Anime & Manga > Psychic Detective Yakumo
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Autore: Reine_De Poiters    17/02/2014    3 recensioni
Partecipa al contest "Un anno colmo di prompt - Challenge" indetto da AoKise92 sul forum di EFP.
Questa raccolta partecipa alla Challenge Diamo visibilità a chi non ne ha di Nuvola Barocca.
1- Neve: perché Haruka ama la neve più di qualsiasi cosa.
Dal testo:
"Quando sua sorella era ancora in vita, quelle poche volte che nella sua città natale nevicava, entrambe si appoggiavano al vetro della grande finestra del salotto ed osservavano i fiocchi bianche volteggiare in aria e cadere al suolo.
Solo quando ne era caduta abbastanza per poter giocare lei ed Ayaka uscivano in giardino e passavano le ore a divertirsi giocando a palle di neve e costruendo pupazzi di diverse dimensioni e forme, finché la loro mamma non riusciva a trascinarle finalmente dentro casa con la scusa di una buona e fumante cioccolata "
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Ozawa, Yakumo Saito
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                               Delirio da febbre… o forse no?

 




Yakumo odia, forse più di ogni altra cosa, l'inverno. Fa freddo,  piove, e la pioggia lo mette di cattivo umore più di quanto non lo sia solitamente, e l'aria pullula di batteri e lui, matematicamente, riesce ogni anno a prendersi l'influenza.
 È sì una buona scusa per rimanere al caldo sotto le coperte, ma anche una tortura perché, logicamente, si sente anche peggio di uno straccio.
 

Era sul divanetto del circolo degli amici del cinema, avvolto da tre larghe coperte e il termometro sotto il braccio. La febbre, maledetta sia, lo aveva svegliato nel cuore della notte  in una pozza di sudore, non era più riuscito a riprendere sonno.
Non aveva neanche medicine, negli ultimi tempi non aveva avuto poi molto tempo sia per pensarci che per passare in farmacia, per questo conviveva da parecchie ore con un lancinante mal di testa.
 

Come era sua abitudine aveva lasciato la porta del circolo aperta, ma quando la sentì aprirsi e vide spuntare il volto di Haruka per poco non si maledisse.
Era decisamente troppo nervoso e stanco e per questo era quasi sicuro al cento per cento che avrebbe trattato male più del solito quella ragazza che, come un uragano, era entrata nella sua vita rendendola decisamente migliore .
Spesso si sentiva un vuoto dentro quando non c’era, solo la sua presenza gioviale riusciva a colmarlo, ma non lo avrebbe mai ammesso.
 

Yakumo non sa perché, in realtà lo sa benissimo ma ammetterlo è troppo complicato per la sua natura, ma da quando Haruka era entrata, prepotentemente e un po' egoisticamente, nella sua vita,
scombussolandola e rendendo le sue giornate meno vuote, qualcosa era cambiato.
L'apatia e il menefreghismo in cui aveva vissuto fino al giorno in cui, per la prima volta, la ragazza aveva varcato la soglia della sua tana si stavano man mano affievolendo, quasi volessero scomparire definitivamente dalla sua vita un giorno, senza rimpianto alcuno.
 

Doveva ammettere però che, a primo impatto, Haruka non gli aveva fatto una buona impressione, troppo casinista, combina guai, ingenua e, a suo parere, poco perspicace.
Adesso aveva cambiato drasticamente idea, non riusciva ancora a farsi andare a genio la propensione della giovane a ficcarsi nei guai, ma non poteva non apprezzare la genuina ingenuità e fiducia verso il mondo che la caratterizzavano, anche i suoi modi confusionari erano passati a poco a poco in secondo piano.
 

La sua presenza era ormai diventata una costante nella sua vita, poteva quasi dire di sentirne la mancanza quando, la mattina, non la vedeva arrivare con il suo solito sorriso, forse fin troppo felice, sulle labbra.
 

Era la prima volta che, volente o nolente, si ritrovava ad affezionarsi a qualcuno, ma lui stesso aveva ormai capito da tempo che la soglia dell'affetto e dell'amicizia era stata oltrepassata.
Era diventato, suo malgrado, amore.
Non aveva mai pensato di potersi innamorare di qualcuno, specialmente di qualcuno come Haruka.
Così solare, così energica e testarda, così diversa da lui, ma anche così fragile da renderli simili. Forse questa fragilità lo aveva fatto innamorare.
 

Non aveva mai fatto nulla per gli altri, nulla che non sottintendesse un lauto compenso. Per lei però si era ritrovato a fare di tutto, senza esitazione alcuna e avrebbe continuato senza nessun rimpianto.
Sa che è innamorato, ma ammetterlo a se stesso sarebbe un passo troppo grande per lui, quasi complicato.
Spera, con tutto se stesso, che sia Haruka a compiere la prima mossa, perché lui sa di non essere capace.
Sa che non è e non sarà semplice per nessuno dei due, certe cose non sono mai semplici.
 
 

-Ehilà Yakumo! Buongiorno!- la voce acuta di Haruka penetrò nelle orecchie di Yakumo come un suono molto fastidioso, ci mancava solo lei, pensò il giovane.
-Che vuoi?- il tono del ragazzo risultò essere molto più duro di quanto n realtà volesse, ma stava male che cosa pretendeva?
-Quanto siamo acidi, mamma mia. Volevo solo chiederti se potevi…- la ragazza fu bloccata da Yakumo che, semplicemente con un cenno della mano l’aveva azzittita poco garbatamente.
-Sto male, non ho tempo e non mi va, qualsiasi cosa tu voglia è no-
 

 Haruka aveva aggrottato la fronte  e arricciato, il ragazzo era decisamente più irritante, ed irritabile, del solito. Lo osservò per alcuni secondi, aveva le guancie leggermente arrossate, il volo crucciato e gli occhi lucidi. Sicuramente ha la febbre, pensò Haruka.
 

-Puoi anche andartene adesso- Yakumo si era letteralmente buttato sul suo divanetto, girandosi dal lato opposto a quello della ragazza. Haruka però non aveva accettato l’invito del giovane e si era avvicinata a Yakumo che, molto poco gentilmente, l’ignorava fingendo di dormire.
 

-Come fai a dirmi subito di no, se non sai neanche cosa voglio?-
-Perché sei una combina guai e, come tale, porti solo guai specialmente a me- Yakumo aveva ancora gi occhi chiusi e si era accucciato meglio tra le coperte, mentre rispondeva piccato alla domanda della “sua combina guai personale”.
-Capisco che tua stia male, ma non potresti essere un po’, solo un po’ eh, più gentile?- Haruka non riusciva a capire perché, con qualsiasi persona, fosse così sgarbato anche se lei sapeva benissimo che non era malvagio, tutt’altro.
-Perché dovrei gentile con persone che mi causano solo guai? La vedo molto controproducente come cosa, u non credi?- La giovane si era avvicinata ancor di più a Yakumo, andando a sedersi su un bracciolo del divanetti.
 

-Non era riferito solo a me, potresti essere più aperto con tutte le persone, ti farebbe sicuramente bene un po’ di compagnia. Io non la vedo controproducente come cosa, è molto più controproducente essere sgarbato, farai scappare quelle poche persone che ti sono accanto così- Nel frattempo il ragazzo si era girato ad osservare Haruka che però, mentre parlava, fissava un punto indistinto della stanza.
-Mi pare che tu non sia scappata-
-Allora sei consapevole di trattarmi, spesso e volentieri, male!- Haruka aveva riso piano e goffamente  mentre si girava verso Yakumo che sembrava osservarla molto intensamente, ma la ragazza pensò subito fosse una sua semplice impressione.
 

Gli occhi di Haruka avevano incontrato quelli profondi del giovane che, stranamente, aveva lasciato scoperto quel suo meraviglioso, almeno così era per Haruka, occhio rosso. Era magnetico quello sguardo, la stava incatenando a lui come nient’altro al mondo.
 

-Vorresti essere trattata meglio?- la voce di Yakumo era un sussurro.
-Ah!?- fu l’unica cosa che, una più che sbigottita Haruka, riuscì a dire. Era rimasta esterrefatta dalla domanda, perché quella era una vera e propria domanda e non una delle sue solite constatazioni molto sarcastiche di Yakumo. Non si sarebbe mai aspettata nulla del genera dal ragazzo.
 

Yakumo aveva sbuffato sonoramente e si era passato una mano fra i capelli, andando poi a coprirsi gli occhi. Doveva ammettere di vergognarsi di ciò che aveva appena detto, non sapeva perché gli avesse chiesto una cosa del genere.
 

Avrebbe voluto imputare tutto ad un delirio causato dalla febbre, ma in vita sua non  gli era mai capitato nulla del genere e poi era perfettamente consapevole di cosa gli avesse domandato e se da un lato sperava che Haruka gli rispondesse, qualsiasi cosa gli andava bene, dall’altro sperava veramente che la ragazza non avesse compreso ciò che aveva detto.
 

-Ti ho chiesto se vorresti essere trattata meglio- la voce del giovane era diventata ancora più bassa e carica di imbarazzo.
 

Haruka si morse piano un labbro, che razza di domanda era mai quella? Sapeva di esser diventata completamente rossa, ma, fortunatamente, Yakumo non la stava guardando.
Voleva rispondere, ma non riusciva, semplicemente boccheggiava quando provava ad aprire bocca.
Prese un lungo sospiro e ci provò di  nuovo, le guance sempre più rosse e la voce tremolante.
 

-Bhe…- si tormentò più e più volte le mani mentre sorrideva nervosamente, non riusciva proprio a parlare normalmente.
-S-sicuramente… cioè…- prese un altro lungo e profondo respiro e, finalmente, si calmò. Non era mai stato così difficile esprimersi a parole.
-Sarebbe meraviglioso se tu mi trattassi un po’ meglio, ecco tutto- aveva pronunciato quelle parole tanto velocemente che, per poco, neanche lei riuscì a capire ciò che aveva detto. Era imbarazzatissima, come mai lo era stata in vita sua, avrebbe voluto sotterrarsi.
 

Aveva girato la testa verso Yakumo che, passati alcuni secondi, si era messo seduto stando sempre attento ad evitare lo sguardo di Haruka.
L’aria era carica di imbarazzo ed entrambi distolsero i loro sguardi l’uno dall’altro. Fu Yakumo a parlare dopo alcuni minuti.
-Capisco… ci proverò- la sua voce era un live e flebile sussurro e le parole erano coperte da un velo di timido imbarazzo. Sapeva di non essere decisamente bravo a parole, sperava di esserlo almeno a fatti.
 

Per questo, allungando senza timore il suo braccio, aveva afferrato quello della ragazza trascinandola, molto delicatamente, il più possibile vicino a se.
Haruka era rossissima in viso, teneva gli occhi bassi e tremava impercettibilmente.
Yakumo, molto goffamente a dirla tutta, se la tirò, letteralmente, a dosso stringendola in qualcosa che dovrebbe essere un abbraccio.
 

Haruka nascose il suo volto nel petto del giovane e si inebriò del suo profumo, non era la prima volta che si trova così vicina a Yakumo, ma era la prima volta che il ragazzo ricerca quel contatto.
La ragazza ricambiò l’abbraccio del giovane, afferrando quasi disperatamente la sua camicia perché aveva bisogno di un appiglio che le ricordasse che quello che stava vivendo era reale e non  frutto della sua fantasia.
 

Anche Yakumo aveva l’impressione che quella fosse un’illusione, ma diventò tutto troppo reale quando sente i capelli della ragazza solleticargli il naso e le sue dita stringergli un lembo della camici. Per un attimo sentì di essere paralizzato da tutto quello che stava provando, perché era talmente complicato che in un certo senso lo spaventa.
 

-Mi attaccherai la febbre così- fu Haruka a dargli uno scossone, aveva ancora il capo poggiato sul suo petto e il suo cuore, ad ogni parola che pronunciava, batteva più forte.
-Ti saresti potuta staccare, ma non lo hai fatto-
-Non ho neanche intenzione di farlo- Yakumo sorrise lievemente, passando una mano tra i capelli morbidi della ragazza. Anche se avesse avuto intenzione di andarsene lui glielo avrebbe impedito, era un egoista lo sapeva, non aveva problemi ad ammetterlo.
-Comunque, visto che ci siamo, non saresti curioso di sapere cosa volevo?- la ragazza sembrava aver perso tutto l’imbarazzo e stava tornando se stessa.
-No-
-Sei sempre il solito! Adesso non saprai mai che volevo invitarti a vedere con me il prossimo concerto di Kaori Kobayashi*-
-Penso non sopravviverò senza saperlo- Haruka si era staccata dal giovane per fargli una tenera linguaccia.
-Se per quel giorno sto meglio e magari sto morendo dalla noia invece di dormire potrei, e dico potrei, farci un mezzo pensiero, ma la vedo molto complicata- Haruka aveva riso, consapevole del fatto che quella risposta era come un sì.
 

Yakumo sapeva di non essere bravo a parole, ma la stessa Haruka gli aveva insegnato che molto spesso le parole erano solo semplici suoni. I fatti valevano più di mille parole.
Doveva anche ammettere che, alla fin fine, non la odiava poi così tanto la febbre.


 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice
 
*Kaori Kobayashi è una famosa flautista e sassofonista giapponese.
 
Eccomi qui di nuovo, spero che anche questa storia vi sia piaciuta. Ringrazio chi ha recensito il secondo capitolo e chi ha messo la storia fra le seguite, spero di non deludere le vostre aspettative!
Credo di aver mandato Yakumo un po’ OOC, ma spero perdonerete questa mia piccola “defaiance “
Ringrazio ancora tutti quelli che recensiranno o che leggeranno questa storia, i vostri pareri sono sempre ben accetti.
Questa storia partecipa alla Challenge Diamo visibilità a chi non ne ha  di Nuvola Barocca e alla Challenge "Un anno colmo di prompt - Challenge" indetto da AoKise92 sul forum di Efp.
Alla prossima One shot!
Reine.
  
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