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Autore: mindyxx    15/02/2014    10 recensioni
La storia inizia quando Angel, nella seconda stagione, recupera l’anima grazie a Willow.
Buffy, costretta a ucciderlo, è sconvolta, ma non lascia Sunnydale come avviene nel telefilm. Resta con gli amici per continuare la lotta.
Prima classificata al contest: "Crossoveriamo. Il concorso dei crossover" indetto da +Ashley+
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi della serie televisiva “Buffy the Vampire Slayer”, citati nella storia, non sono di mia proprietà ma appartengono ai legittimi ideatori, così come “Roland” che è un personaggio creato dal mitico Stephen King. Sono stati da me utilizzati senza il consenso degli autori, non a fini di lucro, ma per divertimento personale.
Genere: fantasy, romantico.
Personaggi: Buffy / Roland / Angel
Warning: crossover tra la serie tv BTVS (fine 2° stagione) e la saga “La torre Nera” scritta da Stephen King.
Rating: giallo









Introduzione

La storia inizia quando Angel, nella seconda stagione, recupera l’anima grazie a Willow.
Buffy, costretta a ucciderlo, è sconvolta, ma non lascia Sunnydale come avviene nel telefilm. Resta con gli amici per continuare la lotta.





Ritorno dall’inferno


cap 1


Angel era chino di fronte alla cacciatrice e una luce risplendeva nei suoi occhi. Un potere antico si era impossessato di lui, scuotendolo dal torpore in cui Angelus lo aveva rilegato negli ultimi mesi.
Con gli occhi colmi di lacrime si alzò, guardando la giovane amata che brandiva una spada pronta a colpirlo. «Buffy... cosa è successo... non ricordo... mi sembra siano passati mesi da quando ti ho vista l'ultima volta».
La cacciatrice, lentamente, abbassò la spada, sorpresa dal repentino cambiamento del vampiro e, sconvolta, riuscì a pronunciare il suo nome. «Angel…», sussurrò con voce tremante.
Confuso, Angel la osservò e un’espressione incredula apparve sul suo volto. «Sei ferita!» esclamò preoccupato. Non ricordava nulla dei mesi in cui Angelus aveva preso il controllo sulla sua mente. Non ricordava il dolore procurato a lei e ai vecchi amici e, soprattutto, non ricordava di aver ucciso Jenny. Attirandola a sé l’abbracciò baciandola con dolcezza e Buffy capì che Willow era riuscita a rendergli l’anima; Angelus era finalmente tornato nell’oscurità, ma era tardi per salvare Angel. Achatla si era destato e Buffy sapeva che solo la morte del vampiro lo avrebbe sconfitto.
Angosciata, ricambiò il suo bacio, un bacio intenso e triste perché sarebbe stato l'ultimo. «Ti amo!» sussurrò carezzandogli la guancia umida di lacrime, poi trapassò il suo ventre con la spada mentre Achatla lo risucchiava all’inferno.
Straziata dal dolore, Buffy vide Angel sparire tra le fauci del demone e, quando tutto finì, mestamente si allontanò per raggiungere gli amici. Una parte della sua anima era morta con lui.
Giunta in ospedale ritrovò i compagni di mille avventure. Erano malconci, ma non in pericolo di vita e riuscì sorridere; fortunatamente non aveva perso anche loro.
Nonostante fosse sconvolta, Buffy raccontò di aver ucciso Angel, ma senza rivelare che il vampiro era guarito. Finita la triste storia tornò a casa, dove Joyce la stava aspettando. L’aveva lasciata sbattendole la porta in faccia, accusandola di non sapere nulla di lei, era venuto il momento di farle capire cosa fosse una cacciatrice.
Con sincerità aprì il suo cuore alla madre, parlandole delle ronde notturne, delle battaglie e del rapporto con Angel conclusosi tragicamente solo qualche ora prima poi, distrutta dal dolore, si rifugiò in camera e si abbandonò a un pianto straziante.
Osservando l'anello che Angel le aveva regalato per il suo diciassettesimo compleanno, si odiò per non essere riuscita a salvare la persona che tanto amava, ma lentamente riuscì a calmarsi e si assopì. Fortunatamente nessun sogno apparve a tormentare la sua mente e poté dormire qualche ora.
Poco prima dell'alba si destò, si vestì in fretta e si diresse verso la casa di Angel.
Entrata nel grande edificio vide la statua di Achatla; la maledetta statua che le aveva rubato parte dell’anima. Osservandola attentamente non le sembrò più tanto minacciosa, era solo una bruttissima statua.
Furente la colpì per sfogare l’immenso dolore che la stava devastando senza accorgersi che l’anello, regalatole da Angel, le era scivolato dal dito e giaceva ai suoi piedi.
Roteando, il gioiello iniziò a brillare e una luce apparve dalla bocca di Achatla che spalancò le fauci.
Buffy avvertì una potenza malefica trascinarla e inutilmente cercò di ribellarsi al vortice in cui era stata imprigionata.
Sfinita, dovette abbandonarsi alla forza che la stava risucchiando per condurla lontana dal suo mondo e, quando finalmente il vortice la liberò, si trovò immersa in una distesa di acqua gelida.
A fatica riuscì a nuotare fino a riva e si sdraiò sulla sabbia per recuperare le forze.
Attonita osservò l’ambiente che la circondava. Il cielo aveva il colore del sangue, l'acqua era scura come la notte e la sabbia era nera come la pece; Achatla l’aveva trascinata all'inferno.
Decisa a non farsi sopraffare dal panico, Buffy iniziò a camminare, doveva cercare il modo per tornare alla sua dimensione.
Trascorse alcune ore, iniziò ad avvertire la stanchezza e decise di fermarsi per riposare. Sdraiandosi accanto a una roccia si addormentò, ma dopo pochi minuti alcuni colpi di pistola la destarono facendola sobbalzare e, alzandosi di scatto, vide una creatura mostruosa stramazzare al suolo accanto ai suoi piedi.
Volgendo lo sguardo in direzione opposta scorse un uomo che si avvicinava a passo spedito. Era un giovane sulla trentina, capelli biondi, occhi azzurri, sguardo intenso e penetrante. Indossava un abito da cowboy, come quelli usati dagli attori nei film western e portava ai fianchi un cinturone da cui pendevano due grosse pistole.
«Ehi, ragazza, stai bene?» chiese il pistolero quando fu a un paio di metri da lei. «Non è prudente dormire in spiaggia. Potevi diventare cibo per le aramostre!»
«Aramostre?» ripeté Buffy perplessa. «Cosa sono le aramostre?» chiese confusa. «E tu chi sei? E che posto è questo?»
Il giovane le sorrise, riuscendo a capire il caos in cui si dibattevano i suoi pensieri e le fornì le risposte che cercava.
«Mi chiamo Roland di Gilead e sono un pistolero», si presentò, fiero del nome che portava. «Le aramostre sono esseri carnivori che vivono in acqua e si cibano di chi, come te, è tanto incauto da dormire in spiaggia», aggiunse serio. «E per rispondere all’ultima domanda, questo è il Medio Mondo, una realtà parallela alla tua. Immagino tu sia capitata qui per sbaglio, attraverso una porta che si è aperta all'improvviso nella tua dimensione, dico bene?»
«Non era una porta, sono stata risucchiata da un demone».
«Interessante! Non sapevo esistessero demoni anche nel tuo mondo», replicò sorpreso Roland mentre Buffy annuiva.
«Purtroppo nel mio mondo esistono demoni di ogni specie», lo informò e tese la mano. «Io sono Buffy e nella mia dimensione sono una cacciatrice di vampiri».
Roland strinse la sua mano e un sorriso gli tese le labbra. «Lieto di conoscerti Buffy. Adesso che ci siamo presentati suggerirei di allontanarci dalla spiaggia. Tra poco arriveranno altre aramostre e non vorrei essere qui quando decideranno di usarci come spuntino serale».
Pur nulla ansiosa di essere lo spuntino di qualche mostro, Buffy decise di accettare il suggerimento del giovane cowboy e lo seguì nella fitta vegetazione per cercare un riparo sicuro.
Dopo ore di lungo e faticoso cammino, finalmente i due compagni di viaggio sbucarono in una piccola radura e Roland raccolse parecchi pezzi di legna per preparare un falò. «Stanotte ci accamperemo qui», disse, posando a terra lo zainetto che portava in spalla. «Sono curioso di sapere qualcosa di te».
Acceso il fuoco, estrasse dalla bisaccia della carne secca che offrì a Buffy e si sedette, pronto ad ascoltare il suo racconto.
Preso il cibo, Buffy lo mangiò con gusto poi, notata l’espressione impaziente del nuovo amico, iniziò a narrare la sua storia. «Io sono una cacciatrice di vampiri e vivevo a Sunnydale prima di capitare in questo strano luogo. Il mio ragazzo, Angel, era un vampiro buono, un vampiro con l'anima. Sfortunatamente, a causa di una maledizione, lo spirito malvagio che albergava nel suo corpo si è risvegliato minacciando di fare una strage e per fermarlo sono stata costretta a ucciderlo. Al termine di una lunga lotta ho trafitto Angel con una spada incantata e un demone l’ha risucchiato all’inferno. Il giorno successivo lo stesso demone ha trascinato qui anche me. E questo è tutto», terminò alzando le spalle, come se il racconto appena finito non l’avesse scossa. «Adesso tocca a te, parlami del tuo mondo. Ho bisogno di sapere dove mi trovo e cosa dovrò affrontare per tornare a casa».
Roland, gettato sul fuoco un altro pezzo di legna per ravvivare la fiamma, distese le gambe e incrociò i piedi mettendosi comodo. «Questo non è l’inferno, anche se gli somiglia. È il Medio Mondo, una realtà parallela alla tua». Accesa una sigaretta, inspirò una boccata di fumo facendosi inebriare dal sapore della nicotina e proseguì. «Devi sapere che non sei l'unica persona della tua dimensione a essere giunta in questo luogo, però sei l’unica che vi sia stata trascinata da un demone. Di solito chi arriva qua usa delle porte che si materializzano nel suo mondo», affermò, incuriosito per come Buffy fosse approdata nella sua terra. «Come avrai capito, qui esistono demoni molto pericolosi e le aramostre sono solo un piccolo esempio di ciò che si può incontrare».
Pensando all’essere ucciso sulla spiaggia Buffy rabbrividì, ma non fece commenti e Roland poté proseguire.
«Un particolare che sicuramente troverai molto interessante riguarda la suddivisione geografica del Medio Mondo. Devi sapere che molti luoghi presenti nella tua dimensione si trovano anche qui. Un esempio tra tutti: la tua città».
«Stai dicendo che c’è una Sunnydale anche qui?» chiese Buffy incredula, ma il giovane pistolero smorzò subito il suo entusiasmo.
«Sì, esiste, ma è un luogo pericoloso infestato da vampiri e i pochi esseri umani che non sono stati sterminati vivono rintanati nelle loro case e non escono mai dopo il tramonto. Chi viene catturato è ridotto in schiavitù e mantenuto in vita per essere usato come nutrimento. I vampiri non uccidono le persone, le imprigionano in grosse gabbie e si nutrono di loro. Le portano a un passo dalla morte e aspettano che riacquistino le forze per potersene cibare di nuovo. Sono la loro riserva di cibo, sono un bene prezioso perché quasi estinto».
«Umani tenuti in vita per essere usati come riserva di cibo, è terribile!» replicò Buffy sentendo la collera aumentare. Non poteva concepire che dei mostri procurassero dolore a persone innocenti e Roland, gettando altra legna sul fuoco, intuita la sua indignazione cercò di placarla. «La mia dimensione è molto diversa dalla tua. Qui ci sono cose terribili che non puoi nemmeno immaginare e i vampiri rappresentano solo uno dei tanti pericoli. Purtroppo, ogni creatura del Medio Mondo può essere mortale, tienilo a mente, ne va della tua sopravvivenza».
Udite le parole del pistolero, Buffy ritrovò l’abituale spirito battagliero, non poteva accettare che degli innocenti fossero tenuti in gabbia come cibo per vampiri. «Voglio che mi accompagni nella tua Sunnydale», ordinò caparbia. «Voglio aiutare la tua gente, inoltre, se esiste un modo per tornare a casa credo si trovi lì e non posso lasciarmelo scappare. Allora, Roland, sei con me?»
Osservando la ragazza che gli stava di fronte, il pistolero sorrise compiaciuto, non immaginava che quella giovane così minuta e gracile potesse nascondere tanto coraggio. «Ti accompagnerò a Sunnydale», annuì, deciso ad aiutarla. «Prima di partire, però, devi sapere che potresti incontrare sosia di persone del tuo mondo. Persone che nella tua dimensione ti sono amiche, mentre qui potrebbero non esserlo. Devi ricordare che loro non ti conoscono. Qui non sei a casa, la mia Sunnydale non è la tua!»
«Lo ricorderò», assicurò Buffy ormai decisa a intraprendere il viaggio verso la città dei vampiri. «Quando partiremo?» chiese impaziente e Roland, tirandosi il cappello sul volto, si sdraiò poggiando la testa allo zaino.
«Domattina all'alba. Ora dormi, ci aspetta una lunga camminata».
Ravvivato il fuoco, Buffy si sdraiò e, seguendo l’esempio dell’amico, si assopì. I giorni a venire sarebbero stati faticosi e doveva riposare per affrontarli in forma perfetta.

*****

Alle prime luci del giorno, i due compagni di viaggio si misero in marcia per raggiungere Sunnydale.
Lasciata la foresta, attraversarono una distesa sabbiosa. Piccoli cespugli, punteggiati da fiorellini blu, spuntavano ovunque lungo il loro cammino.
Buffy, attratta dal magnifico colore dei boccioli, si accostò per osservarli, non aveva mai visto nulla di più bello. Allungata la mano per coglierne uno, fu fermata da Roland che le impedì di toccarlo.
«Ciò che vedi in questo luogo può sembrare incantevole, ma devi sempre ricordare le parole che ti dissi ieri. Nel Medio Mondo ci sono mostri di ogni genere, cose terribili che non puoi nemmeno immaginare e che si celano dietro a ogni creatura. Ciò che all’apparenza sembra meraviglioso, può nascondere un’insidia talmente pericolosa che potrebbe ucciderti».
Roland, afferrato un bastone, lo avvicinò al fiore che Buffy stava per cogliere. Improvvisamente il bocciolo si dischiuse, liberando un liquido blu che cadde sull’arido terreno.
Il pistolero toccò con la punta del bastone la strana sostanza che la pianta stava secernendo. «Ogni fiore è cosparso da questo liquido che gli conferisce il colore blu che ti ha ammaliata. All’apparenza sembra innocuo, ma in realtà si tratta di un potente veleno. Basta toccare i petali, e la sostanza tossica entra nel tuo organismo provocandoti una paralisi momentanea ma immediata che ti sarebbe fatale, poiché questi bellissimi fiorellini sono piante carnivore che ti divorerebbero lentamente mentre tu giaci paralizzata. Una fine spaventosa, credimi».
Visibilmente inorridita, Buffy si allontanò dai fiori mentre Roland gettava il bastone usato per toccare il veleno.
«Ti consiglio di non sfiorare nulla di ciò che ti circonda, accontentati di guardare e stammi vicina. Nel tuo mondo sei un’eroina, ma qui sei alla mercé di tutto ciò che non conosci».
Ripreso il cammino, i due compagni di viaggio costeggiarono un ruscello, dove Buffy vide degli strani esseri e li studiò incuriosita. Erano diversi dai pesci viventi nella sua realtà; ogni creatura era differente da qualsiasi cosa abitasse la sua terra.
Continuando a seguire Roland, la cacciatrice guardò con occhi meravigliati tutto ciò che la circondava, ma evitando accuratamente qualunque contatto.
Dopo alcune ore di marcia, la voce del pistolero la distolse dai pensieri. «Come ti dicevo, ho conosciuto altre persone giunte qui dalla tua dimensione, ma nessuno mi ha mai parlato di demoni o vampiri. Credevo che solo nel Medio Mondo si potessero trovare creature mostruose».
Buffy scosse la testa continuando a osservare con occhi meravigliati la natura che la circondava. «Non so dirti se la Terra sia completamente abitata da esseri malvagi», affermò. «Però ti posso dire che nella mia Sunnydale c'è un bell’assortimento di demoni. Io e il mio gruppo rischiamo quotidianamente la vita per difendere gli innocenti e ce la caviamo piuttosto bene. Siamo i paladini della giustizia!»
Roland sorrise alle sue parole. Aveva capito che Buffy aveva un carattere forte, ma c’era un’altra questione che voleva approfondire con lei. «Parlami del tuo ex ragazzo», chiese interessato. «Non credevo esistesse un demone con un’anima».
L’improvvisa richiesta di Roland rattristò Buffy. Il ricordo di Angel le procurava un dolore immenso e non aveva intenzione di mostrare i propri sentimenti a uno sconosciuto.
Notando il suo repentino cambio d’umore, il giovane pistolero si scusò. «Perdonami, non volevo essere indiscreto, ma hai detto di averlo ucciso e non credevo fosse un problema parlare di lui. Evidentemente ho frainteso la situazione».
Buffy scrutò i suoi occhi celesti, emanavano un magnetismo al quale era impossibile resistere, così decise di raccontargli la storia del suo triste amore. E mentre procedevano verso la Sunnydale del Medio Mondo, si confidò con lui aprendogli il suo cuore.

*****

«Manca poco per arrivare a destinazione». La voce di Roland interruppe il silenzio calato al termine del racconto di Buffy. «È meglio accamparsi qui, non voglio entrare in città in piena notte. Tu sarai anche una cacciatrice di vampiri, ma non riusciresti a sconfiggerli tutti se dovessero attaccarci in gruppo. Entreremo in città col favore della luce e ci stabiliremo in un edificio abbandonato. Quando troveremo un buon rifugio, e caleranno le tenebre, potrai capire come vanno le cose nella mia Sunnydale».
Buffy, nonostante l’impazienza la spingesse a desiderare di entrare subito in città, decise di ascoltare il consiglio del nuovo amico. «Credo tu abbia ragione», annuì. «Non voglio finire in gabbia per diventare lo spuntino di qualche vampiro». Indirizzando lo sguardo verso la città, fece un cenno col capo. «Nella tua Sunnydale non ci sono cacciatrici e osservatori?» chiese curiosa e il pistolero scrollò le spalle.
«Non ne ho mai sentito parlare», rispose l'uomo togliendo lo zaino e cercando un posto comodo dove sdraiarsi. «Però non vengo spesso da queste parti. Chiamalo istinto di sopravvivenza se vuoi, ma ho sempre evitato i luoghi infestati dai vampiri».
«Sei un uomo saggio e sono contenta di averti al mio fianco», ammise Buffy con sincerità sdraiandosi sul freddo terreno per cercare di dormire. Entro poche ore, finalmente, sarebbero entrati in città.

*****

Il sole apparve a illuminare il nuovo giorno permettendo a Buffy e Roland di riprendere il cammino.
Abbandonata la radura, dove avevano trascorso la notte, in meno di un’ora raggiunsero Sunnydale.
Entrati in città, Buffy osservò affascinata ciò che aveva di fronte e un velo di tristezza le oscurò il volto.
Il cielo azzurro faceva da cornice a un paesaggio simile a quello lasciato nella sua realtà, dove piccole costruzioni sorgevano lungo le vie principali e vialetti fioriti conducevano alle abitazioni.
Commossa e meravigliata, osservò il cambiamento dello scenario che da tetro e cupo si era trasformato in ciò che le ricordava casa, tanto che dimenticò di essere nel Medio Mondo, ma Roland, notata la sua espressione felice, la ricondusse bruscamente alla realtà. «Non farti ingannare, anche se tutto appare normale, non lo è. Ricorda che i vampiri hanno in pugno la città e col calare delle tenebre ti accorgerai di quanto possa essere orribile questo luogo».
L’eco delle parole del pistolero costrinse Buffy a rammentare che non si trovava nella sua cittadina e prestò attenzione a ciò che la circondava.
La maggior parte delle abitazioni sembrava abbandonata. Nelle strade s’incontravano pochissime persone che, approfittando della luce, erano uscite per sbrigare lavori quotidiani. Osservando i loro volti vi lesse terrore e disperazione.
I pochi bambini che giocavano erano piantonati dai genitori che li curavano scrutando l’orizzonte, pronti a fuggire al primo segno di pericolo. L’atmosfera che aleggiava era carica di terrore.
Proseguendo tra le vie della cittadina, i due compagni di viaggio giunsero nel quartiere in cui, nella Sunnydale di Buffy, sorgeva la sua casa e, con enorme gioia, la cacciatrice vide la stessa costruzione anche lì.
Avvicinandosi all’ingresso bussò. Non ottenendo risposta decise di entrare e, abbassata la maniglia, la porta si aprì. «Nel mio mondo, questa è casa mia», disse a Roland invitandolo a seguirla. «Credo che i proprietari l’abbiano abbandonata… la useremo noi per trascorrere la notte».
Spingendo la porta, Buffy varcò la soglia e Roland la seguì. «Mi sembra strano essere in questo luogo», ammise malinconica. «È casa mia, ma non lo è!» affermò, osservando l’interno della villetta. «Riesco persino a immaginare mia madre che scende le scale per venirmi incontro». Pensando a Joyce, Buffy scosse mestamente la testa e sospirò. «Sarà preoccupatissima. Sono uscita prima dell'alba e non sono più tornata. Penserà al peggio, e anche i miei amici saranno in ansia. Devo assolutamente trovare il modo per tornare da loro».
«Il tuo mondo ha bisogno di te!» Roland posò la mano sulla spalla di Buffy costringendola a voltarsi. «Troveremo il modo per farti tornare a casa», promise, cercando di confortarla. «E ora che abbiamo un rifugio per la notte, vediamo se in dispensa c'è qualcosa di commestibile da mangiare».
E mentre Roland si allontanava, Buffy sorrise. Era certa che con il suo aiuto sarebbe tornata nel mondo cui era stata strappata.

*****

Il pomeriggio trascorse velocemente e il sole sparì oltre la linea dell’orizzonte per cedere il posto alle tenebre.
Buffy e Roland, dopo aver passato l’intera giornata chiacchierando amichevolmente delle rispettive vite per conoscersi meglio, si affacciarono a una finestra del piano superiore e videro i pochi esseri umani, ancora in strada, far ritorno alle proprie abitazioni in tutta fretta.
Le porte vennero sprangate e le luci spente. Sembrava di essere in una città morta.
Quando anche l’ultimo raggio di sole si affievolì, le vie di Sunnydale si affollarono. Gruppi di vampiri lasciarono le loro tane e iniziarono a girovagare, cercando qualche sprovveduto ancora in giro a quell’ora, e Buffy osservò angosciata la naturalezza con cui sfrecciavano per le vie: erano i padroni incontrastati della città e la possibilità che anche la sua Sunnydale, un giorno, potesse trasformarsi in un luogo simile la fece rabbrividire.
Continuando a osservare i demoni che scorrazzavano liberamente per le vie della cittadina, giurò a se stessa che avrebbe lottato fino alla morte per evitare che il suo mondo fosse trasformato nel loro regno. Nessuno avrebbe ridotto la razza umana in schiavitù, ma i suoi pensieri furono bruscamente interrotti da una scena che mai avrebbe voluto vedere.
Sgranati gli occhi, posò le mani sul vetro e, immobile, osservò ciò che stava accadendo in strada, a pochi metri dal luogo in cui era nascosta.
Un gruppo di vampiri, arrivato a bordo di una decappottabile, aveva fermato un tizio che parlava con due ragazze.
«Non è possibile! Quelli sono Xander, Cordelia e Willow... perché sono in giro a quest'ora? Non sanno che è pericoloso? Devo aiutarli prima che i vampiri li uccidano», urlò incredula, pronta a lanciarsi in soccorso degli incauti amici, ma Roland le afferrò il polso per bloccarla.
«Torna in te, Buffy, e rifletti. Non sei nel tuo mondo e quelli non sono i tuoi amici. Fermati e vediamo cosa succede».
Calmata dalle parole di Roland, Buffy osservò con attenzione i tre giovani notando che non sembravano spaventati.
Trascorsi pochi minuti, vide Xander abbracciare uno dei vampiri, come se si conoscessero da tempo, e finalmente capì ciò che stava accadendo: i sosia dei suoi amici erano demoni!
Allontanandosi dalla finestra si sedette a terra, frastornata, mentre Roland la raggiungeva per sedersi accanto a lei.
«Mi dispiace per quello che hai visto, ma ti avevo avvertita. Sapevi che avresti potuto incontrare persone che nel tuo mondo sono buone, mentre qui non lo sono. Devi rassegnarti all’idea che in questa realtà non hai amici, saremo solo tu ed io».
Incrociato lo sguardo sereno del pistolero, Buffy accennò uno stentato sorriso. «La situazione è peggiore di come l’avessi immaginata e temo che questa città non potrà mai essere liberata dai vampiri. Ce ne sono veramente troppi... noi due da soli non riusciremmo mai a sconfiggerli tutti».
Percepita la sua pena, Roland le posò una mano sulla spalla per confortarla. «Non devi sentirti in colpa se non puoi aiutare la gente di questo luogo, l’importante è che tu riesca a tornare nel tuo mondo per impedire che diventi un ambiente ostile, dove gli innocenti siano costretti a vivere nella paura come accade qui». Sollevandosi da terra le tese una mano. «Domattina ci recheremo nell'ultimo posto in cui sei stata quando eri sulla terra e cercheremo un modo per rimandarti nella tua dimensione... e ora torniamo alla finestra e guardiamo cosa accade là fuori».
Buffy afferrò la sua mano e insieme si diressero alla finestra per continuare a osservare ciò che stava succedendo in strada.
Un numero sempre maggiore di vampiri intasava le vie. I demoni correvano, urlavano, lanciavano sassi contro le porte sprangate, ridendo per l’atmosfera carica di terrore che ogni notte aleggiava in quella che ormai era la loro città, indirizzando insulti e minacce verso i pochi esseri umani rintanati come topi nelle proprie case.
Buffy continuò a osservare il triste spettacolo e il suo sguardo si posò nuovamente su Xander e Cordelia. I due vampiri erano fermi in mezzo alla strada e si stavano baciando con infinita passione.
Vedendoli insieme sorrise ripensando agli amici. Anche nella sua realtà formavano una coppia, dunque, qualcosa in comune con il suo mondo c’era.
Continuando a tenere lo sguardo fisso sui fidanzatini satanici, Buffy iniziò a pensare a Willow, chiedendosi se Oz fosse un lupo mannaro anche in quella strana realtà e se fosse il suo ragazzo. Mentre formulava il quesito mentale, il sorriso che era apparso sul suo volto scomparve.
Appoggiate le mani al vetro s’immobilizzò, incapace di credere a ciò che stava vedendo e Roland, notata la sua espressione agghiacciata, osservò la strada senza capire cosa avesse visto di così terribile, tanto da farla impallidire.
«Ehi, Buffy, che ti succede? Ragazza, mi ascolti? Torna in te!» cercò di scuoterla, ma Buffy non si mosse e continuò a guardare attraverso la finestra, mentre le lacrime scivolavano dai suoi occhi per solcarle le gote pallide.
In strada stava succedendo qualcosa che Roland non capiva, qualcosa che aveva turbato la cacciatrice e così anche lui guardò in direzione della via principale per schiarirsi le idee.
La vampira dai capelli rossi aveva abbandonato i compari per qualche istante ed era tornata in compagnia di un uomo legato a una catena e lo portava a spasso come se fosse il suo fedele cagnolino.
Roland vide Xander avvicinare l'uomo e sferrargli un calcio nello stomaco, facendolo stramazzare al suolo dolorante. Vide Willow ridere soddisfatta e tirare la catena costringendo il malcapitato a mettersi in ginocchio.
Aperta leggermente la finestra, Roland riuscì a sentire ciò che la vampira stava dicendo.
«Mi stavo annoiando, così ho deciso di giocare un po’ con il mio cucciolo!» affermò Willow scrollando le spalle mentre Xander rivolgeva un’occhiata carica di odio all’uomo inginocchiato.
«Si può sapere perché non lo uccidi? È un essere patetico, non merita di vivere», ribatté astioso.
Willow, carezzando la schiena nuda dell’uomo, sorrise all’amico vampiro. Un sorriso maligno che fece rabbrividire Roland.
«Stai scherzando? Io mi diverto tanto con lui», affermò, fermando la mano su una cicatrice. «Poterlo torturare ogni giorno mi procura un’infinita gioia. Inoltre, se morisse, smetterebbe di soffrire e sai che il capo vuole che lui soffra per l'eternità. A nessuno è concesso uccidere questa bestiola. Deve continuare a vivere per patire le pene dell’inferno, almeno finché il capo non deciderà diversamente».
Osservando l’uomo che stava cercando di rialzarsi, Xander gli assestò un altro calcio nel costato rigettandolo a terra poi, ridendo divertito, strinse a sé Cordelia e si allontanò. Se non poteva uccidere quell’essere inutile, avrebbe cercato altrove qualcuno su cui sfogare i propri istinti.
Mentre l’amico si allontanava con la fidanzata, Willow strattonò la catena costringendo il prigioniero a rialzarsi e, appena l’uomo fu in piedi, lo trascinò per le vie della città, in modo che gli altri vampiri potessero vederlo e deriderlo.
Disgustato per la scena cui aveva assistito, Roland si allontanò dalla finestra e costrinse Buffy a seguirlo. «Mi dici che ti prende?» le chiese, vedendola in lacrime. «Capisco che faccia male guardare quei mostri mentre torturano innocenti, ma ero convinto fossi abituata a scene del genere... torna in te e spiegami che succede».
Buffy, asciugandosi le lacrime, cercò di ritrovare la calma e, fissando il volto dell’amico, parlò con voce triste. «Quello è Angel... il mio Angel... l'uomo che ho spedito all'inferno per salvare l'umanità. L'uomo che amavo più di me stessa, l'uomo che credevo morto... io l'ho ucciso. L'ho trafitto con una spada e lui ora è qui... vivo!»
«L'uomo incatenato è il tuo ex ragazzo? È il vampiro con l'anima?» chiese Roland incredulo.
«Sì!»
La risposta di Buffy fu solo un sussurro che si perse nella notte. Un sussurro colmo di un’angoscia che rischiava di annientarla e Roland, preoccupato per lei, cercò di farla ragionare. «Non trarre conclusioni azzardate», le disse serio. «Ricorda che potrebbe essere un sosia del tuo ragazzo, come i tre vampiri che pensavi fossero tuoi amici», aggiunse, cercando di essere convincente. «Hai detto di averlo ucciso, non può essere lui!»
Ma Buffy non aveva intenzione di ascoltare le sue parole. Doveva accertarsi che l’uomo in catene non fosse il suo amore perduto, l’uomo che lei credeva morto. «Achatla ha risucchiato Angel dopo che l’ho trafitto e poi mi ha imprigionata tra le sue fauci spedendomi qui. Chi mi dice che anche Angel non sia stato trascinato in questo luogo? Chi mi dice che non sia riuscito a sopravvivere? Devo scoprire se l’uomo in catene è lui».
La voce di Buffy echeggiò nella stanza buia carica di forza, segno che il suo spirito battagliero era tornato. «Non ti chiedo di venire con me e mettere a repentaglio la tua vita per aiutarmi, però non voglio che tu mi fermi. Adesso io esco e seguo Willow. Devo scoprire dove porta quell’uomo e, se si tratta di Angel, lo libererò».
Roland avvertì la caparbietà nella sua voce e capì che nessuno avrebbe potuto dissuaderla dai suoi propositi. «Non ho intenzione di fermarti», le disse, fiero del suo ritrovato spirito battagliero. «E non me ne starò a guardare mentre esci da sola. Ho promesso che ti avrei aiutata a tornare nel tuo mondo e non mi tiro indietro, e se tu pensi che quell’uomo sia Angel, ti aiuterò a liberarlo».
Lo sguardo del giovane pistolero diede nuova forza a Buffy che, in silenzio, continuò ad ascoltarlo.
«Pediniamo la vampira e scopriamo dov'è il suo covo. Domani, con la luce, soccorreremo il prigioniero. Per questa sera niente mosse azzardate, se agiamo d’impulso e ci facciamo catturare non saremo d’aiuto a nessuno. Sei disposta ad attendere fino al nuovo giorno?»
«Va bene», annuì Buffy. «Per questa sera mi accontenterò di scoprire dove si trova il covo dei demoni, ma domattina farò irruzione e libererò quell’uomo».
Senza perdere minuti preziosi, Buffy lasciò il rifugio seguita da Roland. Le strade pullulavano di vampiri e i due amici dovettero usare la massima cautela per pedinare Willow e non essere avvistati.
Raggiunto il Bronze, la videro entrare trascinando con sé il prigioniero. Cercando di non farsi scorgere si spostarono all'ingresso secondario, entrarono nel locale e ciò che videro li lasciò esterrefatti. Nel mezzo di quella che una volta era la pista da ballo c’erano tre enormi gabbie e in ciascuna vi erano rinchiuse circa cinquanta persone.
Willow, dopo aver ceduto a un vampiro la catena cui era legato il suo cucciolo, si avvicinò a una gabbia, prelevò una giovane donna e si avventò sul suo collo per cibarsi.
Prima che la donna svenisse, la spinse di nuovo nella gabbia. Indebolita per la perdita di sangue, la giovane vittima non riuscì a mantenere l’equilibrio e cadde a terra. Alcuni prigionieri l’avvicinarono per prestarle soccorso, mentre Willow rideva divertita. «Non è morta, non preoccupatevi, tra qualche giorno starà meglio».
Godendo del terrore dei prigionieri, Willow osservò la tizia della quale si era appena nutrita. Aveva ripreso i sensi e stava piangendo tra le braccia del suo ragazzo.
Disturbata dai suoi lamenti, la vampira aprì di nuovo la gabbia e afferrò il giovane per i capelli e, mentre la donna urlava disperata, affondò i denti nel collo della seconda vittima nutrendosi anche di lui, liberandolo solo quando capì che era allo stremo delle forze. «Se sento qualcun altro lamentarsi, lo prosciugo», urlò spingendo il ragazzo nella gabbia, e soddisfatta per il rinnovato terrore sul volto dei prigionieri raggiunse Xander e Cordelia. «Stupidi umani, devono ringraziare che non possiamo ucciderli, sono troppo importanti… sono la nostra riserva di cibo!» sbottò adirata. «Ma quando riusciremo a trovare un altro luogo in cui il cibo abbonda, li ucciderò tutti. Sarà un piacere sterminarli».
Nascosta nel buio, dopo aver ascoltato i propositi omicidi di Willow, Buffy seguì con lo sguardo il vampiro cui era stato affidato l'uomo in catene. Lo vide dirigersi verso il fondo del locale, dove si trovava una gabbia di piccole dimensioni. Aperta la porticina, lo vide strattonare il prigioniero per costringerlo a entrarvi.
Richiusa la porta, il vampiro si allontanò, e Buffy cercò di imprimersi nella mente ogni particolare che potesse aiutarla ad arrivare nei pressi della piccola prigione senza essere avvistata.
Annotato ogni minimi dettaglio, fece un cenno a Roland, pronta a lasciare il Bronze per tornare nella casa presa in prestito, ma una nuova terribile apparizione la lasciò senza fiato.
Il Maestro stava entrando da una porta secondaria e Buffy lo osservò con terrore, incapace di credere che fosse proprio lui il leader dei vampiri del Medio Mondo.
Sconvolta all’idea di dover affrontare di nuovo il mostro che l’aveva uccisa, guardò un’ultima volta l’uomo in gabbia e lasciò il locale seguita da Roland.
«Ho notato che la comparsa del capo dei vampiri ti ha scioccata. È una tua vecchia conoscenza?» le chiese il pistolero quando giunsero al rifugio.
«Sì», sospirò Buffy. «Anche nella mia dimensione ho dovuto affrontare quell’essere. È molto potente e pericoloso, non sarà facile batterlo», confessò, ricordando il giorno in cui, sebbene per pochi secondi, la uccise.
«Tu sei qui, quindi posso immaginare che nella tua realtà lo hai sconfitto e, se saremo costretti ad affrontarlo, sono sicuro che lo prenderai di nuovo a calci nel sedere».
La voce sicura di Roland fece sorridere Buffy. «Sì, l’ho preso a calci allora e, se fosse necessario, lo rifarei. Non lascerei nulla d’intentato pur di liberare Angel».
«Angel è fortunato ad avere qualcuno che lo ama tanto», sospirò Roland posandole una mano sulla spalla. «Ma ricordati che il tizio in gabbia potrebbe non essere il tuo ragazzo».
«Deve essere lui», replicò Buffy con un sussurro poi, augurando la buona notte al pistolero, si ritirò in camera, attendendo con ansia il nuovo giorno per soccorrere l’amato e poterlo finalmente riabbracciare.

*****

Mentre il sole, timidamente, si affacciava oltre le colline, Buffy, già sveglia da ore, stava preparando le armi per la battaglia. Appuntiti due paletti, ne porse uno a Roland. «Purtroppo le tue pistole non servono contro i vampiri», disse, guardando le armi appese al cinturone del pistolero. «Un paletto di legno è più efficace. Sei pronto per andare nel covo del nemico?»
Roland osservò le pistole che gli avevano salvato la vita in più occasioni e il paletto di legno che stringeva. «Direi che pronto non è la parola esatta. Meglio affermare che sono pazzo a voler andare in un luogo pieno di vampiri», replicò ridendo.
«Se avremo fortuna, potremmo liberare Angel senza che qualcuno se ne accorga. A quest'ora i vampiri stanno dormendo, non si aspettano di ricevere visite e non ci sarà nessuno di guardia. Sono troppo sicuri della loro forza e sanno che non esiste essere umano in tutta Sunnydale che entrerebbe nel loro covo. Approfitteremo di questa loro convinzione per agire indisturbati», ribatté Buffy, facendo roteare il paletto che infilò nella cintura dei pantaloni.
«Spero tu abbia ragione, perché se ci dovessero scoprire all’interno della loro tana, diventerebbe arduo riportare a casa la pelle».
«Hai paura?» chiese Buffy sarcastica e il pistolero le sorrise, mentre i suoi occhi celesti scintillavano.
«Ho affrontato innumerevoli battaglie considerate perse in partenza e sono sempre sopravvissuto. Questa è solo l’ennesima prova in cui metto a repentaglio la vita e spero che la mia buona stella mi aiuti», replicò Roland. «E adesso basta tergiversare, andiamo, il tuo amico ha bisogno di noi».
Afferrato un ferro abbastanza grosso, Roland lo infilò nel cinturone e lasciò il rifugio per seguire Buffy.
Giunti al Bronze, i due compagni d’avventura si portarono sul retro del locale ed entrano cercando di mantenersi nascosti.
Come Buffy aveva previsto, i vampiri stavano dormendo e non c'era nessuno di guardia.
Tenendosi il più possibile vicino alla parete, oltrepassarono le gabbie senza farsi vedere dai prigionieri.
Buffy avrebbe voluto liberarli, ma sapeva di non poterlo fare. Doveva agire con cautela per non destare i vampiri, altrimenti sarebbe stata la fine per lei e Roland.
Passando oltre, giunsero in prossimità della cella in cui si trovava l'uomo incatenato. Accostandosi alle sbarre, Buffy si soffermò a osservare il suo corpo martoriato. Era impaziente di raggiungerlo, ma la gabbia era chiusa.
«Lascia fare a me», le sussurrò Roland mentre inseriva nel lucchetto il ferro portato da casa e, unendo le forze, fecero leva riuscendo ad aprirlo.
Entrata nella gabbia, Buffy avvertì il cuore pompare sempre più forte, non avrebbe sopportato la delusione di scoprire che il prigioniero non era Angel, ma solo un sosia.
Posandogli una mano sulla schiena lo svegliò e l’uomo, sollevato il volto, rimase immobile, osservandola con espressione assente come se non la riconoscesse.
Chinandosi, Buffy s’inginocchiò per essergli più vicino. Era agitata e impaurita. Voleva la verità ma la temeva e, sospirando, si fece forza. «Angel... sei tu?» chiese sussurrando, ma l’uomo non rispose.
Purtroppo, nei pochi secondi che trascorsero, Buffy capì di essersi sbagliata, capì che il prigioniero non l’aveva riconosciuta perché era solo un sosia del suo amore.
Affranta, lo liberò dalle catene, pronta ad andarsene. Non aveva più motivo per fermarsi ma, nell'istante in cui si voltò per uscire dalla gabbia, il prigioniero, come risvegliatosi da un lungo torpore, sussurrò un'unica parola, poche sillabe che le rimbombarono nella mente. «Buffy...»
Voltandosi lentamente, la cacciatrice guardò l’uomo che si era alzato e la fissava sgomento.
Nonostante fosse esausto, il prigioniero cercò di muoversi per raggiungerla, ma il dolore per le torture subite lo fece crollare al primo passo.
Roland, che in silenzio aveva assistito alla scena, accorse per aiutare Buffy e insieme sollevarono l'uomo e lo condussero fino alla porta che dava in strada.
Coprendolo con una lunga coperta, faticosamente lo portarono al sicuro nel loro rifugio, dove lo lasciarono riposare.
Angel aveva usato le poche forze rimaste per scappare dalla prigione ed era stremato.
In attesa di interrogarlo per sapere cosa gli fosse successo, Buffy si sedette a terra e rimase immobile a osservarlo assopirsi, incredula che fosse lì... con lei... vivo!
Quando si fu addormentato, Roland la raggiunse. «Avevi ragione... è il tuo ragazzo», mormorò incredulo e Buffy annuì commossa.
«Temevo di essermi sbagliata, ma quando ha pronunciato il mio nome, io...»
Le lacrime, trattenute fino a quel momento, scesero a inumidirle le gote impedendole di finire la frase.
«Scusami, sono troppo contenta e non riesco a controllarmi. Tu non puoi immaginare la gioia che sto provando in questo momento», singhiozzò, mentre il pistolero l’accoglieva tra le braccia felice per lei e insieme osservarono l’uomo steso sul divano in attesa del suo risveglio.

*****

Willow, destatasi dal pisolino pomeridiano, si diresse verso la gabbia di Angel. Mancavano ancora alcune ore al tramonto, era di cattivissimo umore e pronta a sfogare la propria ira sul prigioniero.
Odiava il sole e detestava rimanere rinchiusa fino al calare delle tenebre; l’unica soddisfazione era poter giocare con il suo cucciolo.
Pregustando le torture che gli avrebbe inflitto, si accostò alla gabbia e, trovandola vuota, iniziò a urlare. «Come ha fatto a liberarsi? Qualcuno mi risponda immediatamente!» sbraitò talmente forte da svegliare gli altri vampiri.
Disturbato dal frastuono, Xander la raggiunse per capire cosa fosse accaduto. Vista la gabbia vuota, notò il lucchetto a terra e glielo indicò. «Il tuo cucciolo non si è liberato da solo, qualcuno lo ha aiutato... guarda il lucchetto, è stato forzato!»
Incredula, Willow riprese a urlare. «Vuoi dire che qualcuno ha liberato quello scherzo della natura? Quella cosa inutile con un'anima? Chi può essere stato tanto stupido da fare una cosa simile? Chi ha osato portare via il mio cucciolo?»
Attirato dalle urla, il Maestro lasciò la sua stanza privata per raggiungere la vampira. Posandole una mano sulla spalla, cercò di placare la sua ira. «Calmati, scopriremo chi ha liberato il tuo cucciolo e gliela faremo pagare», la rassicurò.
«E come? Nessuno si è accorto di nulla», replicò Willow incapace di controllare l’ira ma il Maestro, accarezzandole il viso, le mostrò un ghigno malefico che doveva servire a tranquillizzarla.
«Nascosto in una grotta fuori città, vive un demone che mi deve un grosso favore. È il demone dei ricordi. Sfiorando un oggetto può vedere chi l'ha maneggiato e basterà che afferri il lucchetto per dirci chi l'ha toccato, così avremo una descrizione dell'intruso e inizieremo la caccia».
Finalmente Willow sorrise. Grazie alle doti del demone avrebbe trovato l’intruso, lo avrebbe ucciso e avrebbe recuperato il suo cucciolo.
Soddisfatto per aver placato la sua protetta, il Maestro indirizzò un’occhiata minacciosa ai prigionieri. «Non permetto a nessuno di introdursi nella mia casa... chi osa sfidarmi, morirà!»
Sull’eco delle parole, che dovevano servire da monito per chiunque avesse deciso di intraprendere azioni di ribellione, il Maestro chiamò un giovane vampiro. «Vai dal demone e portalo qui. Digli che è un mio ordine».
«Ma, mio signore, è ancora giorno!» replicò preoccupato il prescelto.
«E tu usa la fogna, stupido idiota», gli suggerì il Maestro, frenando l’impulso di staccargli la testa. «Ma perché sono circondato da perfetti imbecilli?» si domandò al limite della sopportazione. «E vedi di muoverti. Entro questa sera voglio sapere chi ha osato introdursi in casa mia!»
Il vampiro, impaurito dall’espressione assassina con cui il Maestro lo aveva guardato, lasciò il Bronze di corsa e, dopo un’ora, tornò al locale accompagnato dal demone dei ricordi.
Willow, impaziente di avere delle risposte esaurienti, lo scortò alla gabbia per spiegargli il problema. «Quel lucchetto chiudeva la porta», affermò, indicando il chiavistello a terra. «Mettiti subito al lavoro e dimmi chi l’ha toccato. Tra poco tramonterà il sole e daremo inizio alla caccia, quindi muoviti, se non vuoi che ti spezzi le ossa una a una».
«Che caratteraccio. Per chi mi hai preso? Non sono un tuo servo», rimbeccò il demone per nulla spaventato dalle sue minacce, ma Willow, per fargli capire che non stava scherzando, gli assestò un calcio a una gamba mostrando le zanne.
Osservando il suo volto furente, il demone capì che era meglio non farla arrabbiare e decise di obbedire.
Sollevato il lucchetto, lo strinse tra le mani e le immagini delle persone che lo avevano toccato apparvero nella sua mente, come fossero suoi ricordi, mostrandogli ciò che era avvenuto nel passato.
Per circa trenta minuti vide vampiri aprire e chiudere la gabbia, finché la mente gli propose la visione che tutti stavano aspettando. «Trovato!» esclamò. «Finalmente vedo chi si è introdotto qui».
Willow, spinta nella gabbia la prigioniera di cui si stava nutrendo, avvicinò il demone e lo incitò a dire ciò che aveva scoperto. «Avanti, parla! Devo forse pestarti a sangue per convincerti a dire ciò che hai visto?» urlò minacciosa e il demone, nonostante la voglia di prenderla a calci, decise di non sfidare l’ira del Maestro e rivelò quanto sapeva.
«Erano in due, un giovane uomo e una bella fanciulla. L'uomo è un pistolero ed è di questo mondo, mentre la ragazza non appartiene a questa realtà. Arriva da un posto chiamato Terra, una dimensione parallela alla nostra».
«Avevo sentito parlare di altri mondi, ma non credevo che qualcuno potesse viaggiare attraverso le dimensioni», ammise il Maestro, sorpreso dall’importante notizia. «Quindi, la ragazza ha il potere di spostarsi da un mondo all'altro?» sussurrò interessato. «Parlami della Terra, voglio sapere com’è».
«È un mondo diverso da questo», raccontò infervorato il demone, felice di evitare altri confronti con Willow. «Un mondo dove gli esseri umani sono i padroni e i demoni vivono nascosti nelle tenebre».
«È orribile! Come può esistere un mondo del genere?» domandò il Maestro, incredulo che potesse esserci una realtà simile. «Parlami della ragazza e del pistolero. Dove si nascondono? Puoi vedere il loro rifugio?»
Il demone, notato sul pavimento il ferro usato per aprire il lucchetto lo afferrò. «Si trovano in una casa abbandonata alla periferia di Sunnydale», rispose soddisfatto, suscitando l’approvazione del vampiro.
«Sapevo che potevo contare su di te. Appena calerà il sole, ci condurrai là. Voglio la ragazza e la voglio viva! Diventerà il mio aperitivo quotidiano».

*****

Ignara del pericolo, Buffy continuò a vegliare il sonno di Angel.
Nonostante fossero passati pochi giorni dalla terribile battaglia in cui pensava di averlo ucciso, le sembrava che fosse stato vittima di anni di torture.
Sul suo corpo erano visibili ferite vecchie e recenti. Cicatrici che non potevano essersi richiuse in così poco tempo e, intuendo i suoi pensieri, Roland le svelò una triste realtà. «So a cosa stai pensando», ammise porgendole un bicchiere di acqua e preparandosi ad aiutarla a capire. «Per te sono passati solo alcuni giorni da quando sei arrivata, ma vedendo le sue ferite credo che per lui siano trascorsi parecchi decenni, forse addirittura un secolo. Non so perché tu abbia una concezione del tempo simile a quella della tua dimensione, mentre lui no, è un mistero, ma spiega il motivo per cui non ti abbia riconosciuta subito. Essendo passati diversi anni dal vostro ultimo incontro, rivederti con l'aspetto della ragazzina che aveva amato, deve averlo scioccato».
Buffy tornò a fissare il suo Angel. Non riusciva a immaginare il dolore che un secolo di torture potesse avergli inflitto.
Sofferente per i suoi patimenti gli prese una mano e la baciò teneramente e finalmente Angel aprì gli occhi.
«Buffy... ma allora non è un sogno!» sospirò il vampiro con un filo di voce.
«No, non stai sognando... sono qui... sono reale», annuì Buffy per rassicurarlo, ma Angel scosse la testa.
«Com'è possibile? Come puoi essere qui? È passato tanto dal nostro ultimo incontro... anni!... E tu sei la stessa di allora... non sei cambiata».
La sua voce stanca toccò il cuore di Buffy che sorrise. «Sono qui Angel, sono qui per te».
Di nuovo il vampiro scosse la testa. «Io sono all'inferno e tu non puoi essere qui! È un maledetto sogno e, quando mi sveglierò, sarai svanita».
«Noi non siamo all'inferno», sussurrò Buffy carezzandogli il volto. «Siamo intrappolati in una realtà parallela alla nostra. Una realtà terribile! Per te sono trascorsi secoli, ma per me è passata solo una settimana da quando ho dovuto ucciderti».
Ricordando la terribile battaglia, Buffy sentì le lacrime spingere per uscire, ma le trattenne e continuò a parlare. «Anch’io sono stata trascinata qui da Achatla. Forse il demone ha voluto vendicarsi perché ti ho impedito di destarlo, o forse era destino che io venissi per liberarti. Sono convinta che un secolo di torture possa bastare per espiare i tuoi peccati e ora torneremo a casa e lo faremo insieme».
«Casa... è una parola alla quale non penso da tantissimo tempo», mormorò Angel tristemente e Buffy, vedendo lo sconforto nei suoi occhi, cercò di rassicurarlo.
«Ti prometto che riuscirò a riportarci a casa. Se puoi camminare, vorrei andare nella tua vecchia dimora, credo che là troveremo il modo per lasciare questo mondo terrificante».
Con l'aiuto di Buffy e Roland, Angel si alzò e insieme si diressero verso la sua abitazione senza immaginare che un gruppo di vampiri, capeggiato dal Maestro, stava abbandonando il Bronze per cercarli.

*****

«Ehi, voi lì dentro... avete una cosa che mi appartiene e la rivoglio. Portate fuori il mio cucciolo e nessuno vi farà male».
Willow, ferma davanti all’ex nascondiglio dei fuggitivi, urlava cercando di essere convincente e, alle sue spalle, Xander e Cordelia non poterono evitare di ridere. Sapevano che appena catturata la terrestre, il Maestro ne avrebbe fatta una schiava e le promesse di Willow erano solo un’accozzaglia di bugie.
«Maledetta ragazza», gridò a squarciagola la vampira ignorando le risate degli amici. «Esci, se hai coraggio... solo tu ed io! Uno scontro leale. Chi vince si tiene il cucciolo».
Dall’interno della casa non giunse nessuna risposta e Willow iniziò a perdere la pazienza.
«È inutile che continui a urlare, qui non c'è nessuno», le disse Xander avvicinandola. «Cordelia avverte la presenza di esseri umani e, secondo lei, in quella casa non c'è anima viva. Se ne sono andati».
Il Maestro osservò attentamente l’abitazione e capì che le parole di Xander erano esatte; quel luogo era disabitato. Furioso per essere giunto troppo tardi, volgendosi verso il gruppetto di vampiri impartì nuovi ordini. «Dividetevi e perlustrate la zona, dovete trovarli. E ricordate, la ragazza dovrà essermi consegnata viva! Il pistolero potete anche ucciderlo, non mi interessa, e adesso andate e fate buona caccia».
Guardando la casa disabitata, il vecchio vampiro strinse i pugni conficcandosi le lunghe unghie nella carne. Non sopportava che una stupida ragazzina potesse prendersi gioco di lui. L’avrebbe catturata, spremuta per avere notizie riguardo la Terra poi, ottenute le informazioni necessarie per invadere il suo mondo, si sarebbe divertito a ucciderla lentamente, molto lentamente.

*****

Ignari del pericolo scampato, i fuggitivi giunsero a destinazione e Angel si guardò attorno perplesso. Era tutto come lo aveva lasciato un secolo prima. Il tempo sembrava non essere trascorso. «È incredibile, non è cambiato nulla», disse amareggiato vedendo la statua di Achatla e Buffy annuì.
«Già, quella cosa mostruosa è ancora qui, ma è un bene. Sono certa che ci permetterà di tornare a casa», affermò sicura poi, notando il volto tirato di Angel, gli diede un bacio sulle labbra sorridendogli. «Vai a riposare, devi recuperare le forze». Amorevolmente gli carezzò una guancia, felice di poter di nuovo toccare la sua pelle. «Io starò qui. Sono sicura che questo brutto muso nasconda la via per tornare a casa e me la svelerà».
«Sicura che non ti serva aiuto?» chiese Angel pur faticando a reggersi in piedi e Buffy scosse la testa.
«Quando avrò bisogno, te lo farò sapere, ora vai a riposare».
Sorreggendosi al braccio di Roland, Angel abbandonò la stanza e Buffy, lasciata sola, si sedette ai piedi della statua.
«Questa storia ha avuto inizio da te, brutto muso di pietra», disse, rivolgendosi al demone. «E sono sicura che tu sia la risposta al mio problema, devo solo capire come farti aprire quelle maledette fauci. Tu ci hai portato qui e tu ci riporterai a casa!... Maledizione, quanto vorrei che ci fosse Giles. Lui saprebbe cosa fare. Aprirebbe un libro, troverebbe la giusta formula e ci libererebbe da questo incubo, ma lui non è qui», sospirò delusa. «Chissà cosa avrà pensato non vedendomi. Avrà creduto che non abbia retto al dolore per aver ucciso Angel e che sia scappata… e Willow... e Xander... penseranno che li abbia abbandonati… e anche mia madre starà soffrendo». Portandosi le mani al volto, scosse con decisione la testa. «Basta piangersi addosso, è giunto il momento di darsi da fare, devo scoprire come tornare da loro».
Finalmente scacciata la malinconia, Buffy si concentrò. Era certa che Achatla fosse il tramite per tornare a casa e lo avrebbe studiato nei minimi particolari per capire come servirsi di lui.

*****

Willow e Giles, nonostante ammaccature varie, furono dimessi dall’ospedale e, accompagnati da Xander, Cordelia e Oz, si recarono a casa dell’uomo.
«Qualcuno sa dove sia Buffy?» chiese Willow, preoccupata per l’assenza dell’amica, e Xander rispose scrollando la testa mentre Cordelia, mancando di tatto, si lasciò sfuggire uno dei soliti commenti acidi.
«Secondo me è scappata. Ha ucciso l'uomo che amava, non avrà retto alla disperazione e se n'è andata».
«Buffy non lo farebbe mai!» esclamò Willow infastidita dalle sue parole. «Non lascerebbe sua madre e i suoi amici senza neppure un biglietto di addio. Per non essere qui, deve esserle successo qualcosa di brutto».
Cordelia, ascoltata la replica infervorata di Willow, finse di non aver udito e continuò a formulare ipotesi inaccettabili. «Magari Spike e Drusilla sono tornati e l'hanno trasformata in un vampiro. E adesso sarà assetata di sangue e verrà a cercarci per ucciderci», sentenziò inorridita mentre Giles, stanco delle sue inappropriate supposizioni, decise di farla tacere.
«Cordelia, mettiti un bavaglio», le intimò seccato. «Willow ha ragione, deve esserle successo qualcosa. Andiamo in biblioteca e cerchiamo di ricostruire i fatti fino all'ultima volta in cui l'abbiamo vista».
«In biblioteca, ma certo! Mai una volta in cui si possa andare in un posto più divertente», replicò Xander, aggiudicandosi un’occhiataccia da Giles che lo zittì immediatamente. «E va bene... tutti in biblioteca!» ribatté, pronto a seguire il resto del gruppo.
Giunti nel grande edificio, i cinque amici cercarono di rammentare gli avvenimenti degli ultimi giorni.
«Io non ho partecipato alla battaglia, quindi non posso essere di grande aiuto», affermò Oz dispiaciuto. «Ho visto Buffy in ospedale dopo che tutto era già finito. Mi è sembrata stanca e molto triste, ma è comprensibile dato quello che ha passato. Dopo quel giorno non l'ho più incontrata».
Ascoltato il breve resoconto di Oz, Cordelia alzò la mano, anche lei voleva partecipare, nonostante il resto del gruppo avrebbe fatto a meno delle sue chiacchiere. Volgendo gli occhi al cielo e sospirando, Giles le fece un cenno accordandole la parola.
«Anch'io ho visto Buffy solo in ospedale. Aveva un aspetto terribile! I suoi capelli erano spettinati... più in disordine del solito, per non parlare dei suoi abiti, sgualciti e sporchi e...»
Giles, stanco e nervoso, la interruppe. Non aveva tempo di ascoltare le sue stupidaggini. «Va bene così, Cordelia. Abbiamo capito», le disse con garbo e subito osservò Xander. «E tu ricordi qualcosa?» gli chiese. «E ti prego, evita di fare il buffone se ti riesce».
«Io ho partecipato solo alla prima fase della battaglia, giusto il tempo di aiutare lei… non so se ricorda, ma deve ringraziare me se è riuscito a portare a casa la pelle. Poi ho saputo che Willow era stata ferita e l'ho raggiunta in ospedale. Ho rivisto Buffy solo una volta, quando tutto era finito».
Ascoltati i ragazzi, Giles cercò di fare il punto della situazione. «Inutile ripetere quanto già detto. Anch'io non so più niente di Buffy da quando ha lasciato l'ospedale, dopo che ha ucciso Angelus».
«Ci stiamo dimenticando di un particolare molto importante», intervenne Willow. «Il rito per restituire l'anima ad Angel».
Giles la osservò senza capire. «Cosa c’entra il rito? Spiegati».
«Mentre mi trovavo in ospedale, ho praticato il rituale. Non posso assicurare che abbia funzionato, ma so per certo che è successo qualcosa e se Angel fosse guarito, Buffy non lo avrebbe mai ucciso».
«Quindi?» la esortò Xander a continuare.
«Quindi, se Angel fosse guarito e Buffy non si trova, forse è successo qualcosa a entrambi!»
Cordelia, che era riuscita a tacere per circa cinque minuti, osservò l’amica sorridendo maliziosa. «Se Angel fosse guarito, secondo me hanno finto la sua morte e sono fuggiti insieme».
«Stai delirando! Buffy non fuggirebbe mai con quella sanguisuga», ribatté Xander adirato. Per lui era inconcepibile che la ragazza potesse fare una cosa del genere e Cordelia, indispettita dal tono con cui l’aveva ripresa, iniziò a stuzzicarlo.
«Ti dà ancora fastidio che abbia scelto un vampiro», gli disse con un pizzico di cattiveria. «Sei un idiota e non capisco perché continuo a stare con un fesso come te. Il mondo è pieno di ragazzi che darebbero tutto pur di essere al tuo posto, mentre tu non sai far altro che pensare alla tua amata Buffy e…»
«Basta!» urlò Willow, non riuscendo a sopportare le loro inutili chiacchiere. «Siete peggio di due scolaretti alla prima cotta. Non penso che Buffy e Angel siano scappati insieme, non è nel loro stile. Sono convinta che sia successo qualcosa e dobbiamo scoprire cosa. Se volete aiutare, bene, altrimenti andate via!»
Xander e Cordelia, bacchettati dall’amica, finalmente accantonarono i risentimenti reciproci per mettersi al servizio del gruppo e Giles, ristabilita la calma, poté impartire i primi ordini. «Il posto dove inizieremo le ricerche sarà la casa di Angel. Domattina, appena sorgerà il sole, vi aspetto da me. Meglio munirsi di paletti ben appuntiti, non vorrei trovare qualche vampiro ad attenderci».
«Mangia libri ha ragione! Ora che il capo branco ha lasciato libera la casa, altre sanguisughe l’avranno occupata. Meglio non correre rischi e armarci fino ai denti», replicò Xander mentre Giles, soprassedendo sul termine poco gentile con cui lo aveva definito, congedò il gruppo.
«Ora che abbiamo stabilito come agire, aiutatemi a prendere alcuni libri e andiamo a casa, ci rivedremo domani».
Senza aggiungere altro Giles passò ai ragazzi i volumi che pensava potessero servirgli e con loro lasciò la biblioteca.

*****

Le ore passarono in fretta. Fortunatamente i demoni non cercarono i fuggitivi nella casa di Angel e al sorgere del sole tornarono al Bronze. Infuriata per non aver trovato il suo cucciolo, e gli umani che glielo avevano sottratto, Willow sfogò la frustrazione sui prigionieri chiusi nelle gabbie.
Infischiandosene della regola per cui il cibo non poteva essere ucciso, afferrò una giovane donna dissanguandola sotto lo sguardo compiaciuto di Xander.
Quando finì di nutrirsi sentì la mano del Maestro poggiarsi sulla sua spalla.
«Capisco la rabbia per aver perso il tuo giocattolo, ma se osi disobbedire un'altra volta ai miei ordini, ti ucciderò con le mie mani», le sussurrò il vecchio vampiro con una calma agghiacciante. «Adesso prendi il cadavere e buttalo fuori, ma ricorda, se ucciderai altro cibo, te ne farò pentire».

*****

Un nuovo giorno era iniziato e Giles accolse i ragazzi per istruirli e armarli con paletti, croci, acqua santa e quant'altro gli era venuto in mente poi, insieme, raggiunsero la vecchia casa di Angel.
Esplorato ogni locale dell'enorme edificio, con grande sollievo non trovarono nessun demone ad attenderli e si radunarono nella stanza dove svettava minacciosa la statua di Achatla.
Inavvertitamente, Xander colpì l'anello che Buffy aveva perso nel momento in cui il demone l'aveva risucchiata. Rotolando, il gioiello scomparve in una fessura del pavimento, proprio ai piedi di Achatla, senza che Xander se ne accorgesse; l'unico indizio del ritorno della cacciatrice in quel luogo dopo la lotta andò perso.

*****

Trascorsa la notte vegliando, i tre fuggitivi si concessero un breve riposo. Prima del tramonto dovevano trovare il modo per fuggire perché certi che Willow li avrebbe cercati anche lì.
Lasciando riposare Roland e Angel, Buffy cercò di ricordare gli ultimi avvenimenti successi quando si trovava nella sua Sunnydale.
Sentiva che qualcosa le sfuggiva, qualcosa d’importante e, finalmente, comparve l’indizio mancante, la soluzione a lungo cercata.
Posato lo sguardo sulla sua mano, dove una volta c'era l'anello, ricordò che lo aveva perso mentre colpiva la statua.
L'anello era caduto ai piedi di Achatla e aveva iniziato a emettere strani bagliori. Contemporaneamente il demone aveva spalancato le fauci inghiottendola.
Certa che il gioiello fosse la via per tornare a casa, raggiunse Angel e Roland per informarli della scoperta.
«Se dici che l'anello è indispensabile per tornare nel tuo mondo, allora temo ci sia un problema insormontabile, dato che l'hai perso», affermò Roland incapace di condividere la sua euforia, e Buffy gli rivolse un sorriso compiaciuto prima di voltarsi verso Angel.
«Posso?» chiese, e il vampiro tese la mano in modo che potesse indicare a Roland l'anello che portava al dito. «Io ho perso l’anello ma, come puoi vedere, Angel ne possiede uno identico al mio», affermò Buffy sempre più euforica. «E lo useremo per far riaprire le fauci a quello stupido demone. Il vero problema è che non so ancora come fare, ma troverò una soluzione entro sera».

*****

Cordelia, stanca di cercare indizi che potessero far luce sulla sparizione di Buffy, per vincere la noia si avvicinò ad Achatla. «Hai proprio un brutto muso!» esclamò torcendo le labbra. «Le tue braccia sono ridicole e i tuoi piedi...»
Mentre elencava i difetti della statua, un luccichio attirò la sua attenzione e, chinandosi, osservò meglio ciò che era celato in una fessura del pavimento. Facendo leva con il paletto, che avrebbe dovuto usare per uccidere i vampiri, riuscì a sollevare il mattone ed estrasse l'oggetto nascosto. Ignara dell’importanza della scoperta, raggiunse il resto del gruppo. «Guardate cos’ho trovato... carino, vero?» esclamò, mentre Willow l’avvicinava per vedere meglio l’oggetto che stava stringendo.
«È l'anello di Buffy!» affermò incredula. «Quando è venuta in ospedale, lo portava al dito... significa che è tornata qui dopo la lotta», dichiarò preoccupata. «Non lo avrebbe mai tolto spontaneamente. Deve esserle accaduto qualcosa».
Giles sapeva che Willow aveva ragione e iniziò a temere per la sorte della cacciatrice. «Dimmi dove l'hai trovato», ordinò a Cordelia, ansioso di avere una risposta.
«Era ai piedi di Achatla, in una fessura nel pavimento».
Senza perdere tempo, Giles corse nella stanza dove c’era la statua, in modo che Cordelia potesse indicargli l’esatto punto in cui aveva trovato il prezioso oggetto.

*****

Nonostante continuasse a contemplare l'anello, Buffy non aveva idee su come utilizzarlo per tornare a casa e, sconsolata, imprecò. «Maledizione! Ci vorrebbe quel cervellone di Giles... peccato che lui si trovi a Sunnydale… nella nostra Sunnydale...»
«Hai detto che l'anello ti è caduto mentre colpivi Achatla e solo allora ha iniziato a brillare e il demone ha spalancato le fauci, potresti riprovarci», le suggerì Angel per aiutarla a trovare una soluzione e Buffy, mettendo a terra l’anello, iniziò a picchiare la statua.
Nonostante la soddisfazione provata nel farlo, purtroppo non accadde nulla. Il demone non accennava a ridestarsi.
Dopo dieci minuti, Buffy smise di colpire. «Non funziona», ammise delusa e lasciò la stanza dimenticandosi di recuperare l'anello.

*****

«Ho trovato l’anello proprio qui». Cordelia posò il gioiello accanto ai piedi di Achatla, e Giles, togliendosi gli occhiali per pulirli, iniziò a riflettere.
Trascorsi solo pochi minuti, indossò le lenti e guardò i ragazzi che in silenzio aspettavano che parlasse. «Quanto sto per dire potrà sembrare pazzesco, ma credo che l'anello sia la soluzione al problema. Come Willow ha fatto notare, Buffy non se ne sarebbe mai separata. Trovarlo ai piedi di Achatla mi fa azzardare l'ipotesi che la nostra cacciatrice sia scomparsa proprio qui. Non riesco a capire come, o perché, ma temo che il demone l'abbia risucchiata all'inferno. E penso che l'anello abbia avuto un ruolo fondamentale».
Xander, ascoltate le sue parole, iniziò a ridere di gusto. «Lei sta peggiorando, Giles! È sicuro che Angel non le abbia succhiato un pezzo di cervello mentre la torturava?»
«Mi dispiace deluderti, ma il mio cervello funziona benissimo», ribatté Giles cercando di non perdere la pazienza. «La mia era un'ipotesi ed è anche l'unica che abbiamo su cui lavorare. Ora torna in biblioteca e prendi questo libro», gli ordinò, porgendogli un foglietto su cui aveva trascritto il titolo di un volume di antichi incantesimi. «E cerca di fare in fretta, noi ti aspetteremo qui».
Xander, evitando di ribattere, si allontanò di corsa per dirigersi verso la biblioteca mentre Giles e gli altri aspettarono con ansia il suo ritorno.
Trascorsa quasi un’ora tornò con il libro e Giles, prendendolo dalle sue mani, iniziò a sfogliarne le pagine velocemente, sperando di ottenere una risposta al problema. Dopo qualche attimo richiuse il volume. «Forse ci siamo», esclamò entusiasta. «C'è un incantesimo che potrebbe esserci d'aiuto... almeno spero», disse e iniziò a impartire nuovi ordini. «Willow, per favore, disegna una stella a sei punte sul pavimento. Una punta deve coincidere con i piedi del demone. Noi cinque ci sistemeremo sulle altre punte e l'anello di Buffy va messo al centro».
Willow fece apparire il disegno in pochi istanti e, dopo aver collocato l’anello al centro della stella, ciascuno dei presenti prese posizione.
Quando tutti furono al posto assegnato, Giles riaprì il libro per leggere la formula magica, sperando di far tornare la cacciatrice ma Cordelia, preoccupata per ciò che poteva accadere, si ritrasse.
«Se lei ha ragione, e Achatla ha risucchiato Buffy in un luogo demoniaco, il rituale, invece di riportarla a casa, potrebbe aprire una porta su qualche mondo oscuro e decine di migliaia di esseri diabolici arriverebbero qua e ci farebbero a pezzettini piccoli, piccoli», affermò, allontanandosi di un altro passo dalla stella.
«Se non proviamo, non potremo mai saperlo», replicò spazientita la giovane strega. «Buffy ti ha salvata tante volte e adesso tocca a te salvare lei», le disse, cercando di fare leva sui suoi sentimenti ma, vedendo che Cordelia non accennava a muoversi, passò alle maniere rudi. «Riprendi immediatamente posto nella stella e stai zitta, se non vuoi che ti trasformi in un rospo!»
«Davvero potresti trasformarmi in un rospo?» chiese Cordelia preoccupata e lo sguardo serio di Willow la convinse a tornare al suo posto, così Giles poté finalmente recitare la formula magica e il rituale iniziò.

*****

Tornata accanto alla statua di Achatla, Buffy notò la preoccupazione sui volti di Roland e Angel e cercò di sorridere. «Non guardatemi male, non sono impazzita. So che la soluzione si trova in questo brutto muso di pietra e continuerò a cercare un modo per costringerlo ad aprire le fauci. Voi andate a riposare, vi chiamerò se dovessi scoprire qualcosa».
Ma Angel, appoggiandosi alla parete, scosse la testa. «Non ho intenzione di lasciarti sola con il demone. Starò qui».
Anche Roland non si mosse e Buffy capì che, qualunque cosa avesse detto, non li avrebbe convinti a lasciare la stanza.
All’improvviso, mentre guardava i due uomini, l’anello ai piedi di Achatla iniziò a emettere strani bagliori e, trepidante, si girò verso il demone. Se la sua intuizione era giusta, la statua li avrebbe riportati a casa.

*****

Giles stava recitando la formula magica quando l'anello iniziò a brillare e la statua del demone si rianimò. Improvvisamente, una luce accecante invase la stanza e l’osservatore cercò di mantenere calmi i ragazzi.
«Che nessuno si muova. Non spezzate l’incantesimo», ordinò, ma non fece in tempo a finire la frase perché Cordelia, presa dal panico, abbandonò la postazione. «No... Cordelia… che cosa hai fatto!»

*****

Buffy, Roland e Angel, sopresi dall’evolversi dei fatti, si concentrarono su Achatla. Il demone era avvolto da una strana luce e stava spalancando le fauci.
Lentamente la luce s’intensificò, tanto che dovettero coprirsi il volto per ripararsi dal bagliore accecante. Un enorme boato, però, li costrinse a guardare e dovettero strofinarsi gli occhi più volte per focalizzare l’ambiente.
Quando la luce svanì, Achatla chiuse le fauci e i tre fuggitivi, interdetti, osservarono il pavimento vicino al demone, dove erano apparsi i membri della Scooby Gang.
«Sa... salve Buffy... stiamo... stiamo cercando di salvarti».
Buffy osservò frastornata Giles e il resto del gruppo, non sapendo se ridere per la situazione pazzesca, o piangere per la gioia di essere ancora con gli amici.
Fu Xander a riportarla alla realtà. Appena vide Angel, estrasse dalla tasca il paletto di legno per scagliarsi contro di lui e Buffy, intuite le sue intenzioni omicide, fu lesta e s’intromise facendo scudo al vampiro col proprio corpo.
«No, Xander, non lo fare... Angel è guarito!» urlò e subito Xander arrestò la sua marcia fissando sgomento i due ex amanti mentre Angel, sostenuto il suo sguardo per pochi secondi, stremato e dolorante perse l’equilibrio.
Aiutato da Roland si sedette mentre Buffy, di nuovo, osservò gli amici fissando lo sguardo sull’ex osservatore. «Come avete fatto a trovarmi e perché siete venuti?»
Giles, imbarazzato per ciò che era accaduto, cercò di spiegare la situazione spiacevole in cui si erano cacciati. «Avevamo capito che il demone ti aveva trascinata via e stavamo cercando di riportarti a casa, ma mentre recitavo l'incantesimo qualcuno si è fatto prendere dal panico e ha spezzato la catena... risultato: invece di essere tu a venire da noi, siamo stati noi a essere trascinati da te... a proposito, dove ci troviamo? Questo non mi sembra l'inferno», affermò, riconoscendo la casa di Angel.
«In effetti, non siete all'inferno, ma in una realtà parallela. Qui è tutto come nella nostra città, con la differenza che gli esseri umani sono schiavi dei vampiri e il Maestro è vivo».
«Il Maestro?» ripeté Cordelia scioccata «È vivo?» chiese preoccupata.
«Sì», fu la risposta secca di Buffy che l’ammutolì.
Contrariamente a Cordelia, Xander non era intenzionato a restare in silenzio. La presenza di Angel aveva reso il suo umore pessimo e, non curandosi della possibilità che il Maestro potesse fare a pezzi tutti loro, indicò il vampiro. «E lui?», chiese con astio. «Non dovrebbe essere più morto di così? Non lo avevi ucciso? Che ci fa qui?»
Buffy, consapevole del rancore che i presenti nutrivano verso Angel, raccontò ciò che era accaduto dal giorno della sua presunta morte fino alla liberazione, sperando che potessero comprendere. «...e questa è tutta la storia», disse, terminato il racconto, ma Xander non sembrava soddisfatto.
«Io non mi fido di lui. E anche se fosse guarito, gli hai perdonato il male che ci ha fatto?» sbraitò.
«Ti assicuro che ha pagato per il dolore causato. È stato torturato per un secolo e se tu non te la senti di dargli un'altra occasione, non te ne farò una colpa, ma io credo che abbia sofferto abbastanza e non ho intenzione di abbandonarlo. Ora lo riaccompagno in camera e quando torno, parleremo».
Senza dire altro, Buffy aiutò Angel a raggiungere la sua stanza mentre gli amici iniziarono a discutere della rinnovata presenza del vampiro nel gruppo.
Xander non riusciva ad accettare che la cacciatrice avesse deciso di perdonarlo ed esternò le proprie rimostranze in merito. «Io non mi fido di quell’essere. Ha ucciso Jenny, non merita il nostro perdono e poi chi ci assicura che ora non sia più malvagio? Potrebbe essere un trucco per tornare a Sunnydale e ricominciare a uccidere».
«Se Buffy dice che è guarito, io le credo. Significa che il rito per rendergli l'anima ha funzionato e Angelus è scomparso», sentenziò Willow ma Cordelia s’intromise.
«E tu sei disposta a perdonargli tutti gli omicidi commessi?» chiese incredula mentre Roland, rimasto in disparte, accendeva una sigaretta e ascoltava in silenzio i discorsi dei nuovi arrivati. «E se dovesse impazzire di nuovo? Credi che Buffy avrebbe la forza di ucciderlo un’altra volta? Non pensi che se accadesse potrebbe essere lui a ucciderla? E quando lei sarà morta, sai cosa succederà? Angelus ci farà a pezzi... io dico di piantargli un paletto nel cuore finché siamo in tempo», propose Cordelia, trovando il consenso di Xander.
«Sono d’accordo, uccidiamolo prima che lui uccida noi».
Inspirata l’ultima boccata di fumo, Roland gettò il mozzicone a terra e si avvicinò a Xander. Posandogli una mano sulla spalla lo fece girare per guardarlo negli occhi mentre gli parlava. «Io non vi conosco, però Buffy mi ha raccontato la vostra storia. E mi ha raccontato di Angel. Come potete pensare che se il vampiro fosse un pericolo per la vostra vita lo lascerebbe libero? Vorreste che rinunciasse alla persona che ama perché credete che vi sacrificherebbe a lui... ma che razza di amici siete!» esclamò disgustato. «Lei ama Angel, ma vuole un bene enorme anche a voi, siete la sua famiglia, e non vi sacrificherebbe mai in nome dell'amore... non credevo di dover essere io a dirvelo».
Deluso, Roland lasciò il gruppo e uscì in strada per fumare l’ennesima sigaretta e Giles, osservandolo abbandonare la stanza, sospirò rammaricato. «Continuare a odiare Angel per quello che ha fatto quando era Angelus non riporterebbe in vita Jenny», mormorò commosso al ricordo della donna che aveva amato. «Ho già perso una persona cara e non voglio che Buffy soffra perché costretta a scegliere tra me e lui. Per quanto Angel possa non piacermi, rispetterò il suo volere e voi siete liberi di fare altrettanto oppure continuare a odiarlo... è una vostra decisione e non mi intrometterò».

*****

Lasciato Angel in camera, dopo essersi assicurata che stesse bene, Buffy raggiunse gli amici pronta a dare le dovute spiegazioni per cercare di convincerli che il vampiro non sarebbe stato un pericolo, ma non fu necessario.
«Perdonami», si scusò Xander appena la vide; le parole di Roland e Giles lo avevano indotto a riflettere e a cambiare atteggiamento. «Purtroppo, quando si tratta di Angel non ragiono. Lui non mi piace, ma ho deciso di dargli una seconda possibilità in nome dell’amicizia che mi lega a te e ora, se me lo consenti, vorrei abbracciarti, mi sei mancata».
Messi da parte i rancori, finalmente i due amici si strinsero mentre Giles osservava compiaciuto la scena. Se volevano tornare a casa, dovevano collaborare e il comportamento di Xander lo spinse a credere che ce l’avrebbero fatta.
Sciogliendosi dall’abbraccio, Buffy si voltò verso Giles. «Deve portarci via al più presto», ordinò, rammentando il pericolo che incombeva su tutti loro. «Non voglio affrontare il Maestro un'altra volta. Voglio andarmene prima che lui e i suoi scagnozzi ci trovino».
La sua voce preoccupata mise tutti in allerta e Giles si diede subito da fare. «Dobbiamo procurarci il libro degli incantesimi», dichiarò l’uomo, consegnando a Buffy il foglio su cui aveva annotato il titolo del volume usato nell’altra dimensione. «Se siamo a Sunnydale ci sarà una biblioteca anche qui!» esclamò speranzoso e Buffy, ritirando il foglietto in tasca, annuì.
«Sì, Giles, la biblioteca c’è», lo rassicurò. «Andrò a prendere il libro e Roland mi accompagnerà».
Apprestandosi a lasciare il rifugio, Buffy sorrise agli amici, felice di averli ritrovati. «Non muovetevi, torneremo presto».
E con rinnovata speranza si allontanò, certa che l’incubo fosse finito. Non immaginava quanto si stesse sbagliando.

*****

Trascorsa mezz’ora, Buffy e Roland tornarono al rifugio ma lo trovarono deserto. Inorriditi videro su una parete una frase scritta col sangue.

“Questa sera venite al Bronze, abbiamo preparato una festicciola per voi”

Passeggiando nervosamente, Buffy lesse più volte la scritta, incapace di restare calma. «Com'è possibile che li abbiano presi?» urlò sconvolta. «Maledizione! E adesso cosa facciamo? Se andremo al Bronze, ci uccideranno e se non andremo, uccideranno i miei amici. Cosa posso fare?» domandò, sentendosi impotente e Roland cercò di tranquillizzarla.
«Niente panico», le ordinò.
«Ok, niente panico», ripeté Buffy osservando la sua espressione seria.
«Ora andiamo al Bronze», dichiarò Roland senza tentennamenti. «Studiamo la situazione ed escogitiamo un piano per liberare gli ostaggi prima del tramonto... d’accordo?»
Spronata dal suo coraggio, e dallo spirito combattivo che aveva letto nei suoi occhi, Buffy gli rivolse un cenno di gratitudine e, annuendo, lo seguì.
Raggiunto il locale, si arrampicarono sul tetto e si calarono all'interno. Nascosti nell’ombra, osservarono ciò che accadeva, annotando mentalmente ogni particolare, dal numero di demoni all’ubicazione delle gabbie.
Nonostante il desiderio di intervenire per aiutare gli amici fosse forte, Buffy dovette restare in disparte. Senza un piano si sarebbe fatta ammazzare e, impotente, assistette mentre Willow torturava Angel.
«Seguimi», le ordinò Roland, giudicando di aver visto abbastanza. «Mi è venuta un’idea grandiosa», esclamò sicuro di sé. «Quelle stupide bestie si pentiranno di aver sfidato Roland di Gilead. Ho in mente uno scherzetto che non gradiranno, però dobbiamo muoverci, il tempo stringe».
Osservando il volto tirato del nuovo amico, Buffy vide i suoi occhi celesti brillare. «Che cosa hai in mente?» gli chiese speranzosa.
«Seguimi e lo vedrai».
Lasciato il Bronze, Buffy seguì Roland in un negozio di giocattoli abbandonato da anni. «Mi prendi in giro?» chiese sbalordita. «Vuoi acquistare un paio di bambole da portare in dono a quella squilibrata di vampira? O un trenino da regalare al Maestro? O una pista di macchinine così potranno giocare mentre divorano i miei amici? È questa la tua brillante idea? Barattare i prigionieri con qualche stupido giocattolo?»
Esasperata, Buffy osservò il pistolero senza capire e lui le sorrise. «Non ti ha mai detto nessuno che sei tremendamente impaziente?» domandò l’uomo facendole un cenno col capo. «Fai silenzio e seguimi, devo mostrarti una cosa che troverai interessante».
Mantenendo l’alone di mistero, Roland condusse Buffy nel retro bottega e, scostato un vecchio tappeto che nascondeva l'accesso a una botola, la aprì e s’infilò.
Senza perdere tempo Buffy lo seguì, curiosa di scoprire cosa nascondesse.
Accesa una vecchissima lanterna per illuminare la stanza, Roland le mostrò ciò che era occultato nel seminterrato. «Adesso hai capito cosa voglio fare? Non credi che la mia idea sia brillante?» le domandò, ridendo divertito alla sua espressione attonita.
«Sei fantastico, Roland di Gilead... se non amassi un vampiro, saresti il mio uomo ideale!»
Roland, di nuovo, rise divertito. «Allora, sei pronta?»
«Ai tuoi ordini, pistolero. E che lo spettacolo cominci!»

*****

Il sole era ancora alto nel cielo e il Maestro, stanco di attendere, radunò una ventina di vampiri. «Non ho intenzione di aspettare il tramonto», dichiarò furente. «Passeremo dalla fogna e torneremo dove abbiamo catturato gli umani, sono certo che i fuggitivi si nascondano là».
Il suo volto, solitamente terribile, divenne ancora più pauroso. «Li voglio... li voglio ora!» tuonò e Willow, stanca di torturare Angel, corse al suo fianco.
«Ti prego, portami con te», chiese supplichevole. «Prometto che non disubbidirò ai tuoi ordini, ma lascia che partecipi alla caccia... qui mi annoio».
Il vecchio vampiro le accarezzò il volto mostrando un ghigno che doveva essere un sorriso. «Puoi venire», acconsentì. «Però, prima di andare, occorre avvisare i membri del nostro clan. Voglio che siano tutti presenti alla festa che daremo più tardi».
«Ogni vampiro che risiede in città è già stato avvertito», dichiarò Willow. «Sono tutti ansiosi di scoprire come raggiungere la Terra. Un mondo pieno di cibo fresco è una prospettiva allettante, nessuno mancherà».
«Bene», annuì il Maestro soddisfatto. «Allora possiamo andare. La ragazza terrestre e il pistolero saranno la pietanza principale al banchetto», aggiunse ridendo, mentre con un cenno ordinava ai vampiri di seguirlo.

*****

«Come sapevi dello scantinato?» chiese Buffy seguendo Roland.
«La bottega apparteneva a un mio lontano parente che è morto qualche anno fa», dichiarò il pistolero. «Era un tipo viscido che fingeva di vendere giocattoli per mascherare la sua attività illegale».
«E tu lo sapevi perché...» sorrise Buffy senza concludere la frase.
«Perché mi rifornivo da lui», dichiarò Roland alzando le spalle. «E grazie a lui inceneriremo i vampiri».
«Bene!» esclamò entusiasta Buffy. «Comunque, prima di incenerire i vampiri, voglio ricordarti che nel locale ci sono parecchie persone innocenti, ci sono i miei amici e anche Angel... e lui è un vampiro e non deve essere incenerito!»
«Non preoccuparti cacciatrice, tu segui le mie istruzioni e a loro non capiterà nulla di male. Hai preso la coperta?»
«Sì... l’ho presa».
«Allora tieniti pronta a usarla e andrà tutto bene».
Giunti di fronte al Bronze, i due amici si prepararono ad agire mentre i vampiri nel locale, ignari di quanto stava per succedere, continuavano a festeggiare aspettando il ritorno del Maestro.

*****

Passando attraverso le fogne, i demoni raggiunsero la casa di Angel.
Willow era eccitata all'idea di battersi con la ragazza terrestre e rimase delusa quando si accorse che l’edificio era vuoto. «Maledizione! Qui non c'è nessuno», sbraitò mostrando le zanne dopo aver cercato in ogni angolo.
«Questa storia non mi piace». Preoccupato, il Maestro osservò l’ambiente deserto. «Quei due sono astuti, non vorrei averli sottovalutati. Torniamo subito al Bronze. Ho uno strano presentimento».
Lasciata la casa, i vampiri imboccarono le fogne per tornare al locale, ignari di ciò che avrebbero trovato.

*****

Accolto anche l’ultimo ospite, Xander, ansioso di veder tornare il Maestro con le portate principali della serata, si avvicinò alla gabbia dov’era rinchiuso Angel. «Stupido essere con l'anima», lo chiamò ridendo. «Mi è giunta voce che la biondina terrestre è la tua ragazza», esclamò e siccome Angel non sembrava interessato alla conversazione, continuò a provocarlo.
«Sarai ansioso di rivederla», gli disse divertito. «Non ti preoccupare, tra poco Willow la porterà qui e ti procurerò un posto in prima fila per assistere alla sua morte. La faremo a pezzi lentamente, molto lentamente».
Nonostante il dolore per le vessazioni subite, Angel si sollevò e si avvicinò alle sbarre della cella. «Augurati che Willow mi uccida altrimenti, quando uscirò da questa gabbia, ti ammazzerò con le mie mani... è una promessa».
Osservando il vampiro che a fatica si reggeva in piedi, Xander si allontanò ghignando divertito. «Sogna, idiota, sogna», gli urlò e continuò a ridere ignaro di ciò che sarebbe accaduto entro pochi secondi.

*****

Mancava poco al tramonto e Roland osservò la cacciatrice per assicurarsi che fosse pronta. «Hai capito tutto?» le chiese e Buffy annuì.
«Sì... ho capito», rispose sicura di sé. «Devi sapere che ho già usato uno di questi aggeggi e me la sono cavata piuttosto bene».
«Allora non perdiamo tempo e diamo il via allo spettacolo. Mira dove ti ho indicato e non succederà nulla ai prigionieri».
Buffy sollevò il bazooka, preso dal negozio, e anche Roland fece lo stesso con il suo.
«Pronta?» domandò il pistolero e diede l’ordine che Buffy attendeva. «FUOCO!»
Al suo comando si udirono due boati terribili e nel muro del Bronze si aprirono due grosse voragini. I raggi del sole iniziarono a filtrare attraverso gli squarci. Alcuni vampiri morirono carbonizzati, altri perirono sotto le macerie.
Mentre Roland si preparava a sparare un altro colpo, Buffy approfittò del caos creatosi nel locale per raggiungere la cella di Angel. Forzato il lucchetto aprì la porta lanciando la coperta al vampiro che poté proteggersi dal sole.
«Corri, Buffy, non pensare a me», le urlò Angel. «Vai a liberare gli altri».
«Sicuro di farcela?» chiese Buffy preoccupata, osservandolo lasciare la gabbia.
«Sicuro e ora vai».
Senza perdere tempo Buffy si allontanò per soccorrere i prigionieri e avvicinandosi alla prima cella udì l’ennesimo boato. Roland aveva aperto un'altra breccia nel muro e il sole continuava a mietere vittime tra i demoni.
Finalmente liberi, Giles e gli altri aiutarono gli ostaggi che per sottrarsi alla furia omicida dei demoni trovarono rifugio nella strada assolata, mentre Buffy e Angel rimasero nel locale decisi a uccidere ogni vampiro presente. Nessuno doveva scampare al massacro che avrebbe finalmente liberato Sunnydale.
«Rimpiangerai ciò che hai fatto».
Riconosciuta la voce di Cordelia, Buffy sorrise e si voltò per guardare la vampira che la stava minacciando. «Credi di riuscire a battermi?» le domandò pronta a sostenere la lotta, senza accorgersi che Xander stava per assalirla alle spalle.
«È da vigliacchi colpire l’avversario a tradimento».
Xander, fermandosi, sbuffò seccato e vide Buffy scagliarsi contro Cordelia prima che potesse intervenire per aiutarla. Certo che la sua ragazza avrebbe sconfitto la terrestre anche senza il suo aiuto, esaminò la persona che gli aveva sbarrato il cammino. «Ma per favore... cosa vorresti fare?» chiese guardando Angel con disprezzo. «Non ti reggi in piedi e vorresti batterti con me?» rise sprezzante. «Non sarebbe divertente!»
Incurante delle sue parole di scherno, Angel tramutò il volto mostrando le zanne. «Hai ragione Xander, non sarebbe divertente», replicò dolorante. Le torture inferte da Willow lo avevano indebolito, ma il desiderio di vendicarsi gli dava la forza per continuare a combattere. «Ma non deve essere divertente», disse mostrando un ghigno terribile. «Deve essere doloroso».
Prima che Xander potesse intuire le sue mosse, Angel si avventò su di lui. La mano nascosta sotto la coperta, con cui si proteggeva dal sole, stringeva una spranga di ferro.
Con ferocia Angel colpì ripetutamente Xander che, non aspettandosi una reazione tanto violenta, si accasciò al suolo.
Complice anche il sole, che faceva breccia dai numerosi squarci provocati da Roland, fu una preda facile.
«Ricordi cosa ti avevo promesso?», gli disse Angel mentre lo trascinava allo scoperto. «Ti avevo detto che ti avrei ucciso con le mie mani ed io mantengo le promesse».
Sorretto dalla forza dell'odio, Angel gli conficcò la spranga nel torace poi lo trascinò al sole per guardarlo bruciare.
«Ottimo lavoro».
Angel, protetto dalla coperta, si voltò e vide il volto sorridente di Buffy.
«Grazie... ora mi sento meglio», replicò il vampiro osservando il demone diventare cenere. «Cordelia?» chiese e Buffy scrollò le spalle.
«Stessa fine», lo informò e insieme lasciarono il locale.
Certi che non vi fosse più nessuno all’interno, Roland esplose l’ultimo colpo e il Bronze fu distrutto.
Il boato dell’edificio che si accartocciava su se stesso fu accolto dalle urla di giubilo dei cittadini di Sunnydale che si strinsero attorno agli eroi pronti a festeggiare la vittoria, ma Giles li costrinse a rimandare. «Il Maestro non è morto», ricordò loro. «Ha lasciato il locale prima che fosse distrutto e, quando tornerà, sarà furioso e assetato di sangue».
«Maledizione!» esclamò Buffy convinta che il demone fosse perito sotto le macerie. «Che stupida... era così presa a lottare che non ho pensato a lui! Se fosse stato nel locale, mi avrebbe attaccata... non lo ha fatto perché non c’era».
«Esatto», disse Giles dispiaciuto. «Il nemico non è stato sconfitto e sarà più agguerrito che mai».
Buffy osservò Roland, che aveva sentito tutto, poi guardò gli amici, infine si rivolse ai cittadini. «Tornate a casa. Il sole sta per tramontare e le strade non sono sicure», disse ad alta voce in modo che tutti potessero sentire le sue parole. «Ma vi prometto che le cose presto cambieranno. Troverò il Maestro e lo ucciderò... ora andate».
Protetti dagli ultimi raggi di sole, gli umani tornarono alle loro case certi che la ragazza giunta dalla Terra li avrebbe liberati.

*****

Il Maestro raggiunse il Bronze quando la battaglia era finita e del locale rimaneva solo un mucchio di macerie.
Senza parlare osservò le rovine di quella che per anni era stata la sua casa poi, con un cenno del capo, ordinò ai pochi vampiri che erano con lui di seguirlo.
Passando dalla fogna i demoni si diressero al cimitero e si rifugiarono all’interno di una cripta abbandonata. Mancava poco al tramonto e alla resa dei conti.
«È tutta colpa della ragazza e del suo amico pistolero», urlò Willow passeggiando nervosamente. «Andiamo a cercarli e uccidiamoli. Devono pagare con la vita... andiamo, andiamo, andiamo».
Scalciando un teschio abbandonato sul pavimento, Willow osservò il Maestro in attesa di un suo cenno di assenso, ma il vecchio vampiro la ignorò e sedendosi in disparte ordinò ai presenti di non disturbarlo. Gli umani avevano profanato e distrutto la sua casa, ucciso i suoi seguaci. Dovevano pagare e li avrebbe sterminati uno a uno.

*****

«Questo è tutto. Allora... che ne dite?»
Invitati gli amici in casa, Buffy li guardò ansiosa di ricevere il loro assenso in merito al piano esposto per uccidere i vampiri e Cordelia fu la prima a parlare.
«Perché il lavoro più pericoloso spetta a me? Perché non usiamo Willow? Perché devo sempre essere io quella che rischia la pelle?» chiese preoccupata mentre Xander sorrideva divertito.
«Perché, amore mio, hai qualcosa che spinge la gente a desiderare di ucciderti e questo fa di te l'esca perfetta».
«Se dovessimo sopravvivere, mi ricorderò delle tue parole, Xander Harris!» replicò seccata Cordelia e Buffy, spazientita, si alzò per dare inizio al piano.
«Se avete finito, è ora di prepararci. Andiamo, il lavoro ci attende».
«Io non voglio fare l’esca», mormorò a labbra strette Cordelia. «Non la voglio fare e non la farò», sussurrò e, mugugnando, seguì il gruppo.

*****

Il sole era tramontato da un paio di ore e Cordelia, lasciati gli amici, iniziò a girovagare per le strade di Sunnydale.
«Guarda chi c’è... Cordelia venuta dallo spazio
La voce di Willow fece trasalire Cordelia che, lentamente, si voltò per osservare il volto sprezzante della vampira.
«Avrei preferito uccidere la tua amica, quella stupida ragazza che ti comanda, ma non sempre si può avere ciò che si vuole quindi mi accontenterò di ammazzare te».
Seppure spaventata, Cordelia non distolse lo sguardo dagli occhi della rivale. «Buffy non mi comanda!» esclamò con tono autoritario. «Io non mi faccio comandare da nessuno, tanto meno da lei», proseguì, cercando di celare la paura. «E sia chiaro che lei non è una mia amica! È arrogante, prepotente e mi ha rovinato la vita».
Il tono usato divenne più forte e sul volto di Cordelia apparve una smorfia risentita. «Se mi trovo in questo posto terribile, la colpa è solo sua! La detesto e ho deciso di fargliela pagare».
Willow piegò le labbra mostrando un ghigno terribile. «E come vorresti fargliela pagare?»
«Buffy sta preparando una trappola per uccidervi ed io dovrei essere l’esca. La cretina sacrificabile di cui non frega niente a nessuno, buona solo per rischiare la pelle così che tutti loro si possano salvare».
«Una trappola?» ripeté Willow interessata.
«Sì, una trappola, e se mi porti dal tuo Maestro vi dirò cos’ha in mente la cacciatrice».
Osservando con attenzione Cordelia, Willow iniziò a ridere divertita. «Credi che io sia così idiota?» le chiese, subodorando l’inganno. «La tua richiesta pare tanto una trappola», continuò, fissandola minacciosa. Non era dell’umore giusto per simili scherzetti. «Io ti porto dal Maestro, i tuoi amici ci seguono, ci attaccano di sorpresa e ci uccidono... tu vaneggi, inoltre, non sopporto la tua voce, mi irrita».
Con un balzo Willow si scagliò contro Cordelia afferrandole la gola.
«Hai… ragione… a… non… fidarti…» biascicò Cordelia a corto di fiato e Willow lasciò la presa per darle modo di finire ciò che stava dicendo. «Ma se guardi meglio, noterai che sono sola. In questo momento i miei amici stanno preparando la trappola e non sanno che sono qui. In veste di esca la mia entrata in scena è prevista solo tra un paio d'ore, quando tutto sarà pronto. E se non t’interessa sapere cos’hanno intenzione di fare, uccidimi, useranno un altro idiota sacrificabile per farvi cadere nella rete e sterminarvi».
Di nuovo Willow si fermò a esaminare il volto di Cordelia. «Perché lo fai? Perché vuoi tradire i tuoi amici?» le chiese, pronta a soppesare ogni sua parola.
«Perché odio Buffy e voglio vederla soffrire». Fu la risposta senza tentennamenti di Cordelia. «Xander le sta sempre appiccicato e lei lo tratta come se fosse il suo cagnolino. Non le basta Angel, no, lei vuole che ogni ragazzo sia suo», ammise con odio. «Io te la consegnerò e tu dovrai farla soffrire... allora, sei d'accordo?»
Sorridendo Willow osservò il volto di Cordelia. Nei suoi occhi poteva vedere l’odio profondo che nutriva per Buffy e finalmente annuì. «Seguimi», le disse. «Se riuscirai a convincere il Maestro che non stai mentendo, in cambio riceverai il dono della vita eterna, altrimenti morirai tra atroci torture».
Giunte al covo dei vampiri, Willow afferrò Cordelia e la spinse ai piedi del Maestro. «Questa ragazza vuole parlare con te. Afferma di avere informazioni che potranno servirci per uccidere la biondina e i suoi amici».
Il vecchio vampiro osservò Cordelia accasciata al suolo con la testa china. «Parla!» ordinò. «Ma cerca di essere breve e convincente altrimenti te ne pentirai».
Cordelia sentì la paura crescere, dovette lottare per non cedere al terrore e, alzata la testa, fissò lo sguardo in quello del demone. «Buffy sta preparando una trappola», lo informò con voce tremante. «Ed io dovevo essere l’esca che vi avrebbe attirati nel luogo dell'imboscata».
«Quale luogo?» chiese il Maestro incuriosito.
«La casa di Buffy», rispose Cordelia intimorita dall’occhiata che il demone le aveva rivolto. «Hanno sbarrato porte e finestre. Una volta dentro, non è possibile uscire. Io dovevo farmi catturare, chiedere che la mia vita fosse risparmiata e in cambio della salvezza vi avrei consegnato i miei amici. Dovevo convincervi che fossero disarmati e condurvi da loro per sorprenderli nel sonno, invece sareste caduti in trappola. La casa è un bunker e vi avrebbero massacrati».
«Perché ci aiuti?»
Cordelia, lentamente, si alzò, aveva paura, ma sarebbe andata fino in fondo. «Perché voglio che Buffy sia uccisa!»
Poche parole pronunciate con odio che fecero spuntare un sorriso terribile sulle labbra del Maestro. «Dove si trovano i tuoi amici?» domandò il vampiro afferrandole il volto e, stringendo le dita sulle sue guance pallide, scrutò i suoi occhi terrorizzati. «Sono già pronti per tenderci l’agguato?»
«No», sussurrò Cordelia mentre il cuore le batteva tanto forte che temeva esplodesse. «Ora sono nella palestra della scuola. Stanno appuntendo paletti, riempiendo bottigliette con acqua santa, preparando frecce per le balestre, insomma, si stanno armando per prepararsi alla battaglia programmata per questa notte… se ci muoviamo, li sorprenderemo impreparati e sarà la loro fine».
Senza abbandonare il contatto con i suoi occhi, il Maestro fece scorrere pollice e indice sulle sue gote lasciando, con le lunghe unghie, due segni rossi. «Mi hai convinto», le disse. «Nei tuoi occhi posso vedere l’odio che provi per quella ragazza. Portaci da lei, la ucciderò per te».
Finalmente Cordelia riuscì a sorridere e sentì la paura svanire. «Prima di andare, ho una richiesta da farti».
Il vecchio vampiro le rivolse un’occhiata interessata invitandola con un cenno della mano a parlare.
«Vorrei che Buffy fosse l’ultima a morire, in modo che possa assistere alla morte di tutti i suoi amici. Vorrei vederla soffrire mentre Angel morirà tra mille tormenti… farai questo per me?»
Speranzosa, Cordelia attese una risposta che non tardò.
«Con piacere», ghignò il Maestro carezzandole il volto. «Somigli tanto alla mia Cordelia», le disse quasi con tristezza. «Quando tutto sarà finito, ti trasformerò in una creatura della notte e vivrai per sempre al mio fianco».
«Restare per sempre giovane e bella è il mio sogno. Sarò felice di diventare una tua creatura».
«Allora non perdiamo tempo, portaci dalla cacciatrice. Le strapperò il cuore dal petto e te ne farò dono».
«Non vedo l’ora», replicò Cordelia tendendo le labbra in un ghigno disumano.

*****

Buffy, con gli altri membri del gruppo, era in palestra intenta a preparare le armi per la battaglia finale quando la porta si spalancò.
«Come vedi, i miei cosiddetti amici sono qui». Cordelia sorrise soddisfatta indicando al Maestro le persone che aveva tradito. «Ora chiudo la porta, così non potranno scappare», lo informò eccitata per quanto stava per accadere. «E poi vado a cercare un posto in prima fila per assistere alla loro esecuzione», dichiarò indicando le gradinate.
«Vai pure, mia cara», la congedò il Maestro. «Goditi lo spettacolo e quando tutto sarà finito, farò di te una di noi».
Cordelia si abbandonò a una risata agghiacciante. «Uccidili tutti. Voglio che soffrano tantissimo!» esclamò, allontanandosi per chiudere la porta e lasciare campo libero ai nuovi alleati.
«Buffy... è così che ti chiami?» Il Maestro avanzò nella palestra deserta senza distogliere lo sguardo dalla nemica. «Cordelia ci ha riferito della tua stupida trappola. Pensavi davvero di attirarci in casa tua e sterminarci tutti?» rise divertito fermandosi al centro del grande locale. «Sei una stupida ragazzina e morirai tra mille tormenti».
Buffy smise di appuntire il paletto che stringeva nella mano sinistra e vide Willow vampira fare un passo avanti.
«Sai che hai un nome idiota!» la schernì il demone. «Chi credi di spaventare con un nome così stupido?» rise divertita. «La tua amica Cordelia vuole vederti soffrire perché sei una ragazza molto, molto cattiva... meriti tutto quello che sta per succederti».
«Quindi, Cordelia ha deciso di tradirmi?» domandò Buffy senza timore.
«Sì... lei ti odia e ora tu e i tuoi compari morirete».
«Aspetterei a cantare vittoria», dichiarò Buffy osservando il paletto che presto avrebbe conficcato nel petto della vampira.
«Guardati attorno», replicò il demone indicando la palestra deserta. «Noi siamo più di venti e voi in quanti siete?» chiese ridendo. «Un pistolero, un vecchio, un vampiro che non si regge in piedi, la mia patetica controfigura umana e due ragazzi che non farebbero paura neppure a una mosca. E poi ci sei tu… insomma, un branco di sfigati», aggiunse mutando il volto pronta ad attaccare, ma un rumore improvviso coprì le sue ultime parole.
Voltandosi, la vampira vide la porta che Cordelia avrebbe dovuto chiudere a chiave spalancarsi per permettere l’accesso ai cittadini di Sunnydale. Circa cento persone, armate di paletti e croci, si accalcarono in fondo alla palestra.
«Che sbadata», disse Cordelia allargando le braccia e lasciando la tribuna per raggiungere Buffy. «Devo essermi scordata di girare la chiave», affermò affiancando la cacciatrice. «La prossima volta che escogiti un piano per salvarci la pelle, manda qualcun altro a recitare la parte del traditore… me la sono quasi fatta addosso dalla paura», disse all’amica afferrando un paletto.
«Sei stata bravissima», le sorrise Buffy facendole l’occhiolino. «Il tuo sogno non è forse diventare un’attrice famosa? Hai dimostrato di saper recitare benissimo… Hollywood cadrà ai tuoi piedi».
Dopo essersi complimentata con lei, Buffy indirizzò lo sguardo verso i vampiri al centro della palestra fissandolo sul Maestro. «Credevi davvero che Cordelia avrebbe tradito i suoi amici accettando di farsi trasformare in un essere disgustoso come te?»
Il vecchio vampiro non rispose e osservò la ragazza che si era beffata di lui. «Sei stata brava», le disse con tono pacato. «Ho guardato nei tuoi occhi e mi sembravi sincera. Sei riuscita a ingannarmi, non capita spesso, ma non avrai tempo per gioire perché sarai la prima che ucciderò».
Buffy fece un passo avanti, puntando il paletto verso di lui. «Tu non ucciderai nessuno dei miei amici», affermò animata da un rinnovato spirito battagliero. Il momento delle parole era finito, era tempo di lottare. «Avanti, gente di Sunnydale, riprendiamo la Vostra città!»
E all’urlo di battaglia lanciato dalla cacciatrice la lotta iniziò.
La ferocia dei demoni era tale che in un primo momento sembrò potessero vincere sull’improbabile gruppo di lottatori.
Molti uomini perirono sotto i colpi mortali dei vampiri, mentre Buffy lottava contro il Maestro senza poter intervenire per salvare chi le stava accanto.
Purtroppo la lotta era dura, ciascuno poteva contare solo su se stesso e sperare di avere abbastanza forza per non soccombere.
E così i membri della Scooby gang si trovarono invischiati nell’ennesimo conflitto all’ultimo sangue dove la posta in gioco era la vita.
«Sparisci! Vai a cercare un'altra preda, lui è mio!» Adocchiato Angel in fondo alla palestra, intento a battersi faticosamente, Willow l’aveva raggiunto e aveva cacciato il vampiro contro cui stava lottando.
«Ciao cucciolo», lo salutò, mostrando un sorriso tanto amabile quanto falso. «Sei un cagnolino veramente cattivo... perché continui a scappare?» chiese imbronciata. «Pensandoci bene, non voglio un cucciolo disobbediente come te, quindi ti ucciderò, anche se non è divertente uccidere qualcuno che a fatica si regge in piedi. Sarà una lotta impari».
Pronta a scagliarsi contro Angel, Willow non si accorse della sosia umana che l’aveva raggiunta e si trovava alle sue spalle. «Hai ragione, brutta stronza, non è giusto... dovreste combattere ad armi pari». Senza darle il tempo di reagire, Willow umana le schizzò il volto con l’acqua santa. «Ora potete lottare».
Sorridendo ad Angel, Willow si allontanò. Sapeva che il vampiro aveva un conto in sospesa con la sosia pazza e finalmente poteva renderle tutto il male che gli aveva fatto nel corso degli anni.

*****

La lotta continuò ancora per parecchi minuti con vittime da entrambe le parti.
Xander, nel tentativo di proteggere Oz, venne ferito a un fianco e solo grazie al provvidenziale intervento di Roland poté salvarsi.
Willow, impegnata nella lotta contro una vampira, rischiò di essere azzannata, ma fu Cordelia a trarla in salvo, finendo con l’essere ferita a un braccio.
Nella concitazione della lotta si sentivano urla, pianti, gemiti e, finalmente, quando anche l’ultimo vampiro fu ucciso, Buffy, raccolte le poche forze rimaste, mise la parola fine all’orrore che per secoli aveva soggiogato la città. Con un colpo preciso uccise il Maestro e dai sopravvissuti si levò un coro festoso.
La battaglia era finita. Una nuova vita attendeva i coraggiosi che si erano uniti alla lotta.

*****

Lasciata la palestra, felice per aver reso Sunnydale ai legittimi proprietari, Buffy, con gli amici, si recò a casa di Angel. Nessuno era stato ferito gravemente ed era tempo di tornare nella dimensione da cui erano stati strappati.
Mentre Giles si preparava per recitare il rito che li avrebbe portati a casa, Buffy avvicinò il pistolero. «Vieni con noi?» domandò speranzosa. «Credo ti piacerebbe vivere nella mia Sunnydale. Nonostante i demoni, la vita non è male... è sicuramente meglio che stare qui».
Roland accese una sigaretta e scosse la testa. «Ti ringrazio, ma non posso lasciare la mia terra. Ho una missione da compiere. Devo trovare la Torre Nera... e, comunque, nel tuo mondo non saprei cosa fare. Io sono un pistolero. Questa è la mia vita».
Senza insistere, Buffy lo abbracciò. «Addio Roland... non ti dimenticherò», lo salutò con tristezza. «E se un giorno dovessi avere bisogno di me, sai dove cercarmi».
Il pistolero ricambiò l’abbraccio sorridendo. «Addio cacciatrice, è stato un piacere combattere al tuo fianco», le disse, sciogliendosi dalla stretta che li univa. «Ora vai, torna nel tuo mondo e vivi felice accanto a Angel».
«Lo farò», annuì Buffy apprestandosi a raggiungere gli amici.
Mentre Giles pronunciava il rito che li avrebbe condotti a casa, Buffy cercò lo sguardo del pistolero per l’ultima volta. Era certa che non lo avrebbe mai scordato.
Avvolta nella luce intensa scaturita dalle fauci di Achatla, sorrise all’uomo che le aveva dato tanta amicizia in un momento terribile sperando di rivederlo, poi chiuse gli occhi e il Medio Mondo svanì.
Quando li riaprì era di nuovo a casa con i suoi amici e con Angel, pronta a cominciare una nuova vita insieme.

*****

Salutata la cacciatrice, Roland abbandonò Sunnydale per continuare la ricerca della Torre Nera.
La breve incursione di Buffy nella sua vita gli aveva dato nuova energia. Se una ragazzina come lei era riuscita a vincere il Maestro e a ritrovare l’amore che credeva perso, allora anche per lui c’era speranza e, fiducioso, si mise in marcia. Aveva una missione da compiere e non avrebbe desistito finché non l’avesse portata a termine.
Un’ora dopo la sua partenza, quando il silenzio della notte cullava i sogni dei cittadini liberati dall’incubo del Maestro, un’auto si fermò davanti al cartello:

“BENVENUTI A SUNNYDALE”

Dall'auto scese un giovane che osservò interessato la cittadina.
«Bel posticino, credo ci fermeremo qui!»
Tendendo la mano invitò la sua compagna a raggiungerlo.
«Sì, amore, mi piace questa città! C'è un buonissimo odore di morte», disse la giovane annusando l’aria.
«Mia cara, diventeremo i padroni di questo mondo», ghignò Spike abbracciando Drusilla e insieme si diressero verso Sunnydale in cerca di un luogo in cui stabilirsi.
La felicità appena assaporata dai cittadini del Medio Mondo era già finita e il desiderio di Buffy, di rivedere il nuovo amico, sembrava destinato ad avverarsi presto.


FINE






Questa storia (come la maggior parte delle mie storie su Buffy) è stata scritta parecchi anni fa.
Ho deciso di iscriverla a un contest quindi, per renderla "presentabile", ho cercato di aggiustare almeno la pessima grammatica lasciando, tuttavia, inalterati i dialoghi e l'ho pubblicata anche qui. Spero vi sia piaciuta.



Questa storia ha partecipato al contest: "Crossoveriamo. Il concorso dei crossover" indetto da +Ashley+ classificandosi PRIMA




   
 
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