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Autore: Seagull83    16/06/2008    8 recensioni
Se un segreto tra Ginevra e Hermione si trascinasse da sei lunghi anni...se un addio diventato "inizio" prendesse forma in una notte nebbiosa...se un patto pericoloso e mortale incontrasse il benestare di due streghe folli e disperate?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Coppie: Ginny/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E dopo un periodo lunghissimo(scusate)eccomi di nuovo con l'ultimo capitolo!!Finalmente cambio di scena, finalmente ritroviamo l'altra metà della storia!Recensite mi raccomando, così vedo se continuo ad avere smalto!Grazie a tutti quelli che mi seguono e commentano!!Buona lettura.

Sentì lo schiaffo arrivare, lo sentì sibilare nell'aria, gonfiarsi, prendere forza e poi esplodere sul suo zigomo, forte, duro e dannatamente umiliante.
-Sono stufo delle tue stranezze!Mi fai scappare i clienti!- le urlò contro l'uomo sudato e grassoccio che la sovrastava almeno di venti centimentri  in altezza.
Digrignò i denti e strinse i pugni, ringraziando di non avere la bacchetta con sè, altrimenti il suo viscido datore di lavoro se la sarebbe vista brutta.
Raccolse i pezzi del bicchiere che si era infranto al suolo cadendo dal suo vassoio dopo lo schiaffo e fissò per un secondo il suo titolare.
L'uomo sentì freddo e un brivido gli corse sulla nuca, mentre il caldo nocciola di quegli occhi mutava in un grigio glaciale e il cliente che lo aveva chiamato per lamentarsi della sua cameriera, scappava urlando e incespicando tra le sedie del suo squallido locale babbano.
-Hermione...- sibilò irato, ma prima che un secondo colpo a mano chiusa venisse scagliato, la ragazza girò sui tacchi e sparì in cucina.
-E poi...ti ho già detto di toglierti quei guanti!!!- si sentì urlare dietro, ma ignorò tutto e scaraventato il vassoio a caso, uscì dalla porta sul retro guardata male dai pochi e altrettato viscidi dipendenti di quella bettola.
L'aria umida la investì e la fece respirare, avvolgendola come un panno fradicio, chiuse gli occhi e si strinse in un abbraccio solitario e dannatamente comprensivo.
Cos'era pena quella?
Pena per se stessa?
In fondo aspettare una fine certa, non rende più coraggiosi o virtuosi.
Solo qualche tempo e una manciata di altre umiliazioni così e sarebbe finito tutto...tutto.
Alla fine non le interessava, non le interessava dormire su lenzuola pulite, un lusso che non poteva permettersi, non le interessava ridere, non le interessavano gli occhi suini e inniettati d'ignoranza di Frank Beshop, il suo fetido e volgare padrone...aveva accettato quel lavoro, pur non avendo per niente attitudine, pur dovendo subire angherie fisiche e morali, solo per non svanire sotto un ponte o in fondo ad un vicolo sporco e maleodorante come un ratto.
Dignità.
Ne aveva ancora un briciolo in fondo all'anima.
Riaprì gli occhi e si guardò le mani e le braccia, ricoperte da lunghi guanti grigi e non ebbe la forza di sfilarli ancora una volta per vedere la consistenza naturale che la sua pelle perdeva ogni giorno, lentamente ma inesorabilmente.
Era iniziato.
Ma contro ogni sua più rosea previsione, la sua agonia era lunga ed esasperate.
Non che la giovane e brillante mente della miglior studentessa della scuola di Hogwarts nell'ultimo decennio, non avesse calcolato minuziosamente il tempo necessario al suo corpo per sparire, ma dei numeri non potevano certo darle la misura esatta della morte e lei se ne sentiva addosso l'alito e l'odore, come fosse un cadavere ancora in piedi, come se il gatto con la falce giocasse con la sua preda divertendosi con la sua paura.
Eppure era lei ad aver volutamente strappato quel lembo di tempo, così umiliante e sudicio, era lei ad aver allungato quell'agonia , così straziante e roca, era lei che aveva bevuto il sangue del suo unico amore per collezionare minuti e attimi in più, nutrendo così il suo dolore.
E, lo sapeva bene, un motivo c'era...un'ultima tappa in quella manciata d'anni che erano la sua vita o ciò che ne rimaneva, un ultimo misero capitolo, un ultimo atroce respiro...oh si, un motivo c'era per quel tempo rubato e lo aspettavo pur avendone paura.
Quegli occhi ancora nei suoi, occhi felici e inconsapevoli, ecco quello che doveva ancora vedere prima di andarsene.
E sarebbe stato il sollievo di saperla felice e svincolata da quel segreto sanguigno, a renderle la pace e a spezzarle il cuore per essere stata dimenticata.
Sapeva di dover tornare per guardarla, per guardare Ginny e sapere che avrebbe vissuto oltre lei...ma continuava a rimandare, per paura, paura di vedere che sarebbe successo.
Eppure non rimaneva molto tempo, eppure rischiava di non poterlo più fare.
Una nuvola azzurrina e maleodorante le fece arricciare il naso e girandosi si trovò davanti la cuoca, se così si poteva chiamare, del suo piano bar.
-Oh...Abby...non dovresti fumare.- fece sorridendo appena alla grossa donna di colore, l'unico essere umano in quel posto, l'unica che ancora l'avvolgeva con un solo sguardo facendola sentire più di una squallida cameriera in minigonna, adibita troppo spesso a pungiball per le sudicie avances dei clienti.
-Bambina, sono troppo vecchia per preoccuparmi di questo!- fece smentita immediatamente da un colpo di tosse cattiva.
-Piuttosto tu, possibile che riesca a fare incazzare Hank ogni sera?-
Hermione rise di gusto visto che sapeva che l'ingombrante donnone, così tanto somigliante alla Mamy di Via col vento, ma con gli occhi più furbi e la parlata di un camionista norvegese, apprezzava quella sua caratteristica fino a ritenerla una virtù.
-Se ti tocca un'altra volta lo infilzo con il forchettone!Gliel'ho già detto sai!?- fece l'altra con negli occhi una scintilla di sadismo.
-Non preoccuparti...so difendermi se voglio.- fece Hermione tornando a guardare il cielo nuvoloso.
-Oh su questo non ho dubbi...hai qualcosa infondo allo sguardo...e lui lo sa, è per questo che non ti ha ancora buttato fuori e non cerca di scoparti.-
-Cosa?-
-Che credi che non sia la norma?Io sono troppo vecchia e ho a portata troppi coltelli, ma con qualunque donna sia passata di qui, quel vecchio porco si è dato da fare.-
Hermione sgranò gli occhi fissandola e un fiotto di nausea e rabbia la prese, così per l'ennesima volta si chiese come aveva potuto accettare quella fine in quel posto.
Poi lo ricordo e i suoi occhi tornarono a terra tristi.
-Ecco bambina...proprio un momento fa. Avevi il fuoco in quello sguardo e poi...poi si è spento.- fece la donna avvicinandosi preoccupata.
-Non so di cosa parli.-
-Invece credo tu lo sappia bene Hermione. C'è così tanto orgoglio e dignità sul tuo viso, così tanto fuoco e poi...scompaiono, come se li rinchiudessi in una stanza buia e sopporti in silenzio, ingoi merda e taci, perchè?-
-Non è così credimi...- fece la ragazza sentendo freddo.
-Tu sei rassegnata!E porca miseria lo capirei in un'ottantenne, ma in te?Sei solo all'inizio, cosa ti ha ridotto così?Non c'è niente in questa vita schifosa che valga questo!Con il tempo lo capirai...-
Hermione scoppiò a ridere, una risata cattiva e vitrea, quasi senza vita.
-Il tempo...è sopravvalutato lo sai?- lo disse ghiacciata e neutra, così maledettamente lontana.
Abby si irrigidì per un secondo, poi scosse la testa.
-Ecco...questo è il gelo che tiene lontano Hank...e il resto del mondo.-
Hermione la fissò per un momento colpita, poi fece per rientrare.
-Tu vieni da Hogwarts non è vero?-
Il sangue le si gelò nelle vene, Abby era una Babbana che ne sapeva della scuola di magia?
-La prima sera, quando arrivasti qui, indossavi quella mantella fuori moda. So che è la divisa di quella scuola privata a qualche miglia da qui...-
-Settantasette miglia...ci sono stata per caso...l'ho rubata io...non ne so molto in verità.- rispose in fretta.
Abby ghignò passandole a fianco, dopo aver buttato lontano la sigaretta con una manata.
-Se tu sapessi rubare io sarei nata bianca come la Regina!Torna a casa bambina, qui fuori è un brutto mondo...- detto questo era sparita all'interno.
Hermione ancora confusa era rimasta per un attimo interdetta, dopo di che aveva sorriso tristemente per poi rientrare.
-Non c'è più nessuna casa a cui tornare...eppure...eppure si torna sempre a casa almeno un'ultima volta.-

  
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