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Autore: Cocchi    17/02/2014    9 recensioni
A volte l'evoluzione di una storia è talmente lenta e naturale che poi ti sembra che capiti tutto all'improvviso.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ricordi l’attimo preciso in cui era cambiato qualcosa.

Per te era successo all’improvviso.

Un giorno eri tu a salutarlo come facevi con tutti gli avventori del locale, lui aveva sempre risposto col suo sorriso impeccabile e la sua gentilezza.

Ti avrebbe fatto perdere un battito anche se avesse semplicemente mosso una mano nella tua direzione, ma invece accompagnava con lo sguardo le sue parole, facendoti avvampare ed abbassare lo sguardo in imbarazzo.

 

All’improvviso un giorno era stato lui a salutarti per primo, facendoti sollevare il volto dalle scartoffie che stavi controllando. I tuoi occhi avevano incontrato i suoi e spontaneamente avevi sorriso.

E tu avevi risposto a lui.

Erano seguiti altri giorni di saluti, di sguardi, poi, sempre all’improvviso, una volta lui aveva azzardato un ‘Come va?’.

Avevi risposto con entusiasmo ed un sorriso più cordiale di quelli che eri solita rivolgere a tutti gli altri clienti del locale. Nonostante tu l’avessi etichettata come una domanda cortese e di circostanza non avevi potuto evitare di esultare e sorridere.

 

‘Ma stai studiando nascosta dietro tutti questi fogli?’

‘Ultimi esami da preparare.’ Avevi risposto aggiungendo poi l’importo che avrebbe dovuto pagare per la sua cena.

‘In bocca al lupo’ Aveva affermato dopo aver pagato e prima di uscire dal locale. Il tuo ‘Crepi’ lo avevi sussurrato al vento.

Lo avevi accolto con un sorriso smagliante la volta successiva. Non perché era lui, ma perché eri comunque di buon umore, appena ti aveva vista aveva allungato un braccio e puntato un dito nella tua direzione.

‘Ecco lo sguardo di una ragazza che ha finito la sua carriera scolastica.’

Avevi fatto un gesto di esultanza e accennato un balletto sul posto, dandoti mentalmente dell’idiota, ma lui aveva riso e, fulmineo, si era allungato dietro la cassa per cingerti in una specie di abbraccio che ti aveva stupita e lusingata assieme.

‘Complimenti’ Aveva sussurrato mentre goffamente tornava dal suo lato della scrivania, non aveva staccato gli occhi dai tuoi poi aveva pronunciato le cinque lettere che compongono il tuo nome ‘Emily.’

Eri arrossita, ringraziato mentalmente l’orribile targhetta con il tuo nome affissa sulla tenuta di lavoro e avevi semplicemnte detto. ‘Grazie, Thomas.’

Tom.’ Ti aveva corretta con un sorriso prima di andare a raggiungere il suo tavolo.

Quella era stata la prima volta che vi eravate chiamati per nome. Senza esservi mai presentati ufficialmente. Grazie ad una targhetta ed alla sua fama.

All’improvviso.

 

Le conversazioni veloci erano proseguite ancora, provavi un certo orgoglio quando entrava nel locale e ti salutava. Avevi provato una certa gelosia quando si era presentato con qualche ragazza ogni tanto.

Odiavi gli sguardi altezzosi che ti lanciavano le sue conquiste quando lui ti salutava con il solito entusiasmo. Dentro di te esultavi quando la volta successiva si presentava senza compagnia. Ti rimproveravi di tali pensieri, ma ogni volta eri di nuovo a farli.

Solo?’ Avevi chiesto una sera quando lo avevi visto arrivare senza compagnia né femminile, né del sorriso che ti piaceva tanto, nonostante avesse prenotato per due.

‘Meglio solo che male accompagnato’ Aveva risposto piatto prima di essere portato via dal capo sala, come ogni sera.

Ti eri sentita in obbligo di chiedergli scusa quando era riapparso per pagare.

‘Non è colpa di una brava ragazza come te. Dovrei scusarmi io, ero nervoso.’ L’ultima frase era stata sovrastata dalla risata che non eri riuscita a trattenere. Non che non ti reputassi una brava ragazza o che volessi ridere di lui. Ti era solo sembrato surreale che ti avesse definito in quel modo, quando tutto quello che avevate condiviso erano solo battute tranquille fra due persone normali.

Niente che potesse farti affermare che lui ti conosceva o viceversa.

‘Non ridere. Ho ragione.’ Ti aveva rimproverata e tu avevi smesso all’istante. Muta ed imbarazzata sotto il suo sguardo

‘È solo che…’ Avevi provato a giustificarti. ‘Non ho fatto niente.’

‘Sei gentile. A volte fa piacere scambiare solo due parole.’.

Ti aveva salutata ed era uscito nel locale.

All’improvviso ti aveva fatto un complimento e tu avevi riso come un’idiota.

 

‘Settimana scorsa non c’eri.’ Aveva esordito due settimane dopo.

‘Lo so.’ Avevi sorriso. ‘ Compleanno di un’amica.’

Divertita?’

‘Più o meno.’ Avevi risposto con un sospiro. ‘Non il mio genere, ma sì.’ Avevi aggiunto alla sua fronte corrucciata.

 

‘Uscita galante?’  Aveva chiesto guardando il tuo vestito elegante.

‘Festa di laurea.’

Dove?’

‘Perché vuoi venire anche tu?’ Non ti eri trattenuta e avevi riso mentre lo avevi chiesto.

‘Non potrei.’ Aveva detto con uno sguardo serio. ‘Lavoro’ Aveva aggiunto al tuo sguardo confuso.

 

‘Il tuo cavaliere ti ha lasciata a piedi?’ Aveva domandato accostando il suo ombrello al tuo.

‘Se con il tuo cavaliere, intendi il taxi, sì.’ Avevi sorriso di rimando.

‘Ti serve un passaggio?’

‘Non vorrei disturbare.’

‘Se fosse stato un disturbo non lo avrei chiesto.’ Aveva risposto muovendo un braccio verso la sua auto posteggiata poco più avanti.

‘Odio quando piove.’ Avevi esordito per riempire il silenzio nell’abitacolo. ‘Gira a sinistra.’

Lui aveva girato il volante con delicatezza e ti aveva guardata per un attimo divertito. ‘Quindi praticamente sempre.’

‘Non piove così spesso, come pensavo quando mi sono trasferita.’

‘Oddio, non dirmi che ho in macchina una scozzese che ammette che Londra non è così male ?’ Domanda con fare divertito.

‘Non ho detto che non è male.’ Replichi incapace di risultare seria. ‘Alla prossima svolta a destra e sono arrivata.’

‘Agli ordini.’

L’auto percorre quel tragitto di strada in un periodo che ti sembra decisamente troppo breve.

‘Grazie mille.’

Figurati.’ Fa spallucce e si volta completamente verso di te. ‘Quando vorrai approfittare di un altro passaggio, fai un fischio.’

 ‘Non sai in che guaio ti sei cacciato con questa offerta.’ Rispondi divertita. ‘Ti chiamerò.’

‘Per farlo, dovresti avere il mio numero.’ Ti fa notare e inspiegabilmente arrossisci rimanendo in silenzio.

Solo il rumore della pioggia contro il tettuccio dell’auto a fare da sottofondo.

‘A proposito.’ Estrae il suo telefono  dalla tasca dei pantaloni. ‘Dimmi.’ Afferma quando ha sbloccato la tastiera e ti guarda serio.

Pronunci le cifre del tuo numero non riuscendo a crederci, senti il tuo cellulare squillare nella tua borsa e lui commenta la tua suoneria con un sorriso.

‘Grazie del passaggio.’ Asserisci ancora stordita.

Pedaggio.’ Dichiara mentre stai per uscire dall’auto.

Lo guardi sconvolta non dalla richiesta, ma dal fatto che saresti disposta ad accontentarlo.

Schezavo.’ Ride. ‘Non guadarmi come se fossi un alieno.’

Idiota.’ Ti sfugge dalle labbra in un sussurro a voce troppo alta e porti le mani a coprirti la bocca.

‘Sfruttato ed offeso.’ Mormora, ma non sembra affatto infastidiato, piuttosto divertito. ‘Adesso un bacio me lo merito davvero.’ Lo afferma così serio che ti si blocca il respiro.

Si indica una guancia con un dito e picchietta un paio di volte.

Scuoti la testa dandoti della scema mentre ti avvicini e fai aderire le tue labbra contro la pelle leggermente punteggiata dalla barba della sua guancia.

È all’improvviso che lui si volta e sostituisce la guancia con le sue labbra.

Rimani sorpresa prima di rispondere al suo bacio.

 

***

Ciao lettore,

non so come sia uscita questa storia. Non so neanche cosa volessi dire, le dita si sono mosse per conto loro e devo dire che non è così male come temevo. Anche se l’idea è molto scema, diciamoci la verità.

Taglio corto che non voglio rompere a nessuno.

Grazie a chi leggerà.

Un abbraccio

Cos

  
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