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Autore: Zoraya    15/02/2014    2 recensioni
"Certo che sorella Kate poteva anche sbrigarsi a chiamare, non ci voleva molto a comporre un numero! Erano ormai passati diversi giorni da quando erano partiti, e stavano ancora aspettando che la suora si decidesse a dare loro indicazioni su come portare a termine la missione.
Era difficile aspettare, lo era sempre stato. Per fortuna non era da solo, non ce l’avrebbe mai fatta da solo. Si sarebbe già arreso da un pezzo."
Chrono e Rosette sono in macchina e, mentre lei dorme, lui riflette...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                  “Perché, separati, lui era niente e lei vera”
 
Certo che sorella Kate poteva anche sbrigarsi a chiamare, non ci voleva molto a comporre un numero! Erano ormai passati diversi giorni da quando erano partiti, e stavano ancora aspettando che la suora si decidesse a dare loro indicazioni su come portare a termine la missione.
Era difficile aspettare, lo era sempre stato. Per fortuna non era da solo, non ce l’avrebbe mai fatta da solo. Si sarebbe già arreso da un pezzo. Se resisteva era solo per Rosette, la sua compagna di avventure che aveva deciso bene di mettersi a dormire. Il demone si voltò a guardare l’oggetto dei suoi pensieri.
La ragazza aveva la testa reclinata di lato, e si era appoggiata al finestrino della macchina.
Il volto era tranquillo e rilassato ed un sorriso dolce le increspava leggermente le labbra. “E’ davvero bella quando dorme” si ritrovò a pensare. Allungò una mano per toglierle i capelli che erano sfuggiti dal velo dalla fronte, ma si fermò ad un soffio dal suo viso per paura di svegliarla. Rosette si meritava un bel sonno. Chissà cosa stava sognando? A guardarla sembrava che si trattasse di qualcosa di bello, lo sperava per lei: ne aveva passate tante negli ultimi anni.
La ragazza si mosse lievemente senza svegliarsi. Chrono spalancò  gli occhi, sorpreso, e lasciò cadere la mano ancora ferma a mezz’aria.  Per un attimo Rosette gli era sembrata Maddalena.
 In effetti erano molto simili… entrambe lo avevano colpito ed afferrato, incatenandolo a loro senza possibilità di fuga. Gli erano entrate dentro ed avevano scavato, ognuna a modo proprio, e Maddalena aveva scoperto che il suo vero essere non era malvagio come ci si poteva aspettare da un demone, ma buono e quasi dolce.
Non sapeva spiegare bene quello che realmente era, perché non lo aveva capito neanche lui. Sapeva solo di non essere come gli altri, di non aspirare alla libertà ottenuta con l’omicidio, ma di volere un’altra natura, una natura diversa, inferiore. Voleva essere umano.
Rosette invece aveva fatto di più. Lo aveva riportato in vita quando lui si sentiva solo un guscio vuoto, un morto che respirava ancora solo per un crudele scherzo del destino.
La ragazza borbottò qualcosa di indistinto, aprendo lentamente gli occhi e stiracchiandosi.
–Sorella Kate ha chiamato? - chiese con la voce ancora impastata dal sonno, mentre si passava una mano sugli occhi.
– Non ancora. Dormito bene? - le chiese.
– Ho sognato Joshua. - rispose Rosette con uno dei suoi sorrisi migliori. Quanto gli piaceva quando sorrideva così! Doveva farlo più spesso, magari quando pensava a lui.
- Che hai? - chiese la ragazza reclinando la testa di lato.
– Niente, perché? -
 – Sei strano… - disse lei. Chrono distolse lo sguardo, arrossendo leggermente.
– Cosa hai sognato? - chiese per sviare il discorso.
- Joshua da bambino, prima che accadesse tutto questo… quando eravamo io e lui e stavamo insieme all’orfanotrofio. Ho sognato il giorno del suo compleanno… Era così felice! Io desideravo che fosse sempre così, spensierato, allegro. Ho sognato la sua risata e la sua gioia di fronte al mio regalo. Gli avevo fatto un bracciale verde uguale al mio e gli avevo detto: “Questo è una parte del mio cuore e quindi è tua. Questa è l’altra parte ed è mia.” - dicendo questo Rosette gli mostrò il delicato braccialetto verde smeraldo che le cingeva il polso, nascosto dal guanto bianco della divisa.
- E poi ho sognato il giorno in cui è cambiato tutto, quando eravamo al lago e ho dato anche a te il braccialetto verde. Ti ricordi cosa ti ho detto? – chiese, con un sorriso nostalgico, così lontano da quelli a cui il demone era abituato.
– “Chrono, ora anche tu fai parte della famiglia e devi avere il tuo braccialetto!” - rispose lui con un tono infantile.
– Già. E’ stata una bella giornata, quella… All’inizio almeno.- aggiunse lei. Poi rimase in silenzio, guardando fuori dal finestrino e appoggiandosi con i gomiti allo schienale. I suoi capelli erano ancora scompigliati, e molte ciocche le cadevano sulla fronte e sul viso. Chrono rimase ad osservarla, assorto, per qualche minuto.
– Che piani hai per il futuro? – le chiese all’improvviso, cercando i suoi occhi. Rosette si girò verso di lui, ma evidentemente si rese conto che non era stata una buona idea. Provò ad evitare il suo sguardo, era impossibile, lo spazio nella macchina era troppo piccolo.
Perciò si arrese, e incrociò i suoi occhi. Chrono vide una scintilla di determinazione illuminarle lo sguardo. “Lei è sempre bella” pensò Chrono senza riuscire ad evitarlo.
– Non so se avrò un futuro, Chrono. So solo che non voglio pensarci. Io voglio solo vivere giorno per giorno e godermi ogni momento. E voglio usare tutta le mie forze per liberare Joshua! Non mi arrenderò e continuerò per la mia strada fino a che non morirò o non lo salverò! Non c’è altro futuro che questo, per me. – disse Rosette, stringendo forte i pugni.
No, non era per niente come Maddalena! Maddalena non aveva tutto quel coraggio, lei sapeva tutto quello che le sarebbe successo, lei non era un’umana come gli altri, aveva dei poteri e chi conosce cosa accadrà non ha paura.
Rosette era totalmente umana. Non conosceva il futuro, non sapeva niente di niente, eppure aveva accettato lui e il contratto senza nessuna paura. Era coraggiosa, forte e ingenua, sì, era tanto ingenua, anche se cercava di non darlo a vedere.
Non sapeva proprio vedere la malvagità nelle persone e si fidava di tutti. Sembrava invulnerabile ma non lo era, e magari ogni tanto avrebbe fatto bene a ricordarselo.
Era umana, era quello che avrebbe voluto essere lui. E nonostante il suo coraggio, la sua determinazione, nonostante la sua forza era così… fragile.
Sarebbe morta e lo sapevano entrambi, ma entrambi si godevano il momento perché avevano paura di ciò che non conoscevano e del tempo che passava, avevano paura di loro e di quello che sentivano, paura che finesse troppo presto.
Nonostante tutti i suoi difetti, Rosette era pura. Dentro era rimasta la bambina che era quando lui l’aveva conosciuta. E forse questa era davvero l’unica cosa che aveva in comune con Maddalena. Tutte e due pure, tutte e due bambine cresciute troppo in fretta, tutte e due troppo cariche di responsabilità, tutte e due distrutte da lui.
Era solo per questo che prima non l’aveva toccata per toglierle i capelli dal viso. Non voleva distruggerla, non voleva intaccare il suo candore, non voleva rovinare la sua bellezza.
Voleva che lei rimasse sempre così, sempre se stessa, ma voleva anche vederla felice e l’unico modo era trovare Joshua e poi… e poi sperare e lasciarla sola e libera di vivere la sua vita senza una presenza sporca come lui.
Ma cosa avrebbe fatto senza di lei? Era davvero così egoista da voler essere la sua unica fonte di felicità? Perché, in fondo,  non poteva essere lui?
“Forse perché sei un demone che le sta mangiando l’anima” disse una fredda voce nella sua mente. Chrono scosse la testa e chiuse gli occhi.
Sì, lui era un demone e sì, le stava mangiando l’anima, ma non avrebbe mai voluto farlo!
Lui non era come gli altri, così come Rosette non era come tutte le altre ragazze che speravano in un grande amore; lei era la ragazza che aveva lasciato tutto solo per salvare il fratello, era la ragazza che restava seria e dopo un secondo riusciva a tornare a ridere.
Lei era Rosette e lui Chrono, che desiderava solo che la ragazza fosse felice.
Oh, sarebbe stato disposto a fare qualunque cosa per lei, perché con lei tutto era diverso, più luminoso, più colorato, con lei la notte era giorno e la tristezza era solo passeggera, i demoni si sentivano angeli ed era per lei che il sole brillava o forse era lei il sole? Al diavolo tutto!
Lui ora non era un demone, era solo un ragazzo in una macchina che aspettava insieme alla ragazza che desiderava più di ogni cosa.
Si allungò lentamente verso di lei e le tolse una ciocca di capelli, facendola sorridere. Le sue labbra erano lì vicino, poteva sentire il suo respiro, doveva solo chiudere gli occhi e allungarsi un altro po’ e poi… e poi il telefono nella macchina ebbe la malaugurata idea di squillare.
Il demone si tirò indietro di scatto e Rosette si mosse velocemente verso la cornetta.
E, mentre la ragazza sbraitava al telefono con sorella Kate, lui la guardò ancora con un mezzo sorriso stanco sul volto. Sarebbe rimasto fino a che lei lo avesse voluto, perché era giusto vivere alla giornata, anche se questa giornata si svolgeva in una piccola macchina, perché erano insieme e perché, separati, lui era niente e lei vera.
Perché erano Chrono e Rosette.




Note:
 Zoraya : facendo un giro nel fandom di “Chrono Crusade” mi sono accorta che ci sono pochissime storie e non riesco a capire perché un manga così bello come “Chrono Crusade” sia praticamente sconosciuto. Così ho proposto alla mia amica Dramy di scrivere una storia “a quattro mani” e lei ha accettato subito. L’idea è interamente sua.
Dramy96123: Io e Zoraya ci siamo davvero appassionate alla storia tra Chrono e Rosette, ogni sabato era un appuntamento imperdibile con la fumetteria per prendere un nuovo numero, e alla fine ci siamo commosse. Così per sopperire alla mancanza del nostro adorato Chrono abbiamo deciso di scrivere questa storia, e, nonostante le numerose storie che devo ancora continuare a scrivere ho deciso di cimentarmi anche con questa. Ho praticamente obbligato Zoraya a pubblicarla sul suo account visto che ha scritto solo due one-shot. Ok… non so più cosa dire, il che è strano. Comunque, in questa storia Chrono e Rosette non conoscono ancora Azmaria, per questo non la nominano neanche. Spero che vi sia piaciuta.
(link account Dramy: http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=83733)
 
  
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