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Autore: Kiji    22/02/2014    1 recensioni
Avevo solo 13 anni la prima volta che lo vidi. Lo ricordo ancora, come se fosse impresso a fuoco nella mia mente. Era il suo concerto più grande, una stella fotografata su quel palco immerso da tante luci colorate. Ero ancora un ragazzino eppure, sentivo qualcosa nascere in me, debole ma selvaggio. Mentre cantava, in quel lago di scintille, mi sentii inutile a confronto con quell'idolo mascherato da stella. Volevo arrivare a lui, toccarlo e farlo mio, come nessun altro prima.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Mir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Da quel giorno non lo vidi per tanto tempo, era davvero sparito nel nulla, a vegliare su di me, forse. Erano passati 4 mesi, dover rifare l’MV, eliminando la sua presenza, fu davvero stancante e stressante. Le nostre voci, da sole, sarebbero bastate per ricreare la bellezza di quella canzone nata per lui? Aspettare il riscontro del pubblico e ritrovarsi quella felicità immensa fu soddisfacente.
Anche senza Rain, noi eravamo sempre gli MBLAQ, finalmente ne avevo la certezza! Aspettai con ansia, volevo ardentemente che quella notizia saltasse fuori, proprio come un dente che deve essere tolto alla radice, anche io volevo sbarazzarmi di quel peso dalle spalle. Passarono i giorni, ma un muto silenzio mi innervosiva. Fu dopo circa una settimana che la vidi ancora, girare in quel locale, con il pancione in vista e quel sorriso contagioso. Nel vedermi ebbe una dolce espressione, qualcosa che mi ricordava mia sorella. Mi fermai, non avevo paura di lei, non più!
– Mir, sembri cresciuto. – Disse semplicemente sfiorandomi la testa con generosità. Volevo incontrarla, anche solo per un istante, speravo di poter leggere quella conferma nei suoi occhi, ma non trovai nulla.
– Forse è indelicato da parte mia, ma sono qui per te oggi. Volevo vederti e raccontarti un po’ di cose! Ci ho pensato molto e, credo sia la cosa giusta da fare. – Non me lo feci ripetere due volte, ma questa volta ero troppo in ansia per aspettare. La portai nel luogo più vicino, quella camera di registrazione e ci accomodammo nel piccolo divanetto che ormai sapeva di me.
– Cerca di capirmi Mir, fin dall’inizio ero contraria ma non ho avuto scelta, glielo dovevo. – Non capivo, era tutto così confuso nella mia testa.
– Di cosa stai parlando? Non riesco a seguirti. – Lei fece una breve smorfia di dolore toccandosi la pancia che scalpitava, ma fu un breve istante.
– Io e Ji Hoon, non siamo fidanzati! – Quell’affermazione, risuonò in un istante, come condanna a morte dei miei sensi un po’ offuscati.
– So che sei confuso, ma lascia che ti spieghi dall’inizio, è tutto più semplice di quanto credi. – Vedendo il mio mutuo consenso, si accomodò meglio ed iniziò a parlare.
– Lui è il mio migliore amico, fin dalle scuole medie. Siamo sempre stati insieme, anche se per me la sua vicinanza era intesa in modo diverso. Non si accorse mai che lo amavo più di me stessa, ma col tempo iniziai ad abituarmi a quell’idea. Quando seppi di te, ero terribilmente scossa. Cerca di capirmi, non mi aveva mai guardata e poi scopro che si innamora di un ragazzino molto più piccolo di lui e per di più un uomo. – Si fermò un attimo, piangeva ma non smise di raccontare. In quel momento capii la sua sincerità e le afferrai teneramente la mano calda.
– Cercai in tutti i modi di fargli accettare la “minaccia” del suo Manager. Lui non doveva più incontrarti! Adesso pensandoci sono stata una stupida e l’ho reso davvero infelice, ma a quel tempo non riuscivo a comprenderlo. Anche quando ricevetti quella chiamata, tua sorella che urlava e tu che eri in fin di vita, feci finta di nulla. Chiudendo il telefono, finsi di non aver mai parlato con voi e ancora adesso me ne pento. – Un leggero singhiozzo, non mi piaceva vederla distrutta, sebbene le sue parole mi ferissero profondamente.
– E’ colpa mia Mir! Se lo avessi detto, lui sarebbe corso da te giurandoti amore eterno e tu non avresti sofferto così tanto! Avevo l’opportunità di farvi vivere felici ma non l’ho fatto, mi sono sempre tenuta questo peso addosso. Da allora sono cambiata molto e ti ho sempre voluto chiedere scusa dal profondo del cuore, ma non so se è giusto farlo. Tempo fa, quando seppi che ti aveva incontrato non sono riuscita a trattenermi e gli ho confessato tutto. Non l’avessi mai fatto! Era stravolto e ha gettato tutte le colpe su se stesso. “Non sono rimasto al suo fianco. L’ho ferito più di chiunque altro al mondo!” Sentire quelle parole mi ha fatto male, ma qualunque cosa dicessi era inutile. Per questo motivo accettai questa farsa. – Aprendo la borsetta, prese quell’anello e se lo infilò nel dito.
– Io sono già sposata, con un uomo che non è Ji Hoon e neanche questo bambino appartiene a lui. Ho finto solo per assecondare il suo desiderio. Perdonami Mir! – Non dissi nulla, ma il mio cuore era completamente disorientato.
– Lui è partito due giorni fa, dopo aver ricevuto conferma del vostro successo. Ha accettato un lavoro importante a New York che lo terrà impegnato per 2 anni. Mi chiese di non dirti nulla, voleva che tu lo dimenticassi ma non posso sbagliare ancora. Gli errori non possono essere commessi due volte di seguito, per questo sono qui Mir. Lui ti ama e ti ha sempre amato. Se ti ha cacciato via è stato per il tuo bene, sai? A quel tempo il suo manager lo minacciò. Disse che se si fosse avvicinato ancora a te, avrebbe divulgato la notizia facendoti apparire come l’unico responsabile. Tu eri troppo giovane, lui non voleva che fossi coinvolto e che la tua vita fosse spezzata. Anche quando si allontanò e creò la sua compagnia, non era semplice avvicinarti così finse di non conoscerti. Credo che inconsciamente, avesse ancora paura di ferirti. Il tempo passa e i problemi si ingigantiscono. Quello che prima poteva essere un semplice “ciao” col tempo diventa un “addio”. Non odiarlo, ma cerca di comprenderlo. Non ha mai amato nessun altro, da quel giorno è sempre rimasto solo in attesa del tuo ritorno. – Quando si alzò, salutandomi con un leggero cenno del capo, non potei fermarla, né in cuor mio, riuscivo a perdonarla totalmente. Dire “va tutto bene, non piangere” era terribilmente difficile. Un rumore indiscreto e quel viso raggiante. Joon, bello come sempre mi aspettava.
– Che aspetti? Vai da lui forza! – Non mi stupii, ma neanche riuscii ad apparire felice.
– Hai sentito tutto? Sei davvero uno spione! – Sorrise di gioia.
– Corri e smettila di frignare. Non sono io il problema adesso, non credi?- Si fermò per un attimo, poi abbassò lo sguardo e per la prima volta, sentii davvero la sua sofferenza più grande, un vuoto troppo grande da colmare.
- Sai Mir, all’inizio credevo che la tua storia fosse simile alla mia, per questo ho cercato in tutti i modi di proteggerti. Quando eri triste ero al tuo fianco per paura che ti facessi del male, ma adesso sono tranquillo. Sebbene io non potrò più abbracciarlo, tu puoi cambiare questo destino. Non preoccuparti, se andrà male questa volta sarò io ad ucciderlo, quindi adesso vai a cercarlo! – Non impiegai molto a prendere quella decisione, bastò un solo secondo a farmi capire ciò che era davvero importante.
Correndo per le strade, non mi sentivo insicuro, sapevo cosa stavo facendo. Prendendo quel volo, all’ultimo minuto e per una strana coincidenza del destino, mi ritrovai sospeso nel cielo, cercando di raggiungere quella felicità che per tanto tempo ci era stata negata. Le ore che precedevano il mio arrivo nella “Grande Mela” erano troppo lunghe e la mia eccitazione troppo fervida per poterla placare. Quasi non mi sembrò vero quando l’aereo iniziò a planare e sentire l’hostess che ci invitava ad uscire. Non avevo bagagli, non avevo neanche abbastanza soldi per un taxi, ma conoscevo quella strada.
Con la sola forza delle mie gambe, corsi come non mai, sentendo il fiato che si accentuava ad ogni movimento del mio corpo. Quando arrivai, consapevole di trovarlo lì, mi sentii pieno di forza e coraggio, ma anche impaurito per un nuovo rifiuto. Irruppi nel grande edificio senza esitazione, con il fiato corto e il sudore sul corpo smagrito. L’ascensore, troppo lento in quel caso, mi innervosì, finendo per prendere quelle scale dismesse. Quasi caddi per l’eccitazione del momento, ma non potevo fermarmi. Arrivato a quel piano, mi guardai attorno, lui era in una di quelle stanze, ma dove?
– Mi scusi, le serve una mano? – Non sentii nemmeno la domanda di quell’uomo in giacca e cravatta e continuai ad avanzare. Aprii ogni porta, cercando il suo volto, ma sembrava quasi impossibile trovarlo. Fu proprio quando stavo per rinunciare, con il cuore in gola che lo trovai improvvisamente.
–Ra.... Ji Hoon! – Vedere il suo volto sorridente girarsi nella mia direzione e cambiare espressione, mi fece esitare, ma ormai ero andato troppo oltre. Percorsi quei brevi passi come se da essi ne costasse la mia vita.
– Vieni con me, devo parlarti! – Lo afferrai per il polso, aspettandomi la sua rigidità e quella ferma intenzione di non assecondare i miei capricci, ma non accadde nulla. Non sapevo dove portarlo, mi bastava un qualsiasi luogo isolato. Trovai una stanza, l’unica che non conteneva nulla e mi rifugiai dentro, chiudendo la porta alle nostre spalle. Non riuscivo a voltarmi per paura di fronteggiarlo, eppure dovevo essere forte.
– Hyung, sei un merito stronzo! Pensi che sia idiota o cosa? Credi che andandotene via mi hai fatto un piacere? Fotttiti Ji Hoon, non hai mai capito un cazzo di me! – Ero sconvolto. Non era certo ciò che mi aspettavo di dirgli, eppure non riuscivo a fare a meno di urlargli contro. Mi avventai su di lui, con foga, tirandogli pugni privi di significato sul petto vigoroso.
– Sei un idiota! Un totale idiota! Ti odio! – Sentivo i colpi che gli infliggevo, ma era un suono troppo opaco per riuscire a comprenderlo.
- Cheol Yong calmati. Ho sbagliato lo so, ma adesso smetti di tremare, ti prego! Sono uno stronzo, ti ho fatto soffrire, ma sai una cosa? Sono davvero contento che finalmente mi hai chiamato per nome. – La sua dolce mano, che mi accarezzava i capelli, la sentivo come un pugnale dentro di me.
– Che diritto hai di giocare con la mia vita? Pensi davvero che se ti sposassi io sarei di nuovo felice? Non posso smettere di amarti Ji Hoon, neanche tra milioni di decenni. – Lui si fermò ad osservare il mio viso in lacrime e sentii la sua tristezza.
– Ciò che ti ho dato è stata solo disperazione. Non potrò mai rimediare alla tua sofferenza Cheol Yong! A causa mia e della mia stupidità, hai rischiato di non aver un futuro, come potrò mai farmi perdonare? – Rimasi in silenzio, cercando un modo di alleviare la sua colpa, ma solo un gesto mi venne spontaneo. Avvicinandomi alle sue labbra, mi appoggiai delicatamente a lui, sospirando il mio amore soppresso dal tempo.
– Baciami, stringimi a te e donami tutto l’amore che conservi nel tuo cuore. Solo così riuscirò a dimenticare! – Le sue braccia, ormai libere dalla paura, mi afferrarono piene di passione. Il suo corpo muscoloso era impregnato sul mio e mi fece fremere d’eccitazione. Unendoci in quel luogo, come se fosse necessario ad entrambi, anche col pericolo che ci potessero scoprire, ritrovai ciò che l’ostilità del tempo mi aveva strappato via. Rividi il me bambino, innamorato di quella persona così distante e luminosa e ancora, sentii quell’amore che credevo illusorio di nuovo con la stessa intensità che mi travolse totalmente. Finalmente le nostre anime, per tanto tempo dilaniate, erano libere di tenersi per mano e camminare in quell’esistenza illuminata dalla nostra speranza.
FINE
  
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