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Autore: ItsGiuliayall    12/02/2014    2 recensioni
"Mi avvicinai e mi sedetti a terra, accanto a lui: «Finché non muori… Finché sei vivo… Vivi. Vivi, Shannon. Potremmo avere le cose più belle di questo pianeta: potremmo girare il mondo insieme; diventare grandi insieme. Avere successo. Insieme!»"
Uno degli amori più forti è l'amore tra fratelli. Uno degli amori più potenti è quello tra i fratelli Leto.
Quindi, in onore dell'amore e della stima che l'uno prova per l'altro e in onore del loro coraggio che li ha portati a rischiare tutto e a vincere tante battaglie, ecco una song-fic dedicata a questi due uomini devoti alla vita e alla musica, ai sogni e a se stessi.
Buona lettura.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One-shot/Song-fic che ho scritto ispirandomi al testo di Savior, canzone dei Thirty Seconds To Mars. Uno degli amori più forti è l’amore tra i fratelli. Uno degli amori più potenti è quello tra i fratelli Leto. Quindi, in onore dell’amore e della stima che l’uno prova per l’altro e in onore del loro coraggio che li ha portati a rischiare tutto e a vincere tante battaglie, ecco una song-fic dedicata a questi due uomini devoti alla vita e alla musica, ai sogni e a se stessi.
Buona lettura.
Giulia.
 
Savior
 
«Oh merda!» Urlai, in preda al panico.
Lui scoppiò in una risata isterica, sdraiato a terra, mentre attorno a noi imperava il caos.
«Shannon, alzati!» Ordinai, correndo verso di lui. Lo sollevai con fatica, ma senza arrendermi.
Sentivo il bisogno morale e fisico di aiutarlo. Di farlo rialzare. Ancora.
«Ti prego, Shannon. Smettila!» Implorai, angosciato. Aprì gli occhi, incontrando i miei addolorati.
«Ne usciremo, Shannon. Ti prometto che ti aiuterò ad uscirne.»
Tornò a piangere, rimanendo sulle sue ginocchia. Mi abbassai, trovandomi accanto a lui.
«Sono un tale coglione…» disse tra le lacrime, senza riuscire a guardarmi negli occhi.
«Hai solo bisogno di trovare una via d’uscita, Shannon.»
«Smettila di giustificarmi! Smettila, Jared!» Urlò, appoggiandosi sui talloni, coprendosi il volto con le mani, in preda a singhiozzi che lo sconquassavano.
Respirai faticosamente, mentre sentii ogni parte del mio corpo cadere a pezzi mentre l’osservavo, impotente. «Finché non crolli, non puoi rialzarti Shannon, e tu sai quanto sia vero quello che sto dicendo.»
Prese un lungo respiro, si tolse le mani da davanti gli occhi e guardò dritto davanti a sé, poi parlò angosciato: «Mi sembra di continuare a scivolare sempre più in basso, senza mai fermarmi. Come posso davvero rialzarmi, se non tocco mai il fondo?» Domandò sgomento.
Appoggiai una mano sulla sua spalla, ma lui continuò a sfogarsi: «Mi sento bruciare dal profondo della mia anima, forse perché ho mentito sia a te che a mamma per tutto questo tempo. Lo facevo perché non volevo vedeste ciò che sono diventato… Ora non ce la faccio più però, Jared… Non…», prese un lungo respiro e tornò a singhiozzare.
Lo strinsi a me, avvolgendolo tra le mie braccia: «Sono così felice, Shannon. Speravo mi chiamassi. Non scusarti e non vergognarti. Finché non crolli, finché non bruci, finché non menti… non impari. E finché non vedi con i tuoi occhi che una luce in tutta questa oscurità esiste davvero, e finché non credi in questa luce, non potrai mai rialzarti, Shannon.»
Si scostò da me, alzandosi in piedi, tremante.
Ma non mi lasciai intimidire. Conoscevo mio fratello più di quanto si conoscesse lui stesso, e continuai imperterrito: «Finché non combatti, non puoi pretendere che tutto torni a brillare.»
«Nulla ha mai brillato, Jared...»
«C’è stato un tempo, dove non ci servivano le cazzate che esistono oggi per sorridere, per divertirci, per aver speranza. Sono sicuro che non te ne sei dimenticato» ribattei alzandomi da terra.
Tornò a guardarmi negli occhi ed io mi sentii meglio: «Hai ragione: finché non cadi fino alla fine di tutto, non puoi risorgere dalle tue ceneri, Shannon. Ma la fiducia in te stesso devi averla, o continuerai a scivolare e scivolare, sempre più giù. Un minimo di amor proprio devi pur averlo per te stesso!»
«Per chi? Chi si vorrebbe bene, se fosse come me!? Dannazione, sono un casino totale! Sto diventando dipendente da qualcosa che ho sempre disprezzato! Ieri è stata la seconda notte che passavo in una cella, con due pazzi psicopatici! Non riesco a trovare un lavoro decente e non ho un amico che possa definire tale; non ho più una madre, né un fratello. Mi sento il mondo intero contro! E mi sento una merda…» disse, abbassando il tono sull’ultima frase, abbattuto.
«Ce l’hai una madre, ce l’hai sempre avuta… Ed è a casa adesso, preoccupata per te» sussurrai, avvicinandomi e fermandomi subito dopo aver fatto il primo passo.
Provavo tenerezza per lui, ma sapevo quanto fosse vulnerabile in quel momento: abbracciarlo sarebbe stato sinonimo di affermazione alle sue osservazioni.
«…E tuo fratello è qui, davanti a te. Adesso. Sono qui per te, Shannon!» Aggiunsi.
Sospirai, dandogli le spalle e passandomi le mani tra i capelli, cercando di riacquisire un briciolo di calma.
Quando mi voltai, lui era seduto a terra, contro il muro, con le mani appoggiate alla testa e il volto nascosto tra le ginocchia.
Mi avvicinai e mi sedetti a terra, accanto a lui: «Finché non muoriFinché sei vivo… Vivi. Vivi, Shannon. Potremmo avere le cose più belle di questo pianeta: potremmo girare il mondo insieme; diventare grandi insieme. Avere successo. Insieme!»
Alzò lo sguardo e tornò a guardarmi negli occhi. Sorrise tristemente: «Non salvarmiNon salvarmi
«Perché!?»
«Perché non voglio trascinarti a fondo con me. Perché non mi importa
«Sei un pessimo bugiardo, Shannon. Finché non dai, non puoi pretendere di ricevere in cambio qualcosa di splendido. Non puoi pretendere una vita coi fiocchi, se non hai la decenza di sbattere il culo a terra! Finché non hai usato il tuo talento, la tua passionalità, la tua forza… Finché non hai perso qualche battaglia, finché non perdi te stesso nei tuoi sogni – senza la paura di sognare troppo in grande –, finché non hai visto quello che la vita può darti, come puoi credere che non ci sia nulla per cui vivere? Per cui combattere? Devi vivere Shannon. Finché non hai vissuto mille vite e mille esperienze, finché non hai visto negli occhi della tua amante, della tua passione, della tua grande musa... non puoi mollare tutto, ancor prima di aver provato. Giusto, Shannon? Dimmelo. Parlami, Shannon. Chi è la tua grande musa?»
Lui rimase immobile, guardandomi negli occhi. Sospirò e poi sussurrò una semplice ma concisa parola: «La musica...»
Sorrisi e mi beai dei suoi occhi lucidi e della sua serena affermazione, entrambi il riflesso della sua stessa rivelazione.
«Questa è la tua occasione» affermai.
«Questa è la mia occasione» ripeté.
«Dimentica questa triste realtà. Non deve per forza essere la tua, Shannon. Finché questa realtà non diventa una bugia, finché non cambi, finché non neghi che tu dipenda da tutto questo e finché non credi che sia così, non puoi essere davvero libero.»
Annuì: «Questa è la mia occasione e la colgo adesso perché posso. Questa è la mia occasione, la voglio tutta» sussurrò, con lo sguardo perso.
Poi tornò tra di noi e mi guardò negli occhi, sorridendo. Mi abbracciò di slancio: «Salvami» sussurrò impercettibilmente. Così a bassa voce che pensai di averlo immaginato. Lo strinsi più forte a me, commosso da quella supplica così malcelata.
E promisi tra me e me che, sì, lo avrei salvato. Fosse stata l’ultima cosa che avrei fatto.
 
 
 
 
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Inizio col precisare che ho amato scrivere questa song-fic. Ho adorato immaginare i fratelli Leto da ragazzi. E ho adorato scrivere di loro, cosa che spero di fare ancora ed ancora. Sono di così tanta ispirazione…
Spero con tutto il cuore che abbiate apprezzato questa one-shot.
-Giulia.
  
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