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Autore: SoGi92    17/02/2014    3 recensioni
L'amore fraterno non ha limiti. Malgrado le scelte che compiono, per quanto sbagliate possano essere, i fratelli si sostengono.
Il giovane Erik Miller scoprirà a proprie spese quanto questa frase sia giusta.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ti voglio bene, ma…

Ti voglio bene, ma…

Cambiamenti.

 

Ormai erano passati quasi due mesi dai fatti accaduti al gala. Nostra madre sembrava averci perdonato, anche se non avrebbe mai ammesso l’errore commesso da nostro padre sapevamo d’averla dalla nostra parte. Mentre, per quel che lo riguardava... nelle rare volte in cui lo avevamo visto ci ignorava semplicemente. Per lui non sarebbe stato così difficile da digerire un simile affronto.

 

Le nostre vite stavano, lentamente, tornando alla normalità: Jenny era sempre indaffarata tra il lavoro, le faccende domestiche e quel Jasper. Non era un tipo tanto male, lo dovevo ammettere, ma non lo avrei rivelato nemmeno sotto tortura. Randy era tornato in Europa da cinque settimane. Quel continente lo aveva davvero affascinato. Io invece… passavo da un colloquio all’altro, ma ancora di un lavoro nemmeno l’ombra. Per aiutare Jenny mi occupavo di piccoli lavoretti manuali in casa, non che fossi un grande esperto ma ogni tanto qualcosa di buono riuscivo a combinarlo.

 

Il suono del cellulare mi fece trasalire. Non appena vidi il nome del mittente sul display, non potei trattenere un sorriso.

 

-Come sta la mia psicologa preferita? – riposi, continuando a sorridere come un ebete.

 

-A parte un gran mal di testa… direi bene. Il tirocinio è davvero stressante!

Da qualche tempo Mindy aveva iniziato il praticantato come psicologa. Benché gli orari fossero buoni potevo capire che non fosse un genere di lavoro semplice.  -Senti…- disse dopo poco, sembrava un po’ in imbarazzo. –Stasera per caso… hai da fare?-

 

La domanda mi lasciò sorpreso. Ultimamente passavamo parecchio tempo insieme, era vero, ma mai mi sarei aspettato una domanda del genere. – Ehm… ecco vedi… io…- non ero ancora pronto ad avere nuovi appuntamenti. Non dopo la batosta della mia ex. Dovevo ammettere, però, che Mindy mi piaceva molto…

 

La sentii sospirare al telefono. –Non importa, ti capisco… non deve essere facile dopo quello che hai passato. Scusa, non avrei dovuto chiedertelo…-

 

-No, aspetta… - ma aveva già riattaccato. Mi buttai sul divano. Possibile che non riuscissi mai a trovate le parole giuste al momento giusto?

 

Il telefono squillò nuovamente. Mi affrettai a rispondere, non guardai nemmeno il mittente questa volta. .Mindy, scusa per prima io… -

 

-Ehm… Mi scusi, ma non sono questa Mindy…- a parlare era una voce maschile, sconosciuta alle mie orecchie. Perfetto! Erano le dieci di mattina ed aveva già fatto due figure meschine! –Lei è il signor Erik Miller?-

 

-S…sì, sono io… mi scusi per prima… -

 

-Non si preoccupi signor Miller. La chiamo da parte del signor Jeff Dixon.- quel nome non mi suonò nuovo. Mi sembrava fosse quello di uno degli uomini da cui avevo avuto un colloquio. –Il signor Dixon è rimasto veramente colpito dal suo curriculum e dalla sua presentazione. Pertanto vorrebbe offrirle un contratto di prova di tre mesi. E se dovessero andare a buon fine vorrebbe che entrasse a far parte del personale fisso dell’azienda.

 

Quello doveva essere un sogno! Non potevo credere alle parole che quel tipo aveva appena pronunciato. –C…certo! Ne sarei onorato… -

 

-Bene, la aspettiamo lunedì mattina alle otto presso la nostra sede. Buona giornata. –

 

-Buona giornata a lei. – riattaccai. Un enorme sorriso comparve sul mio volto e iniziai a saltare per tutta la stanza. Se qualcuno fosse entrato in quel momento mi avrebbe preso per pazzo sicuramente.

 

-Ma che stai facendo!? – mi voltai verso l’ingresso del salotto, e vidi Jenny guardarmi perplessa. Mi avvicinai a lei e la sollevai abbracciandola, dopodichè le diedi un bacio sulla guancia. –Okay… ora ho la conferma che hai perso totalmente il senno! – disse, ridendo. –Posso sapere a cosa devo l’onore di tutto questo affetto? –

 

-Mi hanno preso! – dissi, allargando le braccia. Jenny emise un piccolo urlo e vi si butto dentro, saltandomi in braccio.

 

-Sono così felice per te! E quando inizierai? –

 

-Lunedì mattina. Finalmente potrò ripagarti per tutto quello che hai fatto per me! –

 

-Non dirlo nemmeno per scherzo! U avresti fatto lo stesso per me e… - in quel momento il cellulare di Jenny squillò. –Pronto? Randy! Ciao come stai? Cosa? Dici davvero? Ma è fantastico! Sì, sì non ti preoccupare. Sì, sabato mattina alle nove. Ci saremo. Te lo saluto io, tranquillo. Un bacione! –

 

Durante l’attesa mi ricordai dell’orario. Come mai Jenny era già a casa alle dieci di mattina? Di solito il suo negozio chiudeva alle dodici per la pausa pranzo…

 

-Era Randy. Torna in America per un paio di giorni! – disse, riponendo il cellulare sul tavolino.

 

-Già stanco della cara e vecchia Europa? – chiesi, ridendo. 

 

Lei alzò le spalle. –Ha solo detto che c’è una grande novità in arrivo, tutto qui… -

 

-Ah ha... e tu… perché a casa a quest’ora? Non dovresti essere a lavoro? –

 

-Sono stata male tutta la mattina.. – disse sedendosi sul divano e portandosi una mano alle tempie –Sento la testa che mi scoppia e ho lo stomaco in subbuglio.- mi fulminò con lo sguardo. –Tu e i tuoi tacos maledetti di ieri sera! –

 

-Cosa c’entro io, scusa? Li abbiamo mangiati entrambi mi pare. Eppure io sto benissimo! –

 

Sospirò. –Meglio che vada a stendermi un po’… - si alzò e si diresse verso le scale. Non aveva per niente una bella cera…

 

I giorni passarono. Mindy non si era più fatta sentire, ed io non aveva il coraggio di richiamarla. Mi sentivo come uno scolaretto alla prima cotta… alla fine avrei dovuto affrontare anche questo problema! In quel momento, però, ero molto più preoccupato di Jenny. Non si era ripresa per nulla, ogni giorno si alzava con un tremendo mal di testa e correva in bagno. La cosa non mi piaceva per nulla.

 

Più volte io e Jasper l’avevamo pregata di andare dal medico, ma lei non voleva sentire ragione. –E’ solo un po’ d’influenza. Non è il caso di allarmarsi così!- minimizzava. Sembrava di sentire nostra madre, mai una volta che fosse andata dal medico quando qualcosa non andava.

 

Sabato arrivò in un lampo. Verso le otto e mezza salimmo in auto e ci dirigemmo verso l’aeroporto. Entrambi non vedevamo l’ora di rivedere Randy, c’era mancato in quelle settimane d’assenza e, lo ammetto, ero un po’ curioso di sapere questa novità. Venne con noi anche Jasper, sebbene io fossi contrario all’idea Jenny aveva così insistito che, alla fine, ho ceduto. Era inutile cercare di farle cambiare idea.

 

L’aereo atterrò e, impazienti, aspettammo di vedere Randy uscire dal gate.

 

-Bonjour! - esclamò appena ci vide. Jenny corse ad abbracciarlo. –Come sta sorellina?– disse, sollevandola da terra.

 

-Oh, Randy, sapessi quanto ci sei mancato! – disse, con le lacrime agli occhi. Doveva proprio stare male se si emozionava per così poco…

 

Randy mi si avvicinò e mi catturò in un abbraccio. –Vieni qua fratello!- mi scostò leggermente – Ti trovo in gran forma Erik. Hai fatto palestra? –

 

-No, solo risistemato alcune cosette in casa. – risposi ridendo, poi lo abbracciai io. –E’ bello riaverti qui! –

 

Jasper si avvicinò un poco e tese gli tese la mano. –Piacere di rivederti Randy… - in riposta lui guardò la mano perplesso, poi sorrise e abbracciò anche lui.

 

-Cosa sono tutte queste formalità? Siamo praticamente cognati! – Notai l’espressione sorpresa sul volto di Jasper, era rimasto paralizzato, con le braccia rigide lungo i fianchi. Senza dubbio per lui sarebbe stato difficile abituarsi all’esuberanza di Randy.

 

-Ah eccoti finalmente! – ci voltammo tutti in direzione di quella voce. Era stato un ragazzo biondo a parlare, ma non capii con chi poteva averlo fatto… non mi sembrava un volto conosciuto.

 

-Oh, scusa Jean. Ho visto i miei fratelli e non ho capito più nulla… - Randy si avvicinò al ragazzo e prese una delle valigie che aveva un mano. Tutti noi lo guardammo interrogativi. Si voltò verso di noi e sorrise. –Ragazzi questo e Jean-Carles… lui è… un mio amico… - pronunciando quelle parole le guance gli si arrossarono un poco.

 

Io e Jasper spalancammo gli occhi e trattenemmo il respiro non appena finì di pronunciare quella frase, mentre Jenny si avvicino a Jean e gli tese la mano. –Piacere di conoscerti Jean. Io sono Jennifer, la sorella di Randy. –

 

-Piacere mio… -

 

Jenny si rivolse poi a nostro fratello. –E tu che ti lamentavi di non aver mai visto Jasper. Lo volevi tutto per te?-

 

-Be’, sia conosco il fascino di mia sorella. – rispose sorridendo. Poi tornò alle presentazioni. –Lui è il fidanzato di mia sorella, Jasper appunto.- Lui alzò una mano in segno di saluto. –E, infine, questo è il mio adorato fratello gemello Erik.- mi si avvicinò e mi mise un braccio intorno alle spalle. –Siamo identici, vero? –

 

-Oh sì. Anche tua sorella ti somiglia molto devo dire. Siete davvero una bella famiglia. – disse Jean.

 

Durante il viaggio di ritorno a casa né io, né Jasper aprimmo bocca. Già troppe chiacchiere provenivano dal sedile posteriore per aggiungerne altre…

 

-Direi che questa sera potremmo andare tutti e cinque a mangiare fuori per festeggiare il tuo ritorno. Che ne dite?- propose Jenny una volta giunti a casa. Almeno sembrava stare un po’ meglio…

 

-Mi sembra un’ottima idea! – esclamò, emozionato, Randy. – Tu che ne pensi Jean? –

 

-Eccellente. Non vedevo l’ora di visitare qualche locale in città… -

 

-E voi due musoni li davanti? – chiese Randy, rivolgendosi a me e Jasper.

 

-Scusate ragazzi, ma domani devo svelarmi presto per fare l’inventario… credo che dovrò passare… - rispose quest’ultimo. 

 

-Che peccato… - disse Randy, dispiaciuto. Jasper doveva esserli davvero simpatico. Forse un giorno l’avrei pensata anch’io così… forse.

 

-Okay…- dissi semplicemente.

 

Jenny si diresse in cucina e, dopo una decina di muniti comparve in salotto con cinque tazze di cafè fumante. –Spero che il cafè ti piaccia Jean. Se preferisci qualcos’altro… -

 

-No, non ti preoccupare. Il cafè va più che bene. Grazie. – ripose lui, con un sorriso cortese, facendo arrossire un poco mia sorella. Fortuna per Jasper che Jean aveva tutt’altri gusti… se no Jenny ci avrebbe potuto fare un pensierino. Solo in quel momento mi accorsi del colore insolito degli occhi di quel ragazzo: viola. Si adattavano benissimo alla sua carnagione chiara dovevo dire…

 

Jenny si sedette sul divano. Dopo poco il suo volto divenne bianco. Si alzò di scatto e corse via, portandosi una mano alla bocca. Jasper la seguì.

 

-Cosa le è successo?- chiese Randy, tra lo stupito e il preoccupato.

 

-È un po’ di giorni che non si sente bene. abbiamo provato a convincerla ad andare dal medico, ma sai com’è fatta… quando si mette in testa una cosa…-

 

-...è più testarda si un mulo. – continuò mio fratello. –Però dovrebbe andarci… almeno per Jasper!

 

-Che c’entra Jasper con tutto questo?

 

-Non hai visto la faccia che ha fatto appena l’ha vista alzarsi? Sembrava stesse morendo di paura. La deve amare davvero molto… - Non mi ero mai accorti di nulla, eppure li vedevo spesso insieme. Invece a Randy bastò una semplice occhiata per capire il sentimento che legava Jenny a Jasper. Inutile mio fratello aveva una marcia in più.

 

Dal piano di sopra sentimmo le loro voci. –Adesso basta! Ti porto al pronto soccorso. E non voglio sentire scuse!-

 

-Oh… come sei apprensivo! È una semplice influenza, non muoio mica! –

 

-Io sarò apprensivo, ma è da quasi una settimana che sei così! Ti porto al pronto soccorso, fine del discorso! –

 

Dal tono che stava usando Jasper doveva essere proprio arrabbiato. Non lo avevo mai sentito urlare così con mia sorella. Un po’ mi faceva venire rabbia. Avrei voluto salire e dirgliene quattro, ma sapevo che quelli, in fondo, non erano affari miei…

 

Jenny e Jasper scesero dalle scale. –Ragazzi… il signor esagetaro qui vuole portarmi a tutti i costi dal medico. Cercheremo di fare il prima possibile. – disse lei, prendendo una giacca.

 

-Vi accompagno. – dissi alzandomi, ma Jenny mi bloccò.

 

-Non è il caso. Vedrai che in meno di un’ora saremo di ritorno. – detto questo uscirono.

 

Dalla finestra guardai l’auto allontanarsi sempre di più dal vialetto.

 

-Vedrai. Non sarà nulla di cui preoccuparsi. – mi rassicurò Jean, appoggiandomi una mano sulla spalla.

 

-Ti ringrazio… -

 

Passarono diverse ore prima che quei due facessero ritorno. Più di una volta avevo avuto la tentazione di chiamarli, ma Randy me lo aveva sempre impedito dicendo che se la questione fosse stata grave lo avrebbero fatto loro. Notai che l’ansia, però, si stava facendo strada anche sulla sua espressione.

 

Jean cercò di rallegrarci raccontandoci alcuni episodi della sua vita. Più lo conoscevo e più mi andava a genio. E, malgrado lo stupore iniziale, ero davvero felice che Randy avesse una persona così accanto a sé. Certo, l’idea che mio fratello avesse un “compagno” non mi faceva fare i salti di gioia, ma immaginare l’espressione di papà il giorno in cui lo avrebbe scoperto mi faceva sorridere. Sarebbe stato un miracolo se non gli fosse venuto un colpo!

 

Finalmente, verso le sette di sera, la porta di aprì e comparvero Jenny e Jasper. Entrambi avevano gli occhi lucidi, dovevano aver pianto. Tutti e tre ci alzammo, e un leggero brivido di paura mi percorse la spina dorsale. Cosa avevano detto i medici?

 

Il primo a rompere il silenzio fu Randy. –Allora, cosa vi ha detto il medico? –

 

-Be’… ha detto che… - fece una lunga pausa e prese un bel respiro. - … sono incinta! –

 

Randy urlò e si catapultò ad abbracciare Jenny, mentre Jean andò a stringere la mano a Jasper. –Congratulazioni amico. –

 

-Grazie… - disse questo, cercando di trattenere le lacrime.

 

-Sorellina! È una notizia meravigliosa! – anche Randy stava piangendo. –E bravo il nostro Jasper! – disse, guardando il ragazzo, che divenne rosso in viso.

 

Io invece rimasi impietrito. C’erano stati un sacco di cambiamenti in quella settimana, forse troppi da metabolizzare… lentamente mi avvicinai a Jenny, che mi guardava con le lacrime agli occhi. Quando le fui davanti non potei fare a meno di sorridere. La abbracciai e la alzai da terra.

 

-Sono così felice Jenny!- e lo era davvero. presto la mia sorellina sarebbe diventata mamma.

 

La lascia e lei si avvicinò a Jasper, continuando a guardare Randy e me. –Il nostro bambino sarà davvero fortunato…- disse il mio, praticamente, cognato. –Avrà una mamma stupenda e due fantastici zii. –

 

Quella sera restammo a casa per festeggiare. avevamo così tante cose per cui farlo: Randy era tornato e avevamo guadagnato… be’ un altro fratello!, presto avremmo avuto un altro membro in questa nostra pazza famiglia, io avevo trovato un nuovo lavoro… tutto sembrava andare per il meglio. Anche se sentivo che qualcosa mi mancava…

 

Vedendo Jasper abbracciare teneramente Jenny e gli sguardi complici che si lanciavano Randy e Jean capii cos’era. Mi alzai e uscii in giardino. Presi il telefono e cercai nella rubrica il numero, pigiai il tasto e feci partire la chiamata.

 

-Pronto?-

 

-Mindy… sono Erik. Senti il tuo invito a cena è sempre valido? - 

 

-C…certo… - sembrò sorpresa della domanda, ma anche felice. – Domani va bene?-

 

-Direi che è perfetto!- continuammo a parlare per quasi un’ora.

 

I cambiamenti possono fare paura, ma fanno parte della vita. Bisogna guardare avanti e affrontarli. Infondo… in questi ultimi mesi ne avevo avuto così tanti; uno in più cosa poteva farmi?

 

 

N.d.A.: Ciao a tutti/e!! ^^ Un piccolo spin-off della storia pubblicata in precedenza. Mi ero affezionata ai personaggi, così ho voluto accoppiarli tutti! ^//^ Spero che vi sia piaciuto. Scusate, è un po’ lungo, lo so. Eppure ho cercato di scrivere il minimo indispensabile ç.ç

Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere questa storia nella storia! Se volete, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!!^^

Un bacio e a presto!

SoGi

 

 

 

 

 

   
 
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