Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: arwen5786    17/06/2008    26 recensioni
«Anche adesso hai intenzione di evitarmi?» sussurrò Sakura guardandolo dritto negli occhi. Sasuke scosse il capo, corrucciato, e incrociò le braccia.
«Certo che è incredibile, Sakura. Pure fin qui sei riuscita a seguirmi, eh? Poco è cambiato da quando eri una ragazzina patetica che mi idolatrava. Guardati. Predicavi il bene, l’amore, gli ideali più puri…e guarda dove sei finita».
Il sarcasmo pungente era la sua unica arma, il suo unico appoggio. Anche da morto.
Anche lì non riusciva a fare a meno di denigrarla, spinto dalla sua anima nera, spinto dal terrore di aprirsi, e mostrarsi vulnerabile.

Sasuke morto, Sasuke all’inferno. E nel posto dove meno poteva aspettare di incontrarla, trova proprio Sakura. E il perché sarà raggelante.[Fic classificatasi quarta al concorso "Made Abroad" indetto da V@le]
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa fic si è classificata quarta al concorso "Made Abroad" indetto da V@le, come sempre molto tempestiva e veloce nel giudicare le storie. Il luogo è l'inferno, che era tra i parametri di scelta. La canzone è dei Within Temptation, il mio gruppo preferito. Risultato a parte, è una delle fic in cui mi sono impegnata di più, e che forse ho più sentito.
Sta a voi giudicare come è venuta, spero possa piacervi.





E come a gracidar si sta la rana
col muso fuor de l'acqua, quando sogna
di spigolar sovente la villana,

livide, insin là dove appar vergogna
eran l'ombre dolenti ne la ghiaccia,
mettendo i denti in nota di cicogna.

Ognuna in giù tenea volta la faccia;
da bocca il freddo, e da li occhi il cor tristo
tra lor testimonianza si procaccia.


(Dante, Inferno, canto XXXII)



WHAT HAVE YOU DONE




«Allora è questo l’Inferno. Allora è qui che passerò l’eternità».
«…L’ennesimo umano che in vita non era consapevole di cosa andasse incontro, vero?»
Sasuke guardò l’essere mostruoso che lo fissava avido, un ghigno distorto sul volto deforme, la bocca grondante sangue: lo guardò e socchiuse gli occhi, freddi e duri come la pietra.
«No. Sapevo benissimo che non sarei andato certo in un ipotetico paradiso. Ho scelto consapevolmente ogni cosa. Ogni decisione. Ogni percorso».
Intorno a Sasuke le anime dei dannati urlavano e singhiozzavano, immersi nel gelido ghiaccio, mentre i diavoli, a turno, li percuotevano.
Antenora, il nono cerchio, la zona di coloro che in vita avevano tradito la patria.
Strano che non ci fosse Itachi.
Il pensiero però lo colpì d’istinto, fulmineo, doloroso.
Non è Itachi il traditore. Sono io che ho tradito Konoha.
Suo fratello probabilmente era con gli assassini, nel settimo cerchio, perché nonostante tutto, sempre quello era diventato.
Pur con tutte le più nobili ragioni.
Ma era Sasuke ad aver ucciso Itachi, colui che aveva invece salvato Konoha.
Ma era Sasuke ad aver rifiutato di tornare a casa.
Ed era Sasuke che alla fine era stato ucciso, nel più ignobile dei modi, prima di poter realizzare il suo sogno di restaurare il clan. Ucciso da Madara Uchiha in persona.
Sospirò, mentre percepiva il ghiaccio che gli lambiva le gambe, così freddo che le straziava, e boccheggiò.
I morti sentono ancora dolore, dopotutto.
No. Sono i dannati che soffriranno in eterno.
Ma se già il dolore lo tormentava così tanto da appena qualche secondo, come diavolo avrebbe fatto a reggere per l’eternità?
Sasuke strinse i denti, il corpo che lentamente sprofondava in quel lago gelato che gli consumava le carni, dilaniandolo.
Buffo.
Lui, colui che aveva avuto il controllo del fuoco, che manovrava perfettamente il suo chakra fondendolo e plasmandolo con le fiamme, adesso era condannato a un’eternità più fredda e desolata che mai.
Se qualcuno aveva parlato dell’Inferno come del contrappasso, certamente aveva ragione.
Ma Sasuke non aveva nulla da recriminare. Lui aveva scelto una vita dedita alla vendetta.
Lui aveva tradito i suoi amici.
Lui aveva rifuggito qualsiasi cosa potesse renderlo sereno e felice.
Che diavolo avrebbe avuto da lamentarsi, ora? Un bel niente.
Il fruscio accanto a lui gli fece alzare il volto, chino a terra per il freddo, mentre la moltitudine di corpi intorno cercava di contorcersi, di valicare la terribile barriera di ghiaccio che bloccava ogni movimento.
«Prima di passare qui l’eternità, c’è una richiesta per te, tipo scontroso».
Sasuke guardò con disprezzo il diavolo, che inginocchiato di fronte a lui disegnava con la mano adunca ghirigori sulla coltre sottile del lago.
«Voi guardiani infierite già dal primo minuto?»
«È vero…non sei curioso di sapere se c’è qualcuno qui che conosci?»
Sasuke rimase silenzioso, sforzandosi di non battere i denti. Certo che qualcuno che conosceva ci sarà anche stato.
L’Akatsuki, per esempio. Suo fratello, probabilmente.
A meno che addirittura non fosse finito nell’Eden per la sua commovente finale redenzione.
Diamine. Pure da morto rimaneva un bastardo, Sasuke.
Ma del resto…cosa importava a lui se ci fosse qualcuno che conosceva in quel buco?
«No» sussurrò stizzito, provocando un ghigno sulle labbra del demonio, che lo afferrò per i capelli scuri, scaraventandolo fuori dal ghiaccio contro la nuda terra: Sasuke boccheggiò, ricevendo anche un calcio nello stomaco, e percepì l’alito nauseante dell’essere accanto a lui, mentre era sdraiato per terra e incapace di rialzarsi.
«Di te e della tua insolenza mi occuperò più tardi, ora muoviti. Il guardiano del settimo cerchio mi ha chiamato personalmente quando ha saputo di te e questa persona…certo che voi umani siete davvero degli esseri derelitti…»
Sasuke si rialzò dolorante, cercando di capire qualcosa di quelle parole.
Ma chi diamine poteva esserci all’Inferno…e soprattutto perché quel maledetto aveva detto quelle cose?
Il diavolo lo spinse malamente verso l’antro, intimandogli di non muoversi.
«La persona che puoi vedere è all’entrata di Antenora, tu non avresti potuto scendere ai gironi inferiori, a differenza sua. E poi queste eccezioni eccitano noi diavoli…vedere come il destino si abbatte su voi umani, vedere come siete miseri e patetici…vai, anima dannata, vai…perché poi avrai tutta l’eternità per stare qui…»
Sasuke non capiva nulla.
Con la mente ottenebrata, si trascinò verso l’antro di Antenora, che collegava il luogo alla Caina, la zona dei traditori della famiglia.
Il lungo corridoio, buio e umido, non mostrava nulla, fino a che non si propagò una fievole luce giallognola.
E solo allora Sasuke vide la persona davanti a sé, e le gambe, per un breve istante, parvero completamente cedere.
«…Non è possibile…»

Would you mind if I killed you
Would you mind if I tried to
Cause you have turned into my worst enemy
You carry hate that I feel
It's over now
What have you done





Sasuke fissò stentoreo il volto esangue di fronte a lui.
Era lei, per quanto infinitamente pallida, un pallore tremendamente mortale, gli occhi che sembravano due enormi voragini chiare nel viso scavato.
«Sasuke-kun…»
Anche la sua voce era leggermente cambiata. Più bassa, più roca. Ma con quell’inflessione sempre dolce e carezzevole, quel tono che aveva sempre usato con lui.
La fissava, Sasuke. La fissava e non riusciva a muoversi, perché fuggire non poteva, stavolta, e nemmeno ignorarla.
Cosa sarebbe servito poi, stavolta?
Sakura era lì, davanti a lui, all’ Inferno. E questa era senza dubbio la parte più paradossale di tutto.
«Sasuke-kun…»
Il suo nome pronunciato una seconda volta, stavolta più forte, più deciso. Ma sempre con quell’enorme malinconia dipinta sul volto.
«Anche adesso hai intenzione di evitarmi?» sussurrò Sakura guardandolo dritto negli occhi. Sasuke scosse il capo, corrucciato, e incrociò le braccia.
«Certo che è incredibile, Sakura. Pure fin qui sei riuscita a seguirmi, eh? Poco è cambiato da quando eri una ragazzina patetica che mi idolatrava. Guardati. Predicavi il bene, l’amore, gli ideali più puri…e guarda dove sei finita».
Il sarcasmo pungente era la sua unica arma, il suo unico appoggio. Anche da morto.
Anche lì non riusciva a fare a meno di denigrarla, spinto dalla sua anima nera, spinto dal terrore di aprirsi, e mostrarsi vulnerabile.
Ma Sakura non si smosse, non un passo, o un cenno.
Non pianse.
Sorrise, un sorriso tristissimo, pieno di rimpianti.
«E’ proprio perché ho seguito fino in fondo quegli ideali, Sasuke, che adesso mi trovo qui. Quando vai oltre i tuoi ideali…quando capisci che se vuoi essere coerente fino in fondo devi prendere una scelta…allora travalicare è l’unica via d’uscita».
Lui la guardò, forse inconsciamente capendo, ma mantenendo sul volto un’aria fredda e distaccata.
«Cosa vuoi dire?»
Certezza, solo quella. Sasuke nella vita aveva sempre cercato la verità, e le cose non cambiavano anche da morto. Sakura non smise di sorridere, ma poi gli occhi si adombrarono, e le lacrime, silenziose, iniziarono a scendere sulle gote smunte.
«Io ti amavo davvero, Sasuke-kun. Non è mai stato un capriccio, il mio. Io…pensavo seriamente che prima o poi avremmo passato la nostra vita assieme, e tu saresti tornato…lo credevo davvero, sai?»
Sasuke continuava a guardarla, in silenzio.
«E poi…sei morto. Ti hanno ucciso prima che io potessi riabbracciarti, prima che…diamine, nulla aveva più senso…»
Gli occhi di Sakura in quell’istante divennero più grandi, ancora ricolmi di lacrime amare. Sasuke sussultò.
Quello che la sua mente aveva solo abbozzato, ma subito respinto, era la tragica realtà.
«Volevo solo passare la mia vita con te…»

What have you done! What have you done!
What have you done! What have you done!
What have you done now!
What have you done now, what have you done?...




Cosa hai fatto, Sakura?…
«Nemmeno Naruto sembrava più in grado di dare un senso alle mie giornate…io non volevo…ma poi…»
Perché…perché, maledizione…
«Poi…»
E tacque, perché non servivano più parole, morte in gola, soppresse per quanto ormai la situazione fosse ovvia.
Sasuke taceva. Immobile come una statua di sale, incredulo di fronte a lei.
«Stupida…»
Un sussurro, appena strozzato, e poi uno scatto, che lo fece andare più vicino a lei, strattonandole con forza il braccio, colto improvvisamente dall’ira.
«Stupida…stupida ragazzina, ma cosa hai fatto, che diavolo hai fatto, eh?! Cosa volevi dimostrare, cosa?!».
Sakura si accasciò al suolo, gemendo. Sasuke per un attimo respirò convulsamente, attonito, incapace di proferire altre parole, ma poi lentamente seguì il gesto di Sakura, inginocchiandosi accanto a lei.
L’aveva sempre considerata una sciocca bambina, e non aveva capito nulla. O forse il suo gesto era stato comunque stupidità, ma lucida, consapevole.
Il gesto estremo di una ragazza - anzi, una donna?…- che aveva perduto la persona che amava.
L’aveva mai capito questo, di Sakura? Si era mai soffermato davvero a pensare su che persona fosse realmente?
Ma Sasuke non aveva mai capito nulla, in vita sua.
Non si era mai interessato a nessuno, se non a sé stesso.
Non aveva mai compreso le ragioni di chi aveva cercato disperatamente di portarlo indietro.
Non si era accorto che la sua brama di vendetta non aveva alcun senso.
E ora questo.
Sentì la mano di Sakura posarsi lentamente sul suo volto, ancora chino verso terra. Non reagì, il volto una maschera di cera, mentre lei lentamente lo stringeva forte.
«Mi dispiace….mi dispiace tanto, Sasuke-ku…Sasuke. La colpa non è tua. Ero perfettamente consapevole di quanto avrei fatto, ero perfettamente consapevole di quanto avrei…di dove sarei…»
Gli si avvinghiò ancora più stretta, accarezzandogli i capelli.
«Era questo che avrei voluto fare in vita…soltanto questo…»

Why, why does fate make us suffer?
There's a curse between us, between me and you
I, I've been waiting for someone like you
But now you are slipping away... What have you done now!



Sasuke tremò, per un istante, lasciando che l’abbraccio di Sakura l’avvolgesse, che il tepore della sua pelle - ancora incredibilmente calda - lo stordisse per un istante.
Dimentico che a breve sarebbe tornato nei ghiacci eterni.
Dimentico che presto il suo corpo non avrebbe provato più nulla, se non dolore.
E anche Sakura…
«Cosa ne sarà…cosa ne sarà del tuo corpo?» mormorò incapace di fissarla negli occhi. Sakura gli scostò i capelli dal viso, appoggiando la fronte sulla sua.
«Non ci sarà più un corpo per quelli come me, Sasuke. Chi ha disprezzato il suo corpo in vita, non merita di averlo per l’eternità. Albero, diventerò. E non recuperò mai il mio corpo, nemmeno nel giorno del Giudizio Universale».
Attorno a loro, nel mentre, le luci andavano spegnendosi.
Le urla dei dannati dell’Antenora si facevano via via più strazianti, mentre l’oscurità li nascondeva, relitti umani, ormai condannati alla sofferenza eterna.
Sasuke non sapeva esattamente da quanto fosse abbracciato con Sakura. Un’ora?
Due?
O erano solo dei minuti?
Perché l’unica certezza era che non avrebbe più voluto staccarsi?
«Non sarebbe dovuta finire così».
Eccola, la verità. La frase che aleggiava, ancora non detta, adesso finalmente sputata fuori nella sua cruda obbiettività.
Sasuke aveva sbagliato ogni cosa, in vita.
Ma aveva anche creduto di poter vivere senza rimpianti, perché tutto quello che era successo se lo era cercato, ostinato, cieco.
Ora poco aveva senso. Cosa contavano le sue convinzioni, adesso che, in prossimità dell’eterna dannazione, capiva realmente cosa avrebbe significato se quel lontano giorno avesse scelto di tendere la mano a Sakura e restare a Konoha?
Come poteva saperlo. Era solo uno sciocco, ingenuo, ragazzino dodicenne. E crescendo era diventato…un idiota.
Un semplice idiota.
E ora…era troppo tardi.


Would you mind if I hurt you?
Understand that I need to
Wish that I had another choices
Than to harm the one I love
What have you done now!



Prese il volto di Sakura tra le mani, raccogliendo le lacrime che ancora solcavano le guance.
«Sakura…scusa»
Patetico. Eppure, di più non usciva da quella bocca. Soltanto delle scuse penose.
Uno scusa che racchiudeva troppe cose.
Scusa per non averti compresa.
Scusa per non averti salvata.
Scusa per non averti amata.
Scusa…perché ora sapeva cosa aveva realmente perduto.
Sakura strinse le labbra, una mano che si posò su quelle esangui di Sasuke.
«Sasuke…grazie».
Lui strabuzzò gli occhi, inebetito.
E poi sentì le labbra di lei che lentamente sfiorarono le sue, fredde, subito irrorate dal suo calore.
Dalla sua morbidezza.
E si baciarono, disperatati, un ultimo bacio che siglava la disfatta, la sconfitta.
Ma anche, finalmente, la conclusione di un incubo. E forse, in quell’istante, poco importava che presto ne sarebbe iniziato un altro.
I loro corpi si cercavano, le loro labbra anche.
Ed era disperazione, in quella estrema corsa contro il tempo.
«Mi ringraziasti anche tu anni fa…il mio è un grazie perché alla fine ce l’hai fatta, a capirlo. Sei testardo, vero…ma alla fine ce l’hai fatta» sussurrò Sakura vicino al suo orecchio, stringendolo per gli ultimi istanti, accarezzandogli la schiena, mentre lui le cingeva la vita.
Erano ancora a terra quando il fiato spregevole di due diavoli li raggiunse, assieme ai loro risolini sprezzanti e irrisori.
«Adoro gli addii strazianti, tu che dici?»
«La cosa più divertente…ma la parte migliore è quando giunge l’ora di dividerli, vero?»
Il diavolo più basso e corpulento afferrò Sasuke, trascinandolo all’indietro. L’altro, il guardiano del settimo cerchio, prese Sakura, ma con gentilezza.
Sakura si morse un labbro, sforzandosi di non urlare.
Non poteva.
Doveva solo fissarsi in mente quegli ultimi istanti vissuti.
Niente rimpianti, niente rimorsi.
Le scelte fatte non potevano essere sostituite. E poi, anche l’eternità dannata sembrava meno amara con quella piccola consapevolezza.
«Ti amo, Sasuke»
Lui la fissò, gli occhi neri sottili, il volto cereo, il corpo fremente.
«Ti amo anche io, Sakura»
E mai pensò che quelle parole fossero fuori luogo. Forse, era la frase più giusta che mai avesse detto.
Poi, l’oscurità totale, mentre Sasuke veniva trascinato verso l’Antenora, tra il roco bofonchiare del diavolo.
«Complimenti, una scenetta commovente! Non mi hai affatto deluso, umano…»
Sasuke deglutì, girandosi.
Non vide più Sakura.
Si voltò ancora un’ultima volta, sentendo solo la voce dell’altro demonio, sempre più lontana.
«Ah, voi suicidi…melodrammatici pure da morti!»
E l’ultimo, finale, bisbiglio di Sakura.
«Non melodrammatici…solo innamorati».
E poi, più nulla.






Come l'altre verrem per nostre spoglie,
ma non però ch'alcuna sen rivesta,
ché non è giusto aver ciò ch'om si toglie.
Qui le trascineremo, e per la mesta
selva saranno i nostri corpi appesi,
ciascuno al prun de l'ombra sua molesta.

(Inferno, canto XIII)






I will not fall, won't let it go
We will be free when it ends







Note dell’autrice

L’inferno è quello dantesco, come si evince dalle note che citano i passi (la prima riferita al cerchio dei traditori, la seconda i suicidi) , anche se mi son presa qualche libertà: non credo che i dannati possano andare per i vari gironi a loro piacimento, visto che appena arrivati vengono subito divisi, trasportati da Caronte e poi spediti al loro cerchio. Ma tant’è, era necessario che Sakura scendesse, e più plausibile del contrario: Sasuke è in un girone più basso, quindi con pena maggiore, e non potrebbe risalire.
Per quanto riguarda la morte di Sasuke per mano di Madara, ovviamente è di mia invenzione: se Kishimoto fa una cosa del genere lo strangolo!

Bene, spero che pur nella su tragicità vi possa essere piaciuta. Forse Sasuke non è perfettamente ic, ma poco importa. Non so davvero più come scrivere Sasuke in questi ultimi periodi, il "mio" Sasuke, quello che mi è piaciuto dalla prima puntata, pare non esistere più.
E' anche per questo che non penso scriverò molte SasuSaku nei tempi a venire, sempre che Kishimoto non faccia miracoli.
Spiacente, ma io provo sempre ad attenermi al carattere originario, e con un Sasuke del genere è quasi impossibile fare una bella SasuSaku. Ma bando alle ciance, in fondo questa è stata fatta, e credo anche bene, per una volta posso essere piuttosto sicura di quanto fatto^^

Dedicata a Hypatia, che ha vinto il concorso, e che ha fatto una SasuSaku splendida, davvero.
Dedicata a Rory, perchè lei è un amore e io la faccio penare un sacco con le mie virate al NaruSaku.
Dedicata a Robi, che col SasuSaku non c'entra un tubo, ma il mio frollino ha bisogno di rinforzo morale in questo periodo^^
E una piccola dedica anche a Lorenzo, alias _lawliet_, perchè è il più grande innamorato di Dante, e spero che leggendola mi perdonerà le libertà che mi son presa^^

Un grazie a chi leggerà, e soprattutto a chi lascerà un commentino.


  
Leggi le 26 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: arwen5786