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Autore: RowanDarkstar    12/02/2014    1 recensioni
Regina detesta tutte le cose che ticchettano.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniel, Henry (Padre), Henry Mills, Regina Mills
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: “Once Upon a Time” e tutti i suoi meravigliosi personaggi appartengono all’ABC e ad Adam Horowitz e a Edward Kitsis, ecc. Io li ho solo presi in prestito con amore.


Heartbeats

Tic-tac. Come un battito. Come il clop-clop degli zoccoli dei cavalli sul terreno solido. Come il vento attraverso i rami fragili dell’inverno.

Lei aveva l’abitudine di giacere a letto, rannicchiata sotto il pesante cappotto di montone che sua nonna aveva sferruzzato per lei, ascoltando il suono dell’orologio di mogano del corridoio. Il suono portava conforto. A otto anni, Regina supplicò e negoziò e alla fine promise di cavalcare all’amazzone per tre mesi se sua madre avesse acconsentito a lasciarle adottare un cagnolino, una cosina dorata e irrequieta che Regina amava con tutto il cuore. Sua madre aveva ceduto, in cambio di lezioni giornaliere di comportamento sufficienti per un mese. Suo padre disse a Regina di mettere un orologio ticchettante nel letto col nuovo cucciolo, per imitare il battito del cuore della madre dell’animale, per rassicurare la creatura sola a tarda notte.

L’immagine rimase con Regina attraverso le lunghe notti solitarie nel freddo isolato della sua stanza. Lei ascoltava l’orologio. Anni dopo la scomparsa del cane.

Tic-tac.

Regina si addormentò sul fianco della collina nel sole del pomeriggio. Paglia aggrovigliata nei suoi capelli e la pelle che odorava di erba e mele. Il pensiero andò alla deriva nella foschia… Mia madre si arrabbierà… mentre il sonno la assaliva. Era tutto troppo bello, la pelle abbronzata di lui come sabbia al sole. L’incubo colpì violentemente dal nulla, un contrasto innaturale con la pace e la bellezza del giorno. Lei si svegliò e cadde nella sicurezza e nella meraviglia delle braccia di Daniel. Non si era mai sentita così calda e amata in vita sua. Si rannicchiò contro il suo corpo impolverato dalle stalle e le mani gentili di lui la calmarono come se fosse stata un destriero giocherellone affidato alle sue cure. Il respiro di lei rallentò e la sua testa posò pesantemente sul petto di Daniel, calmata dal battito regolare del suo cuore. Lei ricordò il cagnolino.

Tic-tac.

L’antico orologio a pendolo nel palazzo batteva le ore e ticchettava incessantemente nell’atrio principale del piano superiore. Il suono strisciava nei suoi sogni e le graffiava la pelle in squarci scorticati. I respiri pesanti di Leopold non facevano nulla per mascherare il ritmo implacabile. Meno di un anno dopo il matrimonio, e lei portò un martello dall’orologio nel mezzo della notte. Sfasciò uno dei più preziosi pezzi di tradizione della famiglia reale. Svegliò metà della casa. I servitori erano sotto shock. Sua madre era in fiamme. Biancaneve era terrorizzata di poter essere in qualche modo ritenuta colpevole. Leopold era troppo scioccato e confuso per essere arrabbiato. Regina sospettò che lui temesse per la sua sanità mentale e volesse soltanto evitare che l’incidente sfuggisse dalle mura del castello. Non ne parlarono più. L’orologio non venne mai sostituito.

Lei aveva bisogno che cessasse. Aveva bisogno che cessasse tutto.

Dammelo.

Oscurità. Tradimento. Distanza. Un sacrificio profondo e cavernoso. Vacuità e paura in occhi che lei amava e un misto di ricordi fugaci di mani morbide che le insegnavano ad allevare il suo amato cagnolino.

Fiamme e oscurità.

Lei lo fermò.

Fermò tutto.

Nessun tic. Nessun tac.

Non un altro secondo, non un altro battito cardiaco, non un altro momento vuoto. Il battito più importante che lei avesse mai sentito in vita sua era stato messo a tacere; il battito del reame doveva cessare in lutto.

Gli orologi non avrebbe ticchettato.

Il cuore del suo amante non avrebbe battuto.

Silenzio.

Per anni dopo anni.

Il cuoricino batte insistentemente contro il suo petto mentre lei culla il suo bambino per farlo addormentare nel silenzio insondabile del suo palazzo di marmo. Del loro palazzo di marmo. Non si è ancora adattata ai respiri di un’altra persona all’interno di queste mura. Alla crescita. A un battito. Alla vita.

Regina si sente male quando sonnecchia nella luce della luna e sogna delle dita crudeli di sua madre. Un battito cardiaco simile all’oceano nelle sue orecchie, un sogno, uno spirito ridotto in polvere del pavimento della stalla. La pelle di Henry è calda. Lei lo posa nella sua culla e si ritira nella propria stanza.

Guarda fisso fuori dalla finestra verso la torre dell’orologio.

Silenzio. Immobilità. Può respirare.

Sogna di capelli biondi e di un’irregolare conchiglia gialla che rifiuta di partire con la marea. Gli occhi di Henry sono dell’azzurro dell’acqua.

Tic-tac.
  
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