Film > Iron Man
Ricorda la storia  |      
Autore: Totallyawesomegeek    13/02/2014    2 recensioni
Dopo anni passati in giro per il mondo, stremato dalla lotta contro Obadiah e lacerato dai sensi di colpa, Tony torna finalmente a casa. Sequel de "L'uomo senza passato."
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'uomo senza passato'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
RITORNI.
 

Un solo sguardo, continuava a  ripetersi.

Solo un’occhiata per convincersi di aver fatto la cosa giusta, per acquietare la tempesta che lo tormentava.

Era fermo davanti a quel palazzo da sei ore ormai. Qualcuno prima o poi avrebbe notato l’uomo con lo sguardo fisso a quell’ufficio del trentaseiesimo piano. Peggio ancora uno dei suoi ex dipendenti avrebbe potuto riconoscerlo. Eppure dopo aver lottato per mesi contro sé stesso, per stare lontano da Los Angeles, era tornato lì, a quella che una volta era stata casa. Non era cambiato nulla, si disse guardandosi attorno, o quasi nulla, si corresse. Il palazzo era sempre quello, pieno di vita ed elegante, l’insegna continuava a brillare sul grattacielo con quello che era stato una volta il suo nome, la sua identità.

Eppure qualcosa era cambiato. Proprio lì, all’ingresso, era stata posizionata una statua. Un’orrenda scultura in suo onore, che lo raffigurava come l’arrogante uomo che era stato. Come ciò che non era più da cosi tanto tempo, una mano al cielo, il mento in alto a guardare con distacco chiunque passasse davanti a lui.

Era questo che era rimasto al mondo di Tony Stark? Si chiese avvicinandosi alla scultura. Un uomo senza sentimenti, egoista e superficiale fino in fondo? Si avvicinò ancora studiando la targa in sua memoria. E proprio in quel momento, preso dalla rabbia contro sé stesso, la vide.

Lei era bella come non mai, i capelli rossi scendevano dritti sulla schiena, inconfondibili. I tacchi alti battevano contro il lastricato dell’ingresso, la testa ritta, lo sguardo fisso davanti a sé.

E fu quello il momento in cui tutto si fermò, come se una spugna bianca avesse cancellato tutto ciò che era stato e tutto ciò che non mai era esistito. Fece un passo avanti tentando di rimanere nell’ombra.

Dio quanto le era mancata.
Vederla in carne ed ossa davanti a lui era come ricominciare a respirare dopo una vita in apnea. Sentì i muscoli nelle gambe tendersi, lottare contro l’impulso di correre da lei per abbracciarla e non lasciarla mai più. Aveva gli occhi stanchi la sua Pepper. Lì dove una volta bruciava un fuoco inarrestabile adesso risplendeva un mare ghiacciato, senza vita.  Il sorriso con cui aveva accolto l’uomo con cui stava parlando non raggiungeva gli occhi, non era vero. Non era sentito. Questo lui lo sapeva bene, anche dopo tutto questo tempo era in grado di riconoscere il dolore sul suo volto, la rassegnazione.

Si disse mille volte di tornare indietro, di nascondersi e non rovinare la vita che l’aveva costretta a costruire per sé stessa. Eppure i piedi non volevano muoversi, il respiro non voleva rallentare, il cuore non voleva ridurre i battiti. Pepper era li, a pochi passi da lui. Una parola, un gesto e l’avrebbe notato.

E poi? Cosa sarebbe successo, poi? Sarebbe tornato nella sua vita col suo carico di colpe e di incubi rendendole la vita impossibile? Si sarebbe ripreso il suo posto alle Stark industries lasciandola senza niente? Dopo tutto quel dolore e quella sofferenza?

 E quale dignità gli sarebbe rimasta nel fare una cosa del genere? Oh, lui conosceva Pepper, sapeva che sarebbe stata felice di riaverlo vivo e vegeto nonostante tutto. Si fermò per un attimo a studiarla. Oppure no? Erano cambiate le cose fino al punto da farle odiare tutto ciò che lui era stato?  L’avrebbe guardato ritornare in vita solo per mandarlo al diavolo e dirgli di stare lontano da lei?

La sua mente continuava a produrre uno scenario dietro l’altro, sempre peggiore, sempre più triste. In nessuno dei casi, il risultato sarebbe stato una vita felice insieme. Lui non si sentiva più Tony Stark ma sapeva che per il mondo non avrebbe fatto nessuna differenza. Sarebbe stato sempre il miliardario produttore di armi, assassino di vittime innocenti.

Chiuse gli occhi quando la sentì ridere, un’altra risata forzata, finta. Un’altra pugnalata nel suo cuore.
Fece un passo avanti, poi da codardo due indietro quando la vide alzare lo sguardo e si sentì in trappola. Si girò di spalle sperando che non lo notasse, respirò a fondo e si avviò sulla strada da cui era arrivato. Lontano da lei.

“Tony?”

Si bloccò. Erano passati anni dall’ultima volta in cui l’aveva sentita chiamare il suo nome. L’ultima volta era stata una preghiera. Un tentativo disperato di fermarlo. Adesso la voce di Pepper era quasi impercettibile. Insicura, come se stesse tentando di assicurarsi della propria sanità mentale.

“Tony ti prego.”

Un’altra preghiera, si disse. Ma il suo corpo era bloccato. Inchiodato al cemento sotto i suoi piedi. Fuggire era impensabile, voltarsi impossibile. Tony, Tony, Tony. Il nome continuava a risuonare nella sua mente come un’accusa indelebile. Era fuggito da quel nome fino quasi a uccidersi nel tentativo di lasciarlo indietro, ma era tornato ad assillarlo, pronunciato dall’unica persona al mondo che avrebbe potuto salvarlo o distruggerlo. Le mani tremarono ai suoi fianchi e si strinsero in pugni d’acciaio.

“Tony.”

Un sussurro. Più potente di qualunque urlo. La disperazione nella voce di Pepper lo ancorò. E la decisione non fu più la sua. Perché Pepper voleva vederlo. Pepper voleva guardarlo negli occhi e assicurarsi che fosse davvero lui, che fosse vivo. E Tony non avrebbe mai potuto negarle nulla.
Lentamente, quasi costretto da un filo invisibile si voltò.

I suoi occhi incontrarono quelli di Pepper per la prima volta dopo mesi e mesi di lontananza. In quel momento ogni dubbio svanì, ogni paura divenne insignificante, ogni rimorso secondario. Pepper fece un passo verso di lui, portandosi a un palmo di distanza. Lo stava studiando come se fosse un miracolo di fronte ai suoi occhi. Poteva vedere l’incredulità nel suo sguardo, essere rimpiazzata dalla speranza. Gli occhi di Pepper si riempirono di lacrime silenziose.

“Di’ qualcosa ti prego.”

Rimase in silenzio, cercando qualcosa da dire. Qualunque cosa. Delle scuse probabilmente sarebbero state gradite. Per averle fatto credere di essere morto innanzitutto, e per averla fatta soffrire. Per non essere stato veloce abbastanza nell’uccidere Obadiah. Per non essere stato un uomo degno di amarla.

“Sono vivo” disse infine allargando le braccia in segno di resa. La voce roca, diversa da quella che lei ricordava. Modificata dagli interventi subiti nel tempo.
Lo schiaffo che lo colpì dritto in volto fu una sorpresa. Gli occhi di Pepper erano di nuovo pieni di fuoco, e Tony sentì il peso sulle sue spalle alleggerirsi.

“Sono vivo? Sono vivo??” chiese in preda alla rabbia. “Mesi. Per mesi ho pregato che comparissi davanti ai miei occhi. Che per qualche miracolo tu fossi sopravvissuto, che fossi vivo. Che tornassi da me. Ed è questo tutto quello che hai da dire? Sono vivo?”

Tony rimase in silenzio. Incapace di fare altro se non guardare Pepper che finalmente era a pochi passi da lui, vicina abbastanza da poterla toccare. Quel pensiero sembrò rimettere in moto i suoi pensieri. Si avvicinò prendendole la mano. Era mal ridotto, lo sapeva. Il suo volto portava i segni di ognuno dei giorni che aveva trascorso lontano da lei, ma per un istante tornò a sentirsi vivo.

La mano di Pepper si strinse nella sua e un attimo dopo lei fu stretta nelle sue braccia. Aggrappata a lui come se avesse paura di lasciarlo andare. Chiuse gli occhi tentando inutilmente di trattenere le lacrime. Godendo della sua vicinanza. Respirando la vita attraverso il calore della sua pelle.

“Sono vivo” sussurrò stringendola di più a sé. “Sono vivo. Sono qui.”

Districandosi dal suo abbraccio si tirò indietro, abbastanza da guardarla di nuovo negli occhi. Le asciugò le lacrime. Prese il suo volto tra le mani, costringendo gli occhi di lei nei suoi.

“Pepper” sussurrò. E in quel momento. Pronunciando il suo nome, capì. Era stato inutile fuggire da sé stesso. Era stato inutile tentare di tenersi lontano da lei nel tentativo di proteggerla.

Perché lei, Pepper Potts, la donna che lo aveva bacchettato e tenuto a bada per tutta la sua vita, era l’unica cosa per cui valesse la pena tornare. L’unica persona per cui valesse la pena di vivere.

Quando poggiò le labbra su quelle di lei, si sentì ripulito di ogni peccato. Respirò del suo respiro, prendendo con avarizia tutta la forza e la vita che lei si sentì di dargli. Le loro lacrime si confusero diventando una cosa sola, e quando la bocca di Pepper si schiuse contro la sua il mondo si fermò e lui si sentì finalmente in pace.
“Perdonami” mormorò senza riuscire a staccarsi da lei. “Perdonami.”

Pepper sorrise, le labbra tremanti, gli occhi ancora velati di lacrime.

“È in ritardo Signor Stark. La sto aspettando da un pezzo.”

E Tony si sentì a casa.

 
AN: e questo è quanto. Spero vi sia piaciuto. Sto pensando di creare una raccolta di one-shots, che raccontino il ritorno di Tony nel suo mondo e l’evoluzione della sua storia d’amore con Pepper. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Also.. ho appena creato una nuova pagina facebook. Mi trovate qui.
A presto.
Mary.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Iron Man / Vai alla pagina dell'autore: Totallyawesomegeek