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Autore: Rhona    23/02/2014    0 recensioni
[Storia in revisione grammaticale e stilistica, alcune volte con l'inserimento di scene di passaggio e simili. Pubblicazione nuovi capitoli ancora in corso, ma a rilento.]
I romani: un popolo colto, erudito, padrone del mediterraneo ed oltre. Potenti uomini conquistatori che non esitano a commettere genocidi in onore di Roma, capitale del mondo intero.
I barbari: guerrieri, selvaggi, forse anche cannibali, che combattono per la loro terra, ma per difenderla, non per ampliarla.
E poi c'è lei. Chi è lei? Non è barbara, ma si oppone a chi la chiama romana... Non è romana, ma si arrabbia se la si chiama selvaggia...
Romani contro barbari: non è la guerra di due popoli; è lo scontro di due mondi opposti eppure tanto vicini.
**** Attenzione: il rating e gli avvertimenti potrebbero cambiare.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
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ROMANS
&
BARBARIANS


Un barbaro spietato. Un romano senza cuore. Una donna di malaffare. Un senatore molto potente. Un imperatore illuminato. Un gladiatore. Un soldato. Un traditore. Una guerriera dalla lucente chioma scura.



Al centro: Gaio Tullio Titurio (Peter Vaughan, Il Trono di Spade- Il cognome è del tutto una coincidenza... non potevo crederci!)
In senso orarioOlaf  Olverson (Mads Mikkelsen, King Arthur); Vaughan Olverson (Joel Edgerton, King Arthur); Cecilia (Lena Headey, 300); Marco Giulio Flaviano (Joaquin Phoenix, Il Gladiatore.).

Le persone menzionate sono solo semplici prestavolto, senza alcun collegamento di idee, comportamenti, carattere e/o azioni con i personaggi descritti nella storia. 

 

Capitolo I
 

LIMES NORDICO DELL’IMPERO ROMANO.
ANNO CMXVI AB URBE CONDITA1.
SETTIMO ANNO SOTTO IL REGNO DELL’IMPERATORE MARCO AURELIO.
 
I romani contrattaccano i barbari Marcomanni, penetrati nel confine.
Il contingente romano è comandato da Marco Giulio Flaviano,  sotto l’alto patrocinio del senatore Gaio Tullio Titurio.
I Marcomanni sono comandati da Ballomar.

 


Vaughan2 assisteva compiaciuto alla disfatta dei romani direttamente dal campo di battaglia. La sua tribù era alleata dei Marcomanni, per cui era stato chiamato a combattere: tutti gli eserciti alleati si erano tirati indietro di fronte alla magnifica imponenza del nemico, ma non il suo...Quello era, e probabilmente sarebbe rimasto, il momento più significativo di tutta la sua vita: lui, il figlio di un mercante, divenuto capo della tribù sassone che aveva sconfitto il grande esercito romano. Aveva dato ordine di non risparmiare nemmeno donne e bambini, o soldati che si arrendevano: un romano ucciso in più, era un romano da combattere in meno. Si guardò intorno, ammirando lo spettacolo della grande Selva Ercinia in fiamme... Uno spettacolo raccapricciante, l’odore dei corpi bruciati era acre. Ma sapere di aver vinto il più grande e imponente nemico di sempre era la più bella sensazione che avesse mai provato. Vaughan era cresciuto con quattro sorelle ed un solo fratello, Olaf, che ora continuava i commerci del padre. Aveva imparato a combattere con il bastone e soprattutto con la lancia. Era il solo capo sassone a preferire la lancia all'arco. Ma Vaughan non era solo tutto muscoli e niente cervello; i germani non conoscevano la scrittura, ma lui poteva dirsi istruito. Suo padre aveva dei contatti commerciali con i celti, che a loro volta avevano avuto contatti con i greci a Marsiglia. Lui aveva imparato a parlare greco per contrattare, poi lo aveva insegnato anche a Vaughan e ad Olaf, per permettere una continuità in questi scambi. Sapeva anche far di conto e scrivere, cosa necessaria per evitare di farsi gabbare da altri commercianti. Suo padre, come la maggioranza dei germani, non commerciava con i romani; ma mentre combatteva a sud, Vaughan aveva anche appreso un po' di latino. Non era in grado di parlarlo o di scriverlo: tutt’al più capiva le grida di battaglia dei suoi nemici. Con i Marcomanni aveva frequenti scambi di merci, e conosceva personalmente Ballomar, il loro capo. Da giovani avevano combattuto insieme a sud, ma poi le loro strade si erano divise. Lo aveva ritrovato con sorpresa quando era andato a negoziare alleanza presso i Marcomanni, in veste di capo sassone. Tenne lo  sguardo alto nella notte, seguendo con gli occhi gli uccelli che volavano sul campo di battaglia, pregustando già il delizioso sapore dei morti in battaglia, per far dei cadaveri un banchetto. Seguì un uccello in particolare: nero e possente, che volteggiava come se fosse stato il più grande fra quelli. Ecco; se fosse stato un uccello quello sarebbe stato lui: solitario e temibile. Non c’erano donne nella sua vita, eccetto quelle schiave romane che gli spettavano per primo; ma quelle erano buone per un notte, nulla più... Alcune volte avrebbe voluto qualcuno al suo fianco che lo sostenesse: qualcuno che non fosse il luogotenente di turno, magari, ma una donna con cui condividere un letto. Il suo sguardo cadde su una collina, non troppo lontano dal campo di battaglia. Una folle idea attraversò come un lampo i suoi occhi: delineò la traiettoria di una freccia dalla cima del colle alla pianura; avrebbe potuto incendiare quelle frecce; e allora i romani sarebbero rimasti intrappolati nel loro stesso tranello. Era una buona idea...Era anche probabile che con la battaglia che infuriava nessuno l’avrebbe visto . Fare piani lo entusiasmava. Fece cenno al suo primo luogotenente: «Adomnan3!» lo chiamò «seguimi e porta con te cinque fra gli uomini migliori e alcuni pezzi di pietra focaia. Da’ ordini affinché vengano sparse delle sterpaglie lungo i lati del campo di battaglia.»
Dopo poco l’uomo lo seguì, facendo cenno ad altri cinque di seguirlo. Cavalcarono veloci verso i piedi della collina alle loro spalle. «Ci divideremo» spiegò a bassa voce «Uccideremo quanti sorprenderemo a fuggire. Una volta in postazione incendierete le frecce e le scoccherete, in modo da creare un cerchio di fuoco intorno ai romani. Intesi?» le reclute annuirono. Adomnan gli si accostò «Annienteremo i romani, ma potremmo rischiare di bruciare anche i nostri.» osservò. Vaughan si sentì contestato. Lo fulminò con uno sguardo glaciale e rispose, scandendo «Io sono il tuo comandante: fa’ come ti ordino.»
Una volta giunte a metà pendio, le reclute si sparpagliarono com’era stato loro ordinato. Adomnan si diresse verso il basso, cedendo a Vaughan l’onore si salire sulla cima più alta, come si confaceva ad un capo tribù sassone. Vaughan, eccitato e con la follia della guerra negli occhi, cominciò a risalire la collina.
 
 
 
 
Cecilia corse fino al monte più vicino. La notte era fredda nella terra degli Svevi. Erano a Bonna4, a quanto ne sapeva, che non era neppure molto a Nord, ma era sicuramente molto più fredda di Roma. Amante di un nobile incaricato della guerra, una donna di malaffare, non era abituata a quelle rigide temperature. Le truppe romane avevano perso la battaglia, battevano in ritirata. La notte era fredda, il dolore era pungente. In grembo aveva il figlio di un romano, l’avrebbero ammazzata senza pietà. La carnagione scura,  gli occhi scuri e i capelli neri come le ali di uno dei corvi che volteggiavano sopra il campo di battaglia erano la prova della sua origine del sud. Si accasciò sul pendio. Sentiva le urla della battaglia riecheggiare in lontananza. Un dolore lancinante la percosse tutta, ma era il freddo, mancavano ancora due mesi per la nascita del piccolo. Appena la pancia era diventata visibile, l’avevano sbattuta fuori dal lupanare, sulla strada. Allora aveva seguito il suo amante fino alla frontiera dov’era stato mandato. Aveva paura per lui, paura che fosse morto e paura di restare sola con un figlio da crescere: ma se qualcuno l’avesse trovata non ci sarebbe più stato alcun figlio, o alcuna vita per cui temere. Continuò ad arrancare sul fianco della collinetta. Non era molto alta, vista da dove si trovava ora, ma la battaglia non sarebbe mai finita per essere combattuta lì. Dall’alto osservò il campo di battaglia: i romani in ritirata e gli Svevi dietro di loro. Il fuoco bruciava la foresta nera e le fiamme alzavano alti muri invalicabili per gli Svevi,  all’inseguimento del suo uomo e dei suoi commilitoni. Era bellissimo, con la pelle chiara e i capelli scuri sembrava la statua marmorea di un dio. Gli occhi chiari erano troppo belli per essere veri. Bello, attraente e sensuale era altrettanto senza cuore... e Cecilia se ne rendeva perfettamente conto. La portava con lui solo per potersela spassare, fuori dal suo letto nella sua tenda non si accorgeva neppure mentre la vedeva passare: ma Cecilia lo amava e non poteva fare nulla contro di questo. Si convinceva che le voleva bene perlomeno, anche quando la picchiava. Aveva rischiato un paio di volte di perdere la gravidanza a causa sua. Ma era bello e troppo desiderabile per avvedersene... Un rumore la ridestò dai suoi pensieri. Si voltò di scatto, sentendosi stranamente osservata. La visione che ebbe non fu quello che si aspettava, né tantomeno quello che avrebbe voluto: un uomo inimmaginabilmente alto, con una pelle di animale a coprirgli il basso ventre. Una strana cintura che gli attraversava il petto  reggeva una lunga spada sulla schiena. Aveva un paio di calzari in pelle, con del pelo che usciva dall’interno, a riparargli dal freddo dal ginocchio in giù. Il viso era largo, i capelli lunghi e biondi, la barba rada dello stesso colore e gli occhi di un celeste chiarissimo la inchiodavano con la curiosità e il timore che si hanno del nemico. Quando aprì la bocca parlò in una lingua che lei non conosceva. Mosse la lancia in avanti, puntandogliela sotto il mento, e Cecilia si convinse che di lì a poco sarebbe morta.
 




NOTE DELL’AUTRICE:

1 Anno CMXXI ab Urbe condita= anno 916 dalla fondazione di Roma, praticamente il 163 d.C.
2Vaughan= non sono riuscita a trovare un vero nome sassone che mi convincesse, per cui è un nome celtico: chiedo venia!
3Adomnan= anche questo è un nome celtico.
4Bonna= è l’odierna Bonn.

Mi scuso se è un capitolo troppo corto, ma per il momento ho pensato di lasciare gli sviluppi della trama per dopo. Diciamo che questa è una sorta di introduzione ai personaggi.
04/10/2014: Il capitolo è stato revisionato.


 

  
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