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Autore: live_in_books    17/02/2014    2 recensioni
Città nuova, vita nuova scuola nuova.
A volte la scuola può davvero uccidere.
Dal testo:
Lucy la entrò nella stanza e notò che anziché essere piena di sedie e banchi, era completamente vuota, fatta eccezione per un grande quadro appoggiato al muro. Vi si avvicinò. C’erano raffigurate tre bellissime ragazze, con i capelli dorati sciolti e la pelle lattea, che stavano danzando. Sembrava un quadro perfetto, disegnato da un vero maestro, ma un particolare fece impressionare Lucy: le mani delle tre ragazze erano di fuoco, realizzato così bene da sembrare vero.
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL QUADRO DELLE TRE GRAZIE


 
 
Lucy aveva sempre detestato l’idea di cambiare città, perché si cambiavano le abitudini, la scuola, gli amici. Praticamente era come lasciarsi tutta una vita alle spalle, fingere che non fosse mai esistita, e ricominciarla da un’altra parte.
 La ragazza sbuffò, cercando di guardarsi un po’ intorno, cosa che le fu però impossibile a causa della nebbia, e provando a trovare un buon motivo per non tornare a casa a strozzare sua madre. Sì, la colpa era tutta della signora White, che si era licenziata dal suo fantastico lavoro di avvocato di successo per trasferirsi nella campagna londinese, a detta sua, il luogo ideale per l’ispirazione di una futura pittrice. Lucy non ne era stata contenta fin dal primo momento, e ora si sentiva ancora più scoraggiata nel vedere che luogo tetro fosse la sua nuova “città”, e soprattutto nel notare che la scuola era così lontana da casa sua, senza alcun mezzo a disposizione per raggiungerla. Si passò una mano tra i capelli castani e sbuffò di nuovo.
Dopo diversi minuti, finalmente scorse i contorni di un edificio e su cartello diroccato, che sembrava essere lì da mille anni, c’era proprio la scritta scuola. Si incamminò sulla stradina fangosa contornata da alberi che portava all’ingresso e vi entrò. Si sorprese nel trovare il silenzio più assoluto. Forse le lezioni erano già iniziate, ma di sicuro qualche voce ci sarebbe dovuta essere. Provò a cercare l’ufficio del preside, ma lo trovò vuoto, così come altre diverse classi in cui era entrata. Non era mai stata più arrabbiata. In quella stupida scuola non c’era nessuno, e sua madre l’aveva iscritta in un posto deserto! Diede un calcio ad una sedia vuota come tutte le altre, che cadde per terra con un rumore assordante in quel silenzio innaturale. Lucy tornò verso l’entrata, quando sentì un lieve rumore di passi.
-C’è nessuno?- provò a chiedere alle pareti.
Ancora passi. Venivano dalle aule alla sua destra. Lucy percorse in fretta il corridoio, aprendo le porte una per una. Arrivò all’ultima senza ancora aver visto nessuno. Questa porta era diversa dalle altre, non era color mogano con la maniglia d’acciaio arrugginita e i cardini cigolanti, ma era di un nero pece, senza maniglie, ed era leggermente socchiusa. Lucy la entrò nella stanza e notò che anziché essere piena di sedie e banchi, era completamente vuota, fatta eccezione per un grande quadro appoggiato al muro. Vi si avvicinò. C’erano raffigurate tre bellissime ragazze, con i capelli dorati sciolti e la pelle lattea, che stavano danzando. Sembrava un quadro perfetto, disegnato da un vero maestro, ma un particolare fece impressionare Lucy: le mani delle tre ragazze erano di fuoco, realizzato così bene da sembrare vero. A Lucy sembrò anche che in un certo momento si stesse veramente muovendo, ma accusò il tutto alla frustrazione.
Andò verso la porta per aprirla, ma la trovò chiusa. La provò a spingere un paio di volte, ma, niente da fare, era bloccata. Ora Lucy iniziava davvero a spaventarsi.
-Ciao.- disse una voce.
Alla ragazza balzò il cuore in gola e si girò. Davanti a lei ora la stanza non era più vuota, ma occupata da tre ragazze. Avevano un aspetto familiare… troppo familiare per Lucy. Si voltò verso il quadro e poi di nuovo verso le ragazze che le stavano di fronte. Erano identiche. Lucy abbassò lo sguardo verso le loro mani, sperando di non vederle di fuoco, ma, sfortunatamente, le tenevano nelle tasche dei giubbotti.
-Come ti chiami?- le chiese una.
-L-Lucy.- balbettò.
-Io sono Ally, e loro Maria e Jane. Era da molto che nessuno veniva qui. Siamo contente di avere una nuova compagna, finalmente! – le disse quella che Lucy capì essere Ally.
-Perché non c’è nessuno oltre a noi qui?- chiese Lucy.
-Sai, è da molto che nessuno mette più piede in questa scuola. E se vengono, di solito scappano prima di arrivare qui.-
-Già, sei stata molto coraggiosa Lucy, ad arrivare fino alla nostra aula. Ora non saremo più da sole.-
-Chi siete voi?- chiese spaventata.
-Siamo le proprietarie di questo edificio.- le rispose Maria.
-La scuola non è di nessuno.- ribatté Lucy.
Amy le si avvicinò così in fretta che Lucy non se ne rese neanche conto, ma si ritrovò il suo viso a pochi centimetri da quello della ragazza, i nasi che si sfioravano. Ora gli occhi azzurri di Amy non sembravano più amichevoli come nel quadro, ma vi brillava una scintilla folle, quasi paurosa. Nonostante la ragazza le stesse sorridendo, Lucy provò comunque un senso di ribrezzo e dentro di lei il desiderio di scappare e tornare a casa, il più lontano possibile da quel luogo continuava a crescere.
-Una volta, prima che lo trasformassero in un istituto, questa era casa nostra. Sai, abbiamo vissuto proprio qui, questa era la nostra camera. Posso ancora ricordarmi quanto era bello e tranquillo questo posto prima che tutti quei ragazzini schiamazzanti avessero iniziato a deturparlo.-
-Già, è per questo che ad un certo punto ci siamo stancate, e così abbiamo deciso di liberarci di loro.-
-Cosa volete da me?- chiese ancora Lucy, cercando, senza risultato, di dissimulare il tremore nella voce.
Amy la prese per mano. Lucy si ritrasse. Le sue mani scottavano, e da esse si innalzavano lingue di fuoco, per diversi centimetri e, illuminando il viso di Jane dal basso, rendevano i suoi tratti delicati tetri e spaventosi.
-Non avere paura. Non sentirai più niente tra poco. Tra poco, diventerai una di noi.-
Le ragazze la accerchiarono e le bloccarono con le spalle al muro. Era in trappola, lo sapeva. Lacrime calde e salate le scendevano copiosamente dagli occhi,  per poi scivolarle sul mento e cadere per terra. Tutte e tre tirarono le mani fuori dalle tasche, e la luce emanata dal fuoco quasi accecò Lucy, anche se in quel momento sarebbe stato meglio essere ciechi. Quando, insieme, le posarono le mani sul suo corpo, Lucy si sentì ardere e gridò con tutto il fiato che aveva in gola. Gridò, continuò a gridare, finché non le venne meno la voce e cadde a terra.
Ora, le ragazze danzanti nel quadro non erano più tre. Accanto a loro ce n’era una quarta, con i capelli mori e gli occhi di un verde intenso, che sorrideva, danzando con loro.









-Angolo Autrice-
Ciaooo! spero davvero che questa storia vi sia piaciuta. Se è così, vi prego di lasciarmi delle recensioni e di darmi magari dei consigli.
Bacio,
Alice1999
   
 
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