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Autore: slice    13/02/2014    2 recensioni
Siccome sono priva di memoria, ho seccato un compleanno. E questa è tutta la triste storia di questa shottina, ma approfondirò per il pubblico ludibrio: ho litigato con me e me stessa per il regalo da fare - eravamo in tre, non vi dico che macello - quando poi alla fine mi sono rassegnata a chiedere un prompt. Il suddetto è "perdono e gratitudine" e non sono sicura di averci azzeccato, so solo che Teresa e Chiara sono madre e figlia e c'entrano punizioni, nonne e gelato. Tanto gelato.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: perdono e gratitudine.
Li ho mescolati tanto che alla fine si sono amalgamati. Oops...





Il gelato anzitutto





Immobile sul suo sedile, osserva sua madre sbuffare. La donna ha le chiavi in mano e gli occhiali in testa, ma sicuramente sta cercando uno di questi due oggetti, mentre rovista freneticamente nella borsa. Chiara potrebbe chiederle cosa cerca, avvertirla, potrebbe persino allungare la mano e rubarle le chiavi dalla sua o abbassarle gli occhiali sul naso; se non lo fa è perché sua madre è molto arrabbiata con lei ed è sicura che qualsiasi cosa possa aggravare la sua situazione. Sta per pensare che anche il mancato avvertimento può esserle fatale, quando Teresa parla, tirandola fuori dalle sue elucubrazioni.
“Ah, ma ce li ho in testa! Perché non mi dici niente, tu?”
Chiara sospira, prima di seguire l'esempio di sua madre e uscire dall'auto.
Fanno insieme pochi passi, poi si fermano per guardare che non arrivi nessuno. Lei tira su la mano per attraversare la strada esattamente quando Teresa inizia a camminare.
“Muoviti!” le urla, da sopra la spalla.
Chiara sospira di nuovo perché sua madre è molto arrabbiata con lei e stasera non avrà il gelato.
Il negozio di alimentari è praticamente vuoto. La bambina si chiede brevemente quanto ci voglia a fare la spesa se si è anziani, visto che probabilmente il negozio sembrerebbe ancora più vuoto se non ci fossero vecchietti lentissimi che deambulano tra gli scaffali come se a casa si annoiassero. Davanti al banco frigo capisce di aver bisogno di una strategia perché sua madre non si volta verso il congelatore neanche per sbaglio e solo pochi negozi, sul tragitto di casa, hanno il gelato che le piace.
È con la testa tra le nuvole che trotterella alla cassa, poco distante dalla donna. Alza il viso e la guarda, in piedi, ferma in fila, irrequieta.
Teresa le lancia uno sguardo di fuoco, quando si accorge di essere osservata, ma torna presto a guardare davanti a sé.
La fila scorre e sua madre posa quei pochi oggetti sul tappeto scorrevole della cassa. Il suono acuto e insistente che fanno quando passano sembra irretire la cassiera, che biascica intontita un chewing gum in un modo fastidiosamente rumoroso. Chiara si acciglia, ma viene strattonata fuori da quel vago disagio dalle parole di Teresa.
“Quando si riceve qualcosa in regalo, si ringrazia,” dice lei, con alle spalle la luce abbagliante del sole delle sei, che filtra dalla porta del negozio, “e questo non vale solo per le cose che ci piacciono.”
Chiara allarga gli occhi e dischiude le labbra lentamente, i primi per la sorpresa e le seconde per la concentrazione. Pensa alle parole della madre, pensa a come è sicura di aver saputo fin dall'inizio che questo fosse il motivo della sua arrabbiatura, ma allo stesso tempo che fosse rimasta una supposizione, lontana e fumosa come tutte le supposizioni, fino a quel momento. Il fatto di essere appena caduta dal proverbiale pero le fa arricciare il naso in imbarazzo.
In teoria, tutto quello che possiede può considerarsi un regalo, ma non è che lei possa ottenere qualcosa in altri modi. L'incoscienza è sicuramente infantile quanto l'adagiarsi su un concetto conveniente come quello, ma in qualche misura le ha sempre dato un po' di conforto conoscere la differenza tra l'ignoranza e le orecchie da mercante.
Sua nonna le ha regalato un centrino. Lei ha un quoziente intellettivo sopra la media ma ha pur sempre sette anni, cosa credono che possa farci con un centrino? Non ringraziare le era sembrato un buon deterrente per far capire alla nonna di non doverle più fare regali simili, non aveva assolutamente pensato a questi temibili risvolti.
In ogni caso, è tutto piuttosto seccante. Non può scusarsi, ormai, perché avrebbe dovuto farlo prima e arrivare da sola al suo errore. È già passata da questa strada, la conosce; sarà perdonata solo se dimostrerà di aver capito.
Per lei il numero di gelati che riceverà nel futuro prossimo sarà direttamente proporzionale alla sua educazione. Nell'ottica di sua madre invece, la punizione serve per impartirgli una lezione e questo deve valere almeno un grazie.
Sua madre è una donna intelligente, ma non ha ancora capito cos'è capace di fare lei per avere il suo dannato gelato.
Alza la testa verso la donna e l'emozione le si congela sulle guance in un tenue rossore, nel momento in cui lei le rivolge l'attenzione a sua volta.
“Grazie,” dice Chiara.
Teresa la guarda dapprima confusa e poi sospettosa, la cassiera le dà il resto in una manciata di monetine il cui tintinnio la distrae il tempo di un'occhiata veloce, ma è solo quando afferra il significato del suo ringraziamento che viene il suo turno di allargare gli occhi in genuina sorpresa.
La bambina sta mettendo i pochi oggetti nella busta che la cassiera le ha dato con stizza, dopo averla porta a sua madre invano per quasi un minuto intero. I lineamenti del suo viso sono apparentemente rilassati, ma lei sta facendo un enorme sforzo per non ridere, mentre lo sguardo di sua madre le brucia sul profilo.
Sorride solo quando sono fuori, mentre prende la mano che la mamma le porge e insieme si avviano in silenzio alla macchina.
Questa se l'è giocata bene e stasera avrà il gelato. Chiara se lo sente.








  
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