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Autore: Lilies    15/02/2014    3 recensioni
Ci sono giorni in cui non desidero altro che farmi abbracciare dalle tue solide braccia per un tempo che oscilla pericolosamente tra il per sempre e l'eternità.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fuori fa un freddo terribile


Everlark | Katniss centric | post-Mockingjay




Fuori fa un freddo terribile, ma mi costringo ugualmente a trascinarmi verso la porta. Munita di un paio di pesanti guanti e di un caldo cappotto, accolgo il vento autunnale che mi sferza il viso arrossato come una forza risanatrice capace di risvegliarmi completamente. A mente lucida, inizio a rimuginare sulle mie azioni. So che non dovrei farlo. So che non dovrei correre da te solo quando sento questo bisogno viscerale di vederti, di stringerti, di sentirti. Non dovrei, ma finisco ogni volta col farlo comunque. Il fatto è che non ci capisco più niente.
Ci sono giorni in cui non desidero altro che farmi abbracciare dalle tue solide braccia per un tempo che oscilla pericolosamente tra il per sempre e l'eternità. Giorni in cui mi sembra di amarti, di volerti al mio fianco in ogni istante. Poi però finisco puntualmente col pentirmene, perché c'è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo. Non posso amarti. Io non so farlo. Non potrei mai essere alla tua altezza, macchiata come sono di morte e segnata a vita da cicatrici indelebili, vittima delle mie vittime, schiava di tutti i martiri che ogni notte vengono a trovarmi in sogno con un badile ricolmo di cenere da riversarmi addosso tra le mani. E tu non puoi amare me, perché non sei più il Peeta che lo farebbe a occhi chiusi in quel modo totalmente disinteressato che non sono mai stata abbastanza intelligente da apprezzare fino in fondo. Sei sempre tu, è vero, ma non sei il ragazzo del pane. E nemmeno io sono la Katniss di cui ti sei innamorato.
Oggi è un giorno strano. È un giorno strano, sì, che sta esattamente a metà tra i giorni belli e i giorni brutti, che sono quelli in cui sento di odiarti perché amarti è così dannatamente facile e ingiusto che vorrei non fossi mai tornato a vivere nel 12, accanto a me. Non posso amarti eppure temo che sia ormai troppo tardi per tornare indietro. Mi sono abituata al tuo profumo di pane e cannella, ai tuoi mezzi sorrisi insicuri, alla tua abitudine di allacciarti due volte le stringhe delle scarpe, al tuo corpo contro il mio quando dormiamo, persino ai tuoi episodi. So che non potrò mai abbandonarti a te stesso, dato il bisogno che – dicono – hai di me per poter rinsavire completamente. Restando qui aiuto te e spezzo me. È inevitabile. Un circolo vizioso.
Oggi decido di starmene a casa mia. Fuori fa un freddo terribile, e anche dentro di me.

Sono sola. Sono sola, anche se non per davvero. I fantasmi sono dentro casa mia, appestano le pareti e gli specchi ed io ho paura di camminare sulle assi di legno. Scricchiolano, e temo che da un momento all'altro compaiano i morti e mi urlino quanto mi odiano. Fa un freddo terribile e così, una coperta sulle spalle e i passi strascicati, vado in salotto, dove sono certa di trovare un po' di calduccio proveniente dal caminetto. Cerco un foglio di carta. Lo trovo. Completamente bianco. Puro come me, o meglio, come la Katniss di un tempo. Me l'hai detto tu, sai? Tanto tempo fa, prima che succedesse tutto quanto ciò che ci ha portati a vivere così. Da sopravvissuti. Ho trovato questo foglio di carta, dicevo, e ora lo sto fissando in silenzio, l'eco della domanda di un Haymitch eccezionalmente sobrio nelle orecchie.
«Cos'hai intenzione di fare con quel povero ragazzo, dolcezza?»
Recupero anche una penna.
Io amo Peeta, ci scrivo, proprio nel mezzo. La mia scrittura è infantile e sbilenca. Tremolante. Il mio sguardo cinereo cade sul caminetto acceso, e poi di nuovo sul fogliettino imbrattato d'inchiostro nero e lettere malfatte.
Avanti e indietro, avanti e indietro, caminetto e foglio, caminetto e foglio, finché non mi alzo dalla sedia e mi precipito dalle fiamme divampanti. Resto a fissare la strisciolina di carta ridursi velocemente in cenere, senza provare nulla. Non so cosa mi spinga a farlo – forse sono impazzita una volta per tutte – ma adesso sto tentando con pochi risultati di fermare la forza distruttiva delle fiamme per salvare la mia confessione. Non mi ci vuole molto per decidere di lasciar perdere definitivamente. Il fuoco vince. Vince sempre.
Mi sto sentendo divorare dal senso di colpa, però. Riconosco quel sentimento viscido, subdolo e crudele che striscia lungo le pareti del mio cuore. C'è qualcosa, sul mio petto. Qualcosa che preme e mi toglie il fiato al ricordo della tua bocca sulla mia. Qualcosa che risveglia una fame antica e mai dimenticata, una fame insaziabile ed intemperante. Qualcosa che mi schiaffa addosso l'ombra dei tuoi occhi annebbiati e pieni d'odio che stringono i miei polsi con troppa, troppa forza. Le lacrime rotolano giù per le guance e si tuffano tra le pieghe del mio maglione. Non vedo più niente, e penso solo al desiderio che ho di te. Di starti accanto, di proteggerti dai ricordi luccicanti. Di amarti, forse. Non lo so.

Capisci, Peeta?
Perché io no.



NdA: Buooooooooon weekend a tutti quanti! :') Come state? :)
Spero vi sia piaciuta, sul serio. Sono (stranamente) soddisfatta, benchè non si tratti di chissà che cosa. Voi che ne dite? ;) Lasciatemi una recensione, se vi va! 
Un bacione a chi, come la sottoscritta, è sopravvissuto al diabete di San Valentino e si prepara a trascorrere un sabato sera coi fiocchi :* E un'occhiataccia invidiosa a chi è felicemente accoppiato <3
V.


  
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