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Autore: JeanGenie    14/02/2014    5 recensioni
[Crossover - American Horror Story: Coven/ Le streghe dell'East End]
In un limpido mattino assolato, le streghe Beauchamp ricevono la visita della Suprema. Con quel che ne consegue.
Genere: Commedia, Dark, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Titolo: Ospite a sorpresa

Fandom: American Horror Story: Coven/Le streghe dell'East End

Genere: commedia, noir

Personaggi: Fiona Goode, Joanna, Ingrid, Freya e Wendy Beauchamp

Avvertimenti: un po' di splatter qua e là. E suppongo che Wendy sia alquanto OOC.

Note: La mielosità di “The Witches of East End” impatta contro la stregoneria pura, nuda e cruda di AHS:Coven. Io parteggio per Fiona e compagne, ovviamente. Voi non so. Nulla di tutto questo va preso sul serio.

 

 

 

Ospite a sorpresa

 

Il sole splende lieto sulla casettina dal giardino curato e pieno di fiori. È un magnifico giorno di primavera, una di quelle giornate in cui la vita sorride e tutto va per il meglio.

La famiglia Beauchamp si gode la colazione, riunita intorno al tavolo della cucina, così caotica eppure così rassicurante e calda, perché una casa rispecchia sempre il cuore di chi vi abita e la famiglia Beauchamp trasuda amore e il legame tra i vari elementi è all'insegna dell'affetto più sincero. Le pareti rosse, il tetto scuro, l'orticello con tante erbe medicamentose e magiche, come loro, le streghe Beauchamp. E poi le rose, i gigli, e il glicine. Quanto tengono al loro glicine...

Il profumo che esce dalle loro finestre in quella mattina assolata fa concorrenza a quello dei fiori. Joanna ha cucinato le sue frittelle speciali, con sciroppo d'acero e un pizzico di mandragola. Freya ha spremuto le arance e Ingrid ha provveduto al caffè.

Solo Wendy non ha fatto nulla, perché si è svegliata tardi e si e limitata a fare onore alla tavola.

Il quadretto è armonico e rasserenerebbe l'animo di chi si trovasse a sbirciare fra le loro pareti domestiche.

Joanna osserva le sue figlie con amore. Stanno imparando che il loro grande potere va controllato, che non bisogna mai abusarne, che il male è in agguato nel cuore di una strega, se costei si lascia trascinare dalla forza che le brucia dentro.

Joanna non si considera un angelo. Ha punito i propri nemici, ha inferto sofferenze, ma sempre quando non ha avuto scelta e sempre per proteggere loro, i suoi preziosi tesori.

Il potere va usato a fin di bene. Sempre.

Se potesse leggerne i pensieri Ingrid sarebbe d'accordo con sua madre. Ha aiutato un'amica, ha compiuto buone azioni. A volte è stata troppo impulsiva e ha causato qualche guaio. Ma sa che gli errori commessi nelle sue vite passate saranno presto espiati se si comporterà nel modo giusto. Ormai ha imparato la lezione ed è profondamente convinta che una strega debba essere per prima cosa una persona buona che non fa male agli altri.

Se potesse leggere i pensieri di sua madre e sua sorella, Freya sarebbe d'accordo con loro. Ci ha messo un po' ad accettare di essere una strega. Ci ha messo un po' a ritrovare il proprio equilibrio. Ma può dirsi soddisfatta di se stessa. Certo, il suo cuore ballerino è diviso a metà tra il suo promesso sposo e il suo futuro cognato, ma cosa importa quando lei sa benissimo di essere una ragazza buona e onesta che mai farebbe del male a nessuno dei due?

L'unica delle quattro Beauchamp che sembra ta solo sul pane tostato, sulle uova e sulla pancetta sembra essere la cara zia Wendy. Anche quella mattina, il rubino scarlatto che porta la collo raccoglie splendendo i raggi del sole e, come sempre, il babydoll trasparente con cui ha dormito contrasta in modo piuttosto netto con l'ambiente che la circonda.

Wendy vuole bene a sua sorella e alle sue nipoti. Non sempre le capisce, è vero. Ma vuole loro un gran bene lo stesso. Quasi sempre.

Quando suonano alla porta lei solleva appena gli occhi.

“Chi può essere, a quest'ora?” domanda Joanna perplessa.

Wendy non risponde e lascia che sia sua sorella, con il solito sorriso sulle labbra ad andare ad aprire.

 

“Buongiorno” sussurra languidamente la donna vestita di nero.

“Desidera?” le chiede Joanna studiandola da capo a piedi. Non più giovane, bionda, con un paio di enormi occhiali scuri sul viso e un ombrellino nero come parasole. Figura particolare. Decisamente fuori posto a East End.

“Joanna Beauchamp, suppongo. Ho fatto un lungo viaggio per incontrarla. Mi chiamo Fiona Goode, sono la Suprema e volevo semplicemente dirle che lei e le sue figliole siete un insulto per la nostra categoria.”

Joanna fa appena in tempo ad aprire la bocca prima che la donna sollevi una mano e una forza invisibile la scaraventi indietro. Il corpo di Joanna impatta contro lo specchio in fondo al salone e quando rimbalza contro il camino sputando sangue la donna è già morta da almeno tre secondi. Sembra che i suoi ultimi pensieri siano stati “Strega cattiva”.

“Che posto caotico e disordinato...” dice con una smorfia di disgusto Fiona Goode sistemando il parasole nero nel porta ombrelli.

“Mamma!” grida Ingrid seguita da Freya in lacrime.

Fiona le guarda senza cambiare espressione, come se le ragazze le provocassero lo stesso senso di nausea della casetta. Carine davvero, mentre assumono una strana posizione che, nelle loro testoline bacate, dovrebbe servire a scagliare chissà quale incantesimo.

Fiona solleva una mano e poi si rivolge alla nanerottola bruna. “Cuoricino tormentato...” mormora e poi stringe la mano a pugno, stringe e stringe ancora finché il muscolo cardiaco di Freya, che tanti problemi le ha causato, non viene spremuto come un'arancia matura.

Il viso di Ingrid diventa terreo. Fiona la guarda e sorride. Peccato che quella scimmietta abbia sprecato il potenziale che aveva nella sua vita precedente. Così com'è adesso vale ben poco. Neppure il Consiglio delle Streghe avrà nulla da ridire per quella piccola gita di piacere che si è concessa. Anche per quelle teste vuote le mele marce è meglio gettarle via.

Innnngridddd...” sibila scuotendo la testa, poi la testa della ragazza ruota finché l'osso del collo non si pezza.

Perfetto. Adesso ha un'ultima pratica da sbrigare.

Wendy non si è mossa né ha battuto ciglio. E anche ora, mentre entra in cucina, Fiona la vede spostare appena lo sguardo su di lei.

“C'è del sangue sui miei pancake” dice.

Poverina. La sua colazione è rovinata. E Wendy Beauchamp ha davvero l'aria di chi, senza avere ingurgitato un buon numero di calorie non riesce a carburare.

“Ora...” Fiona la guarda da sopra gli occhiali da sole. “Dammi un solo motivo per cui dovrei risparmiarti.”

Wendy le sorride apertamente, in modo soave ed estremamente sicuro di sé. “Per prima cosa, perché sono stata io ad invitarti. Sai, la mia glicemia è arrivata alle stelle in queste ultime settimane. Non ne potevo più di sorella e nipoti, non so se riesci a capire...”

Fiona accenna un sorriso dei suoi, di quelli buoni, a metà tra lo schifo e l'effettiva empatia. “E quindi?”

Wendy si alza e la guarda negli occhi, senza alcun timore. “E quindi mi devi una colazione. E faremo meglio ad andarcene di qui, prima che mia sorella si svegli. Quella stronza è immortale.”

Fiona, solleva le spalle. “Sì, l'ho sentito dire. Per questo ho accettato il tuo gentile invito. Sembra che “quella stronza” non invecchi.”

Wendy le sorride flemmatica. “Neppure io” dice sfiorando il ciondolo rosso che porta al collo. “Aiutami a far tornare verde questo gingillo e potremo discutere della faccenda.”

Fiona riflette sulla proposta del diavoletto tentatore. Anche se Joanna tornasse in vita, di sicuro avrebbe il suo da fare per spiegare la morte delle due ragazze. E di sicuro la polizia si metterebbe sulle tracce di Wendy. Darle asilo a New Orleans in cambio dell'eterna giovinezza. Che idea carina...

“Suppongo che sia un accordo da valutare attentamente. Ma, per favore, non raccontare favolette su regni incantati e portali mistici alle mie ragazze. Laggiù in Louisiana facciamo le cose sul serio.”

Wendy affonda l'indice nel barattolo del burro d'arachidi e poi le lo porta alla bocca succhiandolo come una bambina golosa. “Andiamo?” dice. Poi assume le sembianze di una gatta nera.

“Che seccatura...” commenta Fiona prendendo il piccolo felino in braccio. Un'ottima mimetizzazione, da mantenere finché le acque non si saranno calmate. Apre il parasole, esce dalla piccola casa, si guarda intorno rendendosi conto che tutto è stato troppo rapido perché i vicini potessero sentire qualcosa e poi si incammina lungo il viale con il suo nuovo animaletto domestico. Forse davvero quella ragazza svampita potrà rivelarle il segreto dell'immortalità. Di sicuro è l'unica delle Beauchamp a meritare un po' di rispetto. Comunque vada, potrà sempre farla accoppiare con il gatto di Cordelia. Una cucciolata di gatti neri può sempre tornare utile.

 

 

 

   
 
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