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Autore: passiflora    15/02/2014    3 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno potesse far sparire tutti i trucchi, i sotterfugi, le bugie, dalla faccia e dalla mente delle persone che ha attorno? Sarebbe un potere benefico o creerebbe solo immani disastri?
Questa è una storia un po' amara, scritta in un certo periodo della mia breve esistenza. Diciamo che può essere un punto di vista sull'argomento VERITà. Ora, rileggendola, mi rendo conto che la trama poteva avere un altro risvolto, essere vista anche sotto un'altra ottica. Ho deciso però di lasciarla così. Questa era la sua forma originale.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni volta che passavo davanti ad un negozio di fumetti mi fermavo ad ammirarne la vetrina. Guardavo le copertine patinate dei fumetti americani, piene delle immagini di super-eroi dall'aria potente e pericolosa, e pensavo che avrei tanto voluto essere come loro. A quei tempi, per me "essere come loro" significava più o meno avere un bel costume attillato, appiccicato su un corpo pazzesco, un quoziente intellettivo invidiabile, ricchezze cospicue e un umorismo pungente. E si, i super poteri. Qualcosa di eclatante, di cui andar fieri, tipo emettere fiammate dagli occhi, volare, avere la super forza, diventare invisibili!

Io invece non avevo niente di tutto questo e, per contro, un super potere lo avevo sul serio.

Il mio è un potere un po’ sfigato, per niente fico da utilizzare. Eppure è in grado di provocare danni e tanti fastidi, peggio ancora di quelli che potrebbero provocare degli occhi spara-laser o degli artigli di adamantio pronti a spuntare dalle nocche di un tizio con un brutto carattere.

Ebbene, la mia strana capacità è quella di far sparire i trucchi. Questo non significa che svaligio le profumerie, bensì che quando in un raggio di tre metri da me si trovano persone truccate, qualunque sia il genere del trucco, questo sparisce.

La mia inusuale capacità fa si che su di me i trucchi nemmeno scrivano (un po’ come i pennarelli sulle pagine plastificate) e io per buona parte della mia vita ho dovuto darmi da fare per avere un aspetto dignitoso anche senza coprirmi la faccia di cosmetici.

A causa del mio potere succede che ogni volta che passeggio assisto ad uno stranissimo spettacolo: i colori spariscono dai visi delle signore, rivelando le rughe tanto odiate e il colorito spento; sparisce il fondotinta dal viso delle ragazze facendo comparire una generosa collezione di brufoli, la pelle grigiastra e le occhiaie; faccio scomparire il gel dai capelli dei ragazzini, i riporti dalle teste dei signori, le dentiere, i rialzi nelle scarpe, i tacchi a spillo, i push-up, il gel per la ricostruzione delle unghie, i rattoppi nei jeans, le permanenti e le messe in piega, le tinte per capelli e per labbra, i profumi, le protesi per il seno, i ritocchi alle sopracciglia, i vestiti neri.

È un potere certamente dispendioso, per chi lo subisce. Devo ammettere che è anche parecchio imbarazzante.

Non avete idea degli urli e degli strepiti quando le persone si accorgono che tutti i loro abbellimenti sono scomparsi tutti in una volta.

Ho visto signore con delle enormi seni ritrovarsi alle misure di un tempo e dare di matto, ragazzine diventare isteriche in assenza del trucco e con i capelli ispidi come quelli di una strega o signorotti terribilmente rattristati dal doversi arrendere brutalmente ai segni dell’età che avanza. Ogni volta che questo succedeva io mi ritraevo in un angolo e mi godevo lo spettacolo. Gli uomini e le donne, di tutte le età, sembravano improvvisamente ritornati ad essere scimmie; era tutto un fiorire di peluria, sguardi truci, rughe e cattivi odori.

Questo, comunque, succedeva quando ero ancora giovane. Non controllavo la mia influenza e quindi finivo per seminare il panico, anche se la cosa non mi dispiaceva.

Più crescevo, invece, più il mio potere si rafforzava, diventando più mirato e meno “equo”.

Con l'età venne anche la saggezza e mi decisi a domare questa mia capacità, così imparai a controllare e dirigere la mia strana aura verso le persone che volevo io, oppure a rilasciarla intorno a me in modo da colpire tutti.

Mi divertivo da morire.

Infatti con il tempo il mio potere iniziò a colpire non più solo i trucchi di superficie ma andò a toccare tasti ben più profondi.

Vidi persone confessare tradimenti in faccia ai loro compagni quando fino a pochi momenti prima avrebbero negato fino alla morte; vidi amiche e amici confessarsi il loro odio reciproco e parenti distruggersi l’un l’altro a parole; vidi rivelare adozioni, fino allora tenute nascoste, sentii minacciare di morte e vidi qualcuno ammettere di aspettare solo la morte di questo o quel parente per averne l’eredità. Cose che si vedono nei film ma che non ci si aspetta possano avvenire nella realtà.

Fisicamente parlando, riuscii a cancellare i segni di interventi chirurgici di ogni tipo e così facendo precipitai più di qualcuno nella depressione. Riuscivo addirittura a cancellare gli interventi subiti da chi aveva voluto cambiare sesso: chi si era operato tornava ad essere l'uomo o la donna che era stato finendo spesso per impazzire o suicidarsi, o deprimersi se erano attaccati alla vita e non volevano buttarsi giù da un palazzo.

Sperimentai il mio potere anche sulle lunghe distanze, facendo fare ai politici delle uscite così vergognose da attirare su di loro, oltre al furore del popolo, ogni genere di organo adibito a combattere la violazione della legge; lo usai contro presentatori, che improvvisamente dimenticavano i discorsi scritti per loro ed iniziavano a declamare quello che pensavano realmente del programma in questione. Erano gettonate frasi come "questo programma è un ammasso di merda" oppure "lo faccio solo perché mi pagano".

All’università, i professori denunciavano in classe tutte le magagne dell’amministrazione, la loro frustrazione, quanto trovavano odiosa la professione dell’insegnamento e quanto ci trovassero degli stupidi idioti senza futuro.

Quando me ne andavo all'estero portavo uno scompiglio ancora maggiore.

Viaggiai negli Stati Uniti, seminando il caos nelle strade di New York e almeno altre cinque città importanti, dove finii per provocare episodi di isterismo collettivo, esibizionismo molesto e una strage di innocenti.

Viaggiai in Asia, e i pacatissimi abitanti del Giappone rivelarono ben presto un animo tutt’altro che pacato, esibendosi in violenze di gruppo, suicidi di massa, rivolte contro il governo, dichiarazioni imbarazzanti e un sollevamento contro gli Stati Uniti, la Cina e anche la Russia. I propositi vennero ritirati non appena me ne andai dal paese, e non ci furono conseguenze troppo gravi.

In Cina la gente confessò propositi degni dei migliori cattivi da fumetto, in Russia il popolo si rivelò essere depresso, turbato, indifferente e a tratti invasato, tutti i perseguitati dal governo decisero di infischiarsene e si mostrarono apertamente. Non narrerò in questa sede delle conseguenze, ma finirono nei guai molti personaggi di spicco. In Africa diedi vita ad una selvaggia corsa ad oro e diamanti, rivolte di tutti i generi e omicidi di massa.

Grazie ai miei viaggi sono stati messi in galera svariati politici, militanti di ogni fazione, gente ritenuta generalmente buona o effettivamente molto cattiva, svelato scopi loschi di associazioni umanitarie, fatto venire alla luce depravazioni di tutti i tipi in ogni tipo di persona, fatto uscire scheletri da ogni armadio, rivelato la vera indole delle persone. Ho fatto bruciare fabbriche abusive, non a norma, sfruttatrici di operai e via dicendo, fatto fallire multinazionali, fatto crollare case mal costruite, fatto esplodere macchinari difettosi, fatto morire gente, fatto sopravvivere altra.

Mi sentivo onnipotente. Il potere della verità. Fichissimo. Un potere che colpisce qualunque cosa sia cresciuta in modo diverso dal naturale. Neanche cose tendenzialmente ritenuti buone, come lo sport, mi resistevano! Chiunque facesse sport con l’unico scopo di avere un culo più sodo, veniva brutalmente riportato alla realtà.

E lo studio?

Chi studiava solo per avere un voto scritto e un pezzo di carta in mano veniva falciato alle fondamenta e cadeva miseramente vedendo i preziosi voti scendere a picco e il suo cervello svuotarsi miseramente come un secchio con un buco sul fondo.

Nessun carattere forte mi resisteva, nessuna presunta sincerità sopravviveva.

La verità, la verità, la verità colpiva tutti, tutti, fino a ridurli all’osso.

E allora cominciai a domandarmi: possibile che non ci fosse una sola persona al mondo che fosse davvero come appariva?

E la risposta era: no, non c’è nessuno coerente e sincero. Nessuno in tutto il mondo. Questo mi deprimeva moltissimo.

Per questo un giorno decisi di chiudermi in casa, e non esco da quasi sette anni.

Il cibo me lo porta mia madre, o il vicino di casa qui a cui ho ammazzato la moglie e fatto scappare di casa la figlia.

Passo il tempo a leggere fumetti.

Almeno nel loro mondo, loro risolvono i problemi. Io li faccio solo venire alla luce.

   
 
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