Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower
Segui la storia  |       
Autore: jovina    23/02/2014    7 recensioni
Lizzie e Jamie non erano amici. A malapena si conoscevano.
Nessuno dei due era intenzionato ad avere un qualsiasi tipo di rapporto con l’altro, escluso quello lavorativo. Ma una sciarpa, rossa come il filo del destino, cambierà le cose...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 4: Un nuovo inizio
 
 



«Ma guarda quanto sono carini! », squittì Maggie sfogliando una rivista, «E guarda Lizzie come sorride! »
«Io non mi emozionerei così tanto; con questa gente di spettacolo non si può mai sapere come vanno a finire le relazioni », mormorò Julie, la madre di Lizzie.
In quel momento la ragazza entrò in cucina, con indosso l’uniforme celeste da lavoro.
«Di che parlate? », domandò dando un bacio sulla guancia di sua madre e afferrando una fetta di pane tostato.
«Di niente! », esclamò Maggie, sporgendosi sul tavolo per nascondere la rivista.
Lizzie scosse la testa e afferrò il suo cappotto.
«So che mi state nascondendo qualcosa…e scoprirò di che si tratta! », detto ciò uscì di corsa per prendere l’autobus.
Era sempre felice quando andava a lavorare; ma quella mattina si sentiva particolarmente raggiante.
Quando era finito il film, il pomeriggio precedente, Jamie le aveva chiesto di fermarsi per cena e, dopo un attimo di esitazione, lei aveva accettato. Avevano ordinato un paio di pizze e avevano parlato.
Lizzie non era abituata a ragazzi che parlavano e si sbracciavano così tanto. Era colpita da quanta passione Jamie mettesse in tutto ciò che diceva e dal numero di domande che le aveva posto.
«Quindi hai un secondo nome? », le chiese prima di bere l’ultimo sorse della sua birra.
«Si. Mi chiamo Elizabeth Grace Thornton»
«Grace…», Jamie ripetè quel nome in un sussurro che gli scivolò fra le labbra come acqua fresca; «Grace mi piace! »
Lizzie se ne andò da casa del ragazzo solo a sera inoltrata. Lui le aveva sistemato la sciarpa e le aveva detto di stare attenta; poi, prima che uscisse di casa le aveva dato un bacio sull’angolo della bocca.
«Scrivimi quando arrivi a casa! », le aveva in fine urlato mentre metteva in moto la macchina.
Giunta a casa, la ragazza prese in mano il telefono e digitò il testo del messaggio.
“Sono a casa. Grazie per la serata. Buonanotte, un baio!”. Esitò qualche istante prima di inviarlo ma alla fine si convinse.
La rispose di Jamie non si fece attendere: “Buonanotte a te, piccola Gracie. Mi tengo il tuo bacio!”
Al solo ricordo di quel messaggio, Lizzie si sentiva arrossire.
Entro nella tavola calda e salutò i colleghi, poi si fece strada verso la cucina, il suo regno.
Questa era infatti quasi completamente sua: Sal, il capocuoco, stava sempre nella zona delle griglie che si affacciava direttamente sul locale, adibita alla preparazione di panini, patatine e insalate. Così nell’altra stanza, Lizzie poteva dedicarsi ai suoi dolci.
A metà mattinata Erin, una cameriera sulla sessantina sempre imbronciata, fece capolino dalla porta: «Lizzie, al tavolo 9 c’è uno strano ragazzo che vuole sapere cosa metti dentro le torte»
La ragazza mise le mani sui fianchi con fare scocciato; «Che vuol dire “cosa ci metto dentro”? Gli ingredienti sono scritti sul menu! »
«Dice che vuole sapere esattamente cosa usi», continuò l’altra.
Sbuffando, Lizzie uscì dalla cucina e si avviò verso il tavolo posizionato in fondo alla sala.
Era occupato da una sola persona che studiava attentamente uno dei grossi menu, tenendolo davanti alla faccia.
«Salve, sono Lizzie, l’addetta alla preparazione dolci. Come posso aiutarla? », disse lei cortese.
«Vorrei sapere quale di queste torte se sposa meglio con un bel bicchiere di latte! », rispose il misteriose cliente, che ancora non si era mostrato.
Riconoscerei questa voce fra mille!, pensò la ragazza strappandogli dalle mani il grosso pezzo di carta.
«Mi hai davvero disturbata per questo, Bower? », domandò stizzita.
Lui le regalò uno di quei suoi sorrisi a trentasei denti. «Ciao Gracie! », esclamò.
Lizzie sbuffò rumorosamente; «Ciao…Che ci fai qui? »
«Volevo vedere dove lavori»
La ragazza cercò con lo sguardo il titolare. «Sal! Mi prendo 5 minuti di paura! », gridò; poi tornò a rivolgersi a Jamie. «Che torta vuoi? »
«Quella al cioccolato! »
Un paio di minuti dopo erano seduti al tavolo, con due fette di torta e due bicchieri di latte.
Jamie la stava inondando di chiacchiere e lei lo ascoltava in silenzio, pensando che fosse i ragazzo più adorabile che avesse mai conosciuto.
Tutto quello che lui diceva, alle orecchie di Lizzie pareva interessante e divertente. Le raccontava dei film che aveva fatto, delle canzoni scritte, dei tempi della scuola, saltando da un argomento all’altro senza una logica precisa.
D’improvviso si fermò a metà di un discorso e si mise a guardare fuori dalla vetrina, come se avesse visto qualcosa di importante. Lizzie fece lo stesso, per capire cosa avesse attirato la sua attenzione.
«Cos’hai visto? », gli domandò.
Jamie, invece di rispondere, si sporse sul tavolo e le rubò un bacio; uno piccolo, a fior di labbra.
Lizzie rimase a bocca aperta, totalmente stupita.
Il ragazzo si sedette di nuovo, con un sorrisetto furbo sulle labbra. «L’hai visto? C’è un giornalista laggiù. Ti ho baciata per le foto! », esclamò.
«Jamie, quello non  è un giornalista! », sbottò lei indicando la strada oltre la vetrina, «Quello è solo un uomo con l’ombrello! »
Lui scrollò le spalle. «Appunto. Chi va in giro con l’ombrello in una giornata soleggiata? Mi ha insospettito…». Aveva sul viso lo sguardo furbo di chi sa di non poter essere contraddetto.
Lizzie sbuffò sonoramente. «Hai rotto il nostro patto», lo riprese.
Jamie sembrò rifletterci un po’ su, poi mormorò: «Veramente no. Avevi detto che TU non mi avresti baciato, non che IO non potevo baciare te». Aveva il viso distorto in un’espressione insolita. Così adorabile…
Lizzie perese in considerazione l’idea di arrabbiarsi, ma le bastò una rapida occhiata a quel viso imbronciato perché le passasse quel vago moto di rabbia.
Mi chiedo cosa sia questa sensazione nella pancia che mi prende ogni volta che lo vedo così.
Dovrei essere furiosa…e invece niente rabbia.
Solo questa sensazione; come un formicolio alla bocca dello stomaco che mi fa…ridere?
Credo di essere felice…
Cogliendo Jamie di sorpresa, Lizzie scoppiò in una fragorosa risata.
«Sei un mascalzone! »,, esclamò dandogli una pacca sulla spalla.
Quanto è bella quando sorride così, non poté trattenere dal pensare Jamie, lasciandosi scappare un sorrisino.
Quando finalmente riuscì a calmarsi, Lizzie si asciugò una lacrima all’angolo dell’occhio; per un breve istante si perse a guardare Jamie.
«Hey principessa, la tua pausa è finita. Perché non torni in cucina? », borbottò Erin con il consueto tono arcigno. «Questo è il tuo ragazzo? »
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata. Lizzie diventò tutta rossa e cominciò a balbettare; Jamie si sentì in dovere di darle una mano, così si alzò in piedi e tese una mano alla donna.
«Si, sono il ragazzo di Lizzie. È un vero piacere conoscerla», sul viso aveva stampato uno di quei bei sorrisi di circostanza.
Erin lo osservò e poi strinse la sua mano. «Mh, è carino», sentenziò atona. «Ma la tua pausa è finita comunque! »
Senza aggiungere altro, la donna se ne andò passando pesantemente fra i tavoli, versando caffè nelle tazze dei clienti.
I due ragazzi rimasero nuovamente soli; a quel punto Lizzie si alzò e, visibilmente in imbarazzo, si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
«Bè, a quanto pare devo proprio andare…», mormorò.
Anche Jamie si alzò e le si fece vicino, appoggiandosi con le mani sul piano del tavolo, una strana espressione sul volto.
Cominciò a ronzarle intorno, con aria indifferente: le tirò un boccolo, toccò il colletto della sua divisa, le slacciò il grembiule.
Oh no, quando fa così è perché vuole chiedermi qualcosa che sa non mi piacerà…
«Mi fai vedere la cucina? », chiese.
Lei gli scacciò la mano che indugiava fra i suoi capelli, intrecciandoseli fra le dita. «No, devo lavorare. E non posso farlo se continui a starmi intorno! »
Jamie la abbracciò da dietro, bloccandole le braccia con le proprie e la spinse verso la cucina, affondando il viso nell’incavo del suo collo.
«Dai, per favore…», aveva un tono lamentoso, «Solo cinque minuti! »
«Ho detto di no». Non cercò di liberarsi dalla sua stretta.
«Ti prego…»
«Jamie», il tono di Lizzie era calmo, ma vi si poteva sentire una leggera nota di rimprovero; come una madre che sgrida il suo bambino.
Il ragazzo sospirò profondamente sul suo collo, provocandole un brivido. Poi sciolse l’abbraccio e le si mise difronte.
«Bè, vorrà dire che tornerò a casa! Ci vediamo più tardi? »
Lizzie annuì e gli sistemò il colletto della giacca: «Arriverò da te per le due, come sempre. E, ti prego, vai piano con quella macchina! »
Si allungò sulla punta dei piedi e appendendosi alle spalle di Jamie, gli diede un bacio sulla guancia.
Con un sorriso, lui si chiuse il cappotto e uscì dal ristorante.
Lizzie lo seguì con lo sguardo e, solo quando fu troppo lontano, si voltò ed entrò nella sua amata cucina.
Mi sento ispirata. Pensò, caricandosi di ciotole e ingredienti.
Sfornò dei deliziosi tortini a cacao, con un cuore caldo di cioccolato e frutti di bosco. Diede un ultima spolverata di zucchero a velo e li presentò con delle fragole. Poi posò sul piatto il cartellino; li chiamò “baci rubati”.
 
Le giornate con Jamie trascorrevano così velocemente che Lizzie se le sentiva quasi sfuggire dalle mani.
Era felice, ogni giorno un po’ di più.
Lui la portava con se ovunque. Un pomeriggio aveva insistito per andare sul “London Eye”; quando erano arrivati in cima, con la città ai loro piedi, l’aveva abbracciata da dietro e poggiandole il mento su una spalla le aveva sussurrato “resta con me, ti farò vedere il mondo…”.
Jamie era capace di una dolcezza fuori dal comune. Era curioso e la riempiva di domande, come se volesse sapere tutto di lei.
Da un po’ di tempo aveva anche preso l’abitudine di baciarla sulle labbra: erano baci distratti, perlopiù di saluto quando arrivava o andava via.
Contrariamente a quello che aveva pensato i primi periodi, quel gesto non la infastidiva affatto; anzi, era qualcosa di bello, un gesto intimo solo per loro due.
Quel pomeriggio Lizzie si stava avviando verso casa di Jamie con una torta ancora calda poggiata sulle ginocchia, mentre il pullman sobbalzava dolcemente.
In mattinata lui l’aveva chiamata per avvertirla che sarebbe passata a trovarlo la sua amica Charlie.
L’aveva tenuta al telefono per mezzora buona parlandole di lei.
Jamie teneva così tanto al fatto che le due ragazze si conoscessero che ora Lizzie era nevosa come fosse il primo giorno di scuola.
Non fece in tempo a varcare il cancello d’entrata che Jamie stava già aprendo la porta di casa.
La aspettò appoggiato con una spalla allo stipite della porta e, quando Lizzie salì i gradini  all’ingresso, lui le fece scivolare una mano dietro la schiena e la tirò a se.
«Ciao Gracie>, le sussurrò; poi scese sulla sua bocca e le diede un bacio.
Questa volta fu diversa dalle altre: il bacio le sembrò più lungo e, anche se era un semplice incontro di labbra, fu intenso ed elettrizzante.
Lizzie poteva sentire come Jamie si spingesse inconsapevolmente in avanti per far aderire il proprio corpo a quello di lei.
Si staccò un poco da lui; «Jamie, così mi fai cadere di mano la torta!»
Lui indietreggiò di un passo e finalmente Lizzie poté guardarlo meglio: aveva i capelli più arriffati del solito e un’espressione corrucciata.
«Forse dovresti darti una pettinata. Che diavole è questa, una criniera? », mormorò tirandogli una ciocca.
«Ci ho già provato», rispose lui passandosi una mano sulla nuca, «E’ impossibile! Loro fanno quello che vogliono! »
«Scommettiamo che io riuscirò a domarli? »
Jamie cominciò a lamentarsi che sicuramente gli avrebbe fatto male e che sarebbe diventato calvo; ma Lizzie lo spinse dentro e lo costrinse ad aspettarla sul divano.
Posò la torta in cucina e si diresse in bagno. Dopo disperate ricerche trovò una spazzola abbandonata sul fondo di un cassetto; sembrava nuova.
Vedendo come sono ridotti quei poveri capelli dubito che l’abbia mai usata!
Con un sorrisetto tornò in salotto; quando mostrò al ragazzo quel che aveva trovato lui sbuffò rumorosamente.
Lizzie si accomodò sul divano mentre Jamie scivolava sul tappeto, fra le sue gambe, con la schiena appoggiata ai cuscini del sofà.
Le appoggiò i gomiti sulle ginocchia e lasciò scorrere le dita sulle sue gambe.
«Anche mia madre faceva così quando ero piccolo», le disse.
Lizzie gli prese i capelli fra le mani e delicatamente cominciò a passarvi la spazzola. Lo pettinò fin quando non ci furono più nodi e poi continuò ancora, lasciando scorrere le dita fra quei morbidi capelli biondi.
Ad ogni colpo di spazzola, Jamie sospirava e spingeva indietro la testa, seguendo i suoi movimenti, lasciandosi coccolare.
Teneva gli occhi chiusi.
Potrei farlo ogni giorno della mia vita; prendermi cura di lui.
«Gracie», la voce di Jamie ruppe il confortevole silenzio che si era creato fra loro. «Mi puoi abbracciare? »
Fu solo un bisbiglio, ma arrivò chiaro alle orecchie di Lizzie. Il suo cuore perse un battito e le parve che delle farfalle avessero cominciato a volare nel suo stomaco.
Senza perdere un secondo di più, si chinò e lo circondò con le braccia, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo, aspirando il suo odore.
A sua volta, Jamie strinse le mani intorno alle braccia e girò la testa, poggiando la guancia sulla fronte di lei.
Rimasero così, immobili per quella che sembrò un’eternità; poi la ragazza sciolse l’abbraccio e, senza dire una parola, prese di nuovo fra le mani i capelli biondi di Jamie e li legò in una coda.
«Visto? Li ho domati! », esclamò in fine, senza troppa convinzione.
Gli diede un rumoroso bacio sulla guancia e si alzò per andare in cucina.
Jamie rimase seduto a terra ancora per qualche minuto, incapace di qualsiasi movimento.
Dio, il cuore mi batte così forte che sembra dovermi uscire dal petto.
Se fosse un infarto sarebbe meno grave!
Lei non può piacermi!
Però mi piace già…e non riesco a trattenermi; voglio baciarla, stare con lei.
Ogni volta che mi tocca…
 Il campanello interruppe il filo dei suoi pensieri.
Sentì Lizzie che usciva di corsa dalla cucina e si precipitava alla porta. «Apro io! », gridò.
Lizzie spalancò la porta d’entrata e si trovò davanti due ragazze: dalla descrizione la prima doveva essere Charlie, mentre riconobbe l’altra come Olivia, la ragazza che era comparsa con Jamie nelle foto di alcune riviste.
Un accenno di panico la colse impreparata; ma prima che potesse dire qualsiasi cosa Jamie le fu accanto.
«Ciao ragazze! Posso presentarvi Gracie? », le cinse le spalle con un braccio e lei gli lanciò un’occhiata.
«Lizzie. Mi chiamo Lizzie», mormorò un po’ in imbarazzo.
Olivia si fece avanti, entrando in casa. «Ma come, è la tua “ragazza” e non sai nemmeno come si chiama? ».
Il suo tono sprezzante infastidì profondamente Lizzie e a Jamie non sfuggì come strinse gli occhi e arricciò le labbra.
«Grace è il mio secondo nome. Jamie lo preferisce al primo. Vero, tesoro? », ribatté voltandosi perso di lui e accarezzandogli il petto.
Non posso tapparle la bocca; ma posso farla ingelosire un po’! Pensò.
Lui le sorrise complice. «Vero! », le rispose.
Invitarono le due ospiti ad accomodarsi in salotto e, mentre li seguivano, Jamie le sussurrò all’orecchio: «So cosa stai facendo piccola strega…e mi piace! ».
Sorridendo, le stampò un bacio sulla guancia e corse a raggiungere le altre.
 
Erano seduti da quasi un’ora ad ascoltare Olivia parlare delle sue ultime vacanze, di chi aveva incontrato, di cosa aveva comprato…
Per la noia Jamie aveva tirato Lizzie a se, abbracciandola, e aveva cominciato a giocherellare distrattamente con i suoi boccoli.
Dopo l’ennesimo sbadiglio, si spostò e abbandonò la testa sulla spalla della ragazza che cominciò ad accarezzargli il viso.
Charlie si girò verso di loro e con uno sguardo accigliato interruppe Olivia: «Sai cosa dovresti fare Lizzie? Dovresti proprio andare a prendere quella torta di cui parlava Jamie e portarla qui! »
Il ragazzo si risollevò di colpo. «Se la vuoi puoi anche alzarti e andare a prendertela! Grace non è una serva! ».
Charlie rimase a bocca aperta: Jamie non le aveva mai risposto così. Sembrava sinceramente arrabbiato.
Lizzie allora lo trattenne per un braccio. «Jamie non fa niente. Vado volentieri a prenderla»; detto ciò si alzò e sparì in cucina.
Giunta nell’altra stanza si aggrappò con le mani al bordo del tavolo e sospirò rumorosamente.
Non mi sono mai sentita così umiliata in vita mia. E in più davanti a lui! Penserà che sono una stupida…
Spalancò gli occhi sentendo due braccia che la stringevano da dietro e un corpo che si appoggiava al suo.
Era così presa dai suoi pensieri che non si era neppure accorta che Jamie l’aveva seguita.
«Mi dispiace; non pensavo che si sarebbe comportata così», mormorò, accostando il viso a quello di lei.
«Davvero, non fa niente. Lei è la tua migliore amica e io…»
«E tu sei la mia ragazza! », la interruppe voltandola verso di se per poterla guardare.
«Jamie non è vero», si sforzò di sorridere.
Lui la osservò. Mi corregge se dico che è la mia ragazza; ma allora perché mi sembra di vedere la delusione nei suoi occhi quando lo fa?
«Senti», cominciò lei, «Io sono l’ultima arrivata e forse lei ha paura che mi metterò in mezzo e che il vostro rapporto verrà compromesso»
Jamie incrociò le braccia al petto. «Forse hai ragione tu…ma questo non significa che sia autorizzata a trattarti come ha fatto! »
Lizzie fece un passo verso di lui e gli fece scorrere le mani dai gomiti alle spalle.
«Facciamo così», gli disse, «Io cercherò di essere sempre gentile con lei e di non badare a queste piccolezze e tu le spiegherai che non sto cercando di dividervi. Va bene? »
Jamie bofonchiò un “si” alzando gli occhi al cielo.
«Bravo! Adesso torna di la. Io finisco di preparare il tea e tagliare la torta»
Invece si ascoltarla, lui la trattenne per i fianchi.
«Non voglio andare di la…appena te ne sei andata Olivia mi si è seduta addosso. Mi tocca, mi sta troppo vicino…», si lamentò.
Lizzie rise. «E questo ti da fastidio? Quando lo faccio io non mi sembra ti disturbo! »
Jamie le sorrise e le si avvicinò un poco. «Bè, quando lo fai tu è un’altra cosa»
La ragazza si guardò le scarpe: «Se devo essere sincera, quella Olivia non mi sta molto simpatica»
Lui si piegò in avanti, annullando con ogni movimento un po’ della distanza che li separava.
«Neanche a me», le sussurrò, «Quindi non dovrai per forza comportarti bene con lei! »
Con la coda dell’occhio, Lizzie vide che Olivia stava attraversando il corridoio per raggiungerli.
Sogghignando, schiacciò il proprio corpo contro quello di Jamie e fece scivolare le mani dietro il suo collo.
«Quindi possiamo farla ingelosire un po’? ». Aveva la voce carezzevole e, sollevandosi sulla punta dei piedi, sfiorò il naso Jamie con il proprio.
Lui si leccò le labbra. «Possiamo fare tutto quello che vuoi», le sussurrò.
Il cuore di Lizzie batteva come mai prima e le guance le si stavano colorando di rosso.
Ma che sto facendo?
È un errore, lo so, ne sono sicura!
Ma allora perché voglio farlo così tanto?
È solo un gioco; non lo faremo più e non avrà conseguenze… tentò di convincersi.
Inspirò profondamente, chiuse gli occhi e lo baciò.
Questo bacio non ebbe nulla a che vedere con i precedenti, appena accennati. Fu un bacio vero, di quelli che ti fanno sospirare, perdere la testa.
Jamie la avvolse in un saldo abbraccio e lasciò scivolare una mano sul suo fondoschiena.
Passarono anni, eternità, pochi secondi; accadde tutto in un battito di ciglia.
Lizzie infilò una mano fra i capelli di Jamie, sciogliendogli la coda, spettinandolo; mentre lui si aggrappava disperatamente alla sua maglietta.
Aprirono gli occhi e si guardarono per un istante: le pupille dilatate e l’iride ridotto a un cerchi sottile.
Bastò quel frammento di sguardo ad infiammarlo: con il proprio corpo, Jamie spinse indietro la ragazza e la issò sul tavolo mentre continuava a baciarla con impeto.
Lizzie allacciò le gambe ai suoi fianchi snelli. Non le era mai capitato di perdere il controllo a quel modo; e non era sicura che fosse una cosa negativa.
Un rumoroso colpo di tosse li riportò alla realtà. Si voltarono verso la porta e scorsero Olivia, che li osservava visibilmente infastidita.
«Scusate l’interruzione, ero venuta a vedere se vi serviva una mano», si giustificò.
Lizzie passò le dita sul petto di Jamie, la dove la camicia un po’ aperta lasciava scoperta la pelle.
«Grazie, ma questa cosa sappiamo farla benissimo da soli»
Vedendo che Olivia non se ne andava la scacciò con la mano. «Puoi anche andare adesso»
Jamie faticò a trattenere una risata mentre Olivia girava sui tacchi e tronava in salotto.
Rimasti solo, Jamie e Lizzie si guardarono per un istante.
Il ragazzo aveva di nuovo i capelli arriffati, mentre lei si ritrovava con il viso accaldato e le labbra rosse e pulsanti.
«L’hai fatto solo perché l’avevi vista arrivare? », domandò Jamie.
«No…non lo so…»
«Voglio rifarlo! », proruppe lui stringendole i fianchi e schiacciandola contro il proprio corpo caldo.
La ragazza sospirò; «Forse è meglio se torniamo di la anche noi». Lo lasciò andare e scese dal tavolo;  poi sistemò le tazze da tea su un vassoio, che Jamie prese prontamente,  mentre lei afferrava il piatto con la torta.
Si avvicinò a lui. «Ne parliamo dopo», gli disse; poi gli diede un veloce bacio sulle labbra e uscì dalla stanza.
Forse non tutto è perduto. Forse può darmi un’occasione… Pensò Jamie guardandola attraversare il corridoio.
 
Quando Charlie e Olivia se ne furono finalmente andate, Jamie e Lizzie si lasciarono cadere sul divano.
«E’ stato il pomeriggio più lungo della mia vita! », esclamò la ragazza.
Jamie sorrise e le si sdraiò con la testa sulle gambe.
«Sai è strano, non si è mai comportata così con le mie ragazze», disse riferendosi a Charlie.
Lizzie si adombrò. Dai cuore, non fare così; non prenderla male. In fondo io non sono la sua ragazza, sono solo la domestica. Al massimo un’amica…
«Con loro era…un’esplosione», Jamie si sforzò di trovare le parole, «Una passione così travolgente da sopraffarmi. Nell’istante in cui le vedevo ero già pazzamente innamorato di loro.  Facevo qualunque cosa per conquistarle; e giuro, ci sono sempre riuscito! Ma con te non è così»
Qualcosa in Lizzie si ruppe; come un vetro che va in frantumi.
Deve essere questo il rumore delle speranze che cadono in mille pezzi; pensò.
Visto cuore? Avevo ragione io.
Con me è diverso perché sono solo una copertura.
Una stupida bugia.
Io non sono niente…
«Tu sei speciale», mormorò Jamie.
Lizzie cercò di convincersi che quelle parole le aveva solo immaginate; ma quel cuore che aveva tanto maledetto stava già galoppando.
Spalancò gli occhi e gli prestò nuova attenzione.
«Con te tutto ha un sapore diverso. Con le altre volevo tutto subito, mentre di te voglio scoprire un po’ ogni giorno. Vado a dormire la sera chiedendomi cosa mi mostrerai il giorno seguente…»
Afferrò una mano della ragazza; giocherellò con le sua dita sottili, intrecciandole alle proprie.
Poi le portò alle labbra e le baciò.
«Grace? ». Lo sguardo della ragazza venne catturato da quello profondo di lui; «Pensi poter prendere in considerazione l’idea di essere la mia ragazza per davvero? »
Lizzie lo studiò: non aveva davvero mai visto occhi come i suoi; c’era un mondo intero in quegli occhi. Così sinceri, speranzosi.
Non poté resistere: si chinò su di lui e lo baciò sulle labbra, leggera come una piuma.
«Questo era un si? », domandò lui.
«Si…»
Con un’agile scatto, Jamie si tirò su ribaltando le posizioni; la inchiodò con la schiena contro il divano tenendola ferma sotto di lui.
«Pensaci bene piccola Gracie. Non sai in quale pasticcio ti stai cacciando! »
Lei tentò di assumere un’espressione pensierosa: «Mmm, ci ho pensato! », esclamò, «Ti prendo in prova! »
Lui scoppiò a ridere, schiacciandola ancora di più. «Allora adesso ti bacerò fina a farti perdere il fiato! »
«Mi hai già tolto il fiato…mi stai schiacciando! »
Con un certo sforzo, Lizzie riuscì a disarcionarlo e a farlo rotolare a terra.
Cominciò a ridacchiare, ma Jamie le afferrò un braccio e la trascinò con se sul pavimento.
Lottarono con delle armi di fortuna trovate sul divano: dei morbidi cuscini foderati.
Lizzie riuscì a sfuggirgli e si nascose dietro l’armadio del corridoio; si tappò la bocca con una mano per non scoppiare a ridere.
Fuori aveva cominciato a piovere e i lampi si abbattevano tutto intorno alla casa.
Sentiva le gocce d’acqua rimbalzare sui vetri, il suo cuore che batteva forte e Jamie che si aggirava rumorosamente fra le stanze, cercandola.
D’improvviso un fulmine cadde e saltò la corrente.
«Lizzie tutto bene? ». La voce di Jamie ruppe il silenzio, ma Lizzie la percepì lontana; pensò che fosse in cucina.
«Si, tutto bene. Tu? », rispose.
«No! Ho sbattuto un piede contro la gamba del tavolo! ». Lui la sentì ridere. «Stai ferma li. Vengo da te»
In quel momento un altro lampo cadde vicino alla casa e una luce violenta rischiarò per un attimo le stanze. Per una frazione di secondo i due si videro, fermi ai lati opposti del corridoio; poi fu di nuovo buio.
Lizzie attese per qualche secondo, poi domandò: «Jamie, dove dei? Non ti vedo più»
«Sono qui», sussurrò lui.
Era vicino. Così vicino che la ragazza poté sentire il suo respiro caldo sul viso. Si era mosso così silenziosamente che non lo aveva sentito arrivare.
Un ultimo tuono fece tremare i vetri e per lo spavento la ragazza avanzò di un passo, coprendo quella poca distanza che ancora li separava. Si aggrappò debolmente alla sua camicia.
«Hey ragazzina, non dirmi che hai paura! ». La strinse fra le braccia e le accarezzò la schiena con una mano.
«Non ho paura! », ribattè lei poco convinta, «E’ solo che non mi piacciono i temporali…»
«Se ti baciassi pensi che andrebbe meglio? ». Il tono di Jamie era così carezzevole e rassicurante che proprio non potè dirgli di no.
Lizzie non disse niente, gli offrì semplicemente le labbra e lui le prese con piacere.
Fu dapprima un bacio lento e controllato; Jamie voleva calmarla, ma si accorse presto che  quello non era il risultato che stava ottenendo.
Le mani di Lizzie si erano spostate dal suo petto alle spalle e poi al collo e fra i capelli, mentre premeva il proprio corpo contro il suo.
Sento tutto, pensò sopraffatta la ragazza. Ogni emozione, sensazione, suono…
Il mio copro è rimasto addormentato per tanto tempo e adesso è così vivo!
Sento tutto…il ronzio nelle orecchie, il suo profumo, la morbidezza dei suoi capelli fra le dita. La sua lingua sulla mia, il suo corpo…
Come fossero stati d’accordo si separarono, guardandosi.
La luce era tornata in tutto il quartiere e ora Jamie poteva vedere le guance arrossate di Lizzie e le sue labbra gonfie.
«Se sei così bella dopo un solo bacio allora mi chiedo, quanto lo sarai dopo…? »
Lizzie lo interruppe appoggiandogli le dita sulla bocca.
«Aspetta», la sua voce era intrisa d’ansia, «Che cosa stiamo facendo? Insomma noi ci conosciamo da così poco…e se poi andasse male? »
Lo guardò con gli occhi spalancati; sembrava così impaurita che Jamie si sciolse.
«Lo so che sembra una follia, ma proviamoci, buttiamoci. E se poi non funziona almeno non avremo il rimpianto di non aver tentato»
«Jamie, se va male e io cado in pezzi, cosa farò? Cosa resterà di me? »
Lui le prese dolcemente il viso fra le mani. «Se cadi tu cado anche io. E se il nostro poi non fosse amore, giuro io non ti lascerei…», mormorò prima di baciarla a fior di labbra, come a testare la sua reazione.
La testa le ripeteva che sarebbe stato un disastro; ma in cuor suo Lizzie sapeva che ormai Jamie le era entrato troppo nella pelle per poter tornare indietro. Quando il pensiero di poter condividere davvero la sua vita con lui la colpì si sentì viva e felice.
Gli occhi le bruciarono, sentiva le lacrime premere per uscire; ma le ricacciò indietro e lo abbracciò tenendolo stretto.
«Ti dovrai impegnare», gli disse.
Lui fece una risata bassa e gutturale. «Lo farò, te lo prometto»
Suggellò la sua promessa con un bacio.
 
 





 
NOTE
Mi scuso per l’attesa, sono una brutta persona! Dovevo aggiornare prima!
Detto ciò, spero vi sia piaciuto il capitolo; è frutto di intensi giorni di lavoro!
È finalmente entrata in gioco la perfida Olivia (quanta soddisfazione nel trattarla male!)
Se volete dirmi qualcosa in proposto lasciate una recensione, sarò felice di leggerle e rispondervi.
Concludo ringraziandovi ancora per la lettura.
A presto!

 
 
 
  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Jamie Campbell Bower / Vai alla pagina dell'autore: jovina