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Autore: bjsdarkside    13/02/2014    2 recensioni
Caro Billie,
sono passati anni, decenni, dall’ ultima volta in cui ci siamo incontrati. Ti sembrerà strano ricevere mie notizie così inaspettate, quindi comincio con l’ elencandoti questo mio fulmineo bisogno di contatto con te....
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Billie J. Armstrong
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Febbraio 13, 2014

Caro Billie,
sono passati anni, decenni, dall’ ultima volta in cui ci siamo incontrati. Ti sembrerà strano ricevere mie notizie così inaspettate, quindi comincio con l’ elencandoti questo mio fulmineo bisogno di contatto con te. Non voglio che tu torni da me, so che hai una famiglia e non potrei chiedere di accantonarla per un ricordo quale sono, inoltre non sono più innamorata di te, ma suppongo tu abbia recepito il messaggio a suo tempo.
Sto morendo. Sono nella fase terminale di una orrenda malattia chiamata sclerosi multipla, probabilmente non la conosci, nonostante ciò potrai ben capire la mia situazione. Mi trascino in questo stato da circa vent’ anni, non appena mi sono sposata. Esatto, sono stata sposata con una persona che mi ha delusa e rigettata alla solitudine quando ha scoperto i miei problemi di salute: credeva di non poter avere figli. In realtà era solo una banale scusa, io fino a poco tempo fa potevo garantire il concepimento e la nascita di eventuali pargoli, lui voleva solo succhiarmi un po’ di denaro da spendacchiare nel gioco d’ azzardo. Abbiamo divorziato quasi subito, era un buon a nulla e non ho più voluto averne a che fare. Sono tornata a casa dei miei genitori, che, seppur inizialmente riluttanti, mi hanno riaccolta. Era circa il duemila e cominciavo a perdere sensibilità sempre maggiore in tutto il corpo, a volte le gambe non mi reggevano più, i medici mi avevano costretta ad utilizzare un deambulatore per muovermi senza dovermi aggrappare ad ogni mobile presente nelle stanze. A neanche trent’ anni con un aggeggio per i vecchi di novanta, ti rendi conto? So che i primissimi duemila non sono stati una passeggiata neanche per te, ma tu hai avuto la possibilità di intraprendere con successo un cammino tutto in salita, io no, mi aspettava solo una terribile discesa nel vuoto. In quattordici anni, o quel che sono, ho perso il completo controllo di tutto il mio corpo, i nervi non collaborano da molto, addirittura mi hanno attaccato un tubo nello stomaco per permettermi di nutrirmi sufficientemente, faccio fatica a parlare, l’ infermiera a cui sto dettando sta compiendo uno sforzo notevole per capire i miei farfugli.
Ora passiamo al dunque, non voglio suscitare altra compassione in te. Perché ti ho spedito (seppur non concretamente) queste parole?  Semplice, sento di star per morire, non in mesi, anni come i medici prevedono, anzi, sono convinta che oggi ci sarà la mia morte. Non sono amareggiata da questo, anzi, confesso di aver atteso a lungo per questo momento. Ti ricordi del nostro trascorso insieme in cui eravamo fieramente presi dalla nostra presunta immortalità? Spesso ci era capitato di essere quasi investiti ed esserne usciti incolumi, o di sbronzarci e cavarsela con poca nausea e mal di testa, il rischio era sempre ripagato dalla salvezza. Io, come te immagino, negli anni ho capito il vero valore della vita; ora come mai mi sento più legata ad essa, non la voglio sprecare accorciando con attimi futili la sua cortissima corda.
Quindi ringrazio te più che mai per aver condiviso alcuni intensi passi della mia melodia, abbiamo danzato insieme, pizzicato, percosso, sfregato le nostre corde. Io me ne vado felice della morte, seppur dispiaciuta del non aver avuto accesso ad una canzone più lunga, magari eterna come speravamo. Ti auguro il meglio, so che sei un uomo realizzato, inevitabile è il notarlo. Non giocare troppo con la musica della vita, non voglio vedere dall’ alto (nel caso esista veramente un alto e da cui si abbia una completa visione di noi quaggiù) scene spiacevoli che ti vedano coinvolto.
Realmente per sempre tua




ANGOLO DELL’ AUTRICE
Salve! Sono tornata con questa piccola storiella che ha poco a che fare con i green day in realtà, ma ci tenevo a postarla in questa sezione perché mi è in parte stata ispirata da loro. Dedico tutto il lavoro a mia zia che realmente soffre di questa malattia. Arrivederci, spero in molte recensioni!!
Rage & Love
Silvia

   
 
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