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Autore: EriChan92    13/02/2014    2 recensioni
"Quando Jungsoo aprì gli occhi ci mise qualche attimo a capire dove fosse e cosa fosse successo.
Ricordò bene la paura quando vide quell'auto sbandare, il dolore lancinante al corpo, e a quella sensazione di vuoto che sembrava tenerlo in sospeso."
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Leeteuk, Un po' tutti, Yesung
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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The Weeping Angels


 

Cap. 01 – A New Life
 

Quando Jungsoo aprì gli occhi ci mise qualche attimo a capire dove fosse e cosa fosse successo.
Ricordò bene la paura quando vide quell'auto sbandare, il dolore lancinante al corpo, e a quella sensazione di vuoto che sembrava tenerlo in sospeso.

Non si capacitava di come potesse essere sopravvissuto, dopotutto, si era buttato in mezzo alla strada per salvare un bambino che per poco non veniva travolto.
Non si capacitava del perché non provasse dolore o paura, si sentiva calmo, sereno e, in un certo qual modo, felice.
Sperava che il bambino stesse bene, che si fosse salvato e che fosse al sicuro.

Il ragazzo si rese conto di essere disteso in una stanza molto luminosa e calda.
Quando si alzò, notò che vi era una sola porta, bella e maestosa, sembrava essere stata posta li per lui.
Vicino ad essa vi era uno specchio, dove Jungsoo andò a riflettersi.

Si aspettava di trovare graffi, ferite o lividi; ma il suo viso invece era ancora più bello e perfetto di prima e i capelli erano sempre biondi e in ordine.
Si vedeva uguale, ma allo stesso tempo diverso.
Qualcosa in lui era cambiato, ma non sapeva definire cosa.
Si scrutò a fondo, studiò ogni minimo particolare del suo volto, del suo collo, fino alle spalle, ma nulla riusciva a fargli capire dove fosse avvenuto il cambiamento.

Il ragazzo venne ridestato da un lento ed armonioso bussare.
La porta era chiusa, attendeva solo di essere aperta, ma non sapeva cosa fare.

Non aveva riconosciuto il luogo dove si era svegliato, il ricordo dell'incidente era vivido nella sua mente, ma quello che era avvenuto prima?
La sua vita prima di quel momento dov'era finita?
Si rese conto di non sapere chi fosse.
Il suo nome era Park Jungsoo, ma non ricordava chi glielo avesse dato, chi l'avesse messo al mondo e chi lo aveva cresciuto.
Una paura innaturale gli attanagliò il cuore, come poteva aver dimenticato una parte così fondamentale della sua vita?
Doveva sapere, doveva capire.

-Chi è?
Rispose titubante.

Tutto tacque per qualche attimo.
Pensò che quella presenza se ne fosse andata, che lo avesse lasciato solo.

E questo fu quello di cui ebbe più paura.
Rimanere da solo.
La solitudine non gli piaceva, a lui piaceva venir coccolato, avere sempre qualcuno vicino a dirgli cose dolci,
gli piaceva il calore di un corpo stretto al suo, gli piaceva la compagnia.

-Sono Yesung.
-Yesung chi? Non conosco nessuno con questo nome.

-Sono Yesung, sono un angelo.

Jungsoo non poteva credere alle proprie orecchie, era sicuro di aver capito male,
e se non aveva capito male, quel “Yesung” lo stava sicuramente prendendo in giro.

-Un angelo?
-Si...
-Mi hai preso per un cretino forse?
-Lungi da me dal pensarlo, potresti aprire la porta?
-Dovrei?
-Si.
-Perché? Apri da solo se vuoi...
-Perché è ora che tu lo faccia e solo tu puoi.

Quell'ultima affermazione gli sembrò l'unica cosa sensata del discorso.
Non sapeva perché, ma si sentiva padrone di quella porta e di quella serratura.

Solo lui poteva aprirla, ne era certo.
Il perché lo sapesse gli era ignoto.
Pensò fosse il colmo, non sapeva quasi chi fosse, ma sapeva una cosa così...
Si vergognò di se stesso e di quella strana sensazione che, nonostante la sua memoria fosse perduta, lo rendeva calmo e razionale.

Con una lentezza e delicatezza quasi irreali, aprì quella porta, trovandosi davanti una creatura che lo lasciò a bocca aperta.

Davanti a sé c'era un angelo, bellissimo, interamente in bianco, fatta eccezione per i suoi capelli corvini e gli occhi dello stesso colore.
Sulla sua schiena erano presenti un paio d'ali bianche e luminose, che emanavano una sorta di luce calda e meravigliosa.

-Posso... Posso toccarle?

Fu l'unica cosa che riuscì a pensare.
Voleva toccare quelle ali, sentire le piume tra le dita e decifrarne la morbidezza e delicatezza.

Non pensò a chiedere scusa per non aver avuto fiducia nelle sue parole, ne a chiedergli se quello che i suoi occhi stavano ammirando fosse reale;
il suo unico pensiero fu quello di porgere quella domanda.

-Perché non tocchi le tue?

Il ragazzo non afferrò appieno le parole di Yesung.
Le sue ali?

Quali ali?
Lui non ne aveva.
Era solo un comune essere umano.
Si, un comune essere umano morto.


Si portò una mano al cuore quando la sua mente elaborò quel pensiero.
Non lo sentiva.

Il suo cuore non batteva, il suo petto era muto come un tomba.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime, come poteva essersi scordato?

Lui era morto.

Park Jungsoo morì in un incidente d'auto all'età di 23 anni, sacrificando la sua vita per salvare quella di un bambino.
Con le lacrime che rigavano il volto diafano, rivolse uno sguardo malinconico e profondo all'angelo,
che senza una parola gli indicò la porta, invitandolo ad oltrepassarla.

Uscirono e la prima cosa che vide, dopo che la vista si abituò alla luce prepotente che lo investì, fu una grande sala bianca,
divisa da tre navate e percorsa quindi da due file di colonne enormi e maestose. 
Pensò che “grande” fosse un eufemismo.
Ai suoi occhi sembrava infinita.

Sulle pareti laterali si vedevano tante porte tutte uguali, dove, a detta di Yesung, entro quelle vi erano altre stanze, con altrettante porte.
Vi erano inoltre molti altri angeli, chi parlava, chi gli dava il benvenuto, e chi lo ignorava.

-Se sei un angelo puoi passare da una sala all'altra senza aver bisogno delle chiavi. Dietro ogni porta, come ti ho detto,
ci sono altre sale come questa, beh, più piccole ovviamente. In queste sale minori ci sono altrettante porte che danno su singole stanze private.
Ci sono circa sette miliardi di queste stanze private, ognuna di esse sarà il luogo dove l'anima o le anime attenderanno la reincarnazione. E--

-Yesung aspetta... Perché mi dici tutto questo? Non ho capito nulla...

Jungsoo aveva cercato di stare dietro alla spiegazione dell'angelo, ma proprio non ci era riuscito.
Non aveva capito nulla. La sua mente si era fermata sul fatto che era morto e che non sapeva cosa fosse diventato, ne dove si trovasse.

-Come perché? Non le hai viste le ali sulla tua schiena?
-A-Ali?

-Si, sono così belle e nuove...

Jungsoo ci capiva ancora meno , lui non aveva nessuna ala sulla schiena.
Si voltò anche per vedere se ci fossero, ma non vide nulla, non sentiva nulla, ne peso ne calore.

Perciò rivolse uno sguardo indagatore al moro, che annuì riflettendo sulla situazione.

-Capisco...
-Cosa?

-Non hai accettato la tua morte vero?

Il biondo sussultò, come se sentirselo chiedere gli avesse fatto realizzare davvero quanto accaduto.
E' vero, non lo aveva ancora accettato.

Come poteva pensare di accettare la propria morte? 
Gli sembrava impossibile anche solo crederlo...

-Ti pare che possa accettare una cosa simile?

Yesung si fermò e si voltò a guardare Jungsoo negli occhi.

-Anche io quando il mio corpo mortale ha perso la vita, ho fatto fatica ad accettare la cosa. 
Volevo tornare a casa, dalla mia famiglia e vivere. Ma una volta che diventi angelo non puoi più avere una vita terrestre. 
Si diventa angeli perché la morte è avvenuta a causa di un paradosso, che "rovina" l'anima rendendola effimera, e non più in grado di reincarnarsi. 
Perciò il Destino, per rimediare a questo errore, concede all'anima una vita eterna al suo servizio. 
Sia io, che te, sia ogni angelo che vedi in questa sala, siamo morti per errore. Però sai, adesso inizierai una nuova vita, 
il tuo cuore presto riprenderà a battere e, quando ti distaccherai dalla vita umana e accetterai la tua nuova essenza, 
riuscirai a vedere e a sentire le tue bellissime ali.

-Quindi... Non dovevo morire quel giorno?

-No, quel giorno tu avresti dovuto semplicemente girare l'angolo, fermarti al passaggio pedonale ed assistere impotente alla morte di quel bambino. 
Ne saresti rimasto segnato per tutta la vita, ma avresti vissuto. Questi paradossi avvengono molto di rado. 
Avvengono quando un animo è così puro e gentile che, per la felicità o la salvezza di una terza persona, sfonda le barriere di ciò che è già stato scritto. 
La maggior parte dei casi succede così, ma non sempre... Diciamo che non è una regola esatta.
A volte accadono e basta, e quando una persona lascia la vita umana senza ragione, senza cioè essere stati la salvezza di qualcuno, 
diventano qualcosa di uguale ma fondamentalmente diverso da noi.

-E... Cosa diventano?
-Angeli della Morte.

Jungsoo faceva davvero fatica a seguire le spiegazioni dell'angelo, ma il discorso in generale credeva di averlo capito.

-Angeli della Morte?
-Si, ecco...

Yesung alza la mano e indica un angelo completamente in nero.
Era di spalle, portava un cappotto lungo fino al ginocchio, le ali erano nere come la notte profonda, ma allo stesso tempo lucenti,
i capelli erano corti e scuri, la pelle chiara e all'apparenza liscia.
Jungsoo rimase incantato da ciò che vide.
I suoi occhi si rifiutavano di abbandonare quella visione.

Si rese conto che qualcosa nel suo petto aveva iniziato a muoversi.
Gli doleva, provava una strana sensazione all'altezza del cuore, vi portò una mano e “thump...thump...thump...” Aveva ripreso la sua corsa.
Provo a parlare, ma quella sensazione meravigliosa gli mozzava il fiato.

-Quello in nero laggiù...- Riprese Yesung. -E' un Angelo della Morte. Loro non sono come probabilmente pensi.  
Quando si sente parlare di “Angeli della Morte” si pensa a creature malvagie e assassine.  
Ma non è così, sono creature buone, come noi, ma a loro spetta un compito piuttosto difficile. 
Sono coloro che prelevano le anime dal corpo. 
Quando un essere umano muore, loro vengono chiamati sulla terra e raccolgono l'anima in sospeso, e la portano nella propria stanza.

-Oh... Tipo gli Shinigami?
-Tipo...
-Oh... E... E noi cosa facciamo?
-Noi le anime le portiamo a reincarnarsi. Gli concediamo un nuova vita. Noi siamo gli Angeli della Vita, o Angeli Bianchi. 
Preleviamo le anime dalle proprie stanze, quando sono sufficientemente forti da impegnarsi in una nuova vita, e le portiamo sulla Terra a vivere.
-Io quante vite ho vissuto? Quante volte mi sono reincarnato prima di diventare... Angelo?
-Una sola.

Il ragazzo rifletté sulle parole del moro.
Ha vissuto una sola vita da umano. 
La sua anima ha avuto solo una opportunità di vita ed era diventato un angelo, anche se la cosa gli suonava ancora strana. 
Era molto confuso, avrebbe voluto scappare via e nascondersi.

-Comunque è bellissimo.
-Che cosa?
-Il suono del tuo cuore.

L'angelo rivolse un sorriso carico di dolcezza al ragazzo, che rimase impietrito dalle sue parole. 
Si chiese come aveva fatto a sentire il battito del proprio cuore.
Si rispose che, probabilmente, era una cosa “da angeli”.



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Buonasera~
Che dire di questa roba? Non lo so, mi è uscita così.
Se qualcuno ha letto "In The Middle" avrà capito che si tratta di uno Spin-Off di Leeteuk, l'angelo di cui parlo in quella ff.
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto!

Grazie in anticipo~

EriChan92

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'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di ...; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'





 
  
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