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Autore: ViolaNera    21/02/2014    3 recensioni
Ha bisogno di dormire, dannazione, ha bisogno di staccare la spina anche lui e riposarsi come si deve! Possibile che Nagisa non sappia spegnersi nemmeno quando dorme? Ci deve sempre essere qualcosa da dire?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Rei-chan... lo mangi quello?»

Rei afferra il cuscino quasi con rabbia, poi se lo cala sulla testa con evidente rassegnazione, la bocca piegata all'ingiù in una smorfia di insofferenza.

Sono almeno tre quarti d'ora che Nagisa si è addormentato, eppure non ha smesso di parlare.

Non fa discorsi continui, ma di tanto in tanto se ne esce con frasi di quel tipo, dirette a lui, e lo disturba involontariamente, strappandolo dal torpore che precede il sonno più profondo. Ha perso il conto delle volte in cui, ormai prossimo alle soglie del mondo dei sogni, l'amico ciarlone l'ha costretto a ripiombare nella realtà della camera d'albergo.

Ha bisogno di dormire, dannazione, ha bisogno di staccare la spina anche lui e riposarsi come si deve! Possibile che Nagisa non sappia spegnersi nemmeno quando dorme? Ci deve sempre essere qualcosa da dire?

«Rei-cha--n... mhmhmh...»

Rei arrossisce di botto e si tira su di scatto. Accende la luce sul comodino e prende a fissare con sconcerto il letto accanto al suo. Nagisa ha le mani infilate sotto il cuscino, la bocca socchiusa e l'espressione serena, ma è indubbiamente addormentato.

«Cristo», sussurra, amareggiato dalla facilità con cui gli è uscita l'imprecazione poco bella.

Si passa la mano sulla faccia e ripiomba sdraiato, gli occhi ostinatamente rivolti al soffitto.

«Rei-chan», ridacchia l'altro dopo quasi un minuto, il miele nel tono, muovendo le gambe come per scalciare un cucciolo molesto. «Mi fai il solletico!»

La faccia di Rei passa dal rosso al viola melanzana in pochissimi istanti.

Già è sconvolgente scoprire che Nagisa sta sognando proprio lui, ma addirittura dover sentire i suoi cambi di voce, dal flirtante al sensuale spinto, è un po' troppo. Che cosa mai starà vedendo, nella sua mente, per arrivare a gemere come ha fatto poco prima?

Scosta le coperte e si alza, finendo per inginocchiarsi accanto al letto di Nagisa, le mani saldamente premute sulle ginocchia. Lo fissa così intensamente da rischiare di incrinarlo con la forza del pensiero, ma l'altro sorride e sospira, ignaro, gli occhi che si muovono veloci sotto le palpebre chiuse.

«Mako-cha---n», si lamenta, affondando la guancia nella federa.

Rei non riesce a trattenersi e scatta in avanti, stizzito. «Anche lui!», sbotta con voce stridula.

Santo Cielo, non starà sognando roba a tre...

Roba. R-roba. Solo averlo pensato lo scaglia nel baratro dell'imbarazzo più completo.

Nagisa sghignazza, un suono strascicato e forzato che emerge dalle nebbie del sogno.

«Mako-chan ci vedrà», farfuglia e all'improvviso gli mostra la schiena rotolando sul fianco opposto.

Mako-chan li vedrà. Bene. Ora ne sa quanto prima.

Se non altro Mako-chan non partecipa.

Deglutendo con molta calma, Rei si alza e fa il giro del letto. Si sospende sopra Nagisa e resta ad aspettare un seguito necessario, il respiro ridotto al minimo, il cuore che batte forte.

«Cosa vedrà?», azzarda, la gola ridotta a uno spillo per far uscire una voce quasi inesistente.

A quel punto Nagisa allunga le braccia e lo afferra dietro il collo, tirandolo sul letto e facendolo stendere di traverso su di lui con un verso soffocato.

Si lascia spostare come una marionetta, finché non si ritrovano guancia a guancia. Nagisa ride, un suono lamentoso, lunghissimo, petulante.

«Ci vedrà», ripete, abbastanza chiaramente. «Farlo.»

A quel punto Rei gli sguscia via da sotto le braccia deboli e scatta in piedi.

Si allontana dal letto camminando all'indietro, così velocemente che finisce per sbattere contro il muro e rimbalzare. Si accascia a terra reprimendo un grido di dolore e si massaggia la spalla più malconcia, gli occhi stretti e la bocca spalancata in un grido muto.

Farlo. Makoto li vedrà farlo. Fare cosa?!

«F-farlo», ripete balbettante, immaginando più che bene a cosa si riferisca.

Strisciando al proprio letto con cautela decide di dimenticare in fretta la parentesi di quella nottata difficile e si promette di non farne mai parola.

Si tira le coperte fin sopra la testa e prende grandi respiri, provando con tutto se stesso a calmarsi.

«Rei-cha---n!», si lamenta di nuovo Nagisa, all'improvviso, e per poco Rei non grida ancora.

Il ragazzo nel letto accanto ridacchia, poi la sua voce si ovatta, come se avesse immerso la faccia nel cuscino. Rei si azzarda a spiare e lo trova completamente capovolto, i piedi nudi che spuntano comicamente oltre il materasso e sembrano voler passeggiare.

Sbuffa, si alza e prova a rimetterlo composto. Non sa nemmeno perché si preoccupi tanto, dal momento che Nagisa si rigirerà altre cento volte e probabilmente continuerà a blaterare frasi sconnesse e insensate.

«Rei-chan?»

«Nagisa-kun, smettila di sognarmi», sibila, arrossendo irrimediabilmente. «Ti prego.»

Socchiude gli occhi e lo guarda sorridere, il volto parzialmente girato, alcune ciocche di capelli biondi sulla guancia. Sembra così innocente, a vederlo così, eppure sa che non deve lasciarsi ingannare.

Anche sapendolo, non può negare di aver un debole per lui. È il motivo per cui non ha fatto tante storie e ha accettato di dividere la stessa stanza. Nagisa gli piace, vuole stargli vicino con la stessa intensità con cui se ne lamenta profusamente.

Ah, ma se avesse saputo che avrebbe parlato tanto...!

«Rei-chan, sposiamoci.»

Rei annuisce accondiscendente, poi sgrana gli occhi e finisce seduto sulla sponda del letto, svuotato da ogni forza.

Si allunga su di lui premendo i palmi sul materasso e lo scruta con tutta l'attenzione possibile, alla ricerca del segnale che sta fingendo di dormire, dopotutto, e che la scena fa parte di uno dei suoi incredibili scherzi.

«Uh?», sussurra.

Un braccio di Nagisa si allunga e la sua mano gli afferra la manica del pigiama. Ha una stretta debole, una specie di spasmo involontario, ma Rei crede che stia sognando di toccarlo. Continua a tenere gli occhi chiusi e il suo respiro è lentissimo, quasi inudibile. Nessuno è così bravo a fingere di essere addormentato, vero?

«Insieme... a Rei-chan... felice», biascica, prima di girarsi sul fianco e riprendere a sorridere beato.

È una specie di smorfia, dal momento che i muscoli del suo viso sono troppo rilassati, ma la curvatura delle labbra rimane lì e Rei perde almeno trent'anni di vita, oltre a tutta la scorta di aria nei polmoni. Resta in apnea, le dita sulla sua guancia, finite lì chissà come e quando, a sfiorarla delicatamente.

È carino da morire.

«Non intendevo questo quando ti ho chiesto di prenderti le tue responsabilità», sussurra, corrucciandosi dall'imbarazzo. «Ma... ok?»

Ritira la mano in grembo, come se la pelle di Nagisa fosse diventata improvvisamente fatta di lava. Ma è lui che brucia e scotta, dalla fronte al petto, fin dentro le profondità del cuore.

Nagisa socchiude le palpebre e fa un piccolo sbadiglio, stiracchiandosi con un roco mugolio.

«Rei-chan? Stai male?»

Rei sobbalza e scatta di nuovo in piedi, le mani chiuse a pugno lungo i fianchi.

«Ah! No! Ecco, io... ti eri scoperto e non volevo prendessi un raffreddore perché domani è un giorno importante!»

Si lancia di testa verso il suo letto e rotola di nuovo sotto le coperte, dandogli la schiena e dimenticando per la seconda volta di spegnere la luce sul comodino. Stringe gli occhi fittissimi, aspettando, con il cuore in gola, che Nagisa si riaddormenti.

«B-buonanotte!», starnazza, giusto per chiarire le proprie intenzioni e favorire la ripresa del sonno del compagno di stanza.

Non sente più nulla, nemmeno una sua risposta, e finisce per rilassarsi.

Piano piano, senza far rumore, si volta sul fianco e si ritrova gli occhi di Nagisa piantati addosso. Non dal suo letto, ma direttamente dal proprio materasso.

Lancia un grido, ma si copre la bocca abbastanza in fretta da smorzarlo e spegnerlo.

«Wow, Rei-chan, quando sei concentrato non ti accorgi proprio di niente!»

«Cosa fai qui?», esala, spostando la mano e fissandolo con irritazione.

Nagisa sorride e gli stringe le braccia attorno ai fianchi, avvicinandosi ancora. Gli posa la testa sulla spalla e mormora un semplice Buonanotte, senza aggiungere altro.

Rei rimane paralizzato, ma non ha la forza o il coraggio di mandarlo via. I suoi capelli hanno un buon profumo, l'abbraccio è caldo e confortevole, perché dovrebbe?

No, ha almeno dieci ottime ragioni per farlo!

E almeno una cinquantina per non dire niente.

Quindi è meglio tacere, ritenere quel comportamento normale e sperare di addormentarsi prima di lui, in modo da non sentirlo più parlare? In modo da ridurre al minimo le funzioni vitali ed essere sicuro che il cuore rallenterà spontaneamente?

«Se stiamo insieme dovremmo dormire nello stesso letto.»

«Cosa stai dicendo!», replica immediatamente, tappandosi la bocca subito dopo e sperando con tutto il cuore di non aver svegliato i due senpai nella stanza accanto.

O, per quanto ne sa, altre venti persone sconosciute.

Nagisa ride, soffocando il suono nella sua spalla. Lo stringe così forte che Rei teme di schizzare contro le pareti come la biglia impazzita di un flipper da buttare.

«Hai detto che possiamo sposarci. Non fare il timido, Rei-chan, ti ho sentito.»

«Ma tu non dovevi dormire?!»

Rei si gira, cercando di allontanarsi dal suo viso, ma resta comunque intrappolato dalle piccole braccia. Le mani dell'amico si arrampicano su fino alla parte più alta del pigiama e lì si aggrappano con fermezza.

«Anzi: ma tu non stavi dormendo?!», rettifica.

Sta per implodere dalla vergogna. L'ha sentito! Ha sentito il suo assenso!

«Solo all'inizio! Poi mi sono svegliato, mi sono accorto che eri vicino a me e ho finto di continuare a dormire. Ne ho approfittato per dire quella cosa e vedere come reagivi.»

Le dita di Nagisa gli sfiorano la faccia dal basso e, quasi senza rendersene conto, Rei cerca di intercettarle con le labbra. Lascia che i polpastrelli le punzecchino, ci giochino innocentemente, mentre dentro di lui tutto si scioglie e si ricompone infinite volte.

«Quindi vorresti sposarmi?»

Ridacchia e gli mette una gamba addosso, intrappolandolo per sempre. Non perché non sia in grado di liberarsi, ma perché non vuole. Non ci pensa proprio, anche se sta andando in ebollizione.

«Nagisa-kun, per favore, adesso dormi», bofonchia.

«Noioso.»

Lo tiene più stretto e gli sfrega la testa dietro la schiena. Rei tiene gli occhi chiusi e si dice che è finita, non potrà mai dormire, la gara dell'indomani andrà malissimo e sarà tutta colpa sua.

Riesce in ogni modo a mandare all'aria i suoi progetti accurati, i suoi piani, i suoi metodi, ogni singola cosa.

Eppure, non può fare a meno di quel ragazzo.

«Nagisa-kun.»

Gli sfregamenti si fermano e lo sente strisciare verso l'alto finché non gli spunta da sopra la spalla come un folletto.

«Cosa c'è, Rei-chan? Vuoi dirmi di smettere?»

«N-no.»

Aspetta ancora un po', augurandosi che non lo interrompa con mille domande tutte in fila. Miracolosamente Nagisa non lo fa e rimane silenzioso con il mento nell'incavo della spalla.

«Quella di prima era una domanda seria?»

Un sospiro caldo sulla pelle, poi un bacio sotto l'orecchio. Un secondo sul collo, capace di farlo rabbrividire peggio di una manciata di neve infilata dentro il maglione.

Lo lascia fare, perché è delicato e sensuale senza esagerare. Lo lascia fare, perché è incredibilmente bello ed è la sua risposta muta.

«Se sei felice con me, resta vicino a me», gli dice a quel punto, consumando tutto il coraggio che gli è rimasto.

Seriamente parlando, discutere di matrimonio gli sembra esagerato. Estremo, senza mezzi termini. Nagisa non si rende conto dell'importanza di un impegno del genere.

Ma possono stare insieme, quello sì. Possono cominciare a farlo.

Forse, un giorno, arriveranno davvero a quel momento...

«Grazie a te non chiuderò occhio!», piagnucola sprofondando nel guanciale, mentre visioni di Nagisa con un completo bianco gli sbocciano nella mente fin troppo vivide.

Nagisa ride sul suo collo e lo stritola.

«Nemmeno io.»








-Angolo Autrice-


Loro due.

Loro due sono una delle OTP più belle del mondo, sono praticamente CANON e io li amo in maniera sconvolgente.

Mi auguro con tutto il cuore di averli resi il più possibile veri, ma non mi vergogno ad ammettere pubblicamente che, proprio adesso, rileggendo prima di pubblicare, ho fangirlato come un demonio.

Questa storia mi piace tanto, è una delle più recenti che ho scritto e ho deciso di superare la mia naturale pigrizia per permettere anche a voi di leggerla. Voi che amate la coppia oppure voi che avete bisogno di dolcezza in generale.


Penso che abbiate capito tutte/i a che momento della storia mi sono ispirata e cosa mi ha spinto a scrivere tutto ciò. (A parte che li voglio insieme con la potenza di un terremoto che si accoppia con uno tsunami.)

Nagisa che parla nel sonno è l'amore, ma Nagisa che SOGNA Rei è ancora peggio e dato che in quel precisissimo punto ho messo in pausa per gridare, era doveroso spargere amore scrivendo.


Spero vi sia piaciuta~


Alla prossima! (*u*)/

   
 
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