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Autore: slanif    14/02/2014    3 recensioni
HanaRu, accenni di SenRu
Hanamichi è innamorato di Rukawa, e vuole fare qualunque cosa per conquistarlo! Sta già progettando un piano malefico per mettere in atto i suoi propositi, quando una telefonata di Sendo al cellulare di Kaede gli scombussola tutti i piani...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa, Yohei Mito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3°
Il Terrazzo




**



La mattina seguente, per tutte le lezioni, sento che la testa è da un’altra parte. E’ già proiettata all’ora di pranzo, sul terrazzo.

Intendiamoci: me la sto facendo sotto! Eh, sì… anche il Tensai qualche volta ha paura! Ma che volete? Non è mica semplice confidare ad un iceberg come Rukawa che il tenero cuore del Tensai batte per lui!

Quando la campanella suona, sobbalzo come un pazzo e mi giro di scatto verso Yohei, che mi fissa a sua volta. Annuisce brevemente alla mia occhiata e silenziosi ci avviamo per il corridoio, diretti alla terrazza. Giunti al fondo della scalinata, io mi volto verso il mio migliore amico che limpidamente mi fa: “Tranquillo, testa rossa! Ci sarò io a impedire che qualcuno salga, anche a costo di spaccare qualche dente!”.

Sì, perché è questo il ruolo di Yohei in tutto questo: fare in modo che nessuno ci rompa le scatole e mi interrompa in quella che è sicuramente la dichiarazione più difficile della mia vita!

Cazzo…

Annuisco, salendo sconsolato. Non so perché, ma non mi sento più tanto baldanzoso come ieri… improvvisamente è tutto troppo reale, e mi fa paura. E se mi rifiuta? Cosa quasi sicura, tra l’altro… con che faccia lo guarderò dopo? Non solo frequentiamo lo stesso liceo, ma giochiamo nella stessa squadra, siamo due titolari e ci vediamo tutti i giorni, nonché negli spogliatoi dove lui è nudo e sexy!

AAAHHH!

Sto impazzendo!

“Stai tranquillo, Hanamichi. Nessuno resiste al tuo fascino!” mi dice Yohei con un sorriso, avendo evidentemente intuito i miei timori, alzando il pollice nella mia direzione.

Io mi volto e gli sorrido amaro: “Visti i cinquanta rifiuti direi che hai appena detto una cazzata…” gli faccio notare.

“Per forza! All’epoca avevi i capelli a banana!” ride lui.

Anche io rido, divertito dalla battuta del mio amico. Ma qui c’è poco da ridere… bisogna buttarsi, e con un po’ di coraggio in più nel cuore, mi avvio fino alla cima delle scale. La mia mano destra afferra il pomello rotondo della maniglia e in men che non si dica spalanco la porta e la richiudo alle mie spalle. Di fronte a me solo un grande spiazzale dalle mattonelle bianche al cui centro c’è chi ero certo che ci fosse: Kaede Rukawa.

Lo osservo: mi da la schiena, ed è sdraiato su un fianco. Il sole d’autunno è caldo sulla pelle, ma lui è un po’ rannicchiato, evidentemente il venticello deve dargli fastidio. La nuca è scoperta e lascia trapelare l’attaccatura dei capelli mori in chiaro contrasto con la sua pelle lunare. Il corpo è magro e alto, atletico e slanciato, con le spalle larghe (ma non quanto quelle del Tensai!).

Mi avvicino piano e quando gli sono sopra, piego appena il busto in avanti, coprendolo con la mia ombra. Affondando maggiormente le mani nelle tasche della divisa, inghiottendo a vuoto. Lui dorme placidamente e non si è accorto di me, perciò recupero un po’ di coraggio e con voce incerta lo chiamo: “Kitsune…”.

Lui socchiude appena gli occhi e coprendoseli con una mano, si volta un poco verso di me: “Do’aho?”. La sua faccia è assonnata e confusa, e la frangetta nera dai riflessi blu gli contorna quegli occhi così magnetici, di un blu profondo come l’oceano…

E’ bellissimo, c’è poco da fare…

Mi riscuoto: “Chi altri vuoi che sia?” domando, tornando col busto dritto. Lo vedo che si tira su a sedere, incrociando le gambe mentre si gratta assonnato il caschetto e quindi (per evitare di fissarmi imbambolato a guardare quant’è tenero in questo momento!) mi siedo vicino a lui, cercando il coraggio che momentaneamente mi manca. Poggio le mani sul pavimento del terrazzo, piego le ginocchia e tirando indietro la testa guardo il cielo e mi godo il calore del sole.

Con la coda dell’occhio noto i suoi occhi blu fissarmi, interrogativi.

Ti stai domandando perché sono qui, eh, Kitsune?

“Oggi c’è un bel sole”. Dico la prima cosa che mi viene in mente, giusto per stemperare la tensione che sento e iniziare in qualche modo il discorso. Discorso che non ho preparato, perché qualunque cosa io abbia pensato non mi sembrava adatta, perciò non so esattamente cosa dire!

“Nh” è il suo laconico commento.

Rimaniamo in silenzio, perché io sto disperatamente cercando il modo giusto per iniziare questa conversazione e lui, ovviamente, non spiccica parola…



Vedere il Do’aho che mi fissava, è stato un po’ uno shock. Dopo le consapevolezze di ieri sera, oggi ero fermamente convinto a rimanere qui tutto il giorno, in modo tale da non rischiare di incontrarlo, e invece chi è che decide di andare in terrazzo rinnegando le sue abitudini al non frequentarlo mai? Ma proprio Hanamichi Sakuragi, la fonte dei miei problemi, che domande!

Si è seduto vicino a me, e dalle sue parole e dal suo sguardo rilassato, mi è sembrato che non abbia voglia attaccar briga. Strano…

Anche se ultimamente ci scazzottiamo molto meno di prima, capita ancora che ci tiriamo qualche convinto ceffone per stabilire chi è che di noi due ha ragione. D’altronde, siamo due persone che vogliono avere ragione per forza, perciò c’è poco da fare…

Lo fisso di sottecchi, e noto che il sole crea riflessi luminosi sui suoi incasinatissimi capelli rossi.

Dopo le consapevolezze di ieri sera, mi rendo conto di dar voce a pensieri che avevo anche prima, a cose che anche prima notavo ma a cui non volevo dare un nome perché avrebbe significato arrivare a conclusioni scomode. Che ho raggiunto lo stesso, ma comunque…

Quanto tempo sprecato!

Torno a guardare la testa rossa, e mi rendo conto che se è qui, seduto vicino a me a fissare il cielo, muovendo appena le gambe qua e la, è perché deve dirmi qualcosa: “Che c’è, Do’aho?” gli chiedo, con tono calmo.

Lo vedo sobbalzare, quindi voltarsi verso di me.

I suoi occhi nocciola sono grandi e spalancati, e le sue labbra sono serrate, tese allo spasmo nell’imbarazzo.

Ma perché?

Attendo con calma che lui decida di parlare. La mia domanda l’ho fatta, non sentirà altro uscire dalle mie labbra, perciò…

“Ecco…” comincia lui, grattandosi la punta del naso in un chiaro segno di imbarazzo.

Che vuoi dirmi, Do’aho?




Porca miseria, ho la tremarella!

“Ecco…” ripeto “Volevo dirti che… sì, insomma… ecco…”. Farfuglio a più non posso, imbranato come sempre, e ovviamente nemmeno io capisco ciò che voglio dire, perciò figuriamoci se può farlo Rukawa! La volpe infatti mi guarda con un sopracciglio alzato, confuso.

Sbuffo.

Con le parole sono un vero disastro!

Perciò…

O la va o la spacca!



La prima cosa che provo, è la sorpresa.

Le sue labbra si posano lievi sulle mie, e io sbarro gli occhi. Il suo tocco è lieve e casto, e io mi sento scuotere dentro.

Hanamichi Sakuragi mi sta baciando.

Sta baciando
me.

Proprio me!

In un bacio dolce e tenero, innocente e buono. Come lui.

Quando le nostre labbra si separano, la sua faccia è praticamente bordeaux. Continua a farfugliare cose senza senso, poi alla fine sbotta: “Mi piaci, Kitsune”. Me lo dice quasi come se fosse colpa mia, ed è terribilmente imbarazzato.

Dire che non sorpreso è riduttivo… dopo che ieri sera ho capito che mi piace il Do’aho, avevo semplicemente deciso che avrei fatto finta di niente, continuando la mia vita come al solito, perché comunque lui non mi sopporta e non potrà mai interessarsi a me! Facevo affidamento sulla mia faccia di bronzo per passare inosservato. Eppure…

Inaspettatamente, incredibilmente, lui è qui, adesso.

Mi ha baciato e mi ha detto che gli piaccio, e dopo il farfugliamento sconnesso delle sue parole e del mio silenzio, mi rendo conto che, come sempre, i nostri gesti hanno parlato per primi e meglio di qualunque parola possibile.

Il mio cuore sorride, e spontanee escono parole che mai avrei creduto di poter pronunciare: “Anche tu mi piace, Do’aho…”.




Sono in Paradiso…



**FINE**

   
 
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