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Autore: GwellaTDNews    13/02/2014    6 recensioni
Tornata a casa, mi misi al lavoro.
Frugai in mille cassetti, finché non trovai quello che cercavo.
Uno schizzo un po' fatto a caso, leggermente stracciato, ma che sarebbe stata la base per il mio progetto.
Era il suo volto, riconoscibile fra mille.
Perfetto.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
- Questa storia fa parte della serie 'DXG: A unique love '
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~Questions

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Una fredda e banale  giornata invernale a Toronto. 
Osservai la mia opera nella sala di una mia galleria d'arte nel centro città. 
Era perfetta. 
Ero ritornata come un tempo. 
Come 10 anni fa. 
Ero ancora rimasta a Toronto, dopo 10 lunghissimi anni. 
Mi ero ripromessa centomila volte di andarmene ma, ogni volta che stavo inscatolando gli oggetti e gli abiti da portarmi via con me, non riuscivo a partire.
Non riuscivo a lasciare questa maledetta città. 
Viaggiavo intorno al mondo, ma alla fine tornavo sempre qui.
Potevo solo arrendermi al fatto di rimanere in questa stupida metropoli. 
Dopotutto potevo gestire le mie mostre d'arte anche da qua...
Qualche settimana fa, però , avevo bisogno di ispirazione, di creare qualcosa di nuovo. 
Di solito mi accontentavo di girovagare tra i parchi oppure infilarmi in un banale caffè osservando passare la gente, come ai vecchi tempi. 
Come quando stavo con lui. 
Duncan. 
Lui era la mia ispirazione. 
Lui era tutto ed era niente per me.
Ci sorreggevamo a vicenda. 
Non potevamo fare l'uno a meno dell'altra. 
Poi, lei. 
La sua EX. 
Courtney. 
Non si era mai condannata al fatto che lui l'avesse lasciata.
MAI. 
Ed alla fine, se lo riprese. 
Me lo portò via. 
Ed io, rimasi sola. 
Di nuovo. 
Dopo Trent, anche lui mi aveva abbandonata. 
Non ci vedemmo mai più. 
Ne una telefonata, ne un caffè al bar. 
Nulla. 
Così, continuai la mia vita d'artista: mostre, conferenze, musei. 
Conobbi personalità internazionali, con le quali condivisi momenti di fugace felicità nella mia vita. 
Arredai le case dei divi dello spettacolo, chi l'avrebbe mai detto, che io, Gwendolyn Smith diventassi così popolare? 
Nessuno, semplicemente nessuno. 
Mi sentivo sola, come un corvo in un cimitero. 
Lo so, è una metafora stupida, ma mi fece venire un'illuminazione proprio  qualche settimana fa, ripensando al passato. 
Così, nella prima mattinata in una giornata qualunque, per cercare ispirazione, andai al cimitero. 
Presi la metropolitana e andai nella necropoli più  centrale della città. 
Non vi era nessuno. 
Una debole nebbiolina si era diffusa tra le tombe. 
Iniziai a passeggiare per i vialetti, leggevo ogni nome sulle lapidi e ne osservavo il colore del marmo, le immagini, i fiori e le commoventi ma, anche ovvie,  dediche.  
Alcune tombe  erano molto belle, il marmo grigio o bianco lucidissimo,  le lettere dorate splendenti. Visi felici e sorridenti.
Passeggiando, dopo almeno una ventina di minuti, notai infine, una tomba davvero particolare. 
Era di marmo nero splendente, come quelli che vidi a Carrara, quando visitai l'Italia.
Era sormontata da un angelo scolpito nello stesso materiale della lapide. Era un angelo davvero particolare, aveva una cresta alla moicana, una corporatura leggermente tarchiata e le ali lo avvolgevano quasi come per proteggerlo. 
Mi avvicinai per osservarla meglio. 
Quando lessi il nome del proprietario, caddi a terra in lacrime. 
Duncan Evans. 
No. 
Non poteva essere lui. 
Non Duncan. 
Non il ragazzo forte e combattivo che avevo conosciuto 10 anni fa. 
Mi accasciai sulla sua tomba. 
Era fredda, ma non mi importava. 
Anche le sue mani erano sempre gelide, ogni volta che mi prendeva le mani percepivo sempre dei brividi. Erano davvero gelide. Erano gelide ma vive. 
Ormai lui non lo era più. 
Piansi a dirotto, distesa sulla sua tomba per molto tempo, pensando ai momenti vissuti insieme. 
Poi, come se mi fossi svegliata da uno specie di coma, guardai la statua. 
Mi ero dimenticata di osservarla. 
Era lui. 
Lui quando gli feci quello schizzo ritraendolo, un po' stupidamente, trasformandolo in un angelo delle tenebre.  
Gli regalai quel disegno. 
Lui non aveva mai smesso di pensare a ME, come io non avevo mai smesso di pensare a LUI. 
"Ma perché utilizzare una mia opera per la sua tomba?"
Dissi ad alta voce, ancora singhiozzando, pensando che non ci fosse nessuno. 
Invece, dietro di me, c'era la ragazza che aveva portato via la mia ispirazione, PER SEMPRE. 
Courtney. 
Era, diversa da come me la ricordassi. 
Portava dei lunghi capelli biondo scuro ed era parecchio abbronzata. 
Portava un paio di pantaloni neri ed un cappottino beige di pelliccia ecologica abbinata ad una borsa color cioccolato che pendeva con la tracolla sulla sua spalla destra. 
Era come sempre perfetta. 
"Perché lui amava te più di quanto amasse me, e tutto ciò era assolutamente prevedibile."
Rispose fredda, ma leggermente affranta. 
Si sedette sulla tomba vicino a me. 
Non parlammo. 
Non ci guardammo. 
In fondo, cosa c'era da dirsi?
Nulla. 
Non mi interessava di come fosse morto, ne del perché nessuno mi avesse invitato al suo funerale, ne quantomeno del perché non fossi stata avvisata della sua morte. 
Non lo volevo sapere.
Rimanemmo lì, ogni tanto singhiozzavamo piangendo, ma non ci guardavamo. 
Era ormai quasi sera, non avevo ne mangiato ne bevuto, decisi di tornare a casa. 
Avevo trovato la mia ispirazione per il mio prossimo lavoro. 
Mi alzai, guardai Courtney un ultima volta prima di andarmene e mi incamminai verso la stazione della metro. 
Tornata a casa, mi misi al lavoro. 
Frugai in mille cassetti, finché non trovai quello che cercavo. 
Uno schizzo un po' fatto a caso, leggermente stracciato, ma che sarebbe stata la base per il mio progetto. 
Era il suo volto, riconoscibile fra mille. 
Perfetto. 
Dopo una notte insonne per lavorare su quel ritratto, ero ormai più che soddisfatta. 
Era un enorme canvas. 
Il suo volto dominava il quadro e, alcune frasi melanconiche, su uno sfondo  blu notte, lo "bombardavano". 
Erano tutte le mie domande per lui che non avrebbero mai avuto risposta. 
Tutte quelle domande che non avevo mai avuto il coraggio di chiedergli. 
Quelle domande rappresentavano i miei dubbi e le mie paure più profonde. 
Sarebbero finalmente uscite alla luce. 
Organizzai una settimana dopo un evento per presentare la mia opera. 
Avevo invitato tutte le persone che conoscevo.
Compresa Courtney e tutti gli amici che avevo in comune con Duncan: Bridgette, Geoff, Scott, Dawn...
Invitai anche Trent. 
Ma ne lui, ne Court vennero. 
Gli altri vecchi amici si presentarono alla mostra, un po' dispiaciuti per la morte di Duncan e molto contenti per come fossi cambiata. 
Come fossi stata diversa e felice. 
Per la serata avevo indossato un piccolo mini dress color verde acqua, lasciando che i capelli neri fluenti, oramai senza le mie famose ciocche blu, ricadessero lunghi sulle spalle. 
La serata trascorse tranquilla e serena, tutti si complimentavano per i miei quadri e fotografie, io chiacchieravo con tutti. Ero gentile e disponibile. 
Non mi sentivo a disagio come sempre perché sapevo che, la sua anima era sempre rimasta accanto a me. 
Anche quando non lo sapevo ancora. 
Arrivati nel momento cuore della serata, mostrai la mia opera, rimasta fino ad allora coperta da un telo verde di velluto. 
Tolsi il tessuto, e tutti rimasero in silenzio. 
Nessuno parlò o disse una parola. 
Io mi misi in un angolo per osservare la mia opera e sorrisi felice.
Sentivo  che se lui fosse stato con me quella sera, sarebbe stato orgoglioso di me. 
Così come ero. 
Questo successe solo 2 settimane fa, l'opera ebbe così tanto successo che finì su qualche rivista specializzata, ed andò in mostra nelle altre mie gallerie in giro per il mondo. 
Avevo fatto centro.  
Avevo riscoperto la mia arte. 
Avevo ritrovato la mia ispirazione.
Questo solamente grazie a te, Duncan. 






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GWELLA'S CORNER
Sigh, sigh....
*Piange triste*
Scusatemi, ma dovevo scrivere qualcosa di maledettamente triste prima o poi....
La morte non mi ha mai fatto paura. Mai. Forse é un bene e forse è un male, ma l'idea che Duncan possa morire così, senza un perché, mi intrigava tantissimo. 
Poi, vorrei ricordare a tutti che domani è San Valentino! :3
Ed io, sono single. XD
Ma chissene. Mi rimane sempre la caccia al quartino! (Liceo classico)
Aspetta.. Ma io sono una quartina! 
Ok... Domani sarà una giornata faticosa.... E deprimente. 
Quindi, spero che questa One Shot vi piaccia e recensite numerosi! :3
Xxx
Gwella
   
 
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