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Autore: Ottachan    19/02/2014    5 recensioni
L'avventura di Pokémon Heart Gold e Soul Silver vissuta da Makoto, Haruka e Rin.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo fill della Seconda Notte Bianca organizzata dalla pagina No ma Free lo guardo per la trama, eh con prompt di Amaerise Makoto è da sempre accanto a Haru ma, da quando quel Rin ha rubato un Totodile dal laboratorio del prof. Elm, Haru è tutto preso dal rivale. Il prompt mi è piaciuto così tanto anche perchè così posso scrivere di shotini pucciosi senza rischiare di andare in galera che ho deciso di farne una serie (e qui mi direte: 'Ma tanto non fai nessuna fatica, la trama di base segue di pari passo quella dei videogiochi!' Avete ragione, mi piace vincere facile lol xD). E per l'occasione ho modificato l'avatar: ammirate la bellissima (???) SlowpOtte <3 (visto che sto ancora aggiornando robe risalenti alla seconda NB quando la terza è finita da un pezzo... Dettagli) ma nonostante l'immagine poco rassicurante mi impegno ad aggiornare questa fic con abbastanza regolarità (intanto ho pronti i capitoli fino al terzo per ogni evenienza). Ringrazio in anticipo chi leggerà, chi continuerà a seguire il tutto e chi commenterà, grazie davvero çwç E ringrazio ancora Amaerise per l'idea di base <3 (sperando di non avergliela fregata xDDDDD).
PS: negli avvertimenti ho segnato 'Otherverse' perchè, ovviamente, tutti i capitoli faranno riferimento all'ambientazione dei videogiochi, non a quella dell'anime (giusto per essere chiara, meglio mettere nero su bianco queste 'questioni burocratiche' xD).

Edit del 27-09-2014: prima revisione, effettuate alcune correzioni.

 
Capitolo 01 – Inizio. [Makoto’s side]
 
Makoto e la sua Chikorita aspettavano trepidanti, davanti al portone di casa Nanase, che l’amico si facesse finalmente vivo. Il bambino aveva bussato una volta, due volte, tre volte, ma non aveva ancora ricevuto alcuna risposta. Che Haruka fosse di nuovo immerso nella sua amata vasca da bagno ad oziare? Gli sembrava strano. Makoto si spostò verso sinistra per osservare la finestra del bagno che si affacciava dal lato ovest della villetta: nessun segno di vapore. Il ragazzino si ritrovò ad emettere un profondo sospiro sconsolato. Decise quindi di dirigersi, stanco di aspettare, verso la porta sul retro della casa del vicino per entrare di soppiatto come spesso gli era già capitato di fare in passato; che grande sorpresa quando scoprì che la porta era stranamente chiusa a chiave. Strano. Molto strano! Cosa fare? Forse il professor Elm, il grande luminare di Johto che tutto sapeva e tutto o quasi poteva (concernente ovviamente l’immenso mondo dei pokémon) l’avrebbe sicuramente aiutato.
Makoto fece rientrare il proprio starter nella pokéball e si avviò verso ovest in direzione del laboratorio. All’interno di esso l’aria che tirava non era delle più favorevoli: il telefono squillava ripetutamente ed il professore rispondeva ad esso con aria preoccupata; alcuni scienziati discutevano animatamente con la polizia mentre altri premevano incessantemente i tasti del computer producendo irregolari rumori di veloci ticchettii. In un primo momento Makoto rimase in disparte ad osservare la situazione cercando di capire cosa stesse succedendo, ma poi prese coraggio e si avvicinò al professore.
‘Oh, ma salve Makoto-chan! Sei venuto qui per domandarmi qualcosa sulla tua Chikorita?’
‘No, in realtà mi chiedevo se sapesse dove si fosse cacciato Haru-chan! Non è in casa…’
‘Ah, credo oramai sia già arrivato a Fiorpescopoli…’
Cosa? Haruka era partito senza dire nulla al migliore amico?
‘Se ne è andato???’
‘Si, abbiamo avuto un problema qui al laboratorio. Ti ricordi quando l’ho mandato da Mister Pokémon a ritirare l’Uovo? Diciamo che ha avuto un incontro con uno strano ragazzino dai capelli rossi… Dalla descrizione abbiamo scoperto che è lo stesso bambino che ha rubato il Totodile dal nostro laboratorio poco fa… Ho chiesto ad Haru di darmi una mano a fermarlo e così si è messo subito in viaggio…’
Ok, Elm cosa avevi promesso ad Haruka Nanase per convincerlo a partire da solo in giro per tutta la regione? Una fornitura di pokémelle allo sgombro a vita? Oppure avresti finanziato la costruzione di una piscina coperta nel centro di Borgo Foglianova? E perché Haruka non aveva detto nulla a Makoto? Non voleva coinvolgerlo in un’avventura che avrebbe rischiato di diventare pericolosa? Eppure Mako-chan si sentiva al sicuro ora che era diventato un allenatore di pokémon. Era certo che, grazie all’aiuto della sua fedele Chikorita, sarebbe stato in grado di superare qualsiasi difficoltà. Magari avrebbe anche provato a sfidare le otto palestre di Johto per constatare la propria forza. E poi chissà… Sarebbe stato un sogno combattere contro i Superquattro della lega di Altopiano Blu e provare a battere il campione di turno. Gli occhi di Makoto si illuminarono per la determinazione e, senza pensarci troppo, il ragazzino si ritrovò a chiedere al professor Elm il permesso di partire per dare una mano ad Haruka con la ricerca. 
‘Perché no, mi sembra carico. Potrà fare, in questo modo, un’esperienza che lo aiuterà a crescere e a maturare’ un signore anziano, che indossava un lungo camice bianco come i professori di quel laboratorio, si avvicinò ai due con aria tranquilla.
‘Professor Oak, è davvero convinto di quello che ha detto?’ Elm sembrava visibilmente preoccupato.
‘Certo, glielo leggo negli occhi: il suo cuore è generoso e altruista, sarà in grado di fare facilmente amicizia con tutti i pokémon che incontrerà, ne sono certo’
Makoto sorrise imbarazzato arrossendo leggermente, non era abituato a ricevere così tanti complimenti tutti in una volta sola, e da un’unica persona poi!
‘Tieni piccolo’
Il professor Oak tirò fuori dalla sua tasca uno strano oggetto rettangolare e sottile di colore rosso e glielo porse sorridendo.
‘Questo è un pokédex, il secondo oggetto che caratterizza un vero allenatore di pokémon. Il primo è costituito dalle pokéball ovviamente. Ti aiuterà durante il tuo percorso. E aiuterai anche me ed Elm in questo modo: i pokémon di Jhoto sono ancora poco conosciuti da me nel Kanto. Trovali tutti e registra col pokédex più informazioni possibili!’
Detto ciò, Oak salutò il collega, con una stretta di mano, e il bambino, arruffandogli la folta capigliatura castana; infine uscì dal laboratorio.
Makoto corse subito a casa a dare la bella notizia alla propria famiglia la quale, dopo un momento di smarrimento, diede il permesso definitivo per lasciarlo partire all’avventura. Addirittura la mamma gli regalò un paio di scarpe da ginnastica che gli avrebbero permesso di correre più velocemente lungo gli intricati e ancora sconosciuti percorsi di Johto. 
Un bacio a lei, un bacio a papà, un altro ai piccoli Ren e Ran e poi via, fuori di casa, con i familiari tetti verdi della piccola cittadina di Borgo Foglianova lasciati alle spalle e, davanti a sé, il Percorso 29 che si stagliava per la prima volta davanti ai suoi occhioni di smeraldo. Nel suo cuore la speranza di incontrare Haruka al più presto per poter continuare il viaggio insieme.

 
   
 
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