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Autore: telesette    22/02/2014    0 recensioni
Kagemaru, il guerriero silenzioso, non aveva più lacrime da versare dinanzi a quell'orrore.
Sapeva quello che avrebbe trovato, tornando a casa, perciò aveva pregato Akira e gli altri di restarne fuori e attenderlo all'esterno. Solo Sarah aveva insistito per potergli stare vicino, in un momento così difficile per lui, e il ninja non era stato in grado di dirle di no...
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.   
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...   
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.   
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.   
Ciao Gina!

***

 

Virtua Fighter ( バーチャファイター Bācha faitaā ), è una serie animata di 35 puntate basata sul videogioco Virtua Fighter creato e sviluppato da Sega-AM2. Apparsa originalmente in Giappone su TV Tokyo si è poi diffusa in tutto il mondo arrivando anche in Italia su Junior Tv dal maggio 1997.

 

 

Guarda la sigla italiana:
http://www.youtube.com/watch?v=X5uL-66dPX4

 

***

 

L'ultimo giorno di Agakure
immagini tratte da internet

 

- E' terribile, è... è spaventoso!

Sarah non riusciva a credere ai suoi occhi.
Pur sapendo ciò che era accaduto al villaggio di Kagemaru, trovandosi di fronte la realtà di un'intera comunità sterminata, la bionda fanciulla non poteva assolutamente concepire così tanta atrocità e violenza tutta insieme.
Case distrutte.
Uomini massacrati senza pietà.
Ogni cosa, viva e inanimata, data alle fiamme.
Onimaru non aveva risparmiato niente e nessuno, pur di dare sfogo alla sua rabbia e al suo cieco rancore, e qua e là erano sparsi anche i miseri corpi senza vita di donne e bambini...
Agakure non esisteva più!
Kagemaru, il guerriero silenzioso, non aveva più lacrime da versare dinanzi a quell'orrore.
Sapeva quello che avrebbe trovato, tornando a casa, perciò aveva pregato Akira e gli altri di restarne fuori e attenderlo all'esterno. Solo Sarah aveva insistito per potergli stare vicino, in un momento così difficile per lui, e il ninja non era stato in grado di dirle di no.
Fermo e in ginocchio, in mezzo alle nere macerie fumanti e ai resti carbonizzati, Kagemaru rimase immobile a contemplare dolorosamente ciò che aveva di più caro al mondo.
Quelle case, quelle abitazioni, e la gente che viveva isolata da tutto il resto del mondo...
Lì, Kagemaru era nato e cresciuto, portandosi dentro il peso e le responsabilità di capovillaggio.
Ora, invece, era semplicemente un superstite.
Il suo villaggio era morto, la vita non poteva essere ricostruita come legno o mattoni, e di conseguenza anche una parte del suo cuore era morta.

- "Quando non si hanno più lacrime, e un dolore troppo grande per una sola persona, è la vita che piange assieme al cuore di coloro che restano" - mormorò Kagemaru, citando un breve passo dei suoi maestri.

Sarah chiuse gli occhi, incapace di guardare oltre, tuttavia si chinò accanto al ninja per cingergli le spalle con affetto.
Kagemaru si tolse il cappuccio, rivelando il volto segnato dalla lunga prigionìa e dagli stenti, maledicendo sé stesso per non aver impedito quella immàne tragedia.

- Tutto questo... viene per colpa mia, Sarah - esclamò lui gravemente.

Sarah sgranò gli occhi perplessa.

- Che vuoi dire? E' stato Onimaru a...
- Onimaru era mio fratello di sangue - rammentò Kagemaru. - Il suo odio, la sua rabbia, o qualunque altra cosa lo abbia spinto a fare questo ha origine da me; Agakure ha pagato, solo per colpa della mia inettitùdine e della mia debolezza! Ho ucciso io la mia gente, Sarah: forse non direttamente, ma le mie mani sono intrise del loro sangue quanto quelle di mio fratello Onimaru...
- Smettila, adesso, non devi dire una cosa del genere - gemette Sarah, stringendosi a lui in preda ai singhiozzi. - Nessuno più di te soffre per coloro che hanno perso la vita qui, il tuo cuore porta il peso del dolore straziante di un intero villaggio, non puoi attribuirti una colpa che non è tua!
- Sarah...

Gli occhi della fanciulla tremavano, assieme al sottile filo luccicante sotto le palpebre, e Kagemaru percepiva distintamente quanto calore e misericordiosa pietà provenivano dall'animo puro e nobile di costei.
Sarah non poteva fare o dire niente, per guarire il cuore spezzato dell'altro.
Poteva solo piangere assieme a lui, condividere il peso di quella tragedia, e convincerlo a non farsi carico di così tanti morti innocenti.

- Non sei un assassino, Kagemaru - affermò lei. - Le tue mani non sono affatto sporche di sangue, perché tu hai sempre compreso il valore della vita umana, e tuo fratello è il solo ed unico responsabile!
- Ma...
- Onimaru non era te, e tu non sei lui: tuo padre è stato il primo a determinare la profonda differenza del vostro carattere, affidando a te il ruolo di capovillaggio, e tu avresti dato la tua stessa vita per difendere queste persone!
- Ma io ho fallito, Sarah - ribatté l'altro. - Tutto quello che ho fatto non è servito a niente, non ho salvato chi avrei dovuto salvare né ho protetto chi avrei dovuto proteggere... Ho fallito!
- Kagemaru, tu hai fatto tutto quanto era in tuo potere - sottolineò Sarah serissima. - Sappiamo che è così, lo so io e lo sai anche tu, e questa è la sola ed unica verità!
- Una verità che non mi fa stare meglio...
- E come potrebbe? Lo hai detto tu stesso: "è la vita che piange assieme al cuore di coloro che restano"... Devi fartene una ragione!

Kagemaru inghiottì amaro.
Sapeva che Sarah aveva ragione, che non poteva umanamente attribuirsi alcuna colpa materiale di quella orribile strage, tuttavia il dolore morale era troppo grande per accettarlo con impotenza.
Era più facile "sentirsi" responsabile, maledicendo sé stesso come principale assassino, piuttosto che ammettere di aver visto morire un intero villaggio senza aver potuto fare niente per impedirlo.
Ma la realtà era quella e non si poteva cambiare.
Kagemaru raccolse dunque il cappuccio e, rimettendoselo lentamente sul volto, si sforzò di accettare ciò che i suoi occhi avrebbero preferito non vedere.

- Sarah - esclamò con un filo di voce. - Ti ringrazio!

Sarah annuì, sorridendogli debolmente, facendosi calore e conforto nelle sue braccia.

FINE

   
 
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