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Autore: hiccup    14/02/2014    2 recensioni
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"Il loro rapporto, quello tra Bash e Nigel, era di amore e odio: entrambi si contendevano l’affetto e le attenzioni del moro. Entrambi amavano Blaine oltre ogni dire. Entrambi erano gelosi di Blaine. Entrambi desideravano che l’altro soccombesse.
Tuttavia, in quell’occasione più o meno speciale, entrambi dovevano schierarsi dalla stessa parte.
Per il bene comune, per il bene di Blaine, si disse Sebastian, avvicinandosi al micio e prendendolo per la collottola, dandogli poi un buffetto delicato con un dito e accarezzando frettolosamente il pelo morbido dietro le piccole orecchie."
[...]
Il San Valentino di Blaine, Sebastian e Nigel.
(Seblaine)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autore: hiccup
Titolo: Un gatto di troppo.
Personaggi: Blaine Anderson; Sebastian Smythe
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale (una colata di miele e zucchero sostanzialmente)
Rating: Arancione
Avvertimenti: Slash, What if?
Conteggio parole: 2000 +
Note: Buon San Valentino!
Ora, che l’ho scritto sono serena e questo probabilmente spiegherà il perché io sia qui, alla scrivania, a scrivere queste note poco sensate e poco originali: oggi è San Valentino – e va bene, sarà anche una festa commerciale e tutto il resto che ne consegue, ma, diciamocelo, un po’ di zucchero nella vita ci vuole – e avevo voglia di scrivere qualcosa su Sebastian e Blaine. Quindi ieri sera mi sono messa di buona lena a raccogliere un po’ le idee tornando a casa in treno, dopo un intero pomeriggio di pioggia e un tè verde in una pasticceria a dir poco meravigliosa, quindi, davvero, non so dirvi se sia bella o brutta questa cosina. So solo che è lievemente corta – sigh – e che probabilmente è la cosa più zuccherosa che abbia mai scritto e che mai scriverò.
Spero vi piaccia almeno un po’; e spero anche di non aver sforato nell’OOC con Sebastian >.<
 
Un enorme grazie a K che mi ha lasciato inserire una sua frase nella storia e per essere così caramello.
E grazie ad Ale per il tè padovano.
 
 
Buona lettura!
 
 
 



 
*
 
 
 




 
 
Un gatto di troppo.
 
 
 
 
 
 

 
Blaine dormiva placidamente al suo fianco: il respiro profondo, i riccioli scuri che gli sfioravano delicatamente la fronte serena, un braccio infilato sotto il cuscino e l’altro ripiegato vicino al petto.
 

Sebastian ne studiò i lineamenti delicati, eppure così forti e vividi, alla penombra lunare della loro camera da letto.
 

Era andato a letto prima del solito e aveva finto di addormentarsi all’istante perché troppo stanco – cosa nemmeno troppo lontana dalla realtà, visto che era rincasato più tardi a causa di un imprevisto sul lavoro - negando perciò a Blaine la sua dose quotidiana di coccole serali e costringendolo così a sdraiarsi accanto a lui e a spegnere subito la luce.
 

Pazientemente aveva successivamente atteso che il respiro di suo marito diventasse man mano più flebile e profondo e, solo allora, si era azzardato a voltarsi verso di lui e a guardarlo sonnecchiare per alcuni minuti, giusto per accertarsi che il moro stesse di fatto dormendo.
 

Chissà cosa starà sognando. Ha le labbra corrucciate, rifletté Sebastian increspando la bocca in un sorriso tenue, ma domani mattina quel broncio se lo cancellerà di certo, parola di uno Smythe.
 

Infine, facendo attenzione a non svegliare Blaine, sgusciò fuori da sotto il piumone, rabbrividì quando le piante dei piedi nudi toccarono il pavimento freddo e uscì dalla stanza di soppiatto, chiudendosi la porta alle spalle. Scese poi gli scalini di legno, attento a non farli cigolare troppo, e si diresse in cucina dove accese la luce e sospirò a fondo, chiudendo per precauzione anche quella porta.
 

“Le due di notte,” mormorò lanciando un’occhiata all’orologio appeso alla parete tinta pastello, e c’è ancora un sacco di lavoro da fare, aggiunse tra sé e sé.
 

Meow.
 

Un miagolio e un fruscio sommessi lo fecero voltare di scatto e, per un attimo, ebbe il terrore che si trattasse di Blaine. Invece si ritrovò davanti al gatto nero come l’ebano che Blaine aveva insistito tanto nell’adottare.
 
 
 
 
“Era in un angolo della strada, Bash”
“E’ un gatto… mica un cane, Blaine”
“Avrei dovuto lasciarlo là fuori sotto la pioggia?”
“I gatti graffiato… e poi sono diffidenti – portalo in un canile per gatti”
“E se lasciassi te sotto il diluvio universale?”
“Non oseresti”
“Scommettiamo?”
 

 
 
 
 
In un modo o nell’altro quella palla di pelo nera e minuscola era entrata a far parte delle loro vite e Sebastian – purtroppo - si era visto costretto a farsene una ragione.
Nigel - Blaine era un completo incapace a decidere i nomi - aveva ottenuto la giurisdizione e il potere assoluto nell’intero appartamento a giudicare dalle scatolette di cibo per gatti disseminate un po’ ovunque, la ciotola dell’acqua con il nome inciso sopra a caratteri cubitali, la lettiera in un angolo della cucina e i giocattoli astrusi e inutili sui quali Sebastian inciampava puntualmente ogni volta che metteva piede nell’appartamento.
 

Il loro rapporto, quello tra Bash e Nigel, era di amore e odio: entrambi si contendevano l’affetto e le attenzioni del moro. Entrambi amavano Blaine oltre ogni dire. Entrambi erano gelosi di Blaine. Entrambi desideravano che l’altro soccombesse.
 

Tuttavia, in quell’occasione più o meno speciale, entrambi dovevano schierarsi dalla stessa parte.
 

Per il bene comune, per il bene di Blaine, si disse Sebastian, avvicinandosi al micio e prendendolo per la collottola, dandogli poi un buffetto delicato con un dito e accarezzando frettolosamente il pelo morbido dietro le piccole orecchie.
 

“Vediamo di andare d’accordo per una volta, eh?” lo ammonì a mezza voce, “faremo una sorpresa al nostro uomo, quindi vedi di startene qui in silenzio e seguire quello che faccio io, sono stato abbastanza chiaro?” lo rimise sul pavimento, “così Blaine forse domani ti coccolerà con del delizioso cibo per gatti mentre a me ripagherà sicuramente con un’intera giornata di sesso bollente,” disse, “mi sembra un accordo più che equo, non credi?”
 

Meow.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
L’indomani mattina Blaine Anderson si riscosse dal suo sonno profondo quando avvertì i piedi ghiacciati di Sebastian intrufolarsi tra le sue gambe e le sue braccia stringerlo possessivamente a sé.
 

Mmh, no, Bash, fa freddo,” mugolò stiracchiandosi appena e spalmandosi contro il petto di suo marito.
 

“Buongiorno,” replicò l’altro accarezzandogli il ventre piatto con lenti gesti circolari e facendo rabbrividire piacevolmente il moro, “dormito bene?”
 

“Molto bene, tu stai meglio?”
 

Oh sì,” sussurrò Sebastian baciandogli la guancia scendendo poi lungo il collo scoperto, “ora che ti sei svegliato, sì.”
 

Bash, mi sono appena svegliato… lascia che mi lavi i denti almeno…”
 

Sebastian soffocò una risata contro la pelle calda di Blaine; lo strinse contro di sé per qualche secondo e poi lo lasciò andare, scoccandogli un bacio rumoroso sulla fronte.
 

“Io vado in cucina a preparare il caffè, vedi di alzarti perché non sei più un peso piuma e non vorrei rischiare di distruggermi la schiena prendendoti in braccio,” lo avvertì scendendo dal letto.
 

“Ma che marito meraviglioso ho; così galante e gentile,” borbottò Blaine ironico, sbadigliando appena, “è un modo gentile per dirmi che sono ingrassato?”
 

“Segui Nigel, bello addormentato,” gli disse l’altro, facendogli l’occhiolino, per poi uscire e scendere al piano inferiore.
 

“Nigel?” biascicò Blaine perplesso. Si strofinò gli occhi con il dorso della mano e si sollevò a sedere puntellandosi con un gomito contro il materasso; ai piedi del letto vide Nigel che lo fissava con una scintilla di furbizia sopita alla bene e meglio negli occhi scuri e la coda che si agitava disegnando curve immaginarie. Al collo il micio aveva un collarino rosso con una campanella e un bigliettino arrotolato.
Blaine fece cenno al gatto di avvicinarsi, lo prese tra le braccia e slegò il rotolino di carta, dispiegandolo con cura e leggendolo sottovoce:
 
 
 
 
 
“San Valentino è un giorno fatto di sfumature, non lo si può amare od odiare e basta.
San Valentino è la festività che riporta l’amaro in bocca a tutti coloro che sono soli;
d’altro canto, invece, è la mercificazione dell’amore.
Per una coppia che si ama infatti tutti i giorni dovrebbero essere San Valentino”
 
Segui Nigel.
 
-S
 
 
 
 
 
Blaine si ritrovò ad arrossire leggermente e a tormentarsi il labbro inferiore con gli incisivi, colpito. E poi Sebastian ha anche il coraggio di dire che lui e i sentimenti non vanno d’accordo, pensò alzandosi e guardando Nigel.
 

 “Allora, Nigel?” l’incalzò, “mi fai vedere perché mai dovrei seguirti alle otto del mio giorno libero?” posò il gatto a terra e si passò una mano tra i capelli, spettinandoli ancora di più. Il gatto ciondolò fuori dalla stanza e Blaine lo seguì, incuriosito e divertito insieme.
 

“Ma guarda un po’…” soffiò incredulo: disseminata lungo il corridoio c’era una lunga fila di post-it arancioni appiccicati al pavimento con sopra uno dei biscottini preferiti di Nigel – Blaine si trattenne dal ridere, quando vide il gatto caracollare velocemente verso il primo bocconcino e divorarlo, permettendogli così di raccogliere e leggere il primo post-it.
 

Solo un uomo metodico come Bash avrebbe potuto reclutare un gatto come proprio complice e uscirsene con un’idea del genere, rifletté Blaine accarezzando con lo sguardo la calligrafia elegante e chiara di suo marito, mentre Nigel si strusciava contro le sue caviglie, pronto a sgranocchiare il suo prossimo biscottino.
 
 

 
Ti amo
perché profumi sempre di menta e cannella.
 
 
 

 
Blaine sorrise di fronte alla semplicità di quella frase che, però, gli fece sussultare prepotentemente il cuore e gl’imporporò le guance.
 

“Spero tu lo stia rivalutando, Nigel, non è dolcissimo?” disse rivolto al gatto, “diventerai un gatto sovrappeso dopo questa caccia al tesoro, lo sai, vero?”
 

Meow.
 
 
 
 
 
Ti amo
anche sei permaloso e totalmente incapace ai fornelli.
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché possiedi quel grembiule bianco che ti sta fottutamente bene.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché hai detto di cinque anni fa.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché, nonostante tutto, continuo a svegliarmi ogni mattina di fianco a te.
E ogni giorno è unico.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché mi trascini ogni Natale a cena con i tuoi genitori e quel deficiente di tuo fratello.
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché quando ridi sei bellissimo.
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché quando piangi cerchi di nascondermelo
e continui a sorridere.
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché non sei capace di mentire.
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché come fai l’amore tu non lo fa nessuno.
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché riesci a sopportarmi ancora.
(Sebbene io sia magnifico, lo riconosco)
 
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
per le serate trascorse a casa
a riguardare per la centesima volta Wicked – Il Musical.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché sei rimasto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché sei il mio Blaine.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché questo basta e avanza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo davvero
anche se non te lo dico troppo spesso.
 
 
 
 
 
 
 
Ti amo
perché dovrei dirtelo ogni giorno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Blaine arrivò infine in cucina, tenendo tra le mani tutti i post-it, piegati con cura e delicatezza, e con  un sorriso enorme dipinto sul volto.
Sebastian lo aspettava appoggiato contro il tavolo della cucina, sorseggiando una tazza di caffè amaro.
 

“Dovrai metterlo a dieta domani,” disse accennando al gatto con un ghigno mal celato, “anche se gli ho promesso che lo avresti viziato con altro cibo,” aggiunse dopo bevendo un altro sorso e guardando Blaine negli occhi con un’espressione trionfante.
 

“Direi che se lo merita – e anche tu, Bash,” Blaine gli si avvicinò e lo baciò sulle labbra lentamente, soffermandosi ad assaggiare il sapore amaro del caffè sulla sua lingua, “ti amo anch’io, sai?” mormorò baciandolo di nuovo.
 

“Ti amo anche se pensi di non essere in grado di gestire le emozioni; ti amo anche se credi di essere insensibile; ti amo anche se ti dimostri un po’ uno spaccone; ti amo perché mi sorprendi sempre; ti amo perché sei Sebastian Smythe e non ti cambierai con nessun’altro. Mai e poi mai,” soffiò contro le labbra tumide dell’altro che gli accarezzò i fianchi con la mano libera.
 

Blaine si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo una terza volta e togliergli la tazza dalle mani.
 

Mhm non è che c’è un ultimo indizio mancante?” domandò con un sorriso furbo, giocherellando noncurante con l’elastico dei pantaloni del pigiama del suo uomo, “non manca il tesoro da conquistare?”
 

Sebastian gli cinse la vita con le braccia e gli morse la pelle tenera del collo, strappandogli un gemito strozzato.
 

“Facciamo che lo scopre in camera da letto, signor Anderson?”
 

Blaine sorrise e si allontanò da lui, posandogli i palmi delle mani contro il petto.
 

“Io direi che il divano è più comodo, signor Smythe,” disse per poi dirigersi tranquillamente in soggiorno, sfilandosi con calma snervante la maglia del pigiama.
 

Sebastian avvertì la bocca farsi asciutta e il familiare nodo all’altezza dello stomaco serrarsi. Svuotò la tazza di caffè con un unico sorso e si affrettò a seguire il moro – che intanto si era sfilato provocatoriamente anche i pantaloni e ora lo guardava con un’espressione di finta innocenza.
 

“Che ne dici di rimanertene in cucina per un po’, Nigel, non morirai di certo di fame, o sbaglio?”
 

Meow.
 

“Sono il migliore, comunque”
 

Meow.
 

“E va bene: abbiamo vinto, entrambi, contento?”
 

Meow.
 

“Non guardarmi così, palla di pelo sgranocchia-croccantini. Ti sei mangiato metà confezione di bocconcini, cosa vuoi ancora?”
 

Meow.
 

Sebastian sospirò esasperato e versò un’altra manciata di croccantini nella ciotola del micio.
 

“Spero tu sia soddisfatto, ora, Nigel”
 

“Amore, vuoi continuare a parlare col gatto o vuoi venire da me?”
 

“Dillo al tuo gatto, tesoro; mi fissa come se fossi un usurpatore”
 

“Ma se avete imparato anche a collaborare, oggi!” replicò Blaine, “ora smettila di fare l’amico degli animale e occupati un po’ di me,” mormorò aiutando il più alto a liberarsi dei vestiti, “ne ho bisogno. E so che mi ami anche per questo”
 

Soprattutto per questo,” lo corresse l’altro lasciando fare.
 

“Non distruggere tutto il romanticismo, Bash!”
 
 
 


 


 
***



 
  
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