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Autore: Kif_AleProduction    16/06/2008    4 recensioni
Che hai sognato Alessandro?
Hai sognato una birra? Una nuova “amica”?Una nuova discoteca?
Forse non lo sai. Fra qualche giorno sognerai lei.
E forse non rientrerai alle 7 di mattina. Forse dormirai comunque fino a tardi.
Non per il troppo alcol, bensì per un altro tipo di cosa.
Per due occhi verdi.
Per quel sorriso.
Per quel No.
Perché prima o poi ci si innamora.
E c’è chi lo dice.
C'è una prima volta per tutto.
E non sarai tu a farti male, sarà quel bimbo che cadrà da una bici perché non ha le rotelline. Perché, Ale, è difficile imparare. È difficile imparare ad amare.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter One

Chapter One

-        Il Mondo Cambierà Domani –

The World Will Change Tomorrow

 

Ci sono giornate strane, che cominciano bene o male dalla mattina, in cui apri la finestra, guardi il cielo e ti dici “oggi sarà un giorno migliore!” e poi la giornata ti va da schifo.

E magari proprio quel giorno parte con un’interrogazione di latino… a sorpresa. E si da il caso che tu non abbia studiato.

Mattine che partono con il caffè della macchinetta che fa più schifo del solito (come se fosse possibile). E mattine invece che partono male ma finiscono bene.

Poi c’è un tipo di mattina, tinta di un unico inesorabile colore. Grigio.

Tinto di quella normalità che diventa noia, come i collant color “Fumo di Londra” che se poi ci pensi è uguale al fumo di Roma, di Parigi, o dell’Islanda.

Grigio, monotono, monocromo.

E non fai nient’altro se non sbadigliare.

Ecco la mattina di quel 27 gennaio. E tra tutto quel grigiume una macchia di giallo.

Le All Stars di una ragazza che alle 6.30 di quel lunedì aspetta l’autobus.

In ritardo, come al solito.

Sotto il cielo di Milano, cupo, con il fumo delle ciminiere delle fabbriche di periferia che si confonde con lo sporco dell’asfalto.

 6.35 è ancora li.

Quella ragazza, 18 anni, capelli biondi, occhi verdi, e troppi pensieri nella testa.

Lei e quelle insolite scarpe gialle.

Probabilmente se le chiedi perché così lei ti risponderà che Milano ne ha bisogno.

Che via Cavour quella mattina grigia ha bisogno di un po' di giallo.

Che ne ha bisogno anche il cartello scrostato dell’autobus che ti dice:

FERMATA A TOBU

Dove siano finite la U e la S è un mistero.

 A che pensa quella ragazza?

Pensa che quella vita le va stretta, come i Jeans che ha provato il giorno prima e che erano della taglia sbagliata.

Le sta stretta la Scuola, le sta stretta la Casa.

Le stanno stretti i pensieri fissati della mamma. Che come un incubo le intimano i cento centesimi alla maturità.

E lei pensa che probabilmente i 100/centesimi non li prenderà.

Prenderà 99/100 solo per far dispetto. Per dirle in faccia che lei non è perfetta. Che nessuno lo è.

 Tutto si affolla nella testolina spaesata, mentre dalle cuffiette dell’I-Pod escono le parole di “Famous Last World”.

Perché alle 6 e 40 hai ancora sonno, e serve la voce di Gerard dei My Chemical Romance per svegliarti. Perché lo schifoso caffè assomigliante a acqua tinta non è servito a molto.

 “I am not afraid to walk this world alone”

“Non ho paura di camminare in questo mondo solo”

 Io invece si...

Hai sempre bisogno di qualcuno su cui contare.

Non sono sola.

Ci sono tante persone a cui voglio bene. Tanti nomi che non sono passati, sono rimasti.

C’è “Lui”.

Già lui, carino, il suo ragazzo.

E poi “loro”

Non carini, bensì fantastici.

La grande Compagnia.

 6.50

Finalmente l’autobus arriva e la ragazza si perde tra l’altra gente.

C’è un liceo ad aspettarla, una giornata da passare, la maturità che si avvicina e un nuovo giorno che deve cominciare.

 

È una mattina come tante a Milano, Ma da domani per Chiara sarà un mondo diverso.

Sarà un mondo diverso per te,per il tuo nome, chiaro come il colore delle scarpe, come il cielo d’inverno, come un sogno di notte, come l’alba di domani.

Sarà diverso, perché qualcosa spezzerà la routine. E non sarà il giallo delle tue scarpe. Ma bensì un qualcuno.

Qualcuno che in questo momento russa spaparanzato su un letto in una camera sconfusionata.

Che è da solo 20 minuti che dorme. E sono gia le 7.

 Ma domani.

Ora resta solo il silenzio di quella strada ormai vuota.

E Chissà magari quelle All Stars domani saranno grige.

Milano forse riuscirà a splendere da sé.

 La sveglia suona.

Non si sa come, non si sa perché ma alle 7. e 30 la sveglia suona.

Una manata, precisa da pugile la sbatte poco aggraziatamente per terra.

Fine della vita della sveglia.

Una breve esistenza terminata su un tappetino blu della carica dei cento uno.

Cosa ci fa in quella stanza?

La risposta non c’è.

Se ne sta immobile tra vestiti buttati, poster di Eminem e cianfrusaglie.

Se ne sta davanti a un letto occupato.

Occupato giusto da poco.

Occupato da una figura che reagisce male alla sveglia, reagisce con il mal di testa ed è già tanto che non abbia ancora vomitato.

Bella vita eh…

Esci alle 7 di sera torni alle 7 di mattina.

Peccato che l’alcol si senta.

Suona un cellulare.

Ma nessuno risponderà.

Non di certo quel ragazzo di diciannove anni, che si crede quasi un dio e che vanta una lista di conquiste che fa invidia alla Divina Commedia di Dante. Continua a suonare, l’inno del Messina.

Accanto a quello una foto. Un bimbo sorride all’obbiettivo.

Tra le mani un pupazzo, ride. Gli è appena caduto un dente. Manca dal sorriso.

Dove sarà finito quel bimbo? Forse è chiuso in un album di foto, forse è sotto a un cumulo di vestiti, forse è in quel tappetino.

Sarà da qualche parte dentro a lui? O se ne è andato per sempre?

Certe cose non le sai. Aspetti…

Aspetti che un giorno quel bimbo trovi una ragione per tornare.

 Solo ore più tardi quel ragazzo si sveglia.

Si veste ed esce.

Quanto tempo ci starà in casa? Quante volte ha già varcato quella porta? Tante domande, poche risposte.

Che hai sognato Alessandro?

Hai sognato una birra? Una nuova “amica”?Una nuova discoteca?

Forse non lo sai. Fra qualche giorno sognerai lei.

E forse non rientrerai alle 7 di mattina. Forse dormirai comunque fino a tardi.

Non per il troppo alcol, bensì per un altro tipo di cosa.

Per due occhi verdi.

Per quel sorriso.

Per quel No.

Perché prima o poi ci si innamora.

E c’è chi lo dice.

Ce una prima volta per tutto.

E non sarai tu a farti male, sarà quel bimbo che cadrà da una bici perché non ha le rotelline. Perché, Ale, è difficile imparare. È difficile imparare ad amare.

 

ANGOLO SCRITTORI.

Non ve l’aspettavate?

Forse nemmeno noi…

Perché ricominciare a riscrivere Are You My Dream?

Forse perché la storia iniziava a starci stretta, forse perché non volevamo che fosse la classica storia Secchiona-Figo.

Volevamo fosse di più.

Volevamo dare a loro un carattere più spesso e complesso.

Siamo cambiati noi e anche loro.

Perché ciò che scrivi alla fine ti rispecchia.

Buona lettura e commentate, perché per un autore non vi è miglior gratificazione che conoscere l’effetto del proprio lavoro sulle altre persone.

  
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