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Autore: I Fiori del Male    16/02/2014    3 recensioni
- Quanta roba hai preparato? – chiese stupita, vedendo l’esagerata quantità di biscotti in forno e le torte attraverso il vetro del grosso frigo.
-Parecchia. A San Valentino abbiamo sempre avuto tanta gente ... – si giustificò lui con un sospiro. Lei prese una sedia e si sedette accanto a lui, la bambina che giocherellava con i riccioli biondi del papà.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mmmh... vediamo: cioccolato oppure frutta? Magari entrambi...

Peeta Mellark aveva gli occhi incollati al ricettario di famiglia.  L’indomani sarebbe stato il giorno degli innamorati, San Valentino, e il forno avrebbe di certo avuto più clienti del solito, malgrado generalmente fossero in pochi a potersi permettere torte e pasticcini.
Gli scorsi anni perfino qualche minatore era venuto a far loro visita, per spendere i pochi soldi a disposizione per un pensiero alle proprie mogli, o fidanzate perché molti erano giovanissimi. Da quando aveva cominciato a lavorare anche al banco, a stretto contatto con i clienti, per San Valentino faceva sempre in modo di essere lui a servire al posto di sua madre. Con lei al comando, molte persone se ne sarebbero andate a mani vuote avendo lei il pessimo vizio di discriminare la gente del giacimento. 
Qualche volta capitava che qualcuno arrivasse con qualche soldo meno del dovuto. A volte era questione di centesimi ma sua madre era inflessibile. Due anni prima cacciò via un bambino venuto a comprare un dolcetto per la madre, con una cattiveria tale che il piccolo si mise a piangere in mezzo alla strada e a nulla servirono le coccole dei passanti, tutti d’accordo nel considerare quella donna la strega del quartiere.
Lui approfittò di un momento di distrazione della donna per sgusciare in mezzo alla piccola folla che s’era formata e ficcare in mano al ragazzino un tortino appena sfornato, avvolto in un fazzoletto, per poi sussurrargli di correre a casa. Alzandosi per tornare al forno, vide sbucare tra la gente i volti di Prim e Katniss che lo fissavano.
Il tempo parve fermarsi li, negli occhi grigi di Katniss fissi nei suoi. Prim le tirò una manica, lei si accucciò per sentire cosa volesse ma non disse nulla in risposta. Si limitò a fissarlo ancora un po’, per poi voltarsi e riprendere la strada di casa. Peeta avrebbe giurato di aver visto gli angoli della sua bocca sollevarsi leggermente.

Fu il San Valentino più bello della sua vita.
 
Peeta strofinò la manica della camicia sulla fronte, per asciugarsela. Faceva molto caldo al forno, malgrado fossero le cinque del mattino. Ormai aveva perso l’abitudine.
Aveva infine deciso con cosa ricoprire la torta appena preparata e stava facendo sciogliere il cioccolato in un pentolino.
Mescolando lentamente, sentiva il rumore del cucchiaio che strusciava a tratti sul metallo. C’era troppo silenzio, una quiete che faceva male perché sapeva di cose perdute. Un tempo lì con lui ci sarebbero stati i suoi fratelli e suo padre, impegnati ciascuno in qualcosa per alleggerire il lavoro. Si sarebbero sentite chiacchiere e risate. Ora toccava a lui solo mandare avanti l’attività, suo padre ci teneva tantissimo e lui aveva imparato ad amare quel lavoro, a vivere della gioia che certe creazioni potevano dare alle persone.

Pensò a Katniss, che amava le focaccine al formaggio e cui s’illuminava il volto ogni mattina, trovandole sul tavolo ancora fumanti. E a quel bambino che, stringendo in mano il pacchetto, lo aveva guardato come fosse un piccolo miracolo tra le sue minuscole mani gelate.

Ci volle un po’ per ricoprirla, ma alla fine la torta venne bene. Ora toccava alla glassa. “Happy Valentine’s day”, diceva la scritta bianco latte sulla superficie marrone scuro, nella migliore grafia corsiva che gli riuscì. Rimase a squadrarla per un po’ prima di decidersi a depositarla in frigo, insieme alle altre che aveva preparato. I biscotti invece erano a cuocere in forno.

Si abbandonò stancamente su una sedia alla ricerca di cinque minuti di riposo, quando sentì bussare alla vetrata. Alzò lo sguardo e sorrise, vedendo Katniss di là dal vetro con la piccola in braccio. Non si aspettava di trovarla lì, in fondo era San Valentino, proprio l’ultimo dei giorni in cui sarebbe stata più carina del solito con lui.

Katniss entrò, annusando l’aria.

- Quanta roba hai preparato? – chiese stupita, vedendo l’esagerata quantità di biscotti in forno e le torte attraverso il vetro del grosso frigo.

-Parecchia. A San Valentino abbiamo sempre avuto tanta gente ... – si giustificò lui con un sospiro. Lei prese una sedia e si sedette accanto a lui, la bambina che giocherellava con i riccioli biondi del papà.

- Pensi a loro? – chiese lei, brutale come suo solito, ma lui sorrise perché quello era il modo di Katniss di mostrare solidarietà, comprensione.  Non era mai stata brava con le parole, ma lui era diventato bravo a decifrare il suo linguaggio dopo tutti quegli anni. Annuì.

- Mi mancano. Mia madre non è mai stata affettuosa e i miei fratelli mi prendevano sempre in giro, ma sento la loro mancanza, e papà...-

La sua voce si ruppe. Il padre era l’unico membro della famiglia che gli avesse mai dimostrato affetto. Da lui aveva imparato tutto ciò che sapeva in notti calde e faticose come quella. Con lui aveva compreso cosa volesse dire amare il proprio mestiere.

La bimba tese le braccia cercando il padre, e Peeta la prese, depositandole un bacio tra i capelli.  Sorrise, Peeta, perché la piccola Rue faceva svanire tutti i tristi pensieri solo guardandolo, con quegli occhi grigi così simili a quelli della donna che aveva sempre amato e avrebbe amato in eterno.  Stringendola a se però, sentì un odore stranamente familiare.

- Sei stata nel bosco con lei? – chiese lui, stupito. Katniss sorrise, colta in fallo, e annuì.

- Volevo vedere come avrebbe reagito. Ci siamo svegliate e mi è passata questa cosa per la testa... non lo so, un giorno vorrei insegnarle a cacciare. Volevo vedere se aveva preso da me o da... –

Stavolta fu il turno di Katniss di confrontarsi con la voce rotta e Peeta le avvolse un braccio attorno alle spalle, stringendola a se per poi baciarla delicatamente sulle labbra. Il nome di Prim si bloccò lì, tra quel bacio e i loro cuori, mentre a Katniss sfuggiva una lacrima.

- Ma io volevo insegnarle il mestiere di famiglia! - protestò lui scherzoso a pochi centimetri dalla sua bocca. Lei ridacchiò.

- Meglio non farlo, se davvero ha preso da me. – suggerì, scossa da una risatina. Si asciugò gli occhi col dorso della mano, poi sospirò, fissandosi i piedi. Uno strano sorriso le increspava le labbra, come volesse dire qualcosa ma esitasse a farlo, così Peeta, che era abituato anche a questo, decise di insistere.

- Ora cosa c’è? – chiese, posando una mano sulla sua.  – Katniss ... – la spronò, in tono di rimprovero.

- Scusa, stavo pensando. –

- Posso sapere a cosa? –

Lei sorrise ancora, tolse la mano da sotto la sua, poi gli afferrò il polso e posò la mano sulla sua pancia.

- Pensavo che potremo averne uno per ciascuno. Io porterò Rue a cacciare, tu potrai insegnare a cucinare a lui... o lei, chi lo sa? – suppose, senza guardare suo marito negli occhi.

Lui trattenne rumorosamente il respiro e ci fu un momento di silenzio. A risvegliarli fu una protesta di Rue, indignata per esser stata ignorata tanto a lungo.

- Katniss, stai dicendo che...? –

Lei annuì, continuando a sorridere, e lui intrappolò quel sorriso tra le sue labbra, e poi sulla sua lingua. Quel bacio così profondo li sconvolse entrambi. Erano passati tanti anni e di baci così se n’erano dati molti, ma non c’era speranza che si abituassero al fatto di volerne sempre altri, all’infinito, di non volersi separare mai.  Era sempre come cadere giù da altezze assurde, consapevoli di essere senza paracadute, pienamente certi del fatto che l’amore fa male in mille modi, nella stessa misura in cui fa vivere.
Ma non importava. Di cicatrici ne avevano tantissime, piccole e grandi, dentro e fuori, perché a un certo punto della loro vita si erano ritrovati nel bel mezzo di un incendio e, se anche non ne fossero mai usciti, avrebbero avuto la certezza di essere lì insieme.
 


*Angolo autrice* 

C
iao a tutti! Pubblico questa piccola one shot fluff due giorni dopo San Valentino. Anch'io mi sono concessa di essere dolce, stavolta :D Spero vi sia piaciuta. Mi scuso con la mia beta, per non averle sottoposto la storia prima di pubblicarla, ma non potevo aspettare un solo secondo di più quindi, Matita, spero che mi perdonerai :) 
Fatemi sapere! 

Un bacio :*
   
 
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