Libri > Vampire Academy
Ricorda la storia  |       
Autore: _joy    13/02/2014    5 recensioni
Contesto: tra "Morsi di ghiaccio" e "Il bacio dell'ombra":
Rose non ha ancora visto il fantasma di Mason, non sono ancora iniziati i problemi legati allo Spirito. Lei e Lissa sono tornate all'Accademia e hanno ripreso le loro vite. Finché Lissa non le chiede di tornare a NYC e riprendere le loro vecchie identità in nome di un amore passato.
ATTENZIONE: questa storia è sempre un crossover con Gossip Girl ma non c'entra niente con "Escape": non sono legate, è diverso il contesto e Lissa e Rose sono scambiate rispetto a quella storia: Rose è Serena Van der Woodsen e Lissa è Blair Waldorf (capelli a parte!)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dimitri Belikov, Lissa Dragomir, Rose Hathaway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Life, unfortunately, doesn't seem to care what we want.” 
― 
Sonya KarpLast Sacrifice



Stavo cercando di rompere la guardia di Dimitri, senza successo.
 
Fintai e poi cercai di colpirlo al fianco, ma lui intercettò la mia mossa e mi anticipò con una velocità inaudita.
Mi colpì al braccio, per fortuna contenendo la sua forza, perché avrebbe potuto benissimo spezzarmelo.
Aggrottò un sopracciglio, invitandomi a riprovare.
 
Alzai i pugni, preparandomi a un nuovo attacco, e fu allora che la sentii.
 
Lissa.
Lissa che era addolorata.
Lissa che mi stava cercando.
Lissa che aveva bisogno di me.
 
Mi distrassi, cercando di analizzare quel suo picco di umore, e…. bam!
Ero stesa a terra e Dimitri era sopra di me.
Battei le palpebre, sorpresa.
Per un secondo mi ero dimenticata di essere in palestra.
Fissai i miei occhi sgranati nei suoi e vi lessi perplessità.
Si alzò lentamente (troppo lentamente, se volete saperlo) e poi chiese:
«Che succede? Non è da te distrarti in questo modo»
Mi alzai sui gomiti.
«Io…»
 
Non finii di parlare, perché la sentii vicina.
Saltati in piedi e mi voltai verso la porta e, dopo un secondo, apparve Lissa.
«Che succede?» esclamai.
Lei gettò un’occhiata di scuse a Dimitri ma disse solo:
«Scusate se interrompo la lezione, ma… Sono venuta a dirvi che partiamo oggi e che dovete andare a prepararvi»
Dimitri non disse nulla, tanto c’ero io che in quanto a curiosità bastavo per tre.
«Davvero? E dove andiamo?» chiesi infatti.
Lissa mi lanciò un’occhiata che non seppi decifrare.
«A… A New York»
«Cosa?» io mio strillo stupì persino Dimitri «Ma… ma come?»
Lissa annuì.
«Ho il permesso della preside Kirova, partiamo tra un’ora»
 
In quel momento entrò Alberta, il capo dei guardiano della palestra.
«Ah, principessa Dragomir, li ha già avvertiti?» chiese e, senza aspettare la risposta, proseguì:
«Belikov, tu, Celeste e Stan sarete le guardie della principessa; Rose può venire. La preside Kirova dice che…»
«Lissa, stai scherzando vero?»
Nella palestra scese il silenzio, mentre tutti mi guardavano.
Ma io avevo occhi solo per lei.
Ci fronteggiammo, lei con espressione supplicante e io con totale disapprovazione.
«Avevamo detto che…» iniziai.
«Sì, lo so, lo so» mi interruppe «Però sono arrivate le lettere di risposta dai college e la preside Kirova dice che…»
Incrociai le braccia sul petto, senza ammorbidire il mio guardo severo.
A Lissa sfumò la voce; Alberta ci fissò invece con sguardo penetrante e riprese a parlare:
«La preside Kirova dice che, avendo a quanto pare voi due fatto domanda per il college mentre eravate… ehm…  lontane dall’Accademia, potete andare a prendere i vostri risultati. Signorina Hathaway, hai qualcosa da dire al riguardo?»
«Sì» sbottai, inflessibile «Ma è una cosa privata tra Lissa e me»
 
Alberta alzò gli occhi al cielo, ma io ero fatta così.
Spaccona, prepotente e irriducibile.
Ormai lo sapevano tutti.
Ma siccome ero anche l’allieva migliore dell’Accademia, grazie soprattutto a Dimitri, i guardiani mi tolleravano.
O almeno ci provavano.
Anche perché era risaputo che io e Lissa – alias l’ultima dei Dragomir, una delle famiglie reali Moroi – avevamo il Legame.
 
In breve, nell’incidente d’auto che uccise la famiglia di Lissa morii anche io. Solo che lei usò lo Spirito (il rarissimo dono Moroi che non sapevamo ancora avesse) per riportarmi indietro. Oltre ad avermi riportata in vita, lo Spirito ha creato il Legame, per cui io sento le emozioni e a volte anche i pensieri di Lissa, ma è a senso unico: lei non sente me.
Fortuna che Lissa era la mia migliore amica: non oso pensare cosa significherebbe avere un legame del genere con qualcuno non dico che odi, ma con cui non hai confidenza assoluta.
Meglio spararsi.
A volte sentivo persino quando Lissa e Christian, il suo ragazzo, facevano sesso.
Questo tanto per darvi un’idea.
Comunque, dal punto di vista di un guardiano, io ero l’unica a sapere sempre dov’era Lissa e come stava e questo, unito alle mie doti Dhampir, mi rendeva la candidata ideale ad esserle assegnata come guardiano, una volta ottenuto il diploma.
 
Se mai avessi ottenuto il diploma, cioè.
Strozzarla non mi avrebbe reso questo traguardo più vicino, di certo.
Eppure ero tentata.
E parecchio.
Lissa lo sapeva e tentò un sorriso conciliatore, che non raccolsi.
Alberta mi gratificò di un’occhiata perplessa e se ne andò dicendo solo:
«Tra un’ora. Buon viaggio»
Rimasti in tre, Lissa scoccò un’occhiata prudente a Dimitri, ma lui si limitò a dire:
«Rose, andiamo a prepararci, non dobbiamo far aspettare…»
Lo interruppi:
«Io non vengo»
«Cosa?» Lissa sgranò gli occhi per lo shock «Cosa dici?»
«Che non vengo se non so perché dobbiamo andare»
«Rose» la voce di Dimitri tentò di richiamarmi all’ordine, ma io rimasi insensibile.
 
Lui non sapeva.
New York.
 
Lissa si morse un labbro, ma alla fine cedette.
«Oh, va bene, hai vinto. Bart Bass è morto»
La sua affermazione, così lapidaria, mi lasciò di stucco.
Rilassai le braccia.
«Mi… Mi dispiace… Ma…»
Ci guardammo in silenzio e poi lei scrollò le spalle.
«Rose, ti prego, ti prego. Per me è importante. Non posso non esserci. Per lui»
Esitai.
«Christian lo sa?»
Scosse il capo, negli occhi la preghiera di capirla.
Lo sapevo.
«È un errore Liss» insistetti.
«Rose, ti prego!»
Fu una battaglia silenziosa di sguardi e, alla fine, capitolai.
Non ce la facevo a vederla addolorata.
Scrollai il capo e dissi:
«Come vuoi. Ma è un errore, Liss. Certe cose… dovrebbero restare sepolte»
Lei era sul punto di piangere.
«Ne ho bisogno, Rose. Devo vederlo. E… ho bisogno che tu ci sia»
Annuii.
«Dai, andiamo a prepararci» dissi solo.
Lei mi abbracciò forte, sorrise a Dimitri e schizzò fuori dalla palestra.
E, a quel punto, lui mi poggiò una mano sul braccio e disse:
«Rose, che cavolo succede?»
 
*
 
«”Lui” è Charles Bass, detto Chuck» spiegai a Dimitri mentre uscivamo dalla palestra, soli.
Sospirai e mossi un paio di passi nel cortile.
«Vedi, prima che tu ci trovassi e ci riportassi a scuola, io e Lissa abbiamo vagato un po’ e il posto più bello in assoluto dove siamo state è New York. Manhattan per la precisione»
Dimitri sembrò sorpreso.
«Avete studiato a Manhattan?»
«Sì, per qualche mese. Sai come funzionava. Arrivavamo in un posto, Lissa usava la compulsione per farci ammettere a scuola e farci riconoscere e ricordare da tutti… ed era fatta. E l’Upper East Side è un posto meraviglioso: feste, balli, moda… tutto quello che due ragazze possono desiderare!»
«Due ragazze fuggitive, vorrai dire»
Lo guardai sorridendo e annuii.
 
Era bella, questa nuova complicità tra noi.
Era meravigliosa.
 
Dimitri era il mio istruttore da quando ci aveva ritrovate e riportate a scuola.
Perché eravamo scappate?
Bella domanda.
Eravamo scappate perché Lissa iniziava a risentire dello Spirito, che è il più raro degli elementi della magia cui attingono i Moroi. Talmente raro che si credeva fosse solo una leggenda.
E in chi doveva rivivere, se non nella mia migliore amica?
Intendiamoci, non è tutta sfiga.
Insomma, lo Spirito ha degli aspetti parecchio fighi.
Tipo riportare in vita i morti: vedi la sottoscritta.
Ma anche guarire e essere dotati di carisma e avere amplificata la Compulsione, che è il potere con cui i Moroi possono plagiare le menti.
Bisogna essere davvero dotati per farlo e, tra Moroi, devi essere davvero potente per plagiare un’altra mente.
Questo, se non sei un cultore dello Spirito.
Comunque.
Lo Spirito richiede un grande sacrificio personale e i suoi effetti, in termini semplificati, sono che ti porta alla pazzia.
Solo che noi non sapevamo dello Spirito… vedevamo solo che Lissa era sempre più instabile e paranoica.
E, dentro di me, sapevo che non dipendeva dalla perdita della famiglia… il Legame mi faceva sentire la sua inquietudine, le sue frustrazioni, il suo desiderio di farsi del male.
Quando iniziò a ferirsi intenzionalmente e a usare sugli altri la Compulsione la portai via.
Nel nostro pellegrinaggio da ragazze ricche (Lissa è l’ultima dei Dragomir) siamo approdate anche a NYC e lì… che vita!
Purtroppo è durata solo pochi mesi, poi ci siamo spostate per confondere le nostre tracce.
Ma, mentre eravamo lì, un po’ di Compulsione… ed ecco Serena Van der Woodsen e Blair Waldorf, ricche hit-girls con famiglie problematiche ed assenti (lì è una situazione generalizzata e nessuno fa domande) e un sacco di voglia di divertirsi fino allo sfinimento.
Sì, andavamo a scuola.. Ma era figa anche quella!
 
Cosa c’entra Dimitri con tutto questo?
È un Dhampir come me: noi siamo la razza dei guardiani dei Moroi.
I Moroi sono vampiri buoni, quindi non uccidono per nutrirsi di sangue, a differenza degli Strigoi, che sono vampiri cattivi che hanno abbandonato la magia a favore delle uccisioni e, essendo esseri rinnegati, bruciano al sole: sono creature delle tenebre.
Noi Dhampir siamo una via di mezzo: metà vampiri e metà uomini, più forti dei mortali ma senza poteri magici.
Solo tanta tanta tanta fatica per diventare guardiani letali: siamo i killer degli Strigoi, solo che quelli sono potentissimi e noi dobbiamo studiare davvero tanto per arrivare ad avere competenze e doti che ci permettano non dico di stare alla pari ma almeno di giocarcela in una lotta.
 
Dunque.
Dimitri Belikov.
Dhampir, figo strafigo, guardiano dell’Accademia St. Andrews (da cui io e Lissa siamo scappate e in cui lui ci ha riportare dopo un anno e mezzo di gloriosa vita da libere fanciulle), guardiano assegnato a Lissa.
Mio istruttore, il che va benissimo perché Dimitri qui è conosciuto come “il dio” e questo ve la dice lunga.
Peccato che ci siamo innamorati.
 
Cioè, non peccato.
Io lo amo, figuriamoci se mi dispiace.
Ma – diciamo – non doveva capitare.
Lui ha sette anni più di me e per le regole del nostro mondo una relazione tra noi è inconcepibile.
La nostra vita deve essere dedicata ai Moroi… a Lissa, nello specifico.
Loro vengono prima: il motto dei Dhampir.
Lei viene prima: il mio motto personale.
Dimitri è la persona più scrupolosa, attenta, onesta, fiera e leale dell’universo, quindi capite bene che ha fatto di tutto per non farsi coinvolgere dal sentimento… Ma non c’è riuscito.
Io avevo già gettato la spugna, perché innamorarmi di lui è stata la cosa più naturale del mondo.
E, dopo mille problemi, ci siamo arresi al sentimento.
Al sentimento e basta, perché i vari problemi restano.
 
Settimane fa, nelle vacanze di Natale, uno dei miei migliori amici Dhampir, Mason, è morto in un attacco di Strigoi.
Io ho ucciso i suoi assassini… Ma Mase non c’è più.
Questa morte ha cambiato la mia vita, mi ha dato i miei primi due molninja (che sono i tatuaggi a forma di fulmine con cui vengono decorati i Dhampir che uccidono gli Strigoi: uno per ogni Strigoi morto) e mi ha ridato Dimitri.
Eravamo in un momento in cui lui ha cercato di allontanarsi da me, per il bene mio e di Lissa, e per un po’ ha persino preso in considerazione l’idea di lasciare l’Accademia.
Ma è rimasto.
Per me.
Sapevamo di non poter stare insieme (non dirò che è sbagliato, perché per me non lo è), ma ci siamo confessati di amarci.
E poi… basta.
Cercavamo di vivere normalmente e di tenere sotto controllo la passione e il sentimento.
A volte ce la facevamo, a volte era durissima.
Ma insomma.
Dimitri c’era e io lo sapevo.
 
Ed era ora di parlargli di NYC.
 
 
«Due fuggitive molto fighe» dissi, tornando al presente.
Lui alzò gli occhi al cielo e io proseguii:
«Comunque. Chuck è… è il grande amore di Lissa. E io non voglio che lo riveda. E questo è quanto»
Dimitri si fermò di botto, spiazzato dal mio rapido riassunto di fatti a lui ignoti.
«Ma Lissa…» sembrava confuso «Lissa e Christian…»
Era incredibile vedere Dimitri che si destreggiava non tra le armi ma nelle questioni di cuore della mia migliore amica.
Era chiaramente in difficoltà e io ghignai.
«Sì, compagno, tranquillo, puoi dirlo»
Lui sbuffò a sentire quel soprannome che odiava ma io proseguii imperterrita:
«Dunque, le cose stanno così. Chuck è il figlio di papà più odioso e viziato e presuntuoso del mondo… ma lui e Lissa si sono innamorati. Cioè, lei si faceva chiamare Blair Waldorf e impersonava una ricca ragazza viziata, ma la sostanza non cambia. Solo che lui è uno stronzo presuntuoso e si sono fatti del male con un tira e molla infinito, senza arrivare a nulla. Lei è stata malissimo e sai quanto sia fragile Lissa…»
Aggrottai la fronte e lui annuì.
«Bene, era ridotta a uno straccio e io presi la scusa della prudenza e la portai via di lì. Siamo andate a Portland e lì ci hai trovate e riportate qui. E poi, con Christian… ho sperato che dimenticasse Chuck e pensavo ci fosse riuscita. E ora scopro che vuole correre a Manhattan!»
«Ma non parlava di un certo…»
«Bart Bass. È… era… il papà di Chuck»
Taccio per un attimo e poi proseguo:
«Mi spiace che abbia perso suo padre, davvero. Avevano un rapporto terribile, ma Chuck teneva disperatamente alla sua approvazione. Ma… non voglio che Lissa corra a consolarlo»
«Ma se andiamo per le vostre ammissioni al college…»
Gli piantai gli occhi in faccia.
«Se ti dico che andiamo per Chuck, tu a chi credi?»
Sospirò.
«A te»
«Ecco, appunto. E, fidati, Chuck non va bene per lei»
 
Con questi pensieri in testa preparai velocemente una borsa e mi diressi alla pista di decollo del jet privato dell’Accademia.
Dimitri era già lì, che parlava con gli altri Guardiani che ci avrebbero accompagnati: sapevo che stavano parlando dell’organizzazione della sicurezza.
Lissa mi sorrise, speranzosa, ma io la ignorai.
Mi venne vicina, il Legame traboccante di bisogno di essere compresa.
Strinsi i denti.
Ero sensibilissima alle sue fragilità…ma questa no.
Non le faceva bene.
«Rose…» mormorò «Ti prego, non essere arrabbiata con me»
«Liss, credevo che Chuck fosse un capitolo chiuso della tua vita!»
Come sempre, il Legame mi disse quello che lei non riusciva ad esprimere a parole.
Il rimpianto.
L’attrazione.
La cosa folle è che lei si era davvero innamorata di quel ragazzo cinico, che al mondo mostrava un volto sgarbato e dissoluto per nascondere le sue fragilità…
 
Oh cazzo.
 
Feci una faccia strana, evidentemente, perché lei si affrettò a chiedermi a cosa pensavo.
«Non ci ero ancora arrivata!» esclamai, attonita «Chuck è…come Christian!»
Il ragazzo di Lissa, Christian Ozera, era un Moroi figlio di due membri di una famiglia reale che avevano scelto volontariamente di diventare Strigoi: un crimine imperdonabile.
Lui nascondeva il dolore, la rabbia e la solitudine dietro il cinismo…. Proprio come Chuck.
Certo, Christian aveva qualche motivo in più per essere cinico.
«Cavolo Liss!» la interruppi mentre già negava «Ma perché ti innamori di gente…di gente così?»
Perché non poteva trovarsi un bravo ragazzo (o un bravo Moroi, meglio) normale??
«Senti chi parla» ribatté lei offesa «Miss relazioni-sentimentali-equilibrate»
Repressi un sospiro.
In teoria era vero… ma prima di Dimitri.
Da quando era entrato lui nella mia vita, nessun altro contava più.
I ragazzi, le feste… la Rose che ero aveva capito quanto fosse vacuo quanto fatto finora e voleva… bè, volevo solo lui.
Ma tanto, a cosa serviva pensarci?
Dimitri era stato chiaro: loro vengono prima.
«Non stiamo parlando di me» ribattei «Ma di te! ma come ho fatto a non capirlo prima?»
«Ma non è vero! È…»
La interruppi di nuovo.
«Hai scelto Christian perché ti ricordava Chuck?»
«No» negò.
Ma il Legame mi diceva che stava valutando la cosa.
Amava Christian, lo sentivo.
La calmava, le piaceva il suo cinismo, il modo in cui si ammorbidiva con lei, la sua intensità e la sua ironia mordace.
Il fatto che la adorava.
Ma Chuck… era stato il primo amore.
E il primo con cui era andata a letto.
Amava il senso di potere, di euforia che Chuck le faceva provare.
Io rabbrividii: la Lissa che era stata a Manhattan era una Lissa fuori controllo.
Spericolata, sull’orlo dello Spirito… non mi piaceva.
Mi faceva paura.
Cercai un modo per esprimere i miei pensieri, ma ci chiamarono a bordo per il decollo.
 
Mi sedetti e Lissa prese posto accanto a me.
Vidi Dimitri lanciarmi un’occhiata, seduto vicino ai guardiani.
Chiusi gli occhi, evitando di parlare con Lissa.
Lei mi restò accanto, testarda.
Ci tengo, Rose – mi disse attraverso il Legame.
Non risposi.
Anche se ci teneva, comunque era sbagliato.
Ma cosa potevo fare?
Una scenata davanti ai guardiani rinfacciandole il suo amore per un figlio di papà depresso?
Mi morsi il labbro e finsi di dormire.
 
 
Quando atterrammo ero ancora furiosa.
E silenziosa, il che era preoccupante.
Lissa mi lanciò l’ennesima occhiata stanca.
I guardiani, prima di scendere dall’aereo, ci subissarono di raccomandazioni.
Io non ribattei e non parlai, ma avevo la mente altrove.
Capivo le loro preoccupazioni, ma per me il fulcro di tutto era Lissa e stavolta il problema non erano gli Strigoi.
Feci uno scongiuro mentale.
Non si può mai dire, ma non avevamo mai avuto mezzo problema di quel tipo a Manhattan.
Invece, sentimentalmente… non mi andava che Lissa finisse di nuovo nei casini.
Sprofondai ancora di più nel mio umore cupo.
Quando il predicozzo terminò, Celeste, l’unica Guardiana donna, spiegò che avremmo preso un taxi fino a un hotel.
Era gentile e sicura di sé, almeno finché Lissa non la interruppe garbatamente:
«Io…ehm… Mi spiace, volevo dirvelo… Ho già prenotato un’auto e per quanto riguarda il pernottamento…»
Di fronte agli sguardi attoniti dei tre guardiani le sfumò la voce.
Mi guardò speranzosa, ma io continuai a fingere di non essere lì.
«Principessa» disse Stan Alto, severo «Lasci la logistica a noi»
Alto era uno stronzo indisponente in Accademia, ma con Lissa cercava di controllarsi.
Lei, però, scosse il capo.
«Non vedo perché dovremmo andare in albergo quando io e Rose abbiamo una casa in centro»
I Guardiani la guardarono attoniti.
«Una…casa?» chiese Celeste.
Lissa annuì e i tre si scambiarono occhiate perplesse.
«Perché nessuno ne ha fatto parola?» ruggì Alto «Hathaway?»
Ti pareva che non era colpa mia?
Scrollai le spalle.
«Non sono mica io quella che ha organizzato» risposi.
Alto sembrava sul punto di strozzarmi e Dimitri intervenne.
«Rose, ti sembra un’informazione poco importante?» la sua voce pacata fu un rimprovero più grande di qualsiasi urlo degli altri «Come possiamo proteggere la principessa se non siamo messi a parte di una cosa del genere? Qui non godiamo della protezione dell’Accademia»
Già: l’Accademia godeva di protezioni magiche, ma nel mondo reale…
Mi voltai verso Lissa e lei ebbe il buon gusto di arrossire.
Tuttavia perseguì il suo scopo, determinata.
«Capisco e chiedo scusa: è colpa mia, Rose non c’entra. Ma io vado a casa mia»
Il suo tono deciso creò scompiglio nei Guardiani: era chiaro che non l’avrebbero convinta.
Stan si allontanò imprecando a bassa voce, dopo avermi guardata come se fosse colpa mia. Di nuovo.
Anche Celeste si scostò da noi per fare una telefonata.
Dimitri invece rimase e sotto il suo sguardo fermo Lissa arrossì e borbottò una scusa.
«C’è altro che dobbiamo sapere?» chiese, pacato «Rose?»
«Non ne ho idea» risposi, stringendomi nelle spalle «Io nemmeno volevo venire. Il capo è Lissa, stavolta»
Lei si adombrò.
«Va bene Rose, abbiamo capito che sei in disaccordo. Ora la smetti?»
Mi strinsi di nuovo nelle spalle.
«No»
 
 
La macchina che Lissa aveva prenotato stupì i Guardiani.
Insomma, era una limousine.
Lei salì disinvolta, io altrettanto e loro non ebbero altra scelta che seguirci.
Quindi, l’autista partì senza che nessuno avesse dato indicazioni e questo rese chiaro a tutti che Lissa aveva preso in mano le redini del viaggio.
A tutti gli altri, cioè: io lo sapevo già.
Leggevo nella sua mente, ma non parlavo né commentavo.
Rimuginavo su questo, osservando pigramente New York che scorreva davanti ai miei occhi.
All’improvviso, la mano di Lissa coprì la mia.
Mi voltai e la vidi sorridere.
«Stupendo, vero?» chiese «Mi è mancata così tanto… e so che manca anche a te»
Annuii brevemente: era impossibile che quella città non ti mancasse.
Alto mi gettò un’occhiata inceneritrice e riprese a mugugnare.
Quando l’auto si fermò, i Guardiani ci dissero di restare a bordo e scesero per ispezionare la situazione.
Ora, so che sarebbe diventato il mio lavoro ed era una cosa seria eccetera eccetera… ma poveretti, non avevano idea di dove si trovavano e di cosa aspettarsi.
Lissa pensava le stesse cose.
«Dici che frugheranno dietro i cassonetti per vedere se ci sono Strigoi?» scherzò.
«Cassonetti nell’Upper East Side?» ribattei «Poveretti»
Lei ridacchiò e una scintilla di buonumore, mio malgrado, fece capolino in me.
Lissa, che pure non aveva il Legame dalla sua, lo capì.
«Lo so che sei felice di essere qui» mi disse, prima di scendere dall’auto.
Sospirai e la seguii.
 
Celeste ci vide comparire e aggrottò le sopracciglia.
I tre si mossero verso di noi, ma Lissa procedette verso il portone imponente e salutò:
«Buonasera, Vania. Che bello vederti!»
L’ometto si aprì in un sorriso radioso:
«Miss Waldorf! Miss Van der Woodsen! Ma siete a casa! È bellissimo!»
Si inchinò e ci aprì la porta.
Accidenti.
Mi ero dimenticata dei suoi inchini.
Con un certo disagio sorrisi e risposi:
«Ciao, Vania»
Lui mi sorrise, estasiato.
Mi voltai verso gli altri e feci loro un cenno prima di seguire Lissa all’interno.



***
Buongiorno!
Eccomi qui con una nuova storia, crossover tra Vampire Academy e Gossip Girl.
Perchè?
Perchè questa saga mi appassiona e l'aver letto (finalmente!) gli ultimi due libri mi fa venire voglia di scriverne ancora. 
E perchè, quando ho progettato Escape, in realtà avevo due idee per questo crossover e questa è la seconda e non c'entra niente, assolutamente niente, con la prima.
Quando avrò terminato questa storia, partirò con un progetto più organico sulla serie "Vampire Academy", stavolta non crossover.
Per chi avrà la pazienza di seguirmi: grazie!
Buona lettura,
Joy

Ps: vi ricordo che per tutti gli aggiornamenti potete seguire la mia pagina Facebook:
 
https://www.facebook.com/Joy10Efp
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Vampire Academy / Vai alla pagina dell'autore: _joy