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Autore: Yue_e_Yami    15/02/2014    0 recensioni
Storia basata sulla leggenda giapponese secondo cui, dopo aver realizzato mille origami a forma di gru, si può esprimere un desiderio. Hizumi x Tsukasa - Karyu x Zero
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cranes
“Tsukasa, sei pronto?” mi domanda Karyu da fuori dalla mia stanza.
Finisco in fretta l’origami che stavo facendo, per poi nasconderlo insieme agli altri e rispondere con un neutro:
“Quasi.” a cui non segue replica.
Aggiorno il conteggio di quanto fatto, senza trattenere un sospiro quando mi rendo conto che ne mancano ancora quattro.
Solo quattro..
Ed è già passato un anno..
Lancio una veloce occhiata al comodino e, specialmente, ad una delle tante foto presenti e all’altra persona che vi compare insieme a me.
Insieme e.. Così vicino..
Scuoto la testa per non pensare a niente e, dopo un’occhiata poco attenta allo specchio, mi affretto a terminare di prepararmi, in modo da poter raggiungere i miei compagni di gruppo, a cui dico:
“Possiamo andare.” mi fissano per solo una manciata di attimi, fortunatamente senza chiedermi nulla e, dopo essersi guardati, è Zero a mormorare:
“Andiamo, allora.. Ci starà aspettando!” annuisco appena e lo seguo insieme a Karyu, fino in strada, dove quest’ultimo esclama allegramente:
“Abbiamo preparato tutto, quindi non devi neanche preoccuparti!”
“Bene.. Grazie..” bisbiglio, perdendomi qualche attimo a fissare un petalo di ciliegio che, senza troppe difficoltà, termina la sua caduta sul palmo della mia mano, che tendo apposta per non farlo cadere a terra.
È anche una bella giornata, dopo tutto..
“No, non insistere!” prosegue poi il chitarrista, impedendomi di immergermi nei miei pensieri “.. Non c’è bisogno che ti disturbi, portiamo tutto noi!”
“Eh? Ah! Scusa.. Datemi pure qualcosa..”
“Ah, non dargli retta!” interviene Zero, zittendo il più alto prima che possa parlare “.. Non è un problema!” provo ad accennare ad un sorriso ma, dato il sospiro che entrambi non riescono a nascondermi completamente, capisco anche di non esserci riuscito come vorrei.
Sospiro anch’io, ma interiormente e non aggiungo altro, con il risultato che restiamo in silenzio fino a raggiungere la nostra destinazione.
“Hizumi!” esclama allegramente Karyu, appoggiando il suo fardello per terra “.. Eccoci qui! Ti siamo mancati, eh?” lascio che sia Zero a cambiare i fiori, sostituendo a quelli vecchi, i nuovi presi per l’occasione, intanto che io rimango in piedi, a fissare in silenzio i segni incisi nella pietra della lapide e la foto del suo proprietario.
Il mio ragazzo..
Il mio.. Ragazzo..
Mi riprendo solo quando ormai è tutto sistemato e, non avendo nient’altro da fare, mi limito semplicemente a sedermi anch’io sulla tovaglia stesa a terra, aiutando comunque a dividere in parti più o meno eque il nostro pranzo.
Mangio a tratti, perdendomi di tanto in tanto ad ascoltare i miei compagni che aggiornano quello che fino all’anno scorso era il nostro cantante nel loro abituale casino, raccontandogli come al solito, tutto quello che è successo dalla nostra ultima visita.
Riesco anche a sorridere un paio di volte, durante tutto il tempo che rimaniamo lì e, a pomeriggio ormai inoltrato, la mia attenzione viene catturata da Karyu che, sollevandosi leggermente sulle gambe, mormora:
“Senti, Tsukasa.. Noi torniamo. Tu.. Perché non rimani ancora un po’? Avrai un sacco di cose da dirgli, giusto?” lo fisso spaesato per alcuni secondi, prima di capire e, di conseguenza, accennare ad un gesto di assenso, che lo fa sorridere.
Dopo di che, entrambi si alzano, cominciando a radunare le prime cose.
“Aspettate..” li fermo “.. Ci penso io dopo..”
“Non preoccuparti..” mi rassicura Zero, sorridendo “.. Tu fai pure con calma.” lo osservo terminare di radunare tutto e poi allontanarsi insieme, lasciandomi da solo davanti alla tomba del mio ragazzo.
Tengo gli occhi fissi sulla pietra, senza riuscire a dire una sola parola, anche dopo essere sicuro di essere completamente da solo.
Un sacco di cose da dirgli..
È vero..
Ma non so neanche da dove iniziare..
Proprio per questo, trascorro ancora del tempo nei miei pensieri, fino a quando mormoro, sentendomi anche abbastanza stupido:
“Stiamo cercando un batterista. Per i live.. Qualcuno che suoni al mio posto durante i concerti.. Suono ancora la batteria, non pensare. Almeno per le registrazioni.. Però.. Sto cantando io, adesso. È strano, ma..” ma non voglio che qualcuno prenda il tuo posto..
Non voglio vedere qualcuno che non sei tu cercare di imitarti davanti ai miei occhi..
“E non ridere, cretino..” lo riprendo, sottovoce, distogliendo solo per pochi attimi lo sguardo dalla sua foto, per poi riportarlo quasi immediatamente ad essa “.. Lo so che lo stai facendo. Ti conosco.. Guarda che per me è difficile. Karyu mi sta aiutando un sacco, ma..” abbasso maggiormente la voce, concludendo:
“È più difficile di quello che sembra.” come se non bastasse, il ricordo della sua voce a volte che si sovrappone alla mia..
Fa così male che mi blocca il fiato.
“E anche.. Più di quanto tu lo facessi sembrare.. Eri così bravo a far apparire tutto così semplice. Tutto così.. Naturale..” mi fermo per una manciata di secondi, tornando con la mente a quando eravamo ancora tutti insieme.
“Mi manchi..” confesso, abbassando ancora di più la voce “.. Tanto. Quando.. Quando il mattino mi sveglio e mi rendo conto che non ti vedrò.. E che non sentirò la tua voce se non nelle registrazioni vecchie, io.. Mi sembra di impazzire..” porto una mano davanti alla bocca, nel tentativo di coprire il tremore che mi ha preso la voce e, nel farlo, mi accorgo di una lacrima che mi è scivolata sul viso, a cui ne sussegue un’altra, poi ancora una e così via.
“Hizumi..” singhiozzo, chiudendo gli occhi e lasciando uscire tutto il pianto che mi è rimasto dentro.
Mi rannicchio su me stesso, provando a trattenermi, senza successo.
“Non.. Io non.. Non ce la faccio, Hizumi.. Non ci riesco.. Non sono in grado di..” andare avanti..
Mi sostengo con una mano vicino alla sua foto e, guardandola, proseguo:
“Perché? Perché sei.. Dovuto morire prima di me? Perché te ne sei andato?! Perché.. Perché mi hai lasciato da solo?” voglio vederti..
Anche solo per un attimo..
Anche solo per un frammento di secondo..
Ho bisogno di te..
Continuo a piangere per non so quanto tempo e, quando finalmente riesco a calmarmi almeno in parte, mi asciugo il viso dalle lacrime, sussurrando con un accenno di sorriso:
“Che figura, piangere in quel modo..” sospiro, per poi accarezzare il viso del mio ragazzo con la punta delle dita.
“Ti amo.” bisbiglio, sporgendomi nella sua direzione per baciarlo.
Osservo la lapide ancora per pochi istanti, prima di alzarmi e sorridere ancora una volta, ricordando ad entrambi:
“Ne mancano solo quattro..” e questo significa “.. A presto.. Hizumi..” dopo di che, mi volto, con l’intenzione di lasciare definitivamente questo posto.
Zero e Karyu cominceranno anche a preoccuparsi, se non mi affretto a tornare..
Faccio solo un paio di passi prima di venire investito da una dolce ma fredda brezza, a cui si accompagna uno:
“Tsukasa..” molto lieve.
Ma da una voce che riconosco immediatamente.
Anche se non la sentivo da un anno..
Mi volto di scatto, bloccandomi completamente anche con il respiro quando i miei occhi si posano sulla figura, semitrasparente, del mio ragazzo.
“Hi.. Hizumi?” mormoro, avvertendo nuovamente la vista annebbiarsi a causa delle lacrime che, ancora, mi sono salite agli occhi.
Accenna ad un mezzo sorriso, senza muoversi di un millimetro e, abbassando leggermente lo sguardo, esattamente come faceva quando si sentiva a disagio, mi chiede:
“Come stai?” lo fisso ancora per qualche attimo, per cercare di capire se ho sentito bene e, quando ottengo conferma di ciò, ribatto, senza frenare una lacrima che mi scivola piano su una guancia:
“Come vuoi che stia?!”
“Scusa..”
“Io.. Io..” lo ignoro “.. Volevo rivederti! È un anno che penso solo a questo! Io volevo.. Dovevo dirti..” ho bisogno di dirti “.. Che.. Mi dispiace..” mi lascio cadere in ginocchio e, chinando leggermente la testa per nascondergli le lacrime che, ormai, scendono senza il mio controllo, proseguo:
“Per ogni volta che.. Che non ti guardavo.. E che facevo il sostenuto solo per..” per punzecchiarlo..
E per avere la sua attenzione..
“Guarda che non c’è nulla di cui tu debba scusarsi.” mi fa notare, dolcemente “.. Anzi.. Se c’è qualcuno che deve chiedere scusa, quello..”
“Tu non capisci!” lo zittisco, stringendo i pugni “.. Tutte quelle volte..! Tutte quelle volte sono diventate.. Occasioni buttate. Erano occasioni in cui potevo vederti e, magari, starti accanto.. E ora..” ora non posso..
Tornare al passato mi fa così male..
E la consapevolezza di tutto il tempo che ho sprecato infierisce e basta.
“Tsukasa.. Non potevi saperlo..”
“Non giustificarmi!” urlo, tornando a guardarlo “.. Non.. Giustificarmi..”
“Io non ti giustifico.” replica, tranquillamente “.. Io ti amo.” lo fisso in silenzio, per qualche secondo, senza sapere cosa dire né riuscire a fermare le lacrime che ancora mi rigano il volto.
Mi serve un minuto buono prima di avere la forza di ribattere:
“E non mi consolare.. Non riesci a farmi star meglio..”
“Tsukasa..”
“Vorrei..” confesso “.. Che tu potessi abbracciarmi..” vorrei..
Sentire il suo calore..
E il suo profumo..
Vorrei sentire lui.. Al mio fianco..
“Tsukasa..” mormora “.. Lo so che Karyu e Zero sarebbero felici di sapere che finalmente sei riuscito a sfogarti, ma.. Così.. Mi fai solo stare peggio. Mi hai fatto una promessa. O meglio.. Ci siamo fatti una promessa.” si riferisce a quella?
“Stronzate, Hizumi..” sussurro, per poi ripetere, a voce decisamente più alta:
“Stronzate! Quella promessa..!” sono costretto a fermarmi, a causa di singhiozzo che mi blocca le parole in gola e che gli consente di ricordarmi:
“La cosa era partita da te.” lo so che era partita da me..
Che ero stato io ad insistere che me lo promettesse..
“Io..” volevo che fosse lui a promettere a me che sarebbe andato avanti qualsiasi cosa fosse mi fosse successa..
Ma..
“Non puoi credere che io riesca davvero ad andare avanti..” confesso “.. A sorridere.. E a ridere.. Senza di te.” non risponde ed io non ho la forza di fare altro se non piangere in silenzio, a testa bassa.
Mi servono diversi minuti, prima di smettere e, rialzando gli occhi, davanti a me vedo solo il vuoto.
“Hi.. Hizumi?” chiamo, incerto “.. Hizumi?” mi guardo intorno, nella speranza di scorgere nuovamente il mio ragazzo, cosa che non avviene.
Già..
Che scemo..
È ovvio che lui non può essere qui..
Sospiro interiormente, per poi alzarmi, pulirmi i calzoni e, dopo un rapido saluto alla sua tomba, mi dirigo di nuovo verso casa.
Faccio giusto in tempo a varcarne la soglia, prima di rischiare quasi di scontrarmi con Karyu che, probabilmente, deve essermi corso incontro.
“Era ora!” esclama, scrutandomi un po’ troppo attentamente “.. Ci hai messo tanto!”
“Sì, beh..” mormoro, distogliendo lo sguardo “.. L’hai detto tu, no? Probabilmente avevo un sacco di cose da dirgli.” rimane in silenzio per alcuni istanti, sempre con gli occhi su di me, per poi domandarmi:
“Va tutto bene?”
“Non lo so.” ammetto “.. Non lo so proprio.” l’ho rivisto, è vero..
Era quello che volevo.
Ma ora.. Non posso non pensare ancora più intensamente al fatto che avrei voluto che mi portasse con sé.
E al fatto che voglio stare ancora con lui.
“Che ne dici di un bel bagno caldo?” propone “.. Dovrebbe essere già pronto.” accenno ad un sorriso, soffiando:
“Magari..” sorride di rimando, replicando:
“Allora vai! E per cena..!”
“Mangiate pure senza di me.” lo interrompo “.. Io.. Io ho già mangiato anche troppo.”
“Ma..” non ascolto cos’altro aggiunge e, a passo piuttosto svelto, mi avvio verso il bagno, incontrando circa a metà strada anche Zero che, vedendomi, mi sorride, chiedendomi:
“Bagno?” annuisco e, per fortuna, non aggiunge altro, con il risultato che, dopo un veloce cenno della mano, lo supero, sino a raggiungere la mia destinazione.
Mi spoglio e, dopo una doccia rapida, mi immergo nell’acqua ancora fumante, dove cerco di rilassarmi, tirando indietro la testa e chiudendo gli occhi, mentre la voce del mio ragazzo torna a riecheggiarmi nella mente.
Purtroppo, mi perdo nei miei stessi pensieri più di quanto avrei voluto concedermi, con il risultato che vengo avvolto da un torpore che mi impedisce di restare sveglio come vorrei.
Mi sforzo di alzarmi e, un po’ debolmente, mi rivesto, trascinandomi con molta lentezza fino alla mia stanza, dove mi lascio cadere steso sul letto.
Ho sonno..
Ma oggi.. Ho deciso che le avrei finite oggi..
Mi sollevo leggermente, quel che mi è sufficiente per sbirciare i fogli sul comodino ma, prima di metterli a fuoco, la mia attenzione viene completamente catalizzata da quattro gru, perfettamente piegate e messe una accanto all’altra.
Ma..?
Le raggiungo immediatamente, prendendone una in mano per osservarla e cercare di capire da dove vengano e, dopo aver controllato che non provengano dalle 996 che ho già fatto, trovo la mia risposta quando i miei occhi si posano sulle foto accanto ad esse.
Non nascondo un sorriso, nonostante una lacrima mi scivoli sulla guancia, mentre sussurro:
“Grazie.” sistemo per bene anche quest’ultime e, sentendomi finalmente bene, mi stendo nel letto, fissando il soffitto per qualche attimo, prima di scivolare senza rendermene conto nel mondo dei sogni, dove, ad accogliermi trovo la figura sorridente di Hizumi che fa sorridere anche me.
Mille gru..
E il mio desiderio è..

Un anno dopo

“Zero.. Sei pronto?” mi volto verso Karyu e, sorridendo, annuisco, rispondendogli anche a parole:
“Sì. Possiamo andare.”
“Tutto bene?” domanda, incerto.
“Tutto bene.” confermo, sorridendo di nuovo “.. Andiamo, prima che sentano troppo la nostra mancanza!” mi risponde con un cenno della testa, per poi prendermi per mano, inducendomi a seguirlo.
Così faccio, senza oppormi e, mentre camminiamo uno accanto all’altro, restiamo in completo silenzio, fatta eccezione per qualche scambio neutro di battute, fino a quando vengo distratto da qualcosa che vola non molto distante da me e che, quando guardo, riconosco essere due petali di ciliegio.
Rimango ad osservarli muoversi nel vento, mentre non posso fare a meno di pensare ad un anno fa.
Un anno fa, noi..
Vengo interrotto da un sospiro alle mie spalle, seguito dalla voce di Karyu che mi riprende:
“Ci stai ancora pensando.” lo guardo e, sapendo di non poterglielo nascondere oltre, mi arrendo a confessare:
“Sì. È che.. Sono sempre più convinto che avrei dovuto accorgermene.”
“Di Tsukasa?” domanda, spostandosi di fronte a me.
Non rispondo, ma credo che gli basti il mio sguardo per capire che la risposta sarebbe affermativa.
Sospira, appoggiando quello che sta portando in terra, così da poter intrecciare la mano che ha appena liberato tra i miei capelli, mormorando:
“Zero.. Come avresti potuto?”
“Gli siamo stati accanto un anno, prima che succedesse.” gli ricordo, stringendo i pugni “.. Un anno! Possibile che per tutto quel tempo non abbiamo mai sospettato nulla?! Che non ci siamo mai accorti neanche una volta che stesse male?!” e non mi riferisco al fatto che soffrisse per la morte di Hizumi, ma che erano le sue condizioni fisiche ad essere compromesse!
Comincia ad accarezzarmi i capelli, nel tentativo di calmarmi, intanto che replica:
“Probabilmente non se ne è reso conto neanche lui. Dopo che Hizumi è morto, lo sai anche tu che Tsukasa si è chiuso completamente in se stesso. E non ci ha più lasciato capire il suo stato d’animo. Di conseguenza, non abbiamo neanche potuto aiutarlo.”
“Avremmo potuto..” ribatto, distogliendo lo sguardo dal suo “.. Stargli più vicino.” appoggia la fronte alla mia, facendomi chiudere gli occhi, soffiando:
“Non si sarebbe fatto aiutare.”
“Già.” ammetto “.. Temo che tu abbia ragione.”
“Infatti!” esclama allegramente, per poi scivolare con le labbra sulla mia fronte, dove aggiunge:
“Quindi non sentirti in colpa. Anche perché.. Ci sono io. Ok?”
“Ok.” aspetto che si allontani per sorridergli e, quando anche lui fa altrettanto, raccoglie le sue cose, così da riprendere il cammino e raggiungere il cimitero.
Ci fermiamo solo davanti alle due lapidi dei nostri ex compagni di gruppo dove, portando la mia attenzione alla foto di Tsukasa, non posso fare a meno di sorridere.
Non avrebbe voluto il nostro aiuto.
Tutto quello che voleva era.. Semplicemente raggiungere Hizumi.
E credo che ora non possa volere nient’altro..
E che in nessun altro modo possa essere felice.

** Fine **

Questa fanfic è nata da un flash che ebbi qualche tempo fa. Per liberarmene, l'ho scritta.. Non è il massimo dell'allegria, ma almeno non mi tormenta più! XD
=Yue=

  
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