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Autore: ehjlarry_niallmydrug    15/02/2014    2 recensioni
Harry e Louis. Due ragazzi. Due storie. Un solo amore.
L'uno è la forza dell'altro.
“Non lasciarmi.”
“Non lo farò.”
“Me lo prometti?”
“Te lo prometto. Ti amo, Harry.”
Queste sono le ultime parole che si dicono, prima che il destino si prenda con se un altro cuore e un'altra anima.
E Harry si ritrova a parlare con Louis con solo due cose: il corpo e la carta. Ma dopo un po', il corpo di Harry si riempie di parole non dette, di sussurri appena sentiti, di promesse non mantenute. E così non può far altro che scrivere sulle bianche pagine del suo diario. Diventa uno scrittore, che per vivere ha bisogno di scrivere.
Poi gli viene tolta la carta.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DON’T LET ME GO. I’LL NOT – LA STORIA SFORTUNATA DI DUE RAGAZZI INNAMORATI                                                                                                           

                                                 A LARRY STYLINSON FAN FICTION

 

 

 

 

 

                                                         

        

                                                                                                                                24 dicembre 2013

 

Non sono capace di gestire questa situazione. È passato un giorno da quando te ne sei andato, ma spero ancora che tu possa tornare.

Oggi avresti compiuto 22 anni. Avevo già il regalo pronto, incartato, apposta per te. Ieri sera l’ho buttato via.

Era una maglietta con scritto “Harry Louis”, simile a quella che avevo io, e che poi mi hanno ordinato di buttare. Allora ero troppo ingenuo, eravamo troppo ingenui, per capirne il perché.

I ragazzi si ostinano a cercare di farmi divertire. Anche se so benissimo che anche loro soffrono quanto me. Ora sono rinchiuso in camera tua, e sono più vuoto che mai. Più di quando hai detto allegramente a tutti noi che uscivi con Eleanor. In quel momento, volevo solo sparire. Ricordo la tua faccia. Mi guardavi, tristemente. Perché già avevamo capito che il nostro sarebbe stato un amore impossibile.

Ma ora è diverso. Prima tu c’eri, potevo vedere il tuo sorriso, i tuoi occhi, potevo sentire la tua voce, potevo toccare la tua pelle, potevo stringere la tua mano.

Ora no. Non più.

Non so se riuscirò a continuare a sorridere. So che tu avresti voluto. Ma come posso sorridere, se la ragione del mio sorriso eri tu? Avrei dovuto capirlo da subito, capire che non ce la facevi più, che stavi lentamente andando alla deriva. Era una situazione troppo grande per te. Avrei voluto passare più tempo con te. Ora non ne ho più l’occasione. Sto guardando lo specchio e vedo una persona diversa. Non il solito Harry. Il solito Harry aveva bisogno di te per stare bene.

Sto provando a sorridere, giusto per rivedere le mie fossette. So quanto ti piacessero le mie fossette. Dicevi che erano dolcissime.

Niente, la mia faccia mi impedisce di sorridere.

I miei occhi? Morti. Spenti. Vuoti.

Non so se in questo momento tu mi stia vedendo o roba del genere. Se sì, ti starai chiedendo perché sto scrivendo questo diario a te. Il fatto è che ho intenzione di leggertelo, volta per volta. Come quando io non riuscivo a dormire, e tu mi leggevi qualcosa. Stavolta sarò io a leggere, ma non per cercare di addormentarti, ma per far sì che il tuo sonno infinito sia il più bello.

Domani verrà la tua famiglia per organizzare insieme a me e ai ragazzi il tuo funerale. Vorrei fare le cose in piccolo. Una cerimonia intima. Tu, io, e le persone che ti stavano più a cuore.

Ho chiamato Eleanor, ieri sera. Nonostante qualche frattura e una bruciatura sotto il mento, e il vuoto incolmabile lasciato da te, ha detto che sta bene. Mi ha ringraziato per averla chiamata e poi che le dispiaceva. Lì per lì non ho capito, quindi lei mi ha spiegato che tu non avevi mai voluto veramente stare con lei, anche se già lo sapevo. Anche se questo la faceva soffrire, perché lei ti  amava veramente. “Lui soffriva. Io soffrivo, per lui, per voi. Ti amava, Harry. Mi dispiace, è colpa mia.”, ha detto. Ero piuttosto shockato quando l’ha detto. Non sapevo se ridere o piangere. Ho finito la telefonata, salutandola con un “ciao” affrettato. Gli occhi mi si sono riempiti di lacrime e mi sono dovuto sdraiare per non svenire. Ho iniziato ad avere una forte nausea e mi sentivo la tesa scoppiare.

“Ti amava.” Quella frase mi rimbombava nelle orecchie così forte che non ero riuscito a sentire la chiave che girava nella serratura della porta di casa. Non c’è quindi da stupirsi che quando ho visto una figura che non riuscivo a distinguere per via delle lacrime entrare nel salotto, ho urlato.

Poi ho messo a fuoco, e ho visto una faccia conosciuta: Niall. È corso verso di me e mi ha abbracciato forte. Sentivo che tremava e piangeva. Mi sono alzato in piedi e l’ho stritolato in un abbraccio. Abbiamo pianto insieme e dopo mi ha chiesto se avessi bisogno di qualcosa.

“Louis”, stavo per rispondere, ma sapevo che sarebbe scoppiato in lacrime di nuovo. Com’è sensibile, quel ragazzo. Sensibile, dolce, amichevole, divertente… Dovrei passare un po’ più di tempo con lui. L’ho sottovalutato per molto tempo.

“P… puoi re… restare a dormire c… con me?” gli ho detto. Era successo di nuovo: balbettavo.

Quando mi  succede qualcosa di molto brutto, inizio a balbettare.

Niall ha annuito, poi è andato in cucina e mi ha preparato una tazza di tè con dei biscotti.

“E tu?” gli ho chiesto io, vedendo che non aveva preso nulla per sé.

“Ho già mangiato…” ha risposto lui. Niall non è bravo a mentire. L’ho capito subito che non voleva mangiare. Che non POTEVA mangiare. Probabilmente aveva lo stomaco chiuso. Come me.

“Non ho molta fame ora. Magari dopo…” ho detto, spostando il vassoio sul tavolo da caffè di mogano, quello che hai scelto tu. Lui ha sorriso, perché anche lui aveva capito che io non potevo mangiare. Un sorriso amaro.

Ho guardato Niall per un po’ e ho visto che lui reagiva in modo diverso. Mentre io ero freddo, fermo, incapace di ogni emozione, Niall non la smetteva di piangere. La sua faccia, al contrario della mia, era rossa. Era spettinato e le sue mani erano fredde. Mi sono alzato per prenderci una coperta, poi ho acceso il lettore DVD e ho fatto partire Grease, il tuo film preferito.

A circa metà film, ho messo in pausa perché non riuscivo a continuare a vederlo. L’ultima volta che l’avevo visto era stato il 12 dicembre. Con te.

Niall mi ha guardato con fare interrogativo, e gli ho detto: “Non credo che questo mi aiuterà a lasciarmi il passato alle spalle.”

L’ho detto come me l’aveva detto Zayn la mattina in cui il poliziotto è arrivato ad avvertirci della tua scomparsa, ovvero ieri. “Devi cercare di lasciarti il passato alle spalle, Hazz.” ha detto lui, mettendo la sua mano sulla mia spalla, mentre cercava a stento di trattenere le lacrime.

Il biondo ha annuito. Non aveva detto una parola dalla cena non fatta.

“Vuoi sapere una cosa?” gli ho domandato. Lui è stato fermo, e io ho pronunciato solo una frase. “Lui era già morto.”

Niall mi ha guardato, e credo che finalmente i miei occhi si fossero accesi per un attimo.

Beh, Niall mi ha guardato e poi mi ha abbracciato. “Lo so.”, ha sussurrato.

Ci siamo addormentati dopo poco sul divano, mentre ascoltavamo… che canzone era? Forse Rain di Mika, non ricordo. Sinceramente non facevo molto caso alle canzoni che stavamo ascoltando.

Stamattina mi sono svegliato alle 6, e Niall era già in piedi. Ha fatto una doccia fresca e si è mes- so l’accappatoio che gli avevo dato la sera prima per coprirsi dal freddo, visto che la coperta non gli era servita a nulla. Mi sono alzato a sedere e Niall è entrato in salotto. “Buona Vigilia, e b…”, ha detto mogio, con un sorriso amaro sul volto e le lacrime agli occhi. La doccia non gli era servita a molto, dato che aveva gli occhi incrostati per via delle lacrime. Presumo che abbia pianto tutto il tempo. Sapevo cosa stava per dire. “e buon compleanno a Louis.”

Fortunatamente si è trattenuto. Appena ho realizzato che era il tuo compleanno, sono sbiancato e mi sono sdraiato di nuovo, piangendo. Ho perso il controllo, ho avuto tipo una scarica di adrenalina, così mi sono alzato e ho rivoltato la stanza, buttando vasi per terra, rivoltando sedie, urlando cose orribili, dicendo che non dovevi morire, mentre Niall mi urlava contro di smettere e piangeva. Ha cercato di fermarmi, ma io gli ho sferrato uno schiaffo sulla guancia destra, così forte che ora, che sono le cinque e mezzo, ha ancora il segno.

Niall mi ha guardato, smettendo improvvisamente di piangere, e io sono stato pervaso da un senso di colpa immane. Sono cascato per terra piangendo, chiedendo scusa a Niall. Lui non era arrabbiato. “Non… non è colpa tua, Harry. So cosa stai passando…”, ha detto con una voce fievole, cercando di non far capire che stava costringendo sé stesso di non piangere.

Mi ha allungato la mano, e io l’ho presa. Mi ha aiutato ad alzare e mi ha portato fino a camera mia aiutandomi a camminare. Avevo la mano insanguinata perché sono cascato sui cocci di un vaso. Poi mi ha poggiato sul letto. So quanto ha faticato, dato che lui è più gracile di me, ma non ha dato segno di cedimento.

“Niall, potevo fare da solo…” gli ho detto riconoscente.

“Non ti preoccupare, Hazz. È… –  e  qui ha fatto una pausa – È tutto ok.”, ha risposto sorridente. È questo che mi piace di Niall. In realtà era tutto tranne che “ok”, ma Niall è capace di sorridere anche nel momento peggiore. Ha una solarità, quel ragazzo… Quando sorride, viene voglia di sorridere anche a te. Quando piange, vorresti piangere anche tu…  È capace di trasmetterti le sue emozioni.

“Vado a prenderti una coperta. E anche una fascia per la mano.” ha detto, poi è uscito lasciandomi solo. Mi sono addormentato e ho sognato te che cantavi la tua canzone preferita nostra, Moments.

 

***

 

A svegliarmi è stato Liam. Mi ha dato una piccola scossa sulla spalla. Ho aperto gli occhi lentamente e lui mi ha sorriso.
“Ehi, Hazza.”

“Ehi, Leeyum.”

Stava piangendo. Lentamente, ma stava piangendo. Si è messo a sedere e ha tirato su col naso. Si è asciugato le lacrime con la mano, poi mi ha sorriso con gli occhi ancora rossi.

“Beh, come va?”

“Male, Liam. Voglio Louis.”

“Anche io, Hazza. Ma sappiamo entrambi che non tornerà. Forse è meglio così, lo sai quanto soffriva.”

Ho annuito, anche se molto rattristito.

“E poi, gli incidenti capitano.”

Non ho resistito. So che dovevo stare zitto, ma non volevo che pensassero che era stato un incidente.

“Liam, posso farti vedere una cosa?”

Liam ha fatto cenno di sì, così ho preso il biglietto.

 

22 dicembre 2014

Ore 23:47

 

Caro Harry,

so cosa pensi in questo momento: perché cavolo Louis mi ha lasciato una lettera?

La verità, Harry, è che non ce la faccio più. Non sei tu, ne i ragazzi. Sono io. Siamo noi. Io e te.

Sai, Harry, dalla prima volta che ti ho visto, nel bagno di X Factor, ho capito, beh, lo sai. Ho capito che ti amavo. E poi, tutto è venuto da solo: l’unione della band, le sere passate davanti al fuoco a provare le canzoni e mangiare mash – mellow al quale sei allergico, la festa e quel bacio. Ricordi quel bacio? Il nostro primo bacio. Era il 27 gennaio 2011, ed eravamo a una di quelle feste fra i finalisti di X Factor. Tu mi hai preso per mano, mi hai chiesto scusa – che poi, scusa per cosa? – e mi hai dato quell’incredibile, indimenticabile bacio. Solo me e te. I ragazzi ci hanno guardato per un attimo, e noi abbiamo fatto finta di essere ubriachi. Anche se alla fine, glielo abbiamo detto che era vero. Beh, Harry, sappi che non è mia intenzione farti stare male. So quanto stai soffrendo, anch’io sto soffrendo, mentre ti scrivo questa lettera. E soffrivo anche prima.

Ci ho messo un po’ prima di prendere questa decisione. Harry, perdonami, perdonami per quello che sto per fare. Mi mancherai, io mancherò a te, mi mancheranno anche i ragazzi, la mia famiglia, le fan, Simon, i miei amici e anche El. E credo che io mancherò a loro. Però, vedi, Harry, la vita spesso non va come si vuole che vada. E bisogna fare qualcosa per farla andare come si vuole. Noi ci abbiamo provato, ma è stato inutile. Ti amo, Harry, ti amo e ti amerò, sempre. Se ti arrabbierai, farai bene, perché la mia scelta è stata la peggiore, in un certo senso. Solo che non sono una persona forte. Non ce la faccio più.

Vorrei poterti abbracciare e dirti parole dolci e rassicuranti, ma non posso. Addio, Harry, buona fortuna. Spero che tu possa trovare qualcuno che ti ami come io ho amato te. E anche buona fortuna ai One Direction. Vi voglio bene. Non dire che ti ho scritto questo biglietto, deve essere una cosa fra me e te. E non piangere, Harry, sii felice, sorridi, pensa che ora sto meglio. So che ce la puoi fare. Io credo in te. Non ti abbattere, vai avanti, vivi e sogna.

Ricordati: tu ed io, noi non vogliamo essere come loro, noi possiamo farcela fino alla fine, nulla può venire fra te e me, neanche Dio lassù può separarci, no, nulla può venire fra me e te, fra me e te.

Ancora “scusa” e ancora “ti amo”,

Louis.

 

P.S.: Ti ho lasciato un regalo di Natale, è sotto l’albero. Non aprirlo fino al 25. Ne ho lasciato uno anche per gli altri. Vi voglio bene.

 

 

 

 

“C… cosa?”

Liam ha alzato lentamente gli occhi dal foglio, dopo averlo letto ad alta voce.

L’ho guardato, i suoi occhi scuri che fissavano i miei.

“Louis… Louis si… si è ucciso?”

Ho annuito con le lacrime agli occhi.

Ha piegato il biglietto e lo ha dato a me. Senza dire una parola, è uscito dalla stanza, composto e ordinato, l’ha chiusa e, dopo essere entrato in bagno, ha urlato, piangendo e battendo pugni sul muro. Ho sentito le grida di Zayn e i suoi passi, seguiti da quelli di Niall.

Mentre aspettavo che lo tranquillizzassero, ho guardato la mia mano. Era fasciata, la benda rossa e le dita violacee. Stavo continuando a perdere sangue, e la circolazione nelle dita si stava fermando. Ho tolto la benda e lasciato che il sangue continuasse a scorrere, mentre osservavo un rivolo rosso lucente scendere dal palmo della mano. L’odore metallico del sangue ha invaso i miei sensi. Mi sono messo seduto e ho cambiato la benda con una che probabilmente Niall aveva lasciato lì. Ho guardato la mia mano. Era tutta tagliata e in un punto la pelle stava venendo via. Mi sono messo la benda e mi sono sdraiato di nuovo, perché non avevo voglia di andare dai ragazzi.

Adesso vado, Louis. Mi stanno chiamando.

A domani, e ancora buon compleanno.

Tuo, Harry.

 

***

 

SPAZIO AUTRICE

 

 

    EHIIIIII PIPOL! Allora, questo in realtà non è il capitolo 1. Diciamo che sono le pagine della Vigilia di Natale ouo. Beh, come credo abbiate capito, è una specie di diario scritto da Harry in “onore” di Louis. Louis è morto (come sempre dehehe) e Harry è triste (ma dai? Mi sembra di essere in una puntata di Peppa Pig. Ti amo Peppa, sei la mia idols xdxd). Quindi si sfoga in questo diario segreto come se parlasse a Louis.

Dovrei aggiornare fra una settimana, ma sappiamo tutti che non sarà così. Quiiiiindi, ci si vede non so quando. Spero che la storia vi piaccia, aggiungete ai preferiti, seguite e recensite la storia please. C’ho messo tutta me stessa.

Vbb io vado.

Pace, amore e Larry Stylinson.

 

xXdeheXx

 

P.S.: la mia “firma” sarà questa. Ve se ama xdxdxd dehiho.

P.P.S.: sono consapevole del fatto che la storia è molto simile a 99 Days Without You. Ma volevo dire che in realtà ho iniziato a scrivere questa prima di leggere quella. Quindi skst L

 

 

 

 

 

 

  
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