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Autore: Hufflebubble    19/02/2014    4 recensioni
Ormai di Severus Piton rimane solo più un quadro nell'ufficio del Preside, ma è noto che nel mondo magico i ritratti sono "vivi", e lui ha ormai l'abitudine di aggirarsi per i corridoi di notte.. Fino a quando non farà una scoperta stravolgente..
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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epilogo Ed eccoci finalmente giunti all'epilogo! Chissà cosa combineraano Severus e Lily, ora che si sono
incontrati? Adesso potetrete scoprirlo!
Come sempre spero vi piaccia! E mi raccomando, non esitate a recensire!!!
Buona lettura a tutti!


Epilogo



Quella mattina, davanti al castello di Hogwarts, c’era molta gente. Adulti e ragazzi, impegnati in svariate attività sul prato antistante la scuola. No, non era un giorno di festa o una qualche particolare ricorrenza: era quello che succedeva quotidianamente nel castello di Hogwarts dipinto nel quadro al terzo piano, nella Sala dei Trofei, del vero castello. C’era chi leggeva, chi passeggiava, chi si rincorreva e chi cantava, ma anche chi giocava a Quidditch.
Nessuno però sembrava aver notato due figure che si erano appena addentrate nella Foresta Proibita: una bella ragazza con dei folti capelli rossi e un giovane uomo completamente vestito di nero e con un lungo mantello, sempre nero.
I due giovani si tenevano per mano, e continuarono a camminare fino a quando non trovarono una radura, ma soprattutto fino a quando Lily non sentì che Severus aveva smesso di piangere, ed era così pronto a parlare.
Si fermarono, uno di fronte all’altro. La ragazza mise una mano sulla spalla di Severus, che ebbe un leggero sussulto. Mentre l’altra mano la mise nuovamente sotto il mento e gli sollevò il viso, leggermente arrossato per le lacrime appena versate.
«Lily, scusami… io non volevo…» disse Severus con qualche singhiozzo.
«Va tutto bene, tranquillo… si vedeva che avevi bisogno di sfogarti, e spero che adesso tu stia meglio». La voce di Lily era una carezza, una poesia che fece tremare il cuore di Severus per l’emozione. «Mi stavo solo chiedendo… è stato Silente a dirti di questo quadro?» le sue parole erano accompagnate da un dolce sorriso che le illuminava gli occhi verdi.
«No, l’ho scoperto io. Di notte… mi piace andare in giro per il castello, di cornice in cornice… mi piace sentire la pace che regna tra le sue mura, quando tutti dormono. Così qualche sera fa ho scoperto questo quadro, e ho deciso… che avrei voluto… riuscire a… parlarti… Solo che adesso…» Severus aveva pronunciato quella frase tutto d’un fiato (nonostante i ritratti non abbiano il fiato, ma se fosse stato vivo lo avrebbe avuto), timoroso di non riuscire più a proferir parola.
«Oh Severus…» Lily gli mise un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, seguito da una carezza sulla guancia. Una piccola lacrima rischiava di cadere dall’angolo dell’occhio della ragazza, ma lei non fece nulla per fermarla.
«Lily…» pronunciare di nuovo quel nome lo faceva fremere, sentiva i brividi che gli correvano lungo la schiena. «Avevo paura che tu… temevo che… che tu non mi volessi più vedere, dopo tutto il dolore che ti ho provocato. Lo capisco se ora vuoi che me ne vada…» anche Severus rischiava di nuovo di scoppiare in lacrime, perché la dura corazza che ricopriva il suo cuore era ormai definitivamente andata in frantumi.
«No, Severus, non voglio che tu te ne vada. Harry mi ha raccontato tutto. Mi ha detto di aver visto i ricordi che tu gli hai dato poco prima di… si, insomma di…» Lily non riuscì a finire la frase, e la lacrima scese lungo la sua guancia.
Severus spalancò gli occhi. Chissà cosa aveva pensato la ragazza quando aveva capito che lui era sempre stato innamorato di lei, che era morto per lei. Sicuramente l’avrebbe preso per un debole e per uno stupido. E lui non era sicuramente pronto per essere considerato uno stupido, o ancora peggio un codardo, proprio dalla persona che amava da tutta la vita, e anche oltre.
«Lily, ascolta… quello che ha visto Pot… ehm… Harry...» la sua voce aveva iniziato a tremare.
«No, ti prego, fammi finire. Da quanto mi ha detto Harry, ho capito, ma troppo tardi, che tu sei un uomo valoroso. Hai dato la tua vita per salvare mio figlio. Il tuo cuore deve essere orgoglioso per tutto quello che hai fatto!» anche Lily, pronunciando quelle ultime parole, aveva iniziato a piangere, ma quelle erano lacrime di gioia. Aveva finalmente detto a Severus quello che pensava e che non aveva mai potuto fargli sapere.
«Lily…» Severus abbassò la voce, non sarebbe mai riuscito a dire quello che stava per dire a voce alta, e forse in cuor suo sperava che la ragazza non lo sentisse. «Tutto quello che ho fatto… io l’ho fatto solo per…» una nuova lacrima cadde quando Lily gli si avvicinò. «L’ho fatto per… te!» Solo una persona vicinissima a lui avrebbe potuto sentire quelle parole, e la ragazza le sentì. Lentamente si avvicinò e lo abbracciò.
Dopo quello che a Severus parve un tempo infinito i due giovani si allontanarono leggermente e si guardarono negli occhi, e riuscì a trovare il coraggio per parlare di nuovo.
«Io non sono per niente orgoglioso di quello che ho fatto. È stata solo mia la colpa per quello che ti è successo. Anzi, che vi è successo. È solo colpa mia, per essere andato a far la spia all’Oscuro Signore, troppo codardo e pauroso di morire invece di proteggerti. È stata colpa mia anche quando ti avevo chiamato in quel modo orribile, e se tu non mi avessi ancora perdonato avresti tutte le ragioni. È solo che ero invidioso, di James e di tutti quei ragazzi che ti giravano intorno. E l’invidia è salita al punto di farmi avvicinare ai Mangiamorte. Avevo paura di diventare come mio padre, e iniziare a bere pur di soffocare il dolore fino a ridurmi a uno straccio. Così ho scelto di reagire, ma ho fatto tutte le scelte sbagliate. Se quel giorno fossi venuto a chiederti scusa e a parlarti a quest’ora saresti ancora viva, invece ti ho lasciata andare, portandoti alla morte.»
Lily lo guardò. Nel suo sguardo non c’era odio né compassione. Era uno sguardo fiero. Ed era giunto a sua volta il momento di parlare.
«Io posso solo ringraziarti invece! Anche io ho fatto delle scelte sbagliate, l’ho capito forse solo ora. È vero che quel giorno tu non hai fatto niente per chiedermi scusa, ma nemmeno io ho fatto qualcosa per riavvicinarti. E questa è una cosa di cui ancora adesso, che sono solo più un ritratto, me ne pento, credo che non riuscirò mai a perdonarmelo. Era più comodo farsi ammaliare dalle parole di James e dall’amicizia degli altri Grifondoro, era molto più facile che cercare di recuperare un’amicizia con un Serpeverde e tirarsi addosso le prese in giro dei miei vecchi compagni. Così alla fine ho scelto James, ho guardato impassibile tutte le volte che ti prendevano in giro, ma dentro il mio cuore piangeva. Ma anche io ero troppo codarda per ritrovare la nostra amicizia. Ma ora voglio essere sincera con te. Di una cosa sola non mi sono mai pentita, e questa è Harry. Sono fiera di lui, perché al contrario di noi due ha fatto quello che era giusto, non quello che era facile.»
Ora entrambi si erano sfogati. Avevano atteso da anni, invano un’occasione simile per riuscire a chiarire tutte quelle cose, e l’occasione era arrivata. Così si abbracciarono di nuovo, finalmente liberi di potersi guardare negli occhi senza provare sensi di colpa.
Si presero per mano, senza più dire nulla, e tornarono di nuovo verso il castello.
Severus non sapeva ancora se sarebbe di nuovo andato a trovarla. L’unica cosa certa era il macigno che si era tolto dal cuore. E così poté finalmente avviarsi verso il bordo del quadro. Giunto al limite della cornice si voltò un ultimo istante indietro, per ritrovare ancora quello sguardo verde e luminoso. Lily era lì, ferma sul limitare della foresta, che lo stava guardando. I loro sguardi si incrociarono per un ultimo istante. Severus stava per voltare la testa, quando vide le labbra della ragazza formulare un silenzioso “grazie”. Forse per la prima volta in vita sua si sentì veramente felice. E sorridendo tornò nel suo quadro nell’ufficio della Preside.
Solo Silente parve notare l’espressione del giovane, e capì tutto senza bisogno di farsi spiegare nulla. Finalmente anche lui aveva trovato la sua serenità.
  
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