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Autore: _Cthylla_    21/02/2014    4 recensioni
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Spezzato il patto, i problemi non sono ancora finiti per la nostra Emerald! Una svolta inaspettata nella sua vita e in quella di altre due ragazze, infatti...
Dal capitolo 6:
"Vuoto. Curioso.
Non appagata la giovane Lancaster tirò fuori l’intero cassetto per verificare se ci fosse qualcosa dietro, o sotto.
«niente. Eppure la cosa non mi convince…» bussò leggermente contro il fondo dell’armadio.
Che suonò a vuoto.
«ah-ha. Un doppio fondo. Mi sa che ho beccato il nascondiglio dei giocattoli» bisbigliò, tastando con le mani guantate per trovare l’apertura. Rimosso il pannello di legno però si trovò davanti una specie di cassaforte in acciaio con uno schermo ed una piccola tastiera alfanumerica sotto.
Ma che diavolo aveva Robin Mask da nascondere?!"
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kevin Mask, Nuovo personaggio, Robin Mask, Warsman/Lord Flash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Occhi di smeraldo'
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“che sia stato un errore?”

Domanda da oltre un miliardo di dollari, quella che Warsman si poneva tutte le sere mentre leggeva uno qualsiasi dei tanti libri che dimoravano sugli scaffali della casa che un tempo era stata di Emerald J.V.P. Lancaster, e che la ragazza gli aveva affittato quando -ormai qualche mese prima- aveva accettato la proposta di Kevin di andare a vivere da lui. Ci era voluto del tempo perché lei si decidesse a dirgli si, nonostante anche prima Hammy stesse più a casa di Kevin che nella propria, e da quel momento lei e il russo si erano scambiati di domicilio esattamente come avevano stabilito di fare in un caso del genere.

Erano due che non avrebbero mai potuto vivere sotto lo stesso tetto, mai più; o almeno, non senza che tale convivenza portasse a delle conseguenze che avrebbero potuto essere catastrofiche, considerando tutto quello che avevano da nascondere.

No, nonostante tutto quel che era successo né lui né Emerald avevano perso l’abitudine di avere dei segreti. Era qualcosa che non avrebbero mai perduto, probabilmente.

“che sia stato un errore?” si domandò ancora il russo “che abbiamo sbagliato, a tornare?”

Si, era qualcosa a cui pensava spesso. Molto, molto spesso. Forse perfino troppo.

Si trovava a chiedersi come sarebbe stato continuare a viaggiare attorno al mondo senza dover rendere conto a nessuno e senza alcun obbligo di fare ritorno, eternamente, o almeno finché non fossero morti.

Una cosa sola lo consolava: la consapevolezza di non essere il solo, dei due, a pensarci.

Che Emerald con Kevin fosse felice era fuor di dubbio. Lui era “il suo amore”, lo sarebbe sempre stato. Ed aveva visto con i suoi stessi occhi che effetto faceva alle persone vederli insieme, così giovani, così belli, così innamorati. Capitava sovente che quando Emerald sorrideva, coloro che guardavano lei e Kevin sorridessero istintivamente, di riflesso. Avevano quell’aria di chi sta vivendo una favola, l’aria delle persone per le quali sembra essere sempre primavera, con le sue gioie, i suoi colori, i suoi profumi; la primavera era vita, loro erano vita.

Eppure…

Emerald aveva tutto questo, tuttavia continuava a sentire quel richiamo.

Quando pensava di non essere vista la ragazza lasciava che quella vita le fluisse via dal viso e guardava lui, Warsman.

E lui capiva.

Capiva fin troppo bene che quel bel quadretto, quell’idillio, il sipario che si apriva su quella felicità che se non fosse stato per il disinteresse ormai totale di Robin Mask verso suo figlio sarebbe stata perfetta, era tenuto su da un filo più sottile di uno dei capelli di Emerald.

Un filo che sarebbe bastato un niente per spezzare.

Un niente come una parola di troppo.

“che quel che sta per succedere forse sia…meglio…per tutti?” si chiese il russo, occhieggiando il telefono che squillando giusto poche ore prima aveva portato una notizia alquanto strana.

La porta principale si aprì pian piano.

«il bimbo è nella culla, siamo liberi di procedere…»

«mi era parso di averti detto di evitare le espressioni in codice. Soprattutto espressioni come questa» borbottò lui.

Emerald J.V.P. Lancaster alzò gli occhi al cielo per poi chiudere la porta dietro di sé. «riesci a scartavetrare le palle perfino in momenti come questo? Come on! Dobbiamo andare, o finiremo per arrivare in ritardo».

«come se tu solitamente non lo facessi apposta, ad arrivare tardi…che razza di sottospecie di diva» il russo posò il libro sul tavolino accanto.

«ti decidi si o no ad alzare quelle chiappe mosce dal divano? …mpf, che maleducato» sbuffò lei evitando il soprammobile che Flash gli aveva tirato dopo essersi alzato «avresti potuto farmi male».

«magari era quel che volevo, non ci hai pensat-agh!» emise un’esclamazione di dolore con quel poco fiato che gli era rimasto. Emerald aveva raccolto il soprammobile e glielo aveva tirato a sua volta, colpendolo dritto al ventre tanto forte da farlo cadere a terra.

La ragazza si guardò la mano destra con un sorrisetto, e mosse le dita. «eppure sei stato tu a chiamarmi Braccio di Ferro la prima volta. Adesso per farti male mi basta lanciarti un soprammobile».

Il russo di rialzò con un ringhio sordo. «e allora perché non lasci a casa almeno quell’accidenti di pistola?!»

Eh si, Hammy non si era tolta il vizio di girare con marsupio e doppietta. Nemmeno in posti come quello nel quale si apprestavano ad andare.

«ma anche no. Dai dai, che abbiamo una gara di tango da vincere noialtri!»

Uscirono di casa quasi di soppiatto, come se stessero andando a nascondere un cadavere invece che a ballare. La cosa diventava doppiamente assurda, poi, se di pensava che Emerald e Warsman erano gli stessi due che mesi prima avevano quasi raso al suolo casa di Kevin senza nemmeno preoccuparsi di nascondersi.

A pensarci bene era incredibile che in quell’occasione nessuno avesse chiamato la polizia, i pompieri, l’esercito…

I due sonori “bi-bip” del cellulare di Emerald, dunque, fu del tutto inappropriato al di là del fatto che per poco non fece prendere un colpo ad entrambi.

«ma che dia…e spegni quell’affare! Per poco non mi viene un colpo!»

«ad avere saputo che basta così poco avrei alzato ulteriormente il volume!» ribatté lei, obbedendo senza nemmeno leggere i messaggio di Roxanne e Jacqueline, nonostante fosse strano sia che gliene avessero mandati a quell’ora che…beh… Jacqueline MacMadd che la messaggiava?

«…tu alla gara vuoi arrivarci sana oppure no?»

«e tu?» rispose lei con un sorrisetto.

Il russo le diede un’occhiata senza rispondere.

“con quel che ho da dirti mi sa che quel sorrisetto scomparirà presto” pensò.

 

 

:: qualche ora prima ::

 

 

«quindi a Kevin non dispiace che tu esca con noi?»

La domanda di Terry Kenyon era retorica, e sottolineata da un sorrisetto alquanto ironico sapendo che benissimo che se Kevin già prima non gradiva che Emerald uscisse insieme a lui e al resto della combriccola, figurarsi adesso che stavano insieme.

«no no, non gli dispiace, anche perché in caso contrario si scorderebbe il sesso per un paio di settimane. Cavolo, il fatto che stiamo insieme non dev’essere sinonimo di Alcatraz».

«avrebbe potuto venire anche l-» avviò a dire Kid, bruscamente interrotto da Jeager.

«con tutta la buona volontà herr Muscle ma io francamente sono molto più felice del fatto che Hammy esca con noi da sola».

«beh ormai Kevin Mask ha poco da fare il superiore considerando come ha perso» buttò lì Dik Dik senza pensarci, facendo calare il silenzio più completo e ricevendo un mucchio di bruttissime occhiate.

Tutti quanti si ricordavano ancora fin troppo bene di quel giorno orrendo. Kid che sembrava sul punto di perdere, poi il buio, lo sparo, la musica, Howard Lancaster ed il suo esercito, la Princess’ Revenge, il modo bestiale nel quale era stato trattato Warsman…e l’ultimo sparo.

Molti di loro trovavano incredibile che Emerald fosse ancora lì, invece che tre metri sottoterra col cuore spappolato da un proiettile sparatole contro per errore dal suo stesso padre.

«in un contesto diverso forse sarebbe anche finita in modo differente» disse piano la ragazza «…senza offesa Kid».

«no, no, niente offese, figuuurati» minimizzò il kinniku con un gesto della mano e l’aria imbarazzata «ehm, vogliamo andare? Io ho fame!!!»

«in effetti ne ho parecchia anche io» commentò Emerald «e direi che facciamo per davvero meglio ad andare prima che Meat vi trovi e vi ricacci tutti sul ring a suon di colpi di scopa!»

A quelle parole saltarono tutti quanti sulla gigantesca macchina di Terry - lui alla guida, Jeager accanto, Emerald tra i due, Dik Dik, Wally e Checkmate sul sedile posteriore e Kid sul retro dato che non si lavava da una settimana - e partirono con una bella sgommata.

«guida pianooOOOOOH!!!» urlò da dietro Kid Muscle.

«non posso andare piano, questa bella signora ha bisogno di azione! Iiiii-ha!» esclamò il texano riferendosi all’auto «e poi, come ha giustamente osservato Emerald, Meat potrebbe trovarci da un momento all’altro».

«almeno la prossima volta impari a lavarti, Kid!» aggiunse Wally.

«ma io sono allergico all’acqua!!!»

«…cieeeeelo…» sospirò Checkmate mettendosi una mano sul viso «e poi si stupisce che Roxanne non voglia ancora saperne di fidanzarsi con lui?»

«Kiiiiid, non avere fretta di fidanzarti, da’retta!» gli urlò scherzosamente Hammy facendo ridere più o meno tutti.

«non dev’essere facile la convivenza con Mr.Mask» osservò Checkmate.

«mah…in un certo senso si può dire che io e lui “convivessimo” già da prima dato che io ero sempre a casa sua o lui a casa mia ed avevamo già le nostre cose l’una in casa dell’altro…ma ammetto che comunque è un po’diverso. Adesso ci vediamo sette giorni su sette, quasi ventiquattro ore su ventiquattro…si, è …diverso».

«non sembri molto entusiasta» commentò Jeager «eppure quando siete insieme sembrate stare in un mondo a parte».

«ma no, io sono più che felice di stare con Kevin considerando quando abbiamo faticato. E quando c’è lui con me beh…sono contenta che ci sia, e penso solo a quello…»

“ma?” pensò Terry senza però dirlo ad alta voce.

Ed il “ma” non arrivò mai.

Hammy sembrava essere effettivamente contenta di stare con Kevin. molto, molto contenta. Eppure era come se…mah…non avrebbe saputo dirlo.

Lui come tutti i ragazzi un po’più svegli della Lega aveva intuìto che se anche l’idillio “Kemmy” era reale, c’era comunque qualcosa di poco chiaro sotto. Tanto per cambiare.

Lì per lì aveva pensato che, semplicemente, per una ragazza come lei fosse un po’difficile adattarsi alle esigenze di un tipo come Kevin. Emerald era una molto “libera”, come si suol dire, che necessitava dei suoi spazi. Non era tipo da vivere in simbiosi col partner.

E anche Kevin a dire il vero era così, con Emerald condivideva molto, ma aveva bisogno delle “proprie” cose, aveva le “proprie” esigenze e così via. Solo che era anche tremendamente geloso, e pur andandogli bene che lei uscisse con Roxanne, Trixie, Chichi e ogni tanto -incredibile ma vero!- pure con Jacqueline MacMadd, le cose cambiavano se Emerald usciva con altri ragazzi.

Hammy questo comportamento di Kevin non lo capiva granché. Insomma, li chiamava sempre “perdenti qui, perdenti là”, che senso aveva poi temere che lei finisse a tradirlo con uno dei ragazzi, se erano tanto “perdenti” mentre lui era “sempre e comunque più forte di loro”?

Per evitare di fargli rodere troppo il fegato Emerald aveva perfino provato ad “inserirlo” insieme a lei nella combriccola, pensando che se avesse visto con i propri occhi che tra lei e i ragazzi non succedeva niente di ambiguo si sarebbe dato una calmata.

Aveva rinunciato a quel piano quando lui aveva quasi finito per fare a botte con Jeager, reo di averle lasciato finire le proprie patatine dato che in tutto il ristorante non ce n’erano più e a lei andavano ancora.

Un gesto semplicemente gentile che a Kevin era parso, testuali parole, “…un tentativo di insidiare la mia donna, quindi stalle lontano o ti rispedisco in Germania sotto forma di cane tritata per fare i vostri dannati wurstel!!!”

A quel punto Emerald gli aveva detto seccamente di piantarla e che avrebbe dovuto imparare ad essere gentile quanto Jeager. Da lì era nata una discussione, alla fine della quale Kevin se n’era andato.

Ed Emerald non gli era mica andata dietro, nossignore. Si era fermata da Roxanne.

Tre giorni!

Si insomma a volte stare con Kevin poteva rivelarsi un po’problematico, e Terry aveva pensato che c’entrasse questo.

Ma non ne era convinto.

Insomma, in quei cinque mesi e mezzo di silenzio qualcosa doveva pur essere successo. Ed Hammy era stata piuttosto sul vago.

Troppo.

Ed Emerald era pericolosa quando stava sul vago nel raccontare i fatti propri, perché di solito significava che c’era qualcosa sotto.

Ricordava ancora bene il giorno in cui lui e gli altri l’avevano rivista per la prima volta, felice e contenta, perfettamente in forma e pure abbronzata. Erano stati gli ultimi due dettagli a saltargli all’occhio, com’erano saltati all’occhio anche di Meat; una persona a cui hanno sparato da poco non è così in forma. Ed era strano che parlasse di un periodo complicato, quando aveva quell’abbronzatura che urlava “sono stata in vacanza a divertirmi”.

Il fatto che non avesse cicatrici addosso era la parte meno assurda, in fin dei conti avrebbe potuto benissimo pagare ogni sorta di intervento estetico avendo i soldi che a momenti le uscivano dalle orecchie.

Ma come spiegare il fatto che, da come si muoveva, braccio e spalla destra non sembravano minimamente indeboliti? Dopo un colpo del genere avrebbero dovuto esserlo. Lei era un’umana…abbastanza forte si, figlia di un chojiin si, ma sempre un’umana. Era strano che una ferita del genere non avesse lasciato tracce.

E non c’era solo quello…

«o beh, meglio così» concluse il tedesco «spero solo che non avrà da ridire se mai ti offrissi delle patatine!»

«occhio non vede, cuore non duole, Emerald mangia!» ribatté lei con un sorriso.

«mangia e non mette su nemmeno un grammo» sospirò Wally «sei la disperazione di mia madre».

«già, quand’è che lei e tua sorella tornano qui? Voglio il salmone! È bravissima a cucinare il salmone» disse Hammy.

«non lo so…»

Il cellulare di Emerald squillò.

«è Kevin che chiama per la TERZA volta?» le domandò Dik Dik.

«no, è papà. Chiama tutti i giorni ormai. Dimmi papà».

ciao principessa. Come stai?

Nessuno dei ragazzi era molto contento di sentire la voce di Howard Lancaster pur sapendolo lontano chilometri e chilometri. Non erano mai abbastanza!

«bene, bene. è tutto ok, io e i ragazzi stiamo andando a mangiare…»

­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­– tua nonna Verbena sarà lieta di saperlo. Mi stressa di continuo perché mi assicuri che tu mangi abbastanza, sai com’è fatta.

«eh si, lo so…»

Kevin Mask non è lì con te?

“Kevin Mask”. Mai “il tuo ragazzo”, “il tuo fidanzato”, “il tuo compagno”…eppure non aveva avuto problemi a definire così Turbinskii, quando era con lui che stava insieme.

Poteva solo significare una cosa: nonostante Howard ogni volta che lei glielo chiedeva si ostinasse a negare la cosa, Kevin non gli piaceva. Ma proprio per niente.

E poco contava che fosse un nobile inglese figlio di un altro nobile inglese nipote di un altro nobile inglese e via discorrendo, visto che era un Mask.

Il patto era stato annullato, ma non significava che l’acredine fosse venuta meno. Pur colpevolizzando sé stesso al 99,99% per quanto era accaduto mesi prima, Howard si era trovato a pensare che se ìl pòvèrò Kèvìn nòn àvèssè sòffèrtò tròppò Emerald non avrebbe preso il colpo che invece doveva toccare a quella che lui continuava a considerare solo una brutta bestiaccia delle steppe. Pur mantenendo intatta la promessa fatta ad Hammy stessa di lasciare vivere liberamente e tranquillamente la bestiaccia in questione.

Non immaginava minimamente che Emerald avesse passato con Warsman due mesi e mezzo a fare chissà che cosa, prima di tornare a Tokyo.

«no, ci sono solo Terry, Jeager, Wally, Checkmate, Dik Dik e anche Kid Muscle…le ragazze ci aspettano al locale, invece».

– very well. Divertitevi allora, ci sentiamo domani.

Le telefonate di suo padre erano sempre brevi e concise, se andava tutto bene. Una delle tante cose che amava di lui. A dire il vero anche dopo tutto quel disastro Hammy continuava ad amare TUTTO, di lui, al punto da aver sempre detto a tutti che era stata colpa sua se lui le aveva sparato per errore.

Era un’altra delle cause di discussione con Kevin, che non riusciva a concepire un atteggiamento del genere, che Emerald diventasse sorda, cieca e muta ogni volta che si trattava di suo padre.

…e viceversa. Questo va detto. Howard l’avrebbe appoggiata e giustificata anche se lei fosse entrata in un bar ed avesse fatto una strage.

«breve e conciso, eh?» spezzò il silenzio Checkmate.

«eh si, lui è cos…un messaggio…Kevin: “ho chiamato alle 14:19 del bla bla bla informazione gratuita del servizio CHIAMAMI di Vodafone”!»

«e tre!» annunciò forte Terry per farsi sentire anche da Kid sul retro.

«tre?! Ha chiamato di nuovo?!» strillò il kinniku.

«faccio meglio a richiamarlo, altrimenti quando torno a casa non scartavetrerà le palle, le piallerà proprio» sospirò Hammy, richiamando Kevin che rispose al primo squillo.

con chi eri al telefono?! Ti ho chiamato ed era occupato! Chi era? Con chi altri ti senti?! Li hai tutti lì…

In un certo senso era dolce quando faceva il geloso. E considerando com’era fatto Kevin, Emerald sapeva che avrebbe dovuto iniziare ad inquietarsi se un giorno Kevin avesse smesso di preoccuparsi di con chi usciva e chi non usciva.

Ma adesso come adesso le risultava soltanto una gran rottura quando attaccava con quella nenia.

«era un modello norvegese del tutto simile a Thor di Asgard, che mi ha invitata nella sua magnifica villa al mare, dove ce ne staremo tre settimane a scopare come dannati per tutto il tempo…»

– COME COME?!!

«era mio padre» sbuffò lei «stavo scherzando».

Silenzio dall’altra parte.

forse preferivo il norvegese.

«non ricominciare per piacere. È successo qualcosa?...hai bisogno di me?»

Senza capire come, Hammy lo “sentì” sorridere. Forse accadeva che due persone molto legate tra loro potessero “sentirsi” in quel modo.

quello sempre.

Ma che carino.

«tornerò prima di cena promesso…»

«prima di cena? Peccato, avremmo voluto portarti in quel nuovo locale sulla quinta st-» avviò a dire Terry, ma venne interrotto da Kevin al telefono.

il tedesco torna in Germania pronto per diventare wurstel, ma tu torni in Texas pronto per essere grigliato, right?!

«…scenate a parte stasera non avrei potuto lo stesso, quando usciamo io e voi finiamo sempre a fare tardi, ed io non posso».

Aveva altri impegni, per quella sera.

E non necessariamente con Kevin, almeno dalle dieci in poi.

Kevin, non stai facendo esattamente una bella figura. E poi lo sai che quella non capisce.

«ma tu i cavoli tuoi mai, eh Sorcio?»

Altra questione che lasciava Terry e compagnia alquanto perplessi: aver permesso a Flash di vivere nella sua vecchia casa, a poca distanza da quella nella quale vivevano lei e Kevin, dopo che lui aveva tentato di ucciderla più volte. Ma non era quella la cosa più strana.

Infatti, da quel che avevano raccontato Roxanne, Trixie e Chichi…beh…non avrebbero potuto giurarci, avevano specificato, ma circa un mese prima era parso loro di vedere Warsman ed Hammy  insieme, da soli -ossia senza Kevin- dentro ad un locale. Le tre in seguito avevano detto “sarà stata un’impressione”, visto che quando erano ripassate non li avevano più visti, ma il sospetto era rimasto.

piantatela tutti e due! Possibile che dobbiate sempre stare a discutere?! Non voglio trovarmi casa distrutta un’altra volta!

«ecco appunto Flash, ti ho pure lasciato la mia vecchia casa, perché diamine stai sempre a rompere da noialtri?»

adesso capisci cosa si prova ad avere qualcuno di indesiderato in casa propria…

– Emerald NON ERA indesiderata!

«l’unico indesiderato era un certo psicotico con la balalaica».

quale parte di “piantatela” non avete capito?!

A quel punto Emerald decise che ne aveva abbastanza.

«crrrrr t-dev-sa-crrr-utare-st-entr-crrr in gall-» disse, e chiuse la chiamata spegnendo pure il cellulare. La vecchia scusa della linea che cadeva perché “stavano entrando in galleria”. Poi che in quella strada non ci fossero gallerie era un dettaglio.

«dovrai cambiare scusa, in queste due settimane è già la sesta volta che entri in galleria» commentò Checkmate.

«già. Dovrò inventare dell’altro, o non basterà più a sostenermi nella mia fuga da Alcatraz» rispose Hammy con un sorriso per far capire che stava scherzando.

«”Fuga da Alcatraz II: il film”. Trama: un’affascinante DJ viene tenuta rinchiusa e/o tartassata costantemente di telefonate dal pazzo fidanzato inglese che minaccia i suoi amici di fare di loro carne da grigliata…”» disse Terry con la voce da narratore.

«…“il pazzo fidanzato inglese viene aiutato nell’impresa da un russo ancora più pazzo di lui che per festeggiare i propri successi balla la danza del cosacchi mentre gioca a Mah Jong…”» continuò Emerald, facendo fare ai ragazzi un’altra risata. A quella velocità erano anche già arrivati al locale, ed una volta fermi scesero dall’auto.

« “ma alla fine gli amici della ragazza riescono a liberarla da Alcatraz e se ne vanno a mangiare al ristorante felici e con-oh, cavolo» sbuffò Terry.

Roxanne, Trixie e Chichi lo guardavano e salutavano con facce colpevoli.

Davanti a loro c’era Meat, che aveva le braccia incrociate, la testa abbassata e stava battendo nervosamente un piede a terra.

Esplosione tra tre…due…uno…

«PELANDRONI!!!» urlò «sempre a divertirvi! Sempre ad ingozzarvi!!!...e tu!» indicò Hammy, che indietreggiò perfino «ci sono ancora parecchie cose che dobbiamo discutere!»

Inutile dire che la persona che l’aveva assillata maggiormente con le domande era stato Meat, giustamente preoccupato. Ma alle domande del piccolo allenatore la ragazza aveva dato, come a tutti, rispose brevi ed inconsistenti.

Solo che lui ovviamente non si accontentava, memore di com’era andata a finire l’ultima volta. E così continuava a tartassarla col voler parlare dei mesi in cui era sparita, cosa per la quale con sommo dispiacere Emerald era stata costretta ad iniziare ad evitarlo un po’.

«eeeh, non capisco di che parli…»

“perché avete fatto la spia?” domandò con un’occhiata alle ragazze “perché gli avete detto dove dovevamo vederci?”

Che l’avessero fatto proprio perché anche loro trovavano strana quella sua vaghezza?

«…ne parliamo dopo. E voialtri!!! Dovreste essere ad allenarvi!»

«ma Meeeat…» sbuffò Kid «il Torneo è concluso, i cattivi non ci sono più, che ci alleniamo a fare? Lasciaci divertire!»

«divertirvi un corno! Dovete essere sempre pronti ad affrontare qualunque emergenza!...e paro anche per te» si rivolse di nuovo ad Emerald «sai che penso che sia un bene che anche tu inizi ad allenarti!»

«Meat io non sono una chojiin, e pure come allenatrice ho dimostrato di valere meno di zero…per non parlare del fatto che sono fidanzata, e gli allenamenti toglierebbero del tempo a quello che passo con l’amore mio».

«bella scusa ma, primo, Kevin continua ad allenarsi quindi è bene che lo facciate anche voi; secondo, lui adesso non è in palestra, e se tenessi tanto a passare il tuo tempo con lui saresti a casa e non qui!»

«mi hanno sparato addosso» tentò debolmente Emerald «…anche se è stata colpa mia…»

«non hai nemmeno una cicatrice, e non sembri avere riportato danni, tutt’altro! Niente scuse!» concluse Meat.

«non è comunque una chojiin! È un’umana. Anche Roxanne è forte, ma non per questo vuoi allenarla» gli fece notare Jeager.

«Roxanne non solleva una poltrona col solo braccio destro!!!» urlò Meat.

I ragazzi, ed anche le ragazze, sospirarono.

Ancora con quella storia…andava avanti in quel modo da due settimane.

«ma io veramente ero con te, e non l’ho vista farlo» obiettò Roxanne.

«nemmeno noi» aggiunsero Trixie e Chichi.

Erano andati a trovarla loro quattro, e Meat aveva detto di aver visto -dalla finestra che dava nel salotto- Emerald che sollevava con un solo braccio l’intero divano, tenendolo in alto. Peccato che quando anche le ragazze avevano controllato, Emerald lo stava solo alzando leggermente e con una certa fatica.

In realtà era Meat ad avere ragione, dato che Kevin quel giorno non era in casa Hammy si era approfittata della forza datale dai naniti per fare più comodamente le pulizie. Ed aveva ragione anche sul fatto che attualmente sempre grazie ai naniti avrebbe potuto essere classificata una delle poche donne chojiin, come quella ragazza rumena, Fiona. Ma Emerald a riguardo se ne stava ben zitta!

Se avesse rivelato la sua nuova forza avrebbe dovuto frequentare la Scuola di Ercole, o comunque una qualunque scuola di wrestling come avevano fatto tutti gli altri al di là dell’addestramento con i propri sensei. E, sinceramente, ad Emerald non andava affatto.

Tanto più che se fosse finita nella Scuola di Ercole avrebbe avuto Robin Mask tra i propri insegnanti, e ci sarebbe sempre stato l’altissimo rischio che lei in barba alle regole e quant’altro finisse per spaccargli la faccia, dato che aveva tranquillamente modo di farlo anche se lui portava una maschera di ferro!

Quindi eccetto che a Flash non aveva detto una parola a riguardo, a nessuno, convinta che così sarebbe stata al sicuro.

Poi, questo era tutto da vedersi…

«Meat, vorrei davvero riuscire a sollevare un divano con un solo braccio, ma proprio non mi è possibile…ed è già tanto che sia riuscita ad evitare danni permanenti!» disse dunque «mi sa che ti sei confuso, può capitare».

Lui la guardò a lungo.

«io sono più che certo di non essermi confuso per niente».

Quant’era complicato nascondergli le cose.

«beh dai facciamo così…adesso mangiamo tutti insieme, una volta finito torniamo ad allenarci e prima di cena Hammy torna a casa» propose Jeager «così facciamo contenti noi, Meat, e anche Kevin Mask».

«eddai Meat, ce la meritiamo una pausa» disse Van Dik.

«voi siete sempre in pausa!» borbottò il piccoletto, che comunque sembrava stare iniziando a cedere.

«Meat, come on! Abbiamo fame! Tanta-tanta-tanta fame!» specificò Hammy «mangia con noi!»

E alla fine, inutile dirlo, si lasciò convincere…

 

 

:: qualche ora dopo ::

 

 

«aveva detto che sarebbe tornata prima di cena!»

Sentendo Kevin brontolare in quella maniera Warsman pensò a cos’era che lui stesso aveva detto al ragazzo più e più volte quando ancora non era “impegnato” - definizione di Emerald; Kevin si riteneva ufficialmente fidanzato - : “se anche foste una coppia non cambierebbe niente, staresti sempre a cercarla al telefono e a dire ‘dov’è, dove non è, con chi è, con chi non è’…”.

E non aveva avuto torto!

«Kevin, sono le sei. Si cena alle otto meno un quarto. Datti una calmata».

«ma lei è con loro!»

«ma lei non fa niente di “strano” con loro, se avesse qualcosa da nascondere non ti proporrebbe ogni volta di andare insieme a lei. Guarda che se continui così, per come la conosco, non andrà a finire bene».

Un avvertimento fatto col cuore in mano, dato che Flash/Warsman/quant’altro sapeva benissimo che per Kevin perdere quella ragazza sarebbe stato un trauma.

Altro motivo per il quale si sentiva abbastanza uno schifo pensando a quel che era successo tra lui e quella ragazza.

 “e se penso che una volta al mese mettiamo a questo ragazzo dei sonniferi nel bicchiere per avere la notte di tango libera…mi verrebbe da mettere le mani nei capelli!”

…e che rischiava spesso di succedere di nuovo, dato che se le andavano pure a cercare. In fin dei conti se il tango era consigliato come terapia riabilitativa per coppie in crisi un motivo ci doveva pur essere, no? Per non parlare del fatto che in quella che adesso era casa sua, di trofei vinti assieme a lei il russo ne aveva abbastanza.

Già…ne aveva abbastanza, dei trofei…ma forse era della sua Nemica Mortale Numero Uno, che non aveva mai abbastanza.

Ed era meglio non pensare che lui si avvicinava ai sessantadue anni e lei ne aveva ancora diciannove, e che  avrebbe potuto essere sua figlia o sua nipote, e che l’aveva vista giocare con un grillo quando lei aveva tre anni e lui già quarantadue, e un sacco di altre cose che lo facevano sentire un vecchio e brutto porco libidinoso…si consolava solo col fatto che

a) lei non era poi tanto meglio di lui

b) era stata lei a tirare fuori l’idea del sonnifero

c) era sempre lei a metterla in pratica

d) occhio non vede, cuore non duole

e) ballavano e basta, santo cielo, non la stava rubando al suo pupillo

f) al caro Howard Lancaster forse sarebbe venuto un infarto all’idea della sua amatissima figliola insieme a lui

g) …a quell’età, con quella storia, con quel corpo e viso martoriati, riusciva ancora ad acchiappare!...più o meno.

«già, dimenticavo, tu la mia fidanzata la conosci bene» disse Kevin estremamente seccato all’idea. Povero. Gli seccava già così, e non sapeva niente.

«non essere ridicolo. È solo che una come lei non gradisce di essere assillata, ecco tutto, non ci vuole un genio per capirlo, né serve conoscerla poi così tanto bene».

«parli bene, peccato che poi vi divertiate a farmi sentire un ignorante».

Flash lo guardò perplesso. «prego?»

«ve ne uscite con i commenti in latino quando c’è il TG!»

Un paio di sere prima era passata la notizia della morte dell’ultimo discendente di una delle tante stirpi di nobili che pur avendo perduto la propria reale importanza continuavano comunque a mantenere il titolo, e Flash se n’era uscito con “Pallida Mors, aequo pulsat pede pauperum tabernas regumque turris”. Il fatto che avesse avuto una pessima vita non voleva certo dire che fosse ignorante.

Kevin se n’era uscito con un “eh?” di totale incomprensione.

Ed Emerald aveva tradotto “la pallida morte con piede imparziale bussa alle stamberghe dei poveri e ai palazzi dei re. Orazio, Odi, I,4,13 ”.

E  lui aveva provato quel che doveva provare costantemente Kid Muscle, che comunque era ben più ignorante di lui.

«ah, ma quello non è niente…»

«commenti in latino, discussioni su sproloqui di vecchi cinesi…»

“…‘L’Arte della Guerra’ = sproloquio di un vecchio cinese…poveri noi” pensò il russo.

«e fate quel gioco strano!»

«…Mah Jong».

«appunto. E mi tagliate fuori, cosa che invece dato che IO sono il suo fidanzato non dovrebbe succedere!»

«Kevin, noi ad insegnarti ci abbiamo provato. Ma tu non hai avuto la pazienza di imparare!»

Proprio in quel momento la porta di casa si aprì.

«sono tornat-mmmh!» Emerald non poté nemmeno finire di parlare che si trovò la bocca impegnata da quella del suo ragazzo, che da come si comportava sembrava non averla vista per anni invece che solo per qualche ora «…devo esserti mancata parecchio, mh?»

«già» confermò lui prendendola in braccio ed andando sul divano. Per quello che lo riguardava Warsman, Orazio e il Mah Jong non esistevano più! «che avete fatto tutto questo tempo?»

«abbiamo mangiato e poi siamo andati al cinema. E guarda, secondo me Terry e Trixie andranno a finire insieme…»

«delle due T non so quale sia peggio…»

«Kevin, non fare l’acido… Capitan Pantaloni Aderenti basta e avanza» aggiunse poi, vedendo il suddetto sedersi sulla poltrona. Se ne sarebbe andato solo dopo cena, come al solito.

«se io sono acido tu sei velenosa. Vipera».

«i serpenti li mangiano, i sorci» gli ricordò la ragazza.

«non costringetemi a farvi smettere con le cattive!» li avvertì Kevin.

Certo che a volte gli sembrava proprio di avere a che fare con due bambini.

«è lei che ha iniziato».

«che porti i pantaloni aderenti è un dato di fatto».

«anche tu porti i pantaloncini corti, ma non ti chiamo Capitan Pantaloncini Invisibili!»

«perché infatti non sono invisibili, si vedono. Proprio come le tue chiappe mosce».

«BASTA HO DETTO!» sbottò infine Kevin.

«…mpf» fu la risposta di entrambi.

«io non ti sopporto» borbottò Hammy all’indirizzo di Flash.

«e io ti odio profondamente».

Altro momento di silenzio nel quale Emerald si accoccolò contro Kevin.

«Mah Jong?»

Peccato che non parlasse con lui, però.

«Mah Jong sia! Ti straccerò stavolta, Lancaster» disse con una gran sicumera il russo alzandosi ed andando a prendere il gioco.

«dai, impara a giocare anche tu» bisbigliò la ragazza a Kevin «guarda che è divertente, giuro».

«io avrei preferito andare di sopra…»

«FLASH! Il Mah Jong va per un’altra volta!» strillò Emerald afferrando Kevin per un braccio e trascinandolo su per le scale.

E l’inglese non riusciva a capire se lei lo stava effettivamente trascinando o fosse lui stesso a non opporre la minima resistenza.

Ovviamente, considerando che Hammy lo aveva afferrato con la destra, era la prima opzione.

«…ma cosa c’è di più importante del Mah Jong?!»

“eccetto il tango” aggiunse mentalmente “ma tanto quello va per dopo”.

Emerald lo guardò facendo un gesto come a dire “ma non è ovvio?!”.

«siamo due quasi ventenni fidanzati da pochi mesi, secondo te a che mi riferisco?!»

«alla tua attività preferita, immagino…»

«non è tempo di chiacchiere!!!» si intromise Kevin, stavolta trascinando lui Emerald in camera e quasi sbattendosi la porta alle spalle quando entrarono.

Il russo osservò il gioco da tavolo che aveva in mano e lo posò sopra il tavolo prima di andare via e tornare a casa propria.

Magari nell’attesa che arrivassero le dieci avrebbe potuto fare qualche solitario con le carte.

O guardare la tv.

O mettersi a curare il giardino.

O leggere.

O magari riprovare ancora a creare un profilo in quel sito di incontri…

“seh, mh, dovresti scrivere così: ‘mezzo robot russo svitato e con le chiappe mosce cerca compagna con pari caratteristiche’…”

Tale era stato il commento di Emerald quando lo aveva beccato. Pensare che fino a pochi mesi prima…no, il sarcasmo non era mai mancato, come discussioni, lotte e litigate epiche.

E non solo.

Ma era anche per quello che il fatto che adesso potesse stare con qualcuno solo per una sera al mese, passando le altre in completa solitudine, lo trovava quasi ingiusto. Ok, ci era abituato. Ma non voleva dire che questo lo rendesse più piacevole…

Il telefono squillò.

Strano.

Il russo non capiva chi potesse essere. Nel dubbio non rispose nemmeno, lasciando partire la segreteria telefonica.

Emerald Janice Verbena Phoebe Lancaster, questa è una comunicazione ufficiale della Scuola di Ercole…

“…cosa?!” pensò il russo allibito “perché la Scuola di Ercole la cerca? A meno che non abbiano saputo del braccio…”

causa ampliamento organico domani tu ed altre due ragazze umane verrete prelevate e portate qui, insieme a due chojiin di stanza sulla Terra ed una del Pianeta dei Demoni che necessitano di un “aggiornamento”.

“ad Emerald non farà piacere saperlo. Ma non mi spiego il motivo per cui…tre ragazze umane e tre chojiin…cosa vuol fare MacMadd, una specie di super gruppo tutto femminile?”

Precisamente. Avendo ricevuto moltissime proteste da diverse associazioni femministe per la scarsità di wrestlers donne, aveva deciso di rimediare. Inizialmente non era affatto convinto, aveva sempre pensato anch’egli che il wrestling non fosse cosa da donne, ma quando le associazioni in questione avevano offerto dei finanziamenti alla scuola, beh…

“MacMadd avrà chiamato qui convinto che lei viva ancora in questa casa, probabilmente. Comunque alla ragazzina lo dirò dopo la serata di tango, altrimenti finiremmo per perdere…eh, già! Ma se va via non si sa per quanto alla Scuola di Ercole, io poi con chi ballo?” pensò improvvisamente “e Kevin come la prenderà? Ma più che altro mi immagino la reazione di lei…”

 

   
 
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