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Autore: telesette    11/02/2014    1 recensioni
[Wasabi]
Neanche il tempo di finire la frase, il giovane sentì una mano picchiettare leggermente sul braccio.
Subito si voltò e, pur trovandosi faccia a faccia con uno spilungone di oltre un metro e novanta, seguitò comunque a fare l'arrogante per nulla intimorito del suo sguardo...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Wasabi, film francese del 2001, porta il marchio inconfondibile del genio di Luc Besson. Unendo sapientemente comicità e azione, grazie anche al talento di un attore di tutto rispetto come Jean Reno,  il tutto scorre piacevolmente coinvolgendo lo spettatore dall'inizio alla fine. Fermo restando che la trama del film è abbastanza stringata, risultando perlopiù essenziale, oggettivamente è perfetto per gli amanti del genere schietto e immediato.
La storia comincia nel presentare il poliziotto francese Hubert Fiorentini: "47 anni, 92 chili, 1,93 cm. di altezza"... e soprattutto un tipo deciso, dai modi sbrigativi ed alquanto efficaci. Diciannove anni dopo essere stato inspiegabilmente lasciato dalla donna che amava, una giapponese di nome Miko Kobayashi, Hubert viene a sapere da un avvocato di Tokyo che la donna è deceduta lasciandolo unico beneficiario del suo testamento. Oltre a questo, il poliziotto apprende anche di avere una figlia ribelle di nome Yumi. La ragazza è di temperamento focoso ed irascibile, più o meno quanto il padre, ma con tutto il fascino e l'esuberanza di una giovane adulta spendacciona, modaiola e consumista. 
Con l'aiuto dell'amico e collega Maurice detto "Momò", operante presso i servizi segreti locali, Hubert scopre finalmente la verità che ha allontanato Miko dalla sua vita: la donna che amava era un agente infiltrato per conto del governo giapponese, decorata per meriti speciali in operazioni a danno della Yakuza, e perciò eliminata dal perfido boss Takanawa detto "la Zebra" per avergli sottratto ben duecento milioni di dollari depositandoli sul conto della giovane Yumi.

 

 

Se papà è d'accordo...
immagini tratte da internet

 

- Sì, non sei male, lo ammetto...
- Oh, andiamo Yumi, perché non ci divertiamo un po' assieme?
- Non saprei - sorrise Yumi, divertendosi nel tenere sulla corda il suo ennesimo corteggiatore da strapazzo. - Chi mi dice che non sei un mascalzone?
- Ehi, bella - fece il ragazzo offeso. - Guardati attorno: siamo in una discoteca, la gente viene qui per ballare, per divertirsi e per fare casino... Rilassati, okay, adesso vieni con me e ti faccio vedere qualcosa di molto eccitante!

Nel pronunciare la parola "eccitante", quello stupido ragazzotto palestrato cinse la spalla di Yumi, con evidente allusione a qualcosa di piuttosto intimo e riservato. Tuttavia la ragazza, fin troppo sveglia in quel senso, si limitò a spostare la mano dell'altro con una noncuranza incredibile.
Il giovane non mandò giù molto bene quel gesto, essendo un tipo abituato ad averle tutte vinte, cosicché decise di gettare la maschera e chiarire subito con quella smorfiosa giapponesina che non aveva alcuna intenzione di fare la figura del fesso con lei.

- Okay, mettiamo le cose in chiaro, troietta - disse il giovane, aggrottando le sopracciglia come per incuterle timore. - Se vieni con me con le buone, non ti rompo quel bel faccino... Ti è più chiaro il concetto?
- Oh sì, chiarissimo - rispose Yumi, guardando con una smorfia divertita oltre le spalle di quell'idiota. - Forse però, dovresti chiedere a mio padre, prima!

Neanche il tempo di finire la frase, il giovane sentì una mano picchiettargli leggermente sul braccio.
Subito si voltò e, pur trovandosi faccia a faccia con uno spilungone di oltre un metro e novanta, seguitò comunque a fare l'arrogante per nulla intimorito del suo sguardo.

- Qualche problema? - domandò Hubert tranquillo.
- No, nessun problema, fila via che è meglio!
- Non dicevo a te, giovanotto, ma alla signorina!
- E tu chi sei, suo nonno ?!?

Silenzio.
Lo stupido cominciò appena a ridacchiare che, senza neanche vederlo partire, Hubert gli sferrò un preciso diretto al mento che lo scaraventò faccia in giù contro il bancone. Torcendogli poi il braccio dietro la schiena, tenendogli stretta la nuca con l'altra mano, prese a sbattergli violentemente la testa una, due, tre volte...
L'ultimo colpo, oltre a spedirlo lungo disteso per terra, richiamò l'attenzione dei presenti facendo interrompere tosto la musica assordante a tutto volume.

- Sono suo padre - ripose Hubert calmissimo al giovane semisvenuto, tirando fuori il distintivo per tranquillizzare la folla. - E per tua sfortuna, oggi non è il mio giorno libero!

Chinandosi per assicurargli le manette ai polsi, Hubert lo costrinse faccia in giù sul bancone per vuotargli le tasche. Oltre che stupido e libertino, costui girava anche con diversi grammi di cocaina addosso.

- Cos'è, una polverina per il raffreddore? - mormorò Hubert, sventolandogli la bustina sotto il naso.
- Vaffanculo!
- Non sei un po' grandicello, per farti ancora di questa roba?
- Fottiti, brutto sbirro di mer... DAAA !!!

Con un sospiro rassegnato, avendo appena distrutto una specchiera da millenovecento franchi scaraventandovi contro quell'idiota, Hubert già si immaginò la solita ramanzina che gli avrebbe fatto Le Squale al suo rientro in ufficio.

- Non ti avevo detto di rincasare dopo le undici - esclamò poi, guardando Yumi severo.
- Ops - sorrise beffarda. - Me ne sono scordata...
- Certo, come no!
- Eddài, paparino, non fare quella faccia!
- E' l'unica che ho...
- Sì ma sollidi un po', ogni tanto - tagliò corto lei, punzecchiandogli la guancia con le dita per fargli il solletico. 

FINE

   
 
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