portarla via di nuovo. Harry annuisce ancora e, allora, il volto di Louis s'illumina. Si mette a sedere, super-eccitato, butta le coperte da una parte e balza in piedi, urlando cose come è tornata l'Estate e questo è il giorno più bello della mia vita e sapevo che ce l'avresti fatta, Harry!
Il Principe – Re adesso – ridacchia e, bloccandolo per i fianchi e prendendogli il viso tra le mani, lo bacia all'improvviso, ingoiando il resto delle sue parole – be', non erano così importanti comunque.
Louis spalanca gli occhi ed emette un verso di sorpresa; dopo essersi ripreso, comunque, getta le braccia attorno al collo del ragazzo e inclina da un lato la testa, la punta del suo naso sfiora quella del naso di Harry, schiudendo la bocca per lasciare spazio alla sua lingua.
Zayn e Niall, stretti l'uno all'altro, ridono e si guardano come se avessero anticipato questo momento già da tanto, tantissimo tempo.
 
 
 
Essere il fidanzato del Re ha tanti buonissimi vantaggi; come, ad esempio, addormentarsi tra lenzuola di seta – dopo averci rotolato sopra per ore, avvinghiato al corpo nudo, caldo e spigoloso del sovrano –, mangiare regali prelibatezze, o partecipare ad avventure notturne, gironzolando tra corridoi lunghissimi alla ricerca di passaggi segreti, cercando di soffocare le proprie risatine sulle labbra di Harry per non svegliare tutta la servitù.
L'Estate è tornata, così come i picnic in riva al lago organizzati da Niall e l'aumento della vendita di ghiaccio. Per di più, gli abitanti del Villaggio gli sono stati così grati per il suo coraggio e determinazione da onorarlo forgiando una statua d'oro in suo onore, posizionandola proprio al centro della piazza principale – sua madre è davvero fiera di lui, non ha fatto altro che vantarsene con tutte le sue amiche per giorni interi, seriamente.
Louis, immerso dentro l'acqua del lago fino alla pancia, i capelli bagnati appiccicati alla fronte e le goccioline d'acqua che, sotto i raggi del Sole, scintillano sulla sua pelle tonica e abbronzata, ride, aggrappandosi alle spalle di Harry e dandogli un piccolo colpetto sul naso con un dito.
Harry gli restituisce il sorriso, strizzandogli i fianchi sotto il pelo dell'acqua, e quando si avvicina per baciarlo, Louis lo incontra a metà strada.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***
Ciao a tutti! 
Prima fanfiction del 2014, che emozione! :D
Niente, è davvero una sciocchezza; ho visto Frozen e in pratica me ne sono innamorata, dovevo per forza scriverci sopra una OS Larry altrimenti non mi sarei mai data pace.
Se non avete ancora visto il film, shame on you! Che aspettate??? Correte a vederlo! (E innamoratevi della colonna sonora!)
A presto! <33 
 
 
  
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