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Autore: tagliarsi_con_gli_origami    20/02/2014    4 recensioni
Dopo l'after Party dei BRITs, Harry torna a casa.
Ma si sa, casa ha un significato diverso per tutti.
"Ti chiedi cosa vuol dire casa adesso, mentre inciampi nel secondo gradino del portico, con la pianta grassa che sta morendo e le luci spente.
Hai riso, sudato, parlato, mangiato e bevuto.
Hai anche quasi mancato una premiazione, ma tanto volevi solo essere lì insieme a loro, con Liam brillo che rideva ad occhi chiusi, il tatuaggio nuovo di Zayn, le stampelle di Niall lasciate a chiunque per gironzolare saltellando.
E Louis."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai BRITs. Solo gioie.




 
Le confessioni notturne di un frigo vuoto.


 


"What did we win?"
(Harry Styles)



Casa non vuol dire mai la stessa cosa per tutti.
Per te casa era Anne, non poter mangiare i marshmallow, falciare il prato con Robin, X Factor con Gemma. Le recite scolastiche in videocassetta da riguardare con i parenti a Natale.
Poi loro. Altri quattro ragazzini spaesati con gli occhi grandi e i lineamenti strani, contorti, rimescolati sul viso.
Cinquecento paia di scarpe a terra, i letti sfatti, l'odore di sudore adolescente mescolato al deodorante e ai calzini infilati a caso nei cassetti. Sporchi o puliti, chissà.
Casa il palco, bussare alla porta del mondo con un microfono che a stento riuscivi a stringere, toccare spalle, fianchi, dita per non essere mai solo.
Era casa anche il Tour Bus, salire e scendere correndo, dormire poco, mangiare schifezze, imparare a memoria le sveglie che suonavano sempre troppo e troppe volte.
Era il mondo intero, e ti sembrava di poterlo ingoiare tutto, dalla Tour Eiffel all'Arena di Verona.
Casa tutti quelli che c'erano dentro, passavano per caso, sbattevano e scappavano via.
Il boato, ad un certo punto, non sapere più se quello che batte è il tuo cuore o il loro, ma che vuole dire sempre CASA.
Louis.
Scramble Eggs e tè a tutte le ore.
Il suo tono di voce illegale al telefono con sua madre, le parolacce inesistenti che sapeva inventare per inveire contro il televisore quando giocava il Manchester United.
Vivere insieme, con tutte le accezioni del caso.
Non avere più una casa, perché casa per tutti vuol dire qualcosa di diverso, e per loro voleva dire no. 
Semplicemente non potete. Sedere vicini, vivere insieme, esistere insieme.
Ti chiedi cosa vuol dire casa adesso, mentre inciampi nel secondo gradino del portico, con la pianta grassa che sta morendo e le luci spente.
Hai riso, sudato, parlato, mangiato e bevuto.
Hai anche quasi mancato una premiazione, ma tanto volevi solo essere lì insieme a loro, con Liam brillo che rideva ad occhi chiusi, il tatuaggio nuovo di Zayn, le stampelle di Niall lasciate a chiunque per gironzolare saltellando.
E Louis.
I flash ti formicolano ancora in faccia e nelle pupille, e sai che adesso vuoi solo dormire.
Casa non era un posto dove dormire. Dove sparire, dove morire.
Non deve essere un posto che non esiste, dove hai paura di tornare da solo.
La chiave fa un rumore strano nella serratura, e i tuoi passi nel corridoio, e la gomma degli stivali che schiocca sul parquet, e la luce spenta.
La torta da finire in frigo, il biglietto di tua madre sul tavolino.

“Che meraviglia.
Siamo andati a letto.
Notte.
PS: che tempismo tesoro :)”

La tv accesa senza volume, la teiera che fischia piano, il fornello spento.
“La peggior pisciata della storia del mondo Harold”
Niente giacca, niente Stone Roses sulla maglietta. Nemmeno le sue scarpe nell'ingresso.
Pantaloni della tuta infilati nei calzini e una maglietta troppo grande.
Sbadigli mentre sorridi, e vorresti solo sentire l'odore che ha.
Casa.
“Mi hanno fatto bere troppo tè stasera”
Ride piano, perché avete ancora sedici anni e tutto il mondo ancora dorme.
Si avvicina, e quei centimetri di altezza da riempire hanno sempre un imbarazzante effetto sul tuo orientamento.
Il sapore che ha, casa.
Tè e torta avanzata in frigo.
Louis.
La giacca cade a terra, Alexander McQueen non se la prenderà per la sua camicia.
La teiera fischia prepotente, adesso, e Louis sorride da qualche parte fra la tua bocca e il collo.
“Abbiamo un frigo che fa schifo. C'è solo mezza fetta di torta, birra e uova”
Hai voglia di ridere anche tu, perché c'è una fetta di torta in più di quello che ti serve per essere a casa.
“Colazione?”
Lou inarca le sopracciglia e ride, e ha di nuovo diciannove inadeguatissimi anni.
Casa è sempre qualcosa di diverso per tutti.
Per te è sempre Louis Tomlinson che aspetta a gambe incrociate sul divano le uniche uova strapazzate che accetta di mangiare nel mondo.
L'unica colazione che sai preparare pescando a caso nel vostro frigo vuoto.
Casa.







 
SPT: detta anche sindrome post traumatica è quella che sto avendo io dopo io BRITs, e se vede pure.
Niente, che vi devo dire, io poi scrivo.
Vi amo.
Pace.
Larry is real.
   
 
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