Serie TV > Arrow
Ricorda la storia  |      
Autore: AsiaPianezzi    10/02/2014    1 recensioni
Ciao ragazzi, sono nuova e questa è la mia prima Fanfoction Olicity. Mi farebbe piacere sapere che ne pensate. Mi raccomando, siate anche cattivi, se no che gusto c'è? xD
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano passati 30 minuti,  forse due ore, forse più, ma a Felicity non importava. D'altronde questo era il culmine della sua giornata. Passava ore ed ore a far finta di occuparsi degli affari di Oliver Queen, e poi si precipitava nella Arrow Cave per risolvere i veri problemi del Vigilante. Il fatto che fossero la stessa persona contava poco. Felicity l'avrebbe fatto per tutti, no? Certo, gli addominali di Oliver erano un incentivo, ma questo preferiva tenerlo per se. Batteva le dita sui tasti, ad un ritmo quasi regolare e lo ascoltava fare i suoi esercizi. A volte si divertiva a contare quanti piegamenti facesse senza bisogno di volgere lo sguardo verso di lui, verso il suo corpo perfettamente scolpito. Si limitava a ascoltare il suo respiro. Ogni volta che questo si smorzava la sua testa e metà del suo petto spuntavano dalla sbarra che aveva davanti, poteva giurarci. Amava quella parte della sua vita, la faceva sentire  più dell'esperta d'informatica che lavorava alla Qeen Consolidated,  più della segretaria del playboy più famoso di Straling City, la faceva sentire speciale. Nessuno si era mai accorto del suo potenziale a parte Oliver e Walter Steele, ma questo non la turbava. Si era sempre nascosta dietro un computer, dietro il suo mondo virtuale, dietro le sue gonne non troppo corte, dietro i suoi occhiali. Non le piaceva affatto mettersi in mostra, preferiva di gran lunga stare dietro le quinte, ma questo non le aveva mai impedito di agire, a volte, da esca. Infatti le sue azioni sul campo si limitavano  a questo: offrirsi volontaria per attirare i cattivi e finire sempre nei guai. Non che la seconda parte facesse parte del piano, ma era così che andava e non ne poteva più. Non ne poteva più di dover essere sempre salvata dal Vigilante, o da Digg, non ne poteva più di sentirsi indifesa e impotente. Questo doveva cambiare. Girò improvvisamente la sedia verso l'altro lato dell'enorme stanza dove un Oliver senza maglietta e grondante di sudore continuava il suo allenamento. Quella vista mandò la sua mente in panne per qualche interminabile secondo. Scosse la testa come per eliminare i pensieri poco puri che stavano per raggiungere il centro del suo cervello e chiuse un attimo gli occhi, sforzandosi di rimanere concentrata. 
"Voglio fare qualcosa di pratico." Parlò senza pensare. "Cioè, intendo, sportivo. Qualcosa che mi permetta di non avere sempre bisogno di voi quando faccio da esca...qualcosa come...imparare a fare a pugni, non so, ma niente pistole. Sono troppo ...letali." Oliver trattenne una risata e con un balzo atterrò plasticamente a terra. Le gocce di sudore segnavano le linee perfette dei suoi pettorali, dei suoi addominali e degli altri suoi muscoli di cui Felicity non conosceva il nome, ma sapeva con certezza che lui possedesse. Queen allungò la mano sul tavolo davanti a se e afferrò l'arco muovendosi verso la parte spoglia della sala. Era lì che si allenava a scoccare le sue frecce. Un numero interminabile di palline da tennis conficcate nel muro in fondo lasciavano poco spazio all'immaginazione. Era davvero bravo. "Ok..niente pistole, ma non credere che questo sia meno letale." La sua voce rimbombò come un tuono in quella stanza vuota, e fece destare Felicity dai suoi pensieri, ancora una volta riguardanti il suo fisico statuario. Lo fissò stranita e si avvicinò lentamente a lui. "Arco..originale.." Oliver riuscì a sorridere, ancora una volta grazie a lei. La tirò piano per un polso, quasi impaziente di insegnarle, quasi aspettasse da tempo questo momento. Consegnò la sua arma alla bionda e le girò attorno mettendosi alle sue spalle. "Divarica leggermente le gambe e tira la corda." I suoi comandi arrivarono dritti alle orecchie di Felicity che eseguì li ordini, un po' titubante. "Oliver, non credo che.." Le sue parole furono interrotte dalle mani di lui sui suoi fianchi: tentava di aggiustare la sua posizione scorretta. Felicity deglutì rumorosamente. Poteva sentire il calore provenire da lui, addentrarsi nelle sue membra e salire fino alle sue gote, arrossite improvvisamente. "Oh, sembra che te la stia cavando.." Si spostò dalla sua posizione, davvero scomoda per la concentrazione di Felicity, e si diresse verso il fondo della sala. "Sistemo il bersaglio. Tu tieni tirato." I suoi occhi lo seguivano ossessivamente come fosse l'unica cosa degna di attenzione in quel momento. Non c'era nulla di più perfetto: le sue spalle, il suo viso, i suoi occhi...il suo fondoschiena, così pratico e sportivo che..."Oh...Dio! Oliver mi dispiace! Mi sono distratta un attimo e..." mollò l'arco sulla scrivania alla sua sinistra e corse verso di lui per accertarsi delle sue condizioni. "Io...non ti ho preso vero? Mi dispiace, davvero! Non volevo..." le sue parole piene di preoccupazione smossero Oliver, che si girò verso di lei, le labbra serrate, la testa inclinata leggermente da un lato. "Non credo questo sia il modo migliore per cercare di liberarti di me." Gli angoli della sua bocca si sollevarono leggermente e un'espressione quasi divertita si stampò sul suo viso. Felicity stette al gioco. "Non credi che se avessi voluto eliminati avrei cercato un modo più..come dire..di mia competenza?" Le braccia incrociate sotto il seno, con aria di sfida fissava i suoi profondi occhi celesti, stranamente lucida e cosciente nonostante la troppa vicinanza con lui. "Può darsi.." La liquidò Oliver, dirigendosi nuovamente in fondo alla stanza. "La lezione non è finita, Felicity." Incoccò una nuova freccia e con un cenno della mano invitò la sua collaboratrice a raggiungerlo. Quasi incredula la bionda lo raggiunse e agguantò l'arma. "Non è bastato averti quasi trapassato una gamba? Vuoi che provi.." Ancora una volta le mani dell'Incappucciato avevano raggiunto i suoi fianchi. Questa volta erano più decise, forti, quasi a possederla. "Solleva il gomito. Testa su." Posò delicatamente due dita sotto il mento di Felicity e lo sollevò leggermente. "Respira.." Le parole uscirono dalla sua bocca quasi come un sospiro più che come un ordine e sapeva di menta, fresca, viva. La ragazza obbedì e girò leggermente gli occhi alle sue spalle. La fissava. I loro sguardi si incontrarono e per qualche secondo fu la confusione più totale, la confusione più chiara. Oliver non era mai riuscito a nascondere niente a Felicity, ci provava, sì, ma non capiva perché la bionda riuscisse sempre a non cadere nella sua trappola di bugie. Erano i suoi occhi. Custodivano così tanta sofferenza che solo chi lo conosceva bene riusciva a scorgere. Poteva scappare dall'amore, quello della sua famiglia e quello di chi gli voleva bene, poteva fuggire da ogni responsabilità alla luce del sole, poteva cercare di sembrare il più superficiale e subdolo possibile, ma non con lei. E lo stesso valeva per Felicity. Il suo passato era come un'ombra su di lei, un'oscurità tetra, un tunnel senza via d'uscita. Non aveva mai fatto trapelare nulla dai suoi movimenti, dalle sue azioni, non aveva mai versato una lacrima per quella ragione, e tutte le barricate che aveva sollevato per nascondere le sue emozioni furono distrutte da quello sguardo. Fu solo il rumore delle scale metalliche e la voce di Digg che li riportarono sulla terra. "Interrompo qualcosa..?" Con un'abilità impressionante, Oliver riuscì a liberarsi da quella visione angelica, e con una sola mossa rubò l'arco dalla presa di Felicity. "Niente.." S'affrettò a rispondere l'arciere. "Niente." Ribadì la ragazza lanciando un'ultima occhiata al Vigilante tornato ad allenarsi.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: AsiaPianezzi