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Autore: Noah4    17/02/2014    2 recensioni
[creepypasta]
Che cosa accadrebbe, se il nostro più grande nemico... fossimo noi stessi? Riusciremo a trionfare oppure soccomberemo sotto un peso troppo grande da sopportare?...
Genere: Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una piccola Creepypasta (Se cosi si può davvero definire), che ho scritto in un momento di noia... mi dispiace per gli errori di ortografia, che troverete. Mi fareste anche un grande favore se me li indicate, cosi che posso correggerli.. e che altro dire sperò che vi piaccia ^^
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Il buio, questa è la prima cosa che riesco a ricordarmi di quel giorno, oltre a un grande freddo che sembrava provenirmi da dentro. Non riuscivo bene a capire cosa stava accadendo intorno a me. Sentivo soltanto tante urla e pianti… che ora che ci penso bene, non saprei neanche dire bene da chi provenivano. Forse ero io che stavo urlando? No… o almeno credo. Un'altra cosa che ricordo bene è l’oscurità che ha un certo punto mi avvolse completamente. Io allora ancora non lo sapevo ma in quel momento era come se una parte di me si fosse addormentata e un'altra invece si fosse appena svegliata.


“ Noah! Brutto scansafatiche! Muoviti a scendere” 

Nel sentire la voce squillante di sua zia, che proveniva dalla cucina, Noah si alzo di scatto. Sentiva appena la sua testa girare, per via del brusco movimento improvviso che aveva fatto. Il ragazzino, che non sembrava avere più di 10 anni, sospirando si passo lentamente una mano fra i suoi capelli rossi, che in contrasto con la sua pelle bianca come la neve, li faceva assomigliare molto al colore del sangue, questo era aiutato anche dai suoi occhi color ghiaccio.

“Hai sentito cosa ti ho detto !” La zia comincio appena a salire le scale e disse “Sai bene che non ti conviene farmi arrabbiare, quindi prima che perdo completamente la pazienza, scendi!”

Noah sbuffo appena, pensando appena che non sarebbe stata la prima volta che sua zia avrebbe perso la sua calma, per una cosa di cosi poco conto. Ma preferendo non dire nulla, decise di afferrare una maglia blu dal suo armadio e scese di sotto. Lui fin da quando era molto piccolo non era mai stato un grande chiacchierone e questo lo portava a non avere neanche molti amici.

“ Era ora che ti facessi vedere!” La zia guardo il bambino, con uno sguardo di disgusto  e disse “ Ti rendi conto da quando è che ti sto chiamando piccolo mostro!? E non provare ad ignorarmi come fai di solito!”

Noah, non diede per niente peso alle parole delle da sua zia, ormai ci era abituato. Senza rispondergli neanche, si avvicino al appendi panni, dove era appoggiato il suo capotto rosso lo afferro tranquillamente e usci da casa. La sentiva ancora urlare dietro di lui, ma non gli importava, aveva abituato sin da quando era molto piccolo a non prestare attenzione a quello che diceva.
Il vento soffiava forte, era ancora pieno Gennaio e la neve era raggruppata sugli alberi ,per terra e  non accennava a volersi scogliere. Ma a Noah non dispiaceva, gli era sempre piaciuta molto la neve, lo faceva sentire come a casa, una sensazione che non provava spesso.
 Dopo un po’ che camminava si ritrovo davanti a un piccolo ruscello, che era stato completamente congelato dal freddo, che c’era stato in questi giorni. Noah incuriosito decise di affacciarsi e con sua grande sorpresa riuscì a intravedere il suo riflesso.

“Perché ci facciamo trattare cosi Noah?” Il ragazzino guardò curioso la sua immagine riflessa, aveva sentito come una voce liscia, provenire da li, ma non era una cosa possibile. Quando .. ad un tratto, la senti ancora più chiara e forte nella sua mente “Perché mi ignori Noah… io non sono tuo nemico e non voglio farti del male… ma ti ho fatto una domanda… perché ci lasciamo trattare in questa maniera?”
Noah si sorprese appena,il suo primo istinto fu quello di fare qualche passo indietro, non riusciva a credere a quello che vedeva,ma la sua immagine riflessa stava cambiando, al suo posto ora c’era un ragazzo, della sua stessa età,  dai capelli bianchi e gli occhi rossi. Il quale, vedendo la leggera paura di Noah ridacchio e appena e poco dopo riparlo “Allora Noah.. mi vuoi dare una risposta?”. Noah era ancora intontito, una parte di lui non voleva proprio credere a quello che vedeva. Il tempo passava e vedendo che l’altro ragazzo stava  iniziando a spazientirsi decise di risponde “ Ma tu chi sei… io non ti conosco..”.
Una risata ricopri completamente la mente del bambino, Noah però non si decideva a voltare lo sguardo dal riflesso che il ruscello gli stava mostrando. Una parte di lui gli stava dicendo che era impazzito completamente e che se non la finiva di parlare da solo, avrebbe finito per essere rinchiuso. Ma Noah decise di ignorare quella voce e rimase completamente immobile al suo posto.

“ Chi sono io dici? Uhm… questa è una bella domanda.. come posso dirtelo senza troppi problemi.. a si aspetta” In quel momento Noah, vide il suo riflesso tornare come prima e davanti a lui, in un frazione di secondi era apparso quello strano ragazzo, che gli ghignava appena “ Io sono semplicemente te… una parte di te.. che hai ignorato per tutto questo tempo”

Noah preso dalla sorpresa, fece qualche passo indietro, rischiando di inciampare su i suoi stessi piedi, sentiva il suo cuore battere velocemente nel suo petto. Nel frattempo i suoi occhi di un color ghiaccio si rispecchiavano in quegli occhi rossi. Vedendolo bene Noah doveva ammettere che l’altro ragazzo gli assomigliava parecchio, ma era impossibile che sia una parte di lui, non voleva credergli, ansi era meglio dire che non poteva crederci.

“Tu stai mentendo… è impossibile che sei una parte di me.. senno come faresti a essere qui fuori e parlare con me?” Vide l’altro ragazzino ridacchiare appena “ Beh caro Noah… io sono qui perché tu hai voluto che io fossi qui.. e per quando riguarda il mio aspetto.. e sempre per merito tuo.. io non sono nient’altro quello che tu in fondo desideravi… ma ora.. non hai ancora risposto alla mia domanda.. perché ti fai trattare cosi?”
Noah lo guardo appena, il suo sguardo era tornato glaciale come prima e alza appena le spalle e disse “Non capisco cosa intendi…. Ma se parli di mia zia, semplicemente non ho voglia di perdere il mio tempo con lei” Vide l’altro ragazzo sbuffare appena a quello che aveva detto e poco dopo lo senti parlare “ Questo è uno sbaglio Noah… dovresti farti rispettare di più.. sia da lei che dagli altri…”

Noah sospiro appena, non aveva voglia di parlare di sua zia o di altre persone, era venuto in questo posto per stare tranquillo e non pensare a nulla. Ad un tratto, però, senti dei passi avvicinarsi e vide Max, un suo compagno di scuola avvicinarsi. Quando erano piccoli erano davvero molto legati fra di loro, facevano sempre tutto insieme e dove andavano uno, andava anche l’altro. Ma poi crescendo un po’ Max per far parte del gruppo più Vip della scuola, l’aveva umiliato più volte pestando la loro amicizia senza un minimo di scrupolo.

“Vedi anche lui ti ha tradito Noah… non vorresti fargliela pagare?” Noah si giro di scatto verso il ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi rossi, la sua voce era uscita liscia e invitante, ma subito il bambino venne distolto dalla voce di Max “ E tu cosa ci fai qui? Questo non è posto per i bambini Noah, perché non te ne vai a correre a casa dai tuoi genitori? A no aspetta.. è vero i tuoi genitori se ne sono andati.. dimmi eri troppo strano per loro?” Max ridacchio appena dopo quello che aveva detto e fisso con uno sguardo arrogante Noah.
“ Io te lo detto Noah … lui non merita neanche un po’ il tuo perdono.. perché non gli fai assaggiare un po’ di dolore… non vorresti vederlo soffrire, come lui a fatto con te… non vorresti vedere quello sguardo disperato sul suo volto… lui non ha avuto scrupoli a fallo con te” Noah per tutta risposta ad un tratto si tappo le orecchie, in quel momento non gli importava che ci fosse Max, voleva solo che l’altro la smettesse di parlare “Stai zitto! Voglio soltanto che tu te ne vai e mi lasci in pace!” Il ragazzo dai capelli bianchi giro appena la testa, guardando curioso e innocente “ Io Noah?... ma io sono tuo amico.. forse l’unico vero che tu abbia e avrai mai..” Noah continuo a tenersi le orecchie bloccate, quando ad un tratto senti una risata provenire da Max “ Che succede Noah? Ora parli anche da solo? Si vede proprio che non vali nulla, non capisco perché ho anche perso del tempo con te quando eri piccolo.. sai che ti dico.. il fatto di separarmi da te, forse è stata la cosa meglio che potessi fare. Anche perché mi ero stufato di fingere..” Gli occhi di Noah si spalancarono appena, lascio cadere le mani lungo i suoi fianchi e alzo lo guardo incontrando quello di Max, dopo qualche secondo, che a lui sembravano anni, gli chiese “Cosa vuoi dire con Fingere?..” Max lo guardo appena stupito, per poi scoppiare in una violenta risata “Non mi dire che tu pensavi davvero che noi eravamo amici. Io ti stavo soltanto usando un po’.. ma non è che uno come te potrà mai aspirare a qualcosa di meglio. In un certo senso dovresti anche ringraziarmi sai”.

In quel momento fu come se il mondo crollasse sulle spalle di Noah. Tutto quello in cui aveva creduto si era rivelato essere falso, sentiva ancora le risate di Max ,che riempivano l’aria. Ma allo stesso tempo sentiva una voce dentro se stesso che diceva di fargliela pagare. Noah si giro appena, verso il ragazzo, che a quanto pare solo lui poteva vedere che era appoggiato contro un albero che lo stava guardando ghignando.

“ Vuoi fargliela pagare vero Noah … perché allora non ti fai avanti.. non ci metterai tanto.. e poi dopo ti assicuro che starai meglio” Noah continuava a fissarlo, ad un tratto risenti la voce di Max “che succede il piccolo bambino ci è rimasto male oh .. poverino.. vuoi il biberon?”

Successe tutto in una frazione di secondo, prima che quasi Noah potesse accorgersene si era avventato contro Max sbattendolo a terra e dopo aver preso un sasso che era lì vicino comincio a colpirlo violentemente sulla testa. Max cerco disperatamente di scrollarsi Noah da sopra da lui, ma quest’ultimo sembrava aver tirato fuori una forza incredibile e non ci riuscì.
Il sangue comincio a colare dalla testa di Max e si stava diffondendo ovunque, macchiando la bianca neve. Ad un tratto Noah, accorgendosi di quello che stava facendo si fermo di scatto e si guardo le mani, erano completamente sporche di sangue, come lo era la sua maglia e Max rimaneva a terra, senza muoversi minimamente.

“ Ahahaha che bello! Hai visto quando bel sangue sta uscendo Noah! E’ uno spettacolo incredibile sei stato bravissimo!” Noah si giro appena verso l’altra parte di se e lo vide che stava saltellando tranquillamente e felice, come un bambino a cui era stato appena dato un bellissimo regalo e gli chiese “Come puoi essere cosi felice.. ti rendi conto di cosa ho fatto?! Io l’ho ucciso!”
L’altro ragazzo si fermo appena a guardare Noah e poi piego appena la testa confusa “Non vedo quale è il problema.. era semplicemente un essere inutile.. quindi che importanza a se muore o meno.. e poi guarda quando è bello il sangue che macchia tutto.. e per non parlare del suo viso spaventato, un vero spettacolo”
Noah arretro appena a quello detto dal altro e urlo “ Ma stai scherzando! Come può divertirti una cosa del genere sei un mostro?!” L’altro ragazzo gli si avvicino tranquillamente “ O no caro… se io sono un mostro.. tu sei come me, ricorda sempre che io sono te” Noah nego con la testa indietreggiando “ Tu non sei me!”. Senti una risata provenire dal altro “ Caro piccolo e ingenuo Noah.. io sono te e tu lo sai bene.. e poi ammettilo anche tu ti sei divertito a ucciderlo.. quindi non vedo il problema di questo adesso.. te l’ho detto era una persona inutile.. e poi.. cosa c’è più divertente di questo?”

Noah arretro appena continuando a fissare l’altro ragazzo, che sorrideva tranquillo come se niente era successo e senza perdere un attimo di tempo comincio a correre verso casa, decidendo di passare per alcune strade dove di solito non passava mai nessuno. Sentiva il cuore battergli a mille, voleva allontanarsi più possibile da quel luogo e da quel tizio, voleva tanto svegliarsi e sperare che non era altro che un brutto incubo. Quando arrivo a casa, fu felice di vedere che su zia non c’era e subito si sbarazzo dei vestisti sporchi di sangue e si cambio la maglietta, salendo nella sua stanza.

“ E ora che faccio.. sicuramente qualcuno troverà Max prima o poi .. e poi anche i miei vestiti sporchi di sangue, devo trovare un modo per liberarmene” Ad un tratto senti una voce da davanti a lui “ Uhm .. potresti sempre bruciare i vestiti.. e per Max è abbastanza lontano dalla civiltà, contando che qui nevica anche spesso, basta che una notte ti incammini e raggiungi il corpo e potresti o bruciare anche lui fino a fallo diventare cenere o lo mutili tutti e poi te ne sbarazzarsi.. ma dargli fuoco è più sicuro per me”

Noah alzo lentamente la testa, seduto sul suo letto c’era di nuovo quello strano ragazzo, che stava parlando tranquillamente di come sbarazzarsi di Max, come se per lui fosse soltanto tutto un gioco e niente di più. Ma forse per lui era davvero solo questo. Questo pensiero fece scorrere appena un brivido sulla schiena di Noah.

“ Come hai fatto a seguirmi fino a qui… non puoi sapere dove abito !” l’altro ragazzo alzo appena un sopracciglio scocciato. Tutto ad un tratto la sua espressione era cambiata e con uno scatto si era parato davanti a Noah “Ancora non mi credi che io sono te?.. ormai sarà la ventesima volta che te lo dico.. che cosa vuoi una dimostrazione pratica per caso?” Noah stavolta non arretro davanti al altro ragazzo “ Come potrei crederti! Non abbiamo nulla in comune e si prova a dimostrarmelo vediamo se c’è la fai davvero!” Ad un tratto sul volto del alto comparve come un ghigno “ Come vuoi tu”

Dopo questa frase, il ragazzo sembro sparire, Noah si guardava intorno non riusciva a capire cosa stesse succedendo, cominciava davvero a pensare che era stato frutto della sua fantasia, quando ad un tratto comincio a sentire un freddo incredibile provenire da dentro di lui, stava cercando disperatamente di muovere il suo corpo, ma quest’ultimo non sembrava proprio voler obbedire ai suoi ordini.
Ad un tratto senti la porta di casa aprirsi, segno che sua zia era tornata e in quel momento senza che lui potesse impedirlo il suo corpo inizio a muoversi.

“Visto.. te l’avevo detto che io ero te.. ma visto che non mi hai creduto .. te lo dovrò dimostrare con i fatti Noah ..”  La zia sentendo quelle parole si giro e diede uno sguardo scettico al nipote “Cosa sei venuto a fare qui! Non voglio vedere la tua faccia vattene!”

Noah intanto stava cercando disperatamente di recuperare il suo corpo, ma l’unica cosa che ci stava guadagnando era il fatto di diventare sempre più stanco, era quasi come se tutte le sue energie gli stavano venendo risucchiare. Ad un tratto senti una risata glaciale , ma dai passi in dietro che aveva fatto la zia, poteva capire che stavolta non era soltanto nella sua testa.
Il suo corpo, controllato da quello strano ragazzo, ricomincio a muoversi avvicinandosi alla zia, che subito come un impeto di auto difesa afferra un coltello che era li vicino e lo punta contro il bambino.

“ Non provare ad avvicinarti! Se no giuro che questa lama sarà l’unica cosa che tu vedrai” il bambino ridacchio “ Oh.. ma zietta cara.. potresti davvero farci del male?.. ma che sto dicendo.. certo che tu potresti.. ma penso.. sia il momento che sia io a fare qualcosa a te” Con passo lento continuo ad avvicinarsi alla donna, che presa da un impeto cerco di colpire il bambino con il coltello. Ma quest’ultimo alzo la mano afferrandolo e in quel momento dalla sua mano si poteva vedere il sangue scendere, questo non fece altro che farlo sorridere ancora di più “Oh.. il sangue.. non pensi anche tu zia che abbia una particolarità più unica che rara… è cosi bello vederlo.. soprattutto quando macchia le persone.. non sei d’accordo con me?” La donna fece cadere a terra il coltello e indietreggio e poi disse “Chi sei tu! .. non puoi essere Noah” Guardo il ragazzo avvicinarsi al coltello per poi riafferrarlo e la guardo, sorridendo appena innocentemente “ Oh.. stai sbagliando cara zia.. io sono Noah.. una sua parte.. ma vedi… Noah non voleva credere in me e quindi mi toccava dargli una prova.. ma se proprio vuoi distinguerci.. poi chiamarmi Kay” Con uno scatto a dir poco spavento il bambino si porto davanti alla donna e conficco il coltello contro il petto della donna che perse l’equilibrio cadendo. Kay guardava curioso, girando appena la testa e disse “ E no zia… abbiamo appena iniziato… il gioco non può finire adesso in questa maniera”.

Noah spalanco gli occhi alla scena che era costretto a guardare, Kay si era messo a staccare degli arti tagliandoli con il coltello, oppure si era messo a fare diversi graffi con il coltello, soltanto per sentire le urla della zia, che a quanto pare per lui sembravano come l’oro colato, quando queste cessarono, inizio a sbuffare come un bambino infastidito a cui era appena stato tolto un giocattolo molto divertente.

“Cattiva zia… non era ancora il momento di morire.. ora che stavo davvero iniziando a divertirmi.. ma chi sa.. forse posso trovare un po’ di divertimento anche con qualche altra persona” Si guarda leggermente intorno, nella speranza che in casa qualcosa potesse attirare la sua attenzione, sentiva dentro di se Noah che voleva riprendere il controllo del suo corpo e questo lo fece appena ridacchiare. Lancio un ultimo sguardo al corpo martoriato e sanguinante di sua zia, poi usci tranquillamente di casa, proprio nel momento in cui c’era una bufera di neve.

“Uhm… chi sa chi è il prossimo a cui andrebbe di giocare con me?” 
  
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