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Autore: Zomi    16/02/2014    14 recensioni
Cinquanta modi di amarsi...
Cinquanta momenti tutti loro...
Cinquanta attimi di una vita vissuta in due...
Cinquanta capitoli in cui i protagonisti saranno solo loro, Nami e Zoro, la loro storia, i loro caratteri e il loro amore...
Cinquanta capitoli, per cinquanta sfumature di un amore verde e arancione...
*Fanfiction offerta dal Midori Mikan: perchè a San Valentino non sono importanti i cioccolatini, è importante lo Zonami... ma non solo a San Valentino*
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti, Z | Coppie: Nami/Zoro
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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50 SFUMATURE DI ZONAMI
 
 


Sfumatura 1: Cura personale
 
Chopper posò il suo piccolo zoccolo sulla fronte rossa e calda di Nami.
-Mm…- mugugnò tastandola con attenzione -… hai la febbre alta- decretò, allontanandosi dal lettino dell’infermeria su cui la rossa sedeva.
Sospirando, Nami abbassò le spalle stanche, incapace di replicare come suo solito.
Sentiva tutte le congiunture del corpo scricchiolare dolorosamente, rabbrividendo di freddo, che tentava di contrastare stringendosi nelle spalle, che la facevano gemere di piccoli crepitii scricchiolanti.
-Hai preso l’influenza- si avvicinò alla sua scrivania il medico renna, scribacchiando su una cartellina.
-Non puoi darmi qualcosa?- borbottò mogia.
Era tutta la mattina che gironzolava per la nave, carica di microbi e con la testa pulsante di dolore.
-Devi riposare, stare al caldo. Miglior cura non c’è…- le sorrise la piccola renna, aiutandola a scendere dal lettino e accompagnandola alla porta dell’infermeria.
La cartografa storse le labbra, annuendo poco convinta.
Riposo?!? Lei?!?
E chi avrebbe governato la Sunny?
Chi avrebbe aggiustato la rotta durante la navigazione?
Chi avrebbe letto alla perfezione i cambiamenti del cielo e delle nuvole?
Chi avrebbe picchiato Rufy per le sue stupidate?!?
Scosse il capo, reggendosi la fronte con una mano, mentre avanzava nel corridoio diretta, invece che nella sua cabina come ordinato dal medico, sul ponte, a controllare quella benedetta rotta che tanto la preoccupava.
Passò davanti alla cucina, tremando infreddolita e storcendo le labbra mentre la testa le pulsava atrocemente.
Silenziosa e rannicchiata su se stessa, uscì dalla porta, affrontando il vento freddo di quella zona di mare.
-La mia adorata Nami swan non sta bene- si preoccupò Sanji, seguendola con gli occhi attraverso l’oblò della cucina.
-Ha la febbre…- trotterellò fin nella stanza Chopper, sedendosi accanto a Robin, intenta a leggere.
Zoro, sonnecchiante su una sedia attorno al tavolo, aprì appena un occhio, richiudendolo in fretta dopo averlo posato sul medico.
-… le ho detto di riposare, ma sapete come è fatta- scosse il capo sospirando la renna.
-Oh la mia Nami swannnn!!! Povera cara!!!- si straziò il petto Sanji –Le preparò subito un bordo caldo, un thè, una tisana…-
-Ma deve solo riposare…- borbottò Chopper, fissando sconcertato il cuoco inforcare mille pentole diverse, accendendo tutti i fuochi del piano cottura.
-… un passato di verdure, patate calde, un risottino in bianco…- continuò a prodigarsi, non ascoltando minimamente le parole della renna, e facendo sorridere divertita Robin.
Con calma, Zoro si alzò dalla sedia che occupava, andandosene, borbottando contro le moine mielose e stomachevoli del biondo casanova.
 
 
La nave ondeggiava.
O erano i suoi passi che traballavano?
Nami non lo sapeva proprio, sapeva solo che la testa le stava scoppiando, che le gambe facevano un male cane e che gli occhi bruciavano.
-Mm…- si lamentò avanzando nel corridoio.
La rotta era stabile, ma la sua scappatella fuori il castello di poppa le era costata cara: la febbre infatti era aumentata.
-Stupida influenza- borbottò stringendosi con le mani le spalle, cercando di scaldarsi.
Superò debolmente la sua cabina, decisa a richiudersi nel suo studio per lavorare alle cartine, ma una poderosa presa la strattonò dentro la stanza, richiudendo con forza la pesante porta.
-Ma… ehi!!!- si divincolò.
Con lo sguardo annebbiato dalla febbre, squadrò il suo sequestratore, gonfiando subito le guance adirata nel riconoscerlo ghignate e strafottente mentre le sbarrava la porta.
-Zoro!!!- sibilò –Che diamine vuoi? Ho da fare, io…-
-Spogliati-
Nami alzò gli occhi al cielo, sospirando.
-No buzzurro, ti prego- si portò una mano alla fronte –Niente sesso: ho male in ogni cellula del mio corpo e non saprei nemmeno eccitarmi…-
-Non voglio farlo mocciosa- sbottò rosso sul viso –Ho solo detto spogliati-
La cartografa l’osservò perplessa.
-Hai la febbre anche tu?- alzò una mano a posarla sulla fronte bronzea dello spadaccino -No, perchè stai dicendo un mucchio di scemenz…-
-Nami, spogliati- ordinò secco, afferrandole la mano sulla sua fronte e spostandola con delicatezza.
La rossa scosse il capo, iniziando a spogliarsi, gettando nella stanza i vestiti, fin quando non rimase con il solo intimo addosso.
-E ora?- borbottò infreddolita –Vuoi farmi morire di freddo?-
-Scema- ghignò Zoro, gettandole contro un pigiama –Su ora vestiti-
Nami obbedì, infilandosi il pesante e caldo pigiamone rosa, ornati di grossi mandarini rossi. Si osservò, aprendo le braccia, prima di rivolgere un’occhiataccia di fuoco al compagno davanti a lei.
-È da mocciosa- protestò.
-Tu sei una mocciosa- sghignazzò divertito, prendendola per mano e avvicinandola al letto.
Le alzò le coperte, obbligandola a stendersi sul materasso e a non obbiettare mentre la ricopriva con le pesanti trapunte.
-Chopper ha detto che hai la febbre e che devi riposare, ergo… - le baciò la fronte, accarezzandole i capelli ramati –…riposa-
Le diede le spalle, pronto a lasciare la stanza, ma la vocina infantile e dolce della rossa lo richiamò indietro.
-Tu non resti?-
Si volse a fissarla, tutta imbacuccata, con le gote rosse per la febbre, gli occhi stanchi ma il sorriso malandrino a illuminarle il viso. Ghignò compiaciuto.
Si, era decisamente una mocciosa.
-Perché dovrei? Il dottore ha detto che devi riposare, mica stare in compagnia…-
-Riposare e stare al caldo…- miagolò Nami, tendendo le braccia verso di lui –Non mi vuoi scaldare?-
Il verde scosse il capo sghignazzando, togliendosi gli stivali e infilandosi sotto le coperte con lei. La prese tra le braccia, stringendosela al petto e accarezzandole la schiena ricoperta di capelli, mentre la rossa faceva le fusa contro il suo caldo petto.
-Zoro?-
-Mm…?-
-Dopo facciamo l‘amore, vero?-
-Appena starai meglio…- le baciò la fronte.
Era già più fresca.
-Dormi- sbadigliò.
-E se entra qualcuno e ci vede?- si preoccupò, accoccolandosi meglio.
Nessuno sapeva di loro due, e vederli così, abbracciati l’un l’altro avrebbe messo dei sospetti.
-Dirò che sono la tua cura personale…- ghignò, accarezzandole il capo -… e ora riposa, al resto penseremo domani-

 




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