Nonsense, 'Il gelato alla fragola che ti si scioglie furtivo sulle scarpe mentre tu ti riempi gli occhi di estate' di Tatika_Tai

"Insieme al ginocchio, la pancia è 
il punto più doloroso quando ti sparano,
 ma ci vuole un sacco di tempo prima di morire,
 parliamo di giorni e giorni... 
Forse il dolore sarà insopportabile, 
ma ci vorranno dei giorni prima che
tu muoia per le ferite, il tempo è tuo alleato!"
Mr. White, Le Iene.

"Hai fatto una gran cazzata, Mario, proprio una gran cazzata!!" Le parole gli s'insinuano a forza nelle orecchie ed arrivano al cervello, parole sibilate con rabbia, a denti stretti, cercando di non far trapelare il dolore nell'intonazione della voce.
Mario tenta di aprire gli occhi incrostati, è difficile, ma ci riesce. I suoi occhi sono stanchi, lucidi e arrossati, l'iride è di un azzurro vivido.

Qualcosa gli sfiora il volto. Sono i capelli biondi di Sofia. Sofia! Lei è china su di lui, gli occhi umidi e i denti digrignati: è incazzata. Incazzata, ma triste.

Mario respira a fatica, l'aria è piena di odori contrastanti: il profumo che Sofia mette ogni mattina, il puzzo acre del sudore, il gas di scarico di un'auto di passaggio, l'odore d'estate che emana la pelle abbronzata, la dannata puzza di pesce che viene dal porto, e il sangue. L'odore che impregna l'aria che lui e Sofia condividono.

Sangue ovunque.
E i suoi respire secchi, sempre più affannati, il petto che si alza e si abbassa convulsamente, preda degli spasmi; e sopra di esso la mano di Sofia è intrecciata con la sua, la presa resa scivolosa dal sangue vischioso tra le loro dita.
D'improvviso Mario è trapassato da una fitta, un'acutissima fitta di dolore all'addome, un'altra alla coscia, una al braccio. Dalla gola gli sfugge un rantolo basso e roco e Sofia gli stringe forte forte le mani; gli appoggia la testa nell'incavo della spalla senza curarsi del sangue scarlatto che le macchia i vestiti e i capelli, i suoi splendidi capelli biondi.
"Sofia..." gorgoglia Mario, lei fa un respiro profondo che sa di pianto e di coraggio "Che c'è, piccolo mio, hai bisogno di qualcosa?Forse adesso te la posso fare una sega, sai...come regalo d'addio..." bisbiglia con voce tremula cercando di sembrare sarcastica.
Mario ride faticosamente, piccoli singhiozzi strozzati perchè gli fa male il viso a sorridere, ma Sofia non è mai stata una grande comica e Mario non rideva mai alle sue battute.

La ragazza libera una mano dalla stretta e comincia a pettinare i capelli sudati di Mario. Le sfugge una piccola risata isterica "Vedi, baby, non devi avere paura, puoi morire tranquillamente qui tra le mie braccia, non preoccuparti di niente, partirò subito alla ricerca delle sette sfere del drago per riportarti in vita".
Questa volta Mario ride davvero, anche se fa male, dannatamente male.

Il cielo sopra di loro è così azzurro, l'aria è tiepida e gli odori si rincorrono festosi, da lontano giungono i suoni attutiti di una città viva; Mario continua a guardare il cielo, indifferente e meraviglioso, e sente di amarla, Sofia, di amarla per davvero.
Vorrebbe dirglielo, e vorrebbe anche dirle che gli fa male da morire e ha una paura folle, vorrebbe pregarla di non lasciarlo, di mettere a posto anche quel casino, ma non può.
E così sorride, anche se fa un male cane, anche se sente la faccia che gli si spacca, anche se il suo sangue è una pozza a terra, sorride e dice:" E' ok, mi sta bene...andrà bene..."
E sente la vita lontanissima, sente l'ultimo respiro impigliato nei polmoni e ha paura che gli sfugga dalle labbra un "ti amo", ma non può.
Così stringe i denti, stringe la mano di Sofia, lascia che cielo gli entri negli occhi...