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Autore: G3nny_Sama    23/02/2014    0 recensioni
“Diario di Feliciano, primo giorno di prigionia...”
In una stanza vuota e fredda, illuminata da un'unica finestrella sbarrata, un ragazzo fissava il vuoto, immerso nei suoi pensieri.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve :) Mi sono fatta trascinare dal fandom che seguo avidamente e con l'intenzione di cominciare a leggere fanfic mi è anche venuta voglia di scriverne una. Ho fatto l'errore di stare troppo sul blog di Himaruya ed ecco il risulato >_>
Flash senza pretese fatta di getto per il troppo impeto, spero solo di non aver fatto perdere tempo e aver generato errori grammaticali inguardabili, se è successo, beh scusate ù_ù
Enjoy ;)

 
Anche se non capisco...
 

Diario di Feliciano, primo giorno di prigionia...”
In una stanza vuota e fredda, illuminata da un'unica finestrella sbarrata, un ragazzo fissava il vuoto, immerso nei suoi pensieri. Da quando era stato gettato lì dentro aveva cominciato a contare le poche gocce che colavano dal soffito umido, fino a quando la noia sopraggiunse e la sua mente cominciò a vagare.

... sono ore che mi trovo in questo stanzino desolato in attesa di chissà quale altra tortura...”
Fissò in modo truce la porta ripensando alle porcherie che avevano osato propinargli come pasto, poi si rimise ad ascoltare le gocce che gli facevano compagnia, quando cominciò a sorridere tra sé e sé.

«Neanche ce l'ho un diario su cui scrivere...» In segno si protesta anche lo stomaco iniziò a brontolare.
«Voglio la pasta!» lamentò singhiozzando.
Più che vera noia, quella che lo avvolgeva era voglia di trovare un modo per non pensare a quanto si sentisse inutile. Era stato catturato per l'ennesima volta e non aveva né la forza né la capacità di fuggire, l'unica speranza stava nel fatto che Germania arrivasse lì a prenderlo e quindi ciò che poteva fare era trovare qualcosa a cui pensare per non deprimersi. Avvicinò le ginocchia a se e vi poggiò la testa, in questo modo poteva ancora scorgere la finestrella, da cui scrutò quel cielo che era di una strana tinta grigia, luminoso di certo, ma comunque grigio. Quella visione lo portò a ricordare il colore che invece poteva ammirare nei cieli della sua amata Italia, di un azzurro chiarissimo che ti riempiva il cuore e il sorriso, illuminato da un sole caldo che ti faceva rinascere sotto i suoi raggi.
Eppure, anche se non faceva nulla per quel cielo e per quel sole, stavano sempre lì a colorare le sue giornate. Piano piano il sorriso cominciò a tornagli sulle labbra poichè nella sua mente il paragone fu istantaneo.
«Il cielo avrà i suoi buoni motivi, non li so ancora, ma al momento mi sta bene così» in un modo o nell'altro, il pensiero era rivolto sempre a lui.
D'un tratto sentì dei colpi pesanti sulla porta e d'istinto si portò in dietro, non ci volle molto per questa aprirsi e rivelare in un breve istante se aldilà si trovasse la salvezza o l'inferno.
L'unica cosa che alla fine riuscì a scorgere erano un sole luminoso e un cielo chiarissimo concentrati in un'unica entità.
«Ita-» colui che si trovava dall'altra parte non fece in tempo a finire che Feliciano gli saltò addosso perso tra le lacrime.
«Germania!!» farfugliò Feliciano con la testa infossata nel petto di Ludwig il cui volto si coloriva man mano.
«Non ora, andiamocene subito» gli disse in tono fermo e poggiandogli una mano sulla testa, per poi spostarla sulla schiena come per intimarlo a muoversi.
Era stato salvato, di nuovo. Non capiva ancora perchè ma infondo, al momento, gli stava bene così.

   
 
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