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Autore: Hoi    18/02/2014    4 recensioni
è ambientato nel periodo di poco precedente al ritorno di Goku. Goten e Trunks crescono all'ombra di Vegeta, si azzuffano per diventare due grandi sayan e per capire cos'è giusto e cos'è sbagliato.
2. Cattivo
Vegeta se ne stava da solo anche quando era in mezzo ad un sacco di persone. Come si faceva a non aver paura di uno così?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Goten, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non era andato a casa, non subito almeno, ma sapeva di non poter stare in giro in eterno, quindi alla fine aveva deciso e ci era tornato. Questo prima di sapere che anche Goten era lì. Peccato se ne fosse accorto soltanto quando ormai era davanti al cancello e aveva sua madre davanti.
 
Bulma fissava suo figlio, contrariata. In teoria sarebbe dovuto essere Vegeta ad andare a prenderlo fuori da scuola, non Trunks a tornare a piedi. Non era la prima volta che sgridava suo marito in proposito, peccato che la cosa non toccasse minimamente. Sospirando la donna decise che per quella volta avrebbe lasciato stare, c’era qualcosa di più importante di cui discutere… e in fondo, suo figlio era più forte di quasi tutta l’umanità, era improbabile che gli potesse succedere qualcosa di brutto. Il rischio era che lui facesse qualcosa di brutto, per errore ovviamente, ma poteva capitare. In realtà, era già capitato.
“Trunks, io e tuo padre ti dobbiamo parlare”
 
Trunks non disse nulla, si limitò a percorrere il giardino e ad entrare in casa. Quello spione di Goten aveva detto tutto a sua madre era ovvio. Come era ovvio che si era tenuto la parte riguardante il motivo per cui avevano litigato per sé.
Appena entrato in cucina Trunks lasciò cadere lo zaino a terra e si sedette composto a tavola. Avrebbe voluto buttarsi sul frigo, ma sapeva che più si fosse finto dispiaciuto, meno sarebbe durata la sgridata di sua madre. Aveva capito d’aver fatto male a Goten e che la loro era stata una brutta litigata, ma non era la prima volta che bisticciavano o che si lasciavano qualche livido, sua madre esagerava sempre. Suo padre al contrario capiva, per questo anche se sua madre amava dire “io e tuo padre ti dobbiamo parlare”, lui non c’era mai. Non perché non gli interessasse, ma perché era una cosa poco importante.
 
“Trunks ti rendi conto di quello che hai fatto? Goten aveva una spalla dislocata. È una cosa grave. Si finisce al pronto soccorso per cose del genere.”
 
Trunks abbassò lo sguardo. Non aveva capito d’avergli fatto così male. Comunque era certo che non fosse una cosa tanto grave. Altrimenti l’avrebbero portato al palazzo del supremo e non sarebbe rimasto lì da loro.
“Mi spiace mamma, non succederà più…”
E con questo, sperava d’aver chiuso il discorso.
 
Bulma gli si sedette accanto. Le spezzava il cuore vederlo con quel faccino triste, ma non poteva lasciar correre.
“Ok tesoro, ma devi raccontarmi cos’è successo…”
 
“Non volevo fargli così male… abbiamo litigato… ero arrabbiato e ho perso il controllo…”
Era vero. Non sentiva d’essere in torto, non particolarmente, ma sapeva d’aver fatto qualcosa di grave. Goten era comunque il suo migliore amico.
“Ok, è tutto a posto tesoro, ma non deve ricapitare”
Sua madre gli sorrideva gentilmente. Forse si era accorta che era sincero adesso. Lei diceva sempre che una madre certe cose le capiva, forse era vero. Comunque era contento che quella discussione fosse finita, in fondo era stato il suo scopo fin dall’inizio.
 
“No Bulma, non è tutto a posto.”
Tranks alzò lo sguardo, incrociando quello di suo padre. Vegeta se ne stava sulla porta, appoggiato allo stipite, con le braccia incrociate sul petto, mentre lo fissava.
Non si era accorto del suo arrivo, forse era stato lì dall’inizio, forse l’aveva sentito chiedere scusa. Tornò ad abbassare gli occhi, lottando per evitare che si riempissero di lacrime. Una cosa Trunks la sapeva, d’altronde era impossibile non leggerla in quel suo sguardo severo: L’aveva deluso.
Inspirò profondamente. Non si sarebbe messo a piangere, non davanti a lui.
 
Ci mancava solo questa. Proprio in quel momento suo marito doveva mettersi a fare il padre impiccione? Perché non poteva fregarsene come per tutto il resto! Era appena riuscita a risolvere la cosa senza traumatizzare a vita loro figlio, ma lui no, ci aveva dovuto mettere becco. E che bel risultato aveva ottenuto: deprimere loro figlio.
“Vegeta, non credi di star esagerando?”
 
Bulma gli aveva appena servito la possibilità di tirarsi fuori da quella perdita di tempo una vota per tutte, lo sapeva. Questa però non era una di quelle stupidate che doveva gestire lei, questa era una cosa seria. Trunks era un sayan, un guerriero. Il combattimento era la sua natura e non essere in grado di gestirla significava la morte.
“No.”
 
Una fitta trafisse il petto di Trunks. Ci aveva sperato. Alla domanda di sua madre, aveva davvero sperato che lui ci ripensasse. Strinse gli occhi e inspirò nuovamente. Quantomeno era riuscito a non farsi scappare neanche una lacrima e sperava che quello fosse stato il colpo peggiore che so padre gli avrebbe inferto.
Sentì i suoi passi avvicinarsi. Il suo cuore accelerò. Con la mente ripercorse ciò che aveva fatto. Non gli sembrava che ci fosse nulla che potesse contrariare suo padre. In fondo avevano solo fatto a botte ed era stato proprio lui ad insegnargli quanto fosse importante combattere. Forse era arrabbiato per come aveva ridotto Goten… ma anche lui si era fatto male spesso e suo padre non si era mai preoccupato. Forse era perché se n’era andato senza vedere se il suo amico stesse bene... Suo padre non gli aveva mai detto come si sarebbe dovuto comportare in quel frangente. Ormai era davanti a lui, che ancora non sapeva come giustificarsi.
 
Vegeta lo superò e aprì il frigo.
“Domani non vai a scuola, iniziamo gli allenamenti. Credo che in una settimana dovresti aver imparato a controllare la tua forza”
Una settimana… avrebbe perso una settimana di allenamenti per colpa di quella storia, non poteva credere di aver addirittura proposto una cosa del genere. D’altronde non aveva scelta, se voleva che Trunks un giorno diventasse un degno avversario, doveva pensare personalmente alla sua formazione.
 
Una settimana… suo figlio avrebbe perso una settimana di scuola per diventare uno scimmione tutto muscoli e allenamenti. Bulma avrebbe voluto alzarsi e gridare in faccia a suo marito che poteva scordarselo, ma in fondo capiva che era una cosa necessaria. Se al posto di Goten ci fosse stato un altro bambino, probabilmente l’avrebbe ucciso… e poi passare un po’ di tempo assieme avrebbe fatto bene sia a Trunks che a Vegeta.
 
Una settimana… una settimana di allenamenti ininterrotti con suo padre. Gli era già capitato di allenarsi con lui e ne era uscito sempre malissimo. Sarebbe stata una tortura e il suo maestro di certo non avrebbe provato a rendergli la cosa più semplice, ma sarebbero rimasti assieme per un’intera settimana. Non era mai stato tanto felice. Un enorme sorriso gli si allargò in volto. Non vedeva l’ora di dirlo a Goten. Il sorriso gli scomparve, eclissato dall’immagine del suo migliore amico che zoppicava nel vicolo sotto di lui.
“Papà… io… non avrei dovuto andare via, vero? Avrei dovuto aiutare Goten…?”
 
Trunks lo fissava. Bulma era zitta e guardava davanti a sé, come se non avesse sentito. Quella maledetta donna! Avrebbe dovuto occuparsi lei di cose come quelle!
Vegeta richiuse il frigo, teneva una lattina in mano e la fissava come se ci potesse leggere sopra la risposta.
Lui non si era mai fatto problemi a lasciare indietro compagni feriti, erano un peso che in una battaglia vera non ci si poteva permettere di portare. Il gesto più misericordioso che aveva fatto per loro era stato dargli una morte veloce. Non lo rimpiangeva, eppure non poteva non pensare che se avesse risparmiato Nappa quella volta sulla terra, le sorti della battaglia sarebbero state diverse. Alla fine in quel frangente la sua sconfitta era dovuta soltanto alla superiorità numerica di quei maledetti terrestri, se Nappa fosse stato vivo, la vittoria sarebbe stata loro. Quella volta aveva lasciato che l’ira e la superbia lo controllassero e aveva perso una valida risorsa.
Vegeta sospirò rialzando gli occhi su suo figlio.
“Devi imparare a valutare la situazione, senza farti controllare dai sentimenti, avere sempre ben presente cosa vuoi ottenere e chi è il tuo avversario. Tu sai benissimo se hai sbagliato o no, quindi non venire a chiederlo a me.”
 
Guardò suo padre andarsene in silenzio. Sì, Trunks sapeva bene d’aver sbagliato. Sua madre ancora seduta accanto a lui, gli scompigliò i capelli, sorridendo tristemente. Stava per mettersi a consolarlo, lo sapeva, ma scese lo stesso dalla sedia e corse fuori. La cosa più importante ora, era parlare con Goten e chiedergli scusa.
 


Hoilà! Non sono brava in queste cose quindi taglierò corto.. per prima cosa vi avverto che ho cambiato l'ordine dei capitoli... così ha più senso ^^ poi... mi è venuto il dubbio che questo modo di scrivere, ossia cambiare spesso il punto di virsta, sia un po' confusionario... mi spiego: non vorrei che a volte non si capisse di chi parla la narrazione o che i fatti risultino confusi per via di troppi sottintesi... Voi che ne pensate? Funziona o è stra-incasinoso??
Grazie a chi vorrà spendere tempo a rispondermi, ma anche (e soprattutto) a che legge, chi segue e chi ha recensito!!!
Nella speranza che vi stia piacendo, alla prossima!!
Hoi.
  
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